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La Mostra    Benedetto XIV

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L'aspetto di San Paolo fuori le mura prima dell'incendio del 1823

Lunga oltre centotrenta metri e larga più di sessanta, con una struttura a cinque navate, la Basilica di San Paolo era la più grande delle basiliche romane costruite in epoca costantiniana, di cui mantenne l'impianto fino alla ricostruzione ottocentesca, successiva al terribile incendio del 1823.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della basilica di San Paolo fuor delle mura,in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836

Interno della Basilica di San Paolo fuori le mura nel 1749

Giovanni Battista Piranesi, Spaccato interno della basilica di San Paolo fuori delle mura, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836

Bolla di indizione del giubileo di inizio pontificato di Benedetto XIV

Benedetto XIV, Jubileum universale ad implorandum divinum auxilium initio pontificatus pro salutari sanctae Ecclesiae catholicae regimine (11 novembre 1740), Roma 1740

Pianta del portico di San Paolo con la disposizione dei palchi per l'apertura e la chiusura della porta santa nell'anno santo 1750

Come per l’apertura e la chiusura nelle altre tre basiliche giubilari, la cerimonia della porta santa alla Basilica di San Paolo comportava un rituale preciso ed una rigorosa organizzazione protocollare. La pianta esposta mostra l’esatta disposizione di palchi, palchetti, sedie, gradoni, con indicazione delle opportune decorazioni e paratie nel portico di San Paolo, per l’anno santo 1750. Ne è autore Mauro Fontana, membro della famiglia di architetti che aveva dato i natali ai più noti Domenico, artefice dei progetti urbanistici di Sisto V, e Carlo, allievo e collaboratore di Bernini, autore di importanti realizzazioni architettoniche della Roma barocca.

Mauro Fontana (dis.), Pianta del portico di S. Paolo nella maniera che fu disposto tanto per l'apertura della porta santa nell'anno 1750 fatta dall'e.mo, e r.mo s.r car.e Tomasso Ruffo decano, quanto nella clausura fatta dall'e.mo, e e.mo s.r car.e Luiggi Carafa, attesa l'infermità sopragiunta all'e.mo s.r car.e decano sudetto, Roma post 1750 ante 1767

Bolla di indizione del giubileo straordinario di Benedetto XIV per la pace tra i principi cristiani

Oltre che per l’inizio del pontificato, i pontefici hanno indetto giubilei straordinari senza caratteristiche di anno santo anche per occasioni particolari o in momenti di gravi difficoltà. Nel 1744, in piena guerra di successione austriaca, che vede le armate austriache e spagnole percorrere le terre pontificie, Benedetto XIV indice un giubileo per impetrare la pace fra i principi cristiani.

Benedetto XIV, Jubilaeum pro Christi fidelibus Italiae & insularum adjacentium divinam opem implorantibus pro pace inter principes christianos & aliis praesentibus catholicae Ecclesiae necessitatibus (20 novembre 1744), Roma 1744

Ritratto di Leonardo da Porto Maurizio

Leonardo da Porto Maurizio, chiamato a Roma da Benedetto XIV nel 1749 per preparare spiritualmente i fedeli romani al prossimo giubileo, il 25 gennaio 1750 supplica il pontefice di concedere alla neonata Congregazione degli Amanti di Gesù e di Maria la licenza a poter fare all'interno del Colosseo le quattordici stazioni della Via Crucis, ottenendo l'immediato rescritto dal Papa.

Fossi (fot.), S. Leonardo da Porto Maurizio. Quadro del Sordino (1804) esistente nella cappella della sacrestia all'Incontro (Firenze), in: Leonardo da Porto Maurizio, Prediche delle missioni con aggiunte di necrologie, lettere e documenti inediti..., Arezzo 1929

Supplica di Leonardo da Porto Maurizio a papa Benedetto XIV per la Via Crucis nel Colosseo

Leonardo da Porto Maurizio, chiamato a Roma da Benedetto XIV nel 1749 per preparare spiritualmente i fedeli romani al prossimo giubileo, il 25 gennaio 1750 supplica il pontefice di concedere alla neonata Arciconfraternita degli Amanti di Gesù e di Maria la licenza a poter fare all'interno del Colosseo le quattordici stazioni della Via Crucis, ottenendo l'immediato rescritto dal papa.

