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La Mostra    Clemente VIII

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La testimonianza di Camillo Fanucci sulle opere di carità fatte a Roma per accogliere i pellegrini durante i giubilei del 1575 e del 1600

Nell'avviso ai lettori che introduce il suo "Trattato di tutte l'opere pie dell'alma città di Roma", Camillo Fanucci scrive: "Se nell'anno santo mille cinquecento settantacinque io restai meravigliato, per le gran carità, che furono fatte in Roma, à ogni sorte di gente, qual venne a Roma per acquistare il santissimo giubileo, in questo del mille seicento son restato attonito, stupefatto & quasi fuora di me stesso, havendo visto le grandissime, & immense opere di carità, & pietà, fatte dalle confraternite di detta città..."

Camillo Fanucci, Trattato di tutte l'opere pie dell'alma città di Roma... nel quale si descivono tutti gli Spedali, Confraternite & altri luoghi pii..., Roma 1602

San Luigi dei Francesi

La chiesa di San Luigi dei Francesi ospita, nella Cappella Contarelli, le due tele realizzate da Caravaggio per il giubileo del 1600: la Vocazione e il Martirio di San Matteo.

S. Louis des François, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, première ville de l'Europe, avec toutes ses magnificences et ses délices..., vol. II, Leiden 1713

Caravaggio, il Martirio di San Matteo per la Cappella Contarelli

Il 23 luglio del 1599, Michelangelo Merisi firmava il contratto della sua prima grande commissione pubblica per la cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi. La commissione era dovuta all'imminente Giubileo del 1600, per il quale Caravaggio realizzò due delle tre tele che attualmente ornano la Cappella: la Vocazione e il Martirio di San Matteo.

Il Caravaggio e le sue grandi opere da San Luigi dei Francesi, testo di Gian Alberto Dell'Acqua con un'appendice di Mia Cinotti, Milano 1971

Caravaggio, la Vocazione di San Matteo per la Cappella Contarelli

Il 23 luglio del 1599, Michelangelo Merisi firmava il contratto della sua prima grande commissione pubblica per la cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi. La commissione era dovuta all'imminente Giubileo del 1600, per il quale Caravaggio realizzò due delle tre tele che attualmente ornano la Cappella: la Vocazione e il Martirio di San Matteo.

Il Caravaggio e le sue grandi opere da San Luigi dei Francesi, testo di Gian Alberto Dell'Acqua con un'appendice di Mia Cinotti, Milano 1971

Papa Clemente VIII visita le sette chiese durante il giubileo del 1600

La visita delle sette chiese non ha mai rappresentato un adempimento obbligatorio per ottenere l'indulgenza plenaria durante gli anni santi. Tuttavia il pellegrinaggio alle sette chiese è stato incoraggiato come un arricchimento dell'esperienza devozionale per i pellegrini giubilari, e fu particolarmente caro anche ad alcuni pontefici. E' questo il caso di Clemente VIII, che nel corso del giubileo del 1600 praticò diverse volte questo itinerario sacro, incoraggiando in tal senso i numerosi pellegrini che raggiunsero Roma in quell'anno, come testimoniato dal cardinale Bentivoglio, nel primo capitolo del secondo libro delle sue memorie, dedicato a "quel che seguisse nella Corte di Roma intorno all'universale giubileo dell'anno 1600".

Guido Bentivoglio, Memorie del cardinale Bentivoglio con le quali descrive la sua vita e non solo le cose a lui successe nel corso di essa, mà insieme le più notabili ancora occorse nella città di Roma..., Venezia 1668

"Le cose meravigliose dell’alma città di Roma" per il giubileo del 1600

Le cose meravigliose dell’alma città di Roma, dove si tratta delle chiese, stationi, & reliquie de’ corpi santi, che vi sono. Con la guida romana, che insegna facilmente à forastieri di ritrovare le più notabil cose di Roma. Con le poste d’Italia. I nomi de' sommi pontefici, imperatori, & altri prencipi christiani. Et di nuovo corretto, & ampliato con le cose notabili fatte da papa Sisto quinto, & da papa Clemente ottavo..., Roma 1600

