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La Mostra    Clemente VII

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L'università dei fornai e panettieri

Il grano ha svolto per secoli un ruolo fondamentale nell'alimentazione dei romani, costituendo la base del nutrimento popolare. Per questo motivo l'attività dei produttori e dei venditori di pane, posta sotto la stretta sorveglianza dall'Annona, fu fortemente regolamentata da numerose disposizioni legislative ed amministrative. In occasione degli anni santi si moltiplicavano i provvedimenti pontifici per garantire gli approvvigionamenti necessari a far fronte alle necessità alimentari dei pellegrini. L'università dei fornai dal canto suo cercava di conservare le proprie prerogative, limitando il più possibile l'ampliamento delle licenze d'esercizio, tanto che alla fine del XVII secolo esistevano a Roma soltanto una sessantina di forni. In occasione del giubileo del 1500 in seno all'Università dei fornai si costituì la confraternita dell'arte, che nell'anno santo 1550 inaugurava solennemente la propria chiesa dedicata a Santa Maria di Loreto, dove ha ancora oggi la sua sede.

Statuti dell'università et arte de fornari e panettieri dell'alma città di Roma, ms. sec. XVII

Le monete celebrative del giubileo del 1525

Dopo la stabilizzazione del rituale avvenuta con Alessandro VI la porta santa diviene elemento iconografico principale nella raffigurazione dell’anno santo. La porta viene utilizzata anche per le medaglie commemorative degli anni santi. La prima coeva è del 1525, mentre quelle relative a epoche precedenti sono “di restituzione” (postume). La prima medaglia di restituzione su cui compare la porta santa è riferita al giubileo di Nicolò V, in cui peraltro il rituale della porta non era ancora affermato.

Filippo Buonanni, Numismata pontificum romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum M.DC.XCIC vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere..., vol. I (Continens numismata à Martino V usque ad Clemente VIII), Roma 1699

Anno Santo 1525. Clemente VII (1523-1534), quarto di ducato in argento del 1525 con al dritto busto del pontefice

Collocazione Mt. Pont. Clemens VII.16

Medaglie celebrative del giubileo di Nicolò V (1450)

Dopo la stabilizzazione del rituale avvenuta con Alessandro VI la porta santa diviene elemento iconografico principale nella raffigurazione dell’anno santo. La porta viene utilizzata anche per le medaglie commemorative degli anni santi. La prima coeva è del 1525, mentre quelle relative a epoche precedenti sono “di restituzione” (postume). La prima medaglia di restituzione su cui compare la porta santa è riferita al giubileo di Nicolò V, in cui peraltro il rituale della porta non era ancora affermato.

Domenico Maria Manni, Istoria degli anni santi dal loro principio sino al presente del MDCCL, tratta in gran parte da quella del p.l.f. Tommaso Maria Alfani..., Firenze 1750

Anno Santo 1525. Clemente VII (1523-1534), quarto di ducato in argento del 1525 con al rovescio Porta Santa chiusa; ai lati, entro nicchie, i SS. Pietro e Paolo

Collocazione Mt. Pont. Clemens VII.16

Pianta del Rione IV di Campo Marzio

Nella pianta del Rione Campo Marzio emerge con assoluta evidenza il complesso stradale conosciuto come Tridente, grazie al quale, dopo essere entrati in città da porta Flaminia, si potevano raggiungere le tre basiliche maggiori. L'arteria centrale, oggi nota con il nome di via del Corso, riportata da Paolo II, nella seconda metà del XV secolo, sull'antico tratto urbano di Via Flaminia, immetteva attraverso Campo Marzio e Piazza Venezia in direzione di San Giovanni in Laterano. Ad ovest, la via Leonina, dal nome di papa Leone X che la aprì nel 1517, accompagnava i pellegrini verso Ponte Sant'Angelo e San Pietro. La strada prese poi il nome di via di Ripetta dopo la costruzione del Porto nel 1704. Ad est, infine, una terza via già esistente nel XIV secolo, risistemata per il giubileo del 1525, da papa Clemente VII, attraverso Piazza di Spagna saliva verso Santa Maria Maggiore. La via, chiamata Clementina, in onore del suo artefice, cambiò nome dopo la collocazione sulla strada di una fontana con la statua di un sileno, divenuta oggetto di scherzo da parte dei romani, che per la sua bruttezza la paragonavano ad un babbuino.

Campii Martii regio IV romana qualis erat anno 1777, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero breve descrizione di questa superba città con due piante generali, e quelle de' suoi quattordici rioni incisi in rame per comodo de' forestieri, vol. I, Roma 1779
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