Leonardo da Porto Maurizio, Prediche delle missioni con aggiunte di necrologie, lettere e documenti inediti..., Arezzo 1929

L'Arciconfraternita degli amanti di Gesù e Maria

L'Arciconfraternita degli amanti di Gesù e Maria, istituita nel 1750 da padre Leonardo da Porto Maurizio, ebbe licenza dal pontefice di celebrare all'interno del Colosseo le quattordici stazioni della Via Crucis.

Statuti della ven. Archiconfraternita degli amanti di Gesù e di Maria eretta in Roma nell'anno del giubileo MDCCL ed approvati di proprio carattere dalla s. m. di Benedetto XIV, colle annotazioni ai capitoli e coi chirografi in fine che ne formano le parti essenziali, Velletri 1846

La "nuova" facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore

Nella veduta del 1749, Giovanni Battista Piranesi mostra la "nuova" facciata della Basilica, appena realizzata (1741-1743) da Ferdinando Fuga per Benedetto XIV, e caratterizzata da un portico e da una loggia superiore per le benedizioni, che si soprappose ai mosaici duecenteschi, incastonandoli senza distruggerli.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della basilica di S.ta Maria Maggiore con le due fabbriche laterali di detta basilica, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836

Notificazione relativa all'approvvigionamento della "legna da paso" durante l'anno santo 1750, firmata dal chierico di Camera e presidente delle Ripe Pietro Petroni

Un settore di approvvigionamento di particolare rilevanza per la città di Roma, che necessitava di specifici provvedimenti in occasione degli anni santi era quello della legna da ardere. Fu regolamentato, soprattutto a partire dal XVIII secolo, da rigidissime disposizione normative atte a preservare le riserve boschive dello Stato Pontificio, evitando disboscamenti incontrollati, e distinguendo il taglio e il commercio del legname destinato alle costruzioni da quello della legna da ardere, della quale aumentavano le necessità durante gli anni santi. Il legname, proveniente dai boschi a Nord di Roma, arrivava in città per via fluviale, approdando al porto di Ripetta, sotto la stretta sorveglianza della Presidenza delle Ripe.

Presidenza delle Ripe, Notificazione (3 gennaio 1750), Roma 1750

Edizione in francese delle "Cose meravigliose" per il giubileo del 1750

Les marveilles de la ville de Rome où est traitè des eglises, stations, & reliques des corps saints qui y sont, avec la guide qui enseigne aux estrangers à aysement trouver les choses plus remarquables de Rome. Ensemble les noms des papes, empereurs & autres princes chrestiens. Novellement corrigè, & amplifiè: avec un addition da la restauration des eglises.... Beaoucoup corrigè, & augmentè en cette impression. On y a ajoutè la guide des chemins de Rome aux principales villes d'Italie, & lieux circonvoisins, avec voyage de S. Jacque en Galice..., Roma 1750

Le cerimonie d'apertura delle porte sante della quattro basiliche nel 1750

Dettagliata Relazione che ragguaglia sulle cerimonie svolte da Benedetto XIV e dai tre Legati per l’apertura delle porte sante delle basiliche patriarcali, con particolari di processioni, precedenze, tempi, gesti, ruoli e funzioni di partecipanti e osservatori. Le Relazione esce dalla stamperia romana dei Chracas (poi Cracas), celebre per la pubblicazione del Diario di Roma e per la diffusione di notizie riguardanti la corte papale e le cerimonie che avevano luogo.

Distinta relazione delle sagre funzioni fatte dalla santità di nostro signore papa Benedetto decimoquarto nell'aprire la porta santa della basilica di S. Pietro in Vaticano, e dalli tre eminentissimi legati a latere nell'aprire le porte sante delle altre tre patriarcali basiliche di S. Paolo, di S. Giovanni in Laterano e di S. Maria Maggiore, nel corrente anno santo 1750, Roma 1750

La "nuova" facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore

La "nuova" facciata della Basilica fu realizzata da Ferdinando Fuga per Benedetto XIV. É caratterizzata da un portico e da una loggia superiore per le benedizioni, che si soprappone ai mosaici duecenteschi, incastonandoli senza distruggerli.

