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La Mostra    Vanvitelli, Luigi

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La cupola di San Pietro

La costruzione della cupola di San Pietro fu iniziata da Michelangelo Buonarroti nel 1546 quando, già settantenne, subentrò ad Antonio da Sangallo il giovane nella direzione dei lavori della Fabbrica. Il progetto, per certi versi ispirato a quello di Brunelleschi per Santa Maria del Fiore, subì numerose modifiche in corso d'opera, e quando Michelangelo morì, nel 1564, la costruzione era giunta all’altezza del tamburo. Dopo una pausa di oltre vent’anni, i lavori furono ripresi durante il pontificato di Sisto V, e conclusi da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana in soli ventidue mesi, grazie a un grande dispiegamento di uomini e mezzi. Nella prima metà del XVIII secolo, il manifestarsi sulla cupola di alcune crepe, conseguenza di interventi seicenteschi, e un clamoroso rapporto di Luigi Vanvitelli, architetto della Fabbrica, avevano diffuso il timore che la cupola fosse in procinto di crollare. Così Benedetto XIV chiese prima il parere di tre matematici, che redassero una perizia considerata per certi versi il primo testo della moderna ingegneria civile, e nel 1743 diede incarico all'ingegnere Giovanni Poleni di studiare la struttura e verificare la necessità di interventi di consolidamento.

Thomas Le Seur, François Jacquier, Ruggero Giuseppe Boscovich, Parere di tre mattematici sopra i danni che si sono trovati nella cupola di S. Pietro sul fine dell'anno MDCCXLII. Dato per ordine di nostro signore papa Benedetto XIV, Roma 1742

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

La costruzione della cupola di San Pietro fu iniziata da Michelangelo Buonarroti nel 1546 quando, già settantenne, subentrò ad Antonio da Sangallo il giovane nella direzione dei lavori della Fabbrica. Il progetto, per certi versi ispirato a quello di Brunelleschi per Santa Maria del Fiore, subì numerose modifiche in corso d'opera, e quando Michelangelo morì, nel 1564, la costruzione era giunta all’altezza del tamburo. Dopo una pausa di oltre vent’anni, i lavori furono ripresi durante il pontificato di Sisto V, e conclusi da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana in soli ventidue mesi, grazie a un grande dispiegamento di uomini e mezzi. Nella prima metà del XVIII secolo, il manifestarsi sulla cupola di alcune crepe, conseguenza di interventi seicenteschi, e un clamoroso rapporto di Luigi Vanvitelli, architetto della Fabbrica, avevano diffuso il timore che la cupola fosse in procinto di crollare. Così Benedetto XIV chiese prima il parere di tre matematici, che redassero una perizia considerata per certi versi il primo testo della moderna ingegneria civile, e nel 1743 diede incarico all'ingegnere Giovanni Poleni di studiare la struttura e verificare la necessità di interventi di consolidamento.

Cupola di S. Pietro, in: Thomas Le Seur, François Jacquier, Ruggero Giuseppe Boscovich, Parere di tre mattematici sopra i danni che si sono trovati nella cupola di S. Pietro sul fine dell'anno MDCCXLII. Dato per ordine di nostro signore papa Benedetto XIV, Roma 1742

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Alessandro Francesco Rostagni (dis.), Paolo Pilaia (inc.), [Ponti per accomodare gli ornati della gran cupola di San Pietro e la croce in cima all'obelisco Vaticano], in: Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Alessandro Francesco Rostagni (dis.), Francesco Mazzoni (inc.), [Ponti per accomodare gli angoli della gran cupola di San Pietro], in: Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Le varie fasi dei lavori di consolidamento della cupola furono descritte dallo stesso Poleni nelle sue Memorie istoriche della Gran Cupola del Tempio Vaticano, illustrate da alcune tavole incise opera di Antonio Visentini.

Giovanni Poleni, Memorie istoriche della gran cupola del tempio vaticano, e de’ danni di essa, e de’ ristoramenti loro, divise in libri cinque. Alla santità di nostro signore papa Benedetto XIV, Padova 1748

Veduta della cupola con i sei cerchioni fissati fra il 1743 ed il 1748, grazie all'opera di Giovanni Poleni

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Le varie fasi dei lavori di consolidamento della cupola furono descritte dallo stesso Poleni nelle sue Memorie istoriche della Gran Cupola del Tempio Vaticano, illustrate da alcune tavole incise opera di Antonio Visentini.

Antonio Visentini, [La cupola con i sei cerchioni fissati fra il 1743 ed il 1748], in: Giovanni Poleni, Memorie istoriche della gran cupola del tempio vaticano, e de’ danni di essa, e de’ ristoramenti loro, divise in libri cinque. Alla santità di nostro signore papa Benedetto XIV,Padova 1748
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