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La Mostra    Protagonisti    Niccolò V

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I rinnovamenti urbanistici di Nicolò V nel racconto di Stefano Infessura

Il Diario della città di Roma del cronista romano Stefano Infessura va annoverato tra le principali fonti narrative sulla Roma del secondo Quattrocento. Questo passo del Diario, oltre a raccontare di un grande afflusso di pellegrini nel 1450 e del noto episodio dell’incidente sul ponte S. Angelo, accenna ai rinnovamenti urbanistici avviati da Nicolò V in vista del giubileo e negli anni immediatamente successivi. Il Papa, che muore pochi anni dopo (1455), si serve, per la sua revisione dell’assetto urbanistico di Roma, anche della consulenza di Leon Battista Alberti.

Stefano Infessura, Diario della città di Roma di Stefano Infessura scribasenato, nuova edizione a cura di Oreste Tommasini, Roma 1890
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"Il sollazzo del pellegrino": una guida di Roma in inglese

Tra il 1447 e il 1452 l'agostiniano John Capgrave scrive una guida di Roma per i pellegrini inglesi: il sollazzo del pellegrino. Ritenuta perduta e riscoperta solo all’inizio del Novecento, rappresenta uno degli ultimi esempi di guide medievali della città. Pur sostanzialmente fedele ai generi codificati dei "Mirabilia Urbis" e dei libri di indulgenze e reliquie, è arricchita delle notazioni personali dell'autore che fu a Roma durante il pontificato di Niccolò V.

John Capgrave, Ye solace of pilgrimes, a description of Rome, circa 1450, London 2012 (ristampa anastatica dell'ed. London 1911)
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Nicolò V amplia e rifonda la Biblioteca Vaticana

A Nicolò V, papa umanista, protettore delle lettere e delle arti, si deve l’avvio della storia moderna della Biblioteca Vaticana: il Papa ne incrementa notevolmente il patrimonio di codici latini, greci ed ebraici (dai 350 raggiungono con lui il numero di circa 1200) e decide che la consultazione sia aperta agli eruditi. Questa iniziativa fa parte a pieno titolo del progetto di rinnovamento della grandezza e del prestigio di Roma voluto dal papa. Il suo successore, Sisto IV, completa l’opera, nomina un bibliotecario e assicura alla Biblioteca il necessario sostegno economico.

Vespasiano da Bisticci, Virorum illustrium CIII qui saeculo XV extiterunt vitae..., in: Angelo Mai, Spicilegium romanum, vol. I, Roma 1839
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L'"Opusculum de mirabilibus novae & veteris urbis Romae" di Francesco Albertini

Nel 1510 viene pubblicata a Roma quella che è considerata una vera e propria antesignana delle guide romane rinascimentali: l'Opusculum de mirabilibus novae & veteris urbis Romae, opera di un erudito sacerdote fiorentino, Francesco Albertini, già autore di un Memoriale di molte statue e pitture della città di Firenze. Trasferitosi a Roma, Albertini fu incaricato dal cardinale Galeotto Francini della Rovere, che favorì la cultura a Roma durante il pontificato dello zio Giulio II, di scrivere una guida della città. L'Opusculum è diviso in due parti, e se la prima, relativa alle antichità romane, non presenta caratteri di particolare novità rispetto alle guide medievali, la seconda, dedicata alla Roma moderna, descrive per la prima volta gli interventi urbanistici promossi dai pontefici Niccolò V, Sisto IV e, soprattutto, Giulio II, dedicatario dell'opera.

Francesco Albertini, Opusculum de mirabilibus novae & veteris urbis Romae..., Roma 1510
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Anno Santo 1450. Niccolò V (1447-1455), ducati papali tre in oro del 1450 con al dritto chiavi decussate sormontate da triregno

Collocazione Mt. Pont. Nicholaus V.Ap.1
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Anno Santo 1450. Niccolò V (1447-1455), ducati papali tre in oro del 1450 con al rovescio i SS. Pietro e Paolo

Collocazione Mt. Pont. Nicholaus V.Ap.1
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Le monete celebrative del giubileo del 1525

Dopo la stabilizzazione del rituale avvenuta con Alessandro VI la porta santa diviene elemento iconografico principale nella raffigurazione dell’anno santo. La porta viene utilizzata anche per le medaglie commemorative degli anni santi. La prima coeva è del 1525, mentre quelle relative a epoche precedenti sono “di restituzione” (postume). La prima medaglia di restituzione su cui compare la porta santa è riferita al giubileo di Nicolò V, in cui peraltro il rituale della porta non era ancora affermato.

Filippo Buonanni, Numismata pontificum romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum M.DC.XCIC vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere..., vol. I (Continens numismata à Martino V usque ad Clemente VIII), Roma 1699
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La canonizzazione di Bernardino da Siena

La prima grande canonizzazione celebrata durante un giubileo fu quella del frate francescano Bernardino da Siena avvenuta nel 1450, nel giorno della Pentecoste, in concomitanza con il capitolo generale dei frati minori nel convento dell’Ara Coeli. Per la celebrazione giunsero a Roma frati dell’Ordine da ogni parte d’Europa. Tra questi Giovanni da Capestrano, a sua volta proclamato Santo nel 1690.