Basilicae Sanctae Mariae Maioris prospectus, in: Calcografia degli edifizj di Roma, ovvero vedute, piante, spaccati, ed elevazioni di belli edifizj antichi e moderni di questa superba città, vol. II, Roma 1779

La "nuova" facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore

La "nuova" facciata della Basilica fu realizzata da Ferdinando Fuga per Benedetto XIV. É caratterizzata da un portico e da una loggia superiore per le benedizioni, che si soprappone ai mosaici duecenteschi, incastonandoli senza distruggerli.

Philippe Benoist (dis.), Alphonse Bayot (lit.), Basilique de Sainte-Marie-Majeure: façade principale. Basilica di S.a Maria-Maggiore: veduta della facciata principale, tratta da: Rome dans sa grandeur. Vues, monuments anciens et modernes: description, histoire, institutions, dessins d'après nature par Philippe Benoist et Felix Benoist...,Paris 1870

Piazza di Spagna e la scalinata di Trinità dei Monti nel 1750

Giovanni Battista Piranesi, Veduta di Piazza di Spagna, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836

Piazza del Quirinale e il Palazzo pontificio nel 1750

Il colle del Quirinale, detto "Monte Cavallo", già sede di residenze estive di agiate famiglie romane attratte dalla salubrità della zona, entrò a far parte dei piani urbanistici dei pontefici nella seconda metà del XVI secolo. Gregorio XIII avviò nel 1574 la costruzione di un ampio palazzo da destinare a residenza papale, cui la ristrutturazione dell'acquedotto Felice voluta da Sisto V garantì un buon afflusso di acqua e dunque un'adeguata vivibilità. Alla fine del Cinquecento, papa Clemente VIII poté trasferirvi la propria residenza. Nel secolo successivo vennero edificate progressivamente nuove ali del palazzo, e costruiti edifici limitrofi con funzioni serventi. In quegli stessi decenni furono creati splendidi giardini, parte integrante di un disegno architettonico destinato a destare meraviglia nei visitatori. Alla prima metà del Seicento risale la loggia delle benedizioni, costruita da Gian Lorenzo Bernini, visibile sulla facciata. L'incisione di Piranesi mostra la piazza prima della collocazione, a fine Settecento, del grande obelisco tra le statue dei dioscuri, e della sistemazione della grande vasca di granito ultimata nel 1818.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza di Monte Cavallo, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836

La processione dell'Arciconfraternita della Trinità dei pellegrini a San Pietro per acquisire il Giubileo 1750

Papa Benedetto XIV aveva concesso ai membri dell'Arciconfraternita della Trinità dei pellegrini, "per l'assidua fatica che fa in ogni tempo... assai caritativamente" nell'alloggiare i pellegrini, di acquisire l'indulgenza giubilare andando una sola volta in processione confessati e comunicati dalla Chiesa della ss.ma Trinità a San Pietro. L'Arciconfraternita stabilì che la processione si svolgesse il 26 luglio e in preparazione della stessa fece celebrare un triduo di preparazione da padre Leonardo da Porto Maurizio. L'opuscolo descrive quindi come si svolse la processione dalla Chiesa della Trinità fino a S. Pietro, l'entrata attraverso la Porta santa, e il ritorno alla Chiesa della Trinità, e la conclusione delle celebrazioni con la lavanda dei piedi e il servizio della cena ai pellegrini

Distinto ragguaglio della solenne processione fatta dalla ven. Archiconfraternita della ss.ma Trinità de' pellegrini e convalescenti il giorno 26 luglio 1750, in occasione di essersi portata alla visita della Basilica di S. Pietro per l'acquisto del s. giubileo a tenore dell'indulto concessogli dalla santità di n. signore papa Benedetto XIV e del triduo di preparazione celebrato prima di portarsi a detta visita, Roma 1750

Notificazione del 28 luglio 1749, firmata dal cardinale vicario Giovanni Antonio Guadagni, che annuncia la "seconda missione" di Leonardo da Porto Maurizio

Il 13 luglio 1749 padre Leonardo da Porto Maurizio, chiamato a Roma da Benedetto XIV per "meglio disporre gli abitatori di Roma all'acquisto del giubileo", aveva iniziato a Piazza Navona un ciclo di "sagre missioni", quattordici giorni di funzioni articolate, che prevedevano momenti di predicazione, catechesi, liturgia e penitenza. Il 28 luglio, al termine della "prima missione", il cardinale vicario Guadagni annunciava l'avvio di una "seconda missione" per il 3 agosto successivo, da tenersi di là del fiume, in piazza di Santa Maria in Trastevere.