Anno Santo 1600. Clemente VIII (1592-1605), mezza piastra in argento con al dritto busto del pontefice

Collocazione Mt. Pont. ClemensVIII 5-A

Le sette chiese di Roma con le loro principali reliquie, stazioni e indulgenze

Ristampa del 1660 ca., ad opera di Giovanni Giacomo de’ Rossi, della lastra di Giacomo Lauro e Antonio Tempesta, utilizzata per la prima volta per il Giubileo del 1600 e successivamente ripubblicata, quale guida ai pellegrini nel 1609, 1621, 1630 e 1636. La ristampa di De Rossi vede per la prima volta la raffigurazione della Basilica di San Pietro con il colonnato del Bernini. Nell'angolo in basso a destra della pianta è riprodotto anche il circuito delle nove chiese, che aggiunge alle sette classicamente comprese nel giro, la chiesa di San Paolo alle tre fontane e dell'Annunziatella, che furono in alcune occasioni incluse nel giro dallo stesso Filippo Neri, per la loro vicinanza a San Paolo fuori le mura.

Le sette chiese di Roma con le loro principali reliquie stationi et indul.tie, Roma 1660

Anno Santo 1600. Clemente VIII (1592-1605), mezza piastra in argento con al rovescio Porta Santa chiusa

Collocazione Mt. Pont. ClemensVIII 5-A

La storia della basilica e del palazzo lateranense scritta da Cesare Rasponi nel XVII secolo

Dopo i lavori sistini sul lato del Palazzo lateranense, fu la volta, nei due secoli successivi, dei lavori di ristrutturazione della Basilica, sia all'interno che per il ripristino della facciata. Clemente VIII, a inizio Seicento, fece ridecorare il transetto e costruire dal perugino Luca Blasi un grande organo, considerato un capolavoro dell'arte organaria, che fu collocato nella Basilica per il giubileo del 1600. In vista dell'anno santo 1650, Innocenzo X incaricò Francesco Borromini della decorazione dell'interno della basilica. Fu una sfida di grandi proporzioni, dal momento che Borromini ricevette l'incarico nel 1644, a soli sei anni dall'apertura del giubileo. Borromini ricevette peraltro stringenti indicazioni dal pontefice sulla necessità di rispettare l'impianto paleocristiano della basilica, che l'architetto poté conservare solo in parte, dato il pessimo stato di conservazione dell'edificio. I lavori terminarono per tempo e l'inaugurazione poté avere luogo nel corso dell'anno santo.

Cesare Rasponi, De Basilica et patriarchio lateranensi libri quattuor..., Roma 1656

L'Itinerario d'Italia di Franz Schott

L'Itinerario d'Italia del giureconsulto Franz Schott fu pubblicato in lingua latina ad Anversa in occasione del giubileo del 1600, come guida per i pellegrini che si sarebbero recati in Italia per l'anno santo. Si tratta della prima guida che accompagna i viaggiatori in Italia affiancando, alle informazioni su percorsi e distanze tipiche delle guide postali, notizie storiche e artistiche. L'opera ebbe un enorme successo editoriale, fu tradotta in italiano, francese e inglese e corredata da un ricco apparato di piante e carte.

Franz Schott, Itinerarii Italiae rerumq. romanarum libri tres..., Antwerpen 1600

Piazza del Quirinale e il Palazzo pontificio nel 1750

Il colle del Quirinale, detto "Monte Cavallo", già sede di residenze estive di agiate famiglie romane attratte dalla salubrità della zona, entrò a far parte dei piani urbanistici dei pontefici nella seconda metà del XVI secolo. Gregorio XIII avviò nel 1574 la costruzione di un ampio palazzo da destinare a residenza papale, cui la ristrutturazione dell'acquedotto Felice voluta da Sisto V garantì un buon afflusso di acqua e dunque un'adeguata vivibilità. Alla fine del Cinquecento, papa Clemente VIII poté trasferirvi la propria residenza. Nel secolo successivo vennero edificate progressivamente nuove ali del palazzo, e costruiti edifici limitrofi con funzioni serventi. In quegli stessi decenni furono creati splendidi giardini, parte integrante di un disegno architettonico destinato a destare meraviglia nei visitatori. Alla prima metà del Seicento risale la loggia delle benedizioni, costruita da Gian Lorenzo Bernini, visibile sulla facciata. L'incisione di Piranesi mostra la piazza prima della collocazione, a fine Settecento, del grande obelisco tra le statue dei dioscuri, e della sistemazione della grande vasca di granito ultimata nel 1818.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza di Monte Cavallo, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836