Bonaventura de' Rossi, La vita di Nicolao V papa..., Milano 1716
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Medaglie celebrative del giubileo di Nicolò V (1450)

Dopo la stabilizzazione del rituale avvenuta con Alessandro VI la porta santa diviene elemento iconografico principale nella raffigurazione dell’anno santo. La porta viene utilizzata anche per le medaglie commemorative degli anni santi. La prima coeva è del 1525, mentre quelle relative a epoche precedenti sono “di restituzione” (postume). La prima medaglia di restituzione su cui compare la porta santa è riferita al giubileo di Nicolò V, in cui peraltro il rituale della porta non era ancora affermato.

Domenico Maria Manni, Istoria degli anni santi dal loro principio sino al presente del MDCCL, tratta in gran parte da quella del p.l.f. Tommaso Maria Alfani..., Firenze 1750
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La canonizzazione di Bernardino da Siena

Felice Alessio, Storia di San Bernardino da Siena e del suo tempo, Mondovì 1899
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S. Bernardino Albizzeschi dipinto da Sano di Pietro nel Palazzo della Signoria in Siena

S. Bernardino Albizzeschi dipinto da Sano di Pietro nel Palazzo della Signoria in Siena, in: Felice Alessio, Storia di San Bernardino da Siena e del suo tempo, Mondovì 1899
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Pianta del Rione XIV di Borgo

Il borgo sviluppatosi attorno alla tomba di Pietro nel corso dell'alto medioevo costituì, dopo la costruzione delle mura di Leone IV nel IX secolo, la "civitas leonina", separata dal resto dell'Urbe e governata da magistrature proprie. La Città leonina ebbe un notevole sviluppo con la fine dello Scisma d'Occidente, quando i Pontefici di ritorno da Avignone spostarono la propria sede dal Laterano al Vaticano, e con l'avvio della fabbrica di San Pietro. Se già Niccolò V aveva immaginato di riorganizzare la viabilità della zona, fu papa Sisto IV a risistemare la via Sancta (o Borgo vecchio) e ad aprire la via Sistina (oggi chiamata Borgo Sant'Angelo) che costeggia il Passetto di Borgo dal Castello al Palazzo Vaticano. In occasione del giubileo del 1500 Alessandro VI fece aprire tra Borgo vecchio e Borgo Sant'Angelo una nuova strada, la via Alexandrina o via Recta, poi chiamata Borgo Nuovo.

Rione XIV di Borgo, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero succinta descrizione di questa superba città con due piante generali di essa e de' XIV rioni... riveduta ed aumentata da Stefano Piale, vol. II, Roma 1826
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La Fontana di Trevi prima dei lavori settecenteschi

L'acquedotto Vergine, a lungo abbandonato come le altre grandi opere idrauliche romane, fu ripristinato a partire dalla metà del XV secolo. Nel 1453 Niccolò V, nel punto terminale dell'acquedotto, in un luogo chiamato "trivium" o "trejo" perché posto all'incrocio di tre strade, fece realizzare una semplice fontana con tre bocche e una vasca rettangolare. Nel Seicento, Urbano VIII cambiò l'orientamento della fontana in quello attuale per predisporre il luogo alla realizzazione di una fontana monumentale. La piazza, rappresentata nella veduta di Falda del 1665, era allora occupata solo in piccola parte da una bassa vasca semicircolare alimentata da tre bocche di notevole portata, collocata di fronte alla chiesa dei Ss. Vincenzo e Anastasio.

Giovanni Battista Falda (dis.), Chiesa di Santi Vincenzo et Anastasio alla Fontana di Trevi de' padri religiosi di S. Girolamo, in: Il nuovo splendore delle fabbriche in prospettiva di Roma moderna, vol. III (Il terzo libro del nuovo splendore di Roma moderna con sue giuste vedute in prospettiva delle facciate, strade e chiese...), Roma 1773
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Il giubileo del 1450 nel memoriale di Paolo dello Mastro

Tra le più note fonti coeve per la storia del giubileo del 1450 va annoverato il memoriale di Paolo dello Mastro, membro di una delle più importanti famiglie di mercanti romani. L'inizio della scrittura del memoriale è da collocarsi presumibilmente negli anni '30 del Quattrocento, per proseguire nel racconto degli avvenimenti contemporanei per circa un cinquantennio, fino al 1484.

Paolo dello Mastro, Memoriale, ms. misc. sec. XVII in., Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat.lat.5522.pt.2 (©2016 Biblioteca Apostolica Vaticana)
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IIl giubileo del 1450 nel racconto di Andrea Vittorelli

Nicolò V indìce un giubileo per il 1450, tornando così alla cadenza cinquantennale stabilita da Clemente VI nel 1350 e ribadita dal Concilio di Costanza (1414-1418).

Andrea Vittorelli, Historia de' giubilei pontificii celebrati ne' tempi di Bonifacio VIII, Clemente VI, Urbano VII, Bonifacio IX, Martino V..., Roma 1625
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