Vicariate of Rome, Seconda notificazione per le sante missioni (28 luglio 1749), Roma 1749

Avviso ai parroci del 28 luglio 1749, firmato dal cardinale vicario Giovanni Antonio Guadagni, relativo alla "seconda missione" di Leonardo da Porto Maurizio

Il 28 luglio 1749, al termine della "prima missione" di Leonardo da Porto Maurizio a Piazza Navona, il cardinale vicario Guadagni annunciava con una seconda notificazione l'avvio di un nuovo ciclo di missioni di là dal Tevere, per il 3 agosto successivo. Con l'avviso ai parroci dello stesso giorno, li invitava a rendere pubblico il contenuto della seconda notificazione esortando i fedeli alla frequenza delle funzioni, e regolandone la partecipazione.

Vicariate of Rome, Avviso a' parochi (28 luglio 1749), Roma 1749

Notificazione del 16 agosto 1749, firmata dal cardinale vicario Giovanni Antonio Guadagni, che annuncia l'avvio di una "terza missione" del padre Leonardo da Porto Maurizio

Il 16 agosto 1749, dopo il grande successo delle due missioni di qua e di là del Tevere del "celebratissimo p. Leonardo", il cardinale vicario Giovanni Antonio Guadagni, annunciava l'avvio di una "terza missione", sotto forma di istruzioni per la confessione, destinata a confessori e penitenti, da tenersi nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva.

Vicariate of Rome, Notificazione per le sante istruzioni in luogo della terza missione (16 agosto 1749), Roma 1749

"Roma antica e moderna": la guida per rioni di Roisecco

La guida in tre volumi riccamente illustrati, pubblicata ad istanza di Gregorio Roisecco nel 1745, è stata definita da Schudt "una delle più belle e ricercate guide di Roma del ’700". Con chirografo del 18 maggio 1743, Benedetto XIV aveva definito i confini dei rioni della città, fissando i loro nomi e i relativi stemmi in oltre duecento targhe stradali, ancora oggi visibili nel centro storico della città. La guida di Roisecco, che nasce in questo contesto, presenta per la prima volta una organizzazione narrativa per rioni invece che per giornate o argomenti, e fonde le descrizioni di Roma antica e di Roma moderna, che procedono insieme secondo l'ordine in cui le meraviglie (pagane, sacre o profane che siano) si presentano al visitatore lungo il percorso. Un terzo volume, dedicato alla descrizione dei riti degli antichi Romani, forniva al pubblico colto e raffinato della guida una sintesi storica esauriente delle leggi, le istituzioni, l'organizzazione sociale e militare e la religione dell’antica Roma, nonché la cronologia di re, imperatori e pontefici.

Roma antica e moderna o sia nuova descrizione della moderna città di Roma, e di tutti gli edifizi notabili, che sono in essa, e delle cose più celebri, che erano nella antica Roma... Abbellita con duecento e più figure in rame, con curiose notizie istoriche, e con la cronologia di tutti li sommi pontefici, re, consoli e imperadori romani. Accresciuta in questa nuova edizione di un tomo terzo..., Roma 1745

Benedetto XIV (1740-1758), rovescio della medaglia in bronzo emessa nel 1741 per celebrare la nuova facciata della Basilica di S. Maria Maggiore (riconiazione ottocentesca da un originale di Ottone Hamerani)

Mazio 454 (fig. Medaglie Mazio 23-454 A)

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

Breve discorso in difesa della cupola di S. Pietro di N. N. capomastro muratore, regolato circa i danni secondo la prima scrittura de’ rr. pp. mattematici, Roma 1744

Benedetto XIV (1740-1758), rovescio della medaglia in bronzo emessa nel 1741 per celebrare la nuova facciata della Basilica di S. Maria Maggiore (riconiazione ottocentesca da un originale di Ottone Hamerani) (conio)

Mazio 454 (fig. Medaglie Mazio 23-454 A)

Veduta della cupola con i sei cerchioni fissati fra il 1743 ed il 1748, grazie all'opera di Giovanni Poleni

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Le varie fasi dei lavori di consolidamento della cupola furono descritte dallo stesso Poleni nelle sue Memorie istoriche della Gran Cupola del Tempio Vaticano, illustrate da alcune tavole incise opera di Antonio Visentini.