"I tesori nascosti dell'alma città di Roma", di Ottavio Panciroli pubblicati per il giubileo del 1600

In occasione del giubileo del 1600, il teologo reggiano Ottavio Panciroli pubblica un'opera che, nelle intenzioni dell'autore espresse nella lettera ai lettori, si pone in esplicita contrapposizione con la recente edizione delle "Cose meravigliose", rivista ed ampliata dal frate agostiniano Santi Solinori. L'opera comprende un breve trattato sul giubileo, sua origine e sue cerimonie, un capitolo sulle catacombe, uno dedicato a titoli, diaconie e vescovati dei cardinali, ed uno alle stazioni. La parte più nuova ed importante dell'opera, per ampiezza e credibilità della trattazione, è quella relativa alle chiese di Roma, alla quale attingeranno largamente i suoi successori. Panciroli intende fornire un quadro completo delle chiese di Roma, organizzando in ordine alfabetico la descrizione di 313 chiese, contro le 141 comprese nelle "Cose meravigliose"

Ottavio Panciroli, I tesori nascosti dell'alma città di Roma raccolti, e posti in luce per opera d'Ottavio Panciroli teologo da Reggio, Roma 1600

La "Descriptio urbis Romae novissima" di Giovanni Maggi

Nel 1600 venne realizzata per i pellegrini del giubileo una pianta della città, incorniciata come in un polittico da otto vignette, rappresentanti la cerimonia d'apertura della Porta Santa di San Pietro e le sette chiese principali della città. Come testimoniano le numerose ristampe, tra le quali quella del 1672 qui esposta, la pianta, opera dell'incisore romano Giovanni Maggi, ebbe un notevole successo commerciale, poiché il formato ridotto e la presenza di brevi note storico-descrittive ne consentivano l'uso come guida al pellegrinaggio.

Giovanni Maggi, Descriptio urbis Romae novissima a. D. MDCLXXII, Roma 1672

Veduta di San Pietro nel 1600 circa

Acquaforte realizzata intorno al 1686 da Jacob Enderlin sulla base dell'incisione di Giovanni Maggi, edita nell'opera di Domenico Custos, Deliciae Urbis Romae, pubblicata ad Asburgo nel 1600

Jacob Enderlin, Ecclesia S. Petri, 1686 ca

L'Arciconfraternita della santissima Madonna del suffragio

Nel 1592 aveva avuto origine, presso la parrocchia di S. Biagio alla Pagnotta, una confraternita del suffragio con il compito di pregare per le anime dei defunti. Due anni dopo, papa Clemente VIII riconobbe la confraternita e ne approvò le regole. Cresciuto il numero dei confratelli e trasformata in Arciconfraternita da papa Paolo V, si trasferì presso la nuova sede, costruita grazie alle donazioni dei fratelli e a un lascito del marchese Bartolomeo Ruspoli: la chiesa di Santa Maria del Suffragio.

Ordini con li quali deve esser governata la venerabile Archiconfraternità della santissima Madonna del suffragio, Roma 1650

Guida di Roma per l'anno santo 1925

Mariano Borgatti, Borgo e S. Pietro nel 1300, nel 1600 e nel 1925, con illustrazioni del ten. col. Enrico Pollini, Roma 1925

Clemente VIII (1592-1605), medaglia in bronzo emessa in occasione della pubblicazione della bolla papale di indizione dell'Anno Santo 1600 (riconiazione ottocentesca da un originale di Giorgio Rancetti) (rovescio)

Mazio 162 (fig. Medaglie Mazio 19-162 A)
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