Antonio Visentini, [La cupola con i sei cerchioni fissati fra il 1743 ed il 1748], in: Giovanni Poleni, Memorie istoriche della gran cupola del tempio vaticano, e de’ danni di essa, e de’ ristoramenti loro, divise in libri cinque. Alla santità di nostro signore papa Benedetto XIV,Padova 1748

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Le varie fasi dei lavori di consolidamento della cupola furono descritte dallo stesso Poleni nelle sue Memorie istoriche della Gran Cupola del Tempio Vaticano, illustrate da alcune tavole incise opera di Antonio Visentini.

Giovanni Poleni, Memorie istoriche della gran cupola del tempio vaticano, e de’ danni di essa, e de’ ristoramenti loro, divise in libri cinque. Alla santità di nostro signore papa Benedetto XIV, Padova 1748

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Alessandro Francesco Rostagni (dis.), Francesco Mazzoni (inc.), [Ponti per accomodare gli angoli della gran cupola di San Pietro], in: Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Alessandro Francesco Rostagni (dis.), Paolo Pilaia (inc.), [Ponti per accomodare gli ornati della gran cupola di San Pietro e la croce in cima all'obelisco Vaticano], in: Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

La cupola di San Pietro

Pianta del vivo dell'ordine attico e piantato de' costoloni sopra de' pilastri del med.mo e vanno à formare l'occhio della gran Cupola, ò sia collo della lanterna, in: Breve discorso in difesa della cupola di S. Pietro di N. N. capomastro muratore, regolato circa i danni secondo la prima scrittura de’ rr. pp. mattematici, Roma 1744

La cupola di San Pietro

Figure della scrittura de mattematici, in: Breve discorso in difesa della cupola di S. Pietro di N. N. capomastro muratore, regolato circa i danni secondo la prima scrittura de’ rr. pp. mattematici, Roma 1744

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

Lelio Cosatti, Riflessioni di Lelio Cosatti, patrizio sanese, sopra il sistema dei tre RR. PP. mattematici e suo parere circa il patimento, e risarcimento della gran cupola di S. Pietro, Roma 1743

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

La costruzione della cupola di San Pietro fu iniziata da Michelangelo Buonarroti nel 1546 quando, già settantenne, subentrò ad Antonio da Sangallo il giovane nella direzione dei lavori della Fabbrica. Il progetto, per certi versi ispirato a quello di Brunelleschi per Santa Maria del Fiore, subì numerose modifiche in corso d'opera, e quando Michelangelo morì, nel 1564, la costruzione era giunta all’altezza del tamburo. Dopo una pausa di oltre vent’anni, i lavori furono ripresi durante il pontificato di Sisto V, e conclusi da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana in soli ventidue mesi, grazie a un grande dispiegamento di uomini e mezzi. Nella prima metà del XVIII secolo, il manifestarsi sulla cupola di alcune crepe, conseguenza di interventi seicenteschi, e un clamoroso rapporto di Luigi Vanvitelli, architetto della Fabbrica, avevano diffuso il timore che la cupola fosse in procinto di crollare. Così Benedetto XIV chiese prima il parere di tre matematici, che redassero una perizia considerata per certi versi il primo testo della moderna ingegneria civile, e nel 1743 diede incarico all'ingegnere Giovanni Poleni di studiare la struttura e verificare la necessità di interventi di consolidamento.

Cupola di S. Pietro, in: Thomas Le Seur, François Jacquier, Ruggero Giuseppe Boscovich, Parere di tre mattematici sopra i danni che si sono trovati nella cupola di S. Pietro sul fine dell'anno MDCCXLII. Dato per ordine di nostro signore papa Benedetto XIV, Roma 1742

La cupola di San Pietro

La costruzione della cupola di San Pietro fu iniziata da Michelangelo Buonarroti nel 1546 quando, già settantenne, subentrò ad Antonio da Sangallo il giovane nella direzione dei lavori della Fabbrica. Il progetto, per certi versi ispirato a quello di Brunelleschi per Santa Maria del Fiore, subì numerose modifiche in corso d'opera, e quando Michelangelo morì, nel 1564, la costruzione era giunta all’altezza del tamburo. Dopo una pausa di oltre vent’anni, i lavori furono ripresi durante il pontificato di Sisto V, e conclusi da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana in soli ventidue mesi, grazie a un grande dispiegamento di uomini e mezzi. Nella prima metà del XVIII secolo, il manifestarsi sulla cupola di alcune crepe, conseguenza di interventi seicenteschi, e un clamoroso rapporto di Luigi Vanvitelli, architetto della Fabbrica, avevano diffuso il timore che la cupola fosse in procinto di crollare. Così Benedetto XIV chiese prima il parere di tre matematici, che redassero una perizia considerata per certi versi il primo testo della moderna ingegneria civile, e nel 1743 diede incarico all'ingegnere Giovanni Poleni di studiare la struttura e verificare la necessità di interventi di consolidamento.

Thomas Le Seur, François Jacquier, Ruggero Giuseppe Boscovich, Parere di tre mattematici sopra i danni che si sono trovati nella cupola di S. Pietro sul fine dell'anno MDCCXLII. Dato per ordine di nostro signore papa Benedetto XIV, Roma 1742

"La storia dell'anno MDCCL"

"La storia dell'anno", diffusissimo almanacco con cadenza annuale, stampato a Venezia (sotto il falso luogo di Amsterdam) a partire dal 1836, riporta le notizie degli avvenimenti principali dell'anno concluso, attingendo a giornali italiani e stranieri. Il volume relativo al 1750 dedica ampio spazio all'anno santo appena celebrato da Benedetto XIV.

La storia dell'anno MDCCL divisa in quattro libri. Dove veggonsi gli avvenimenti principali del medesimo anno, e spezialmente, la celebrazione del Giubbileo di Roma, i maneggi per istornare la guerra del settentrione, per le cose dell'Impero germanico, per finire le differenze vigenti tra la Spagna e l'Inghilterra per il commerzio, per comporre la contesa risorta tra la Francia e l'Inghilterra..., Amsterdam [ma Venezia] 1750

L'Arciconfraternita della morte e orazione di Roma

Nell'inverno del 1538 una grave carestia e un freddo fortissimo provocarono molte vittime tra i romani e i pellegrini poveri. Fu in quella circostanza che un gruppo di fedeli, mossi da umana pietà, fondarono la Compagnia della buona morte, per seppellire quanti, deceduti in povertà, lontananza o solitudine non avrebbero altrimenti ricevuto degna sepoltura. Chiamata poi Confraternita della morte ed orazione, per l'uso di pregare per le anime dei defunti e per il rito delle Quarant’ore, che si svolgeva ogni terza Domenica del mese, nel 1560 Pio IV la eresse ad Arciconfraternita. Gli statuti esposti, approvati nel 1590, furono riformati nel 1698 e poi ristampati in occasione del giubileo del 1750. All'Arciconfraternita romana furono aggregate numerose compagnie, che venivano accolte ed ospitate in occasione dei giubilei.

Statuti della ven. archiconfraternita della morte, ed orazione prima approvati, e confermati l'anno 1590, e poi riformati l'anno 1698, e ristampati nell'anno del santissimo giubileo MDCCL, Roma 1750

Buca della Confraternita della Perseveranza alle Coppelle posta sul muro esterno della piccola chiesa di San Salvatore alle Coppelle per il giubileo del 1750 e destinata ad accogliere i biglietti di denuncia di forestieri infermi da parte di osti, albergatori e locandieri.

La tavola marmorea con la buca per l'introduzione dei biglietti, in: Fausto Garofalo, La Confraternita della perseveranza alle Coppelle per l'assistenza ai forestieri infermi, in: Roma nell'anno santo MCML (Dalla rassegna "Capitolium"), Roma 1950

La consacrazione dell'altare della confessione di Santa Maria Maggiore realizzato per il giubileo del 1750

Benedetto XIV, Sanctissimi domini nostri Benedicti papae XIV, allocutio habita pridie kalendas octobris anno jubilaei MDCCL in festo S. Hieronymi confessoris & Ecclesiae doctoris ante consacrationem altaris pontificii Sanctae Mariae Majoris, Roma 1750
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