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La Mostra    Paolo V

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La facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore all'inizio del Seicento

Nella veduta di Giacomo Lauro, datata 1618, i mosaici dell'antica facciata, opera di Filippo Rusuti (1290), convivono con le recenti realizzazioni del pontificato di Paolo V: il palazzo laterale destro, opera di Flaminio Ponzio, e la colonna corinzia proveniente dalla Basilica di Massenzio, collocata sulla piazza antistante la Basilica nel 1614.

Giacomo Lauro, Ecclesia S. Mariae Maioris, in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1641

La facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore nel 1621, con la proiezione degli interventi sul lato sinistro

Il prospetto architettonico della facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore tratto dall’opera di De Angeli mostra, accanto ai mosaici tardo duecenteschi di Filippo Rusuti, la recente realizzazione del palazzo laterale destro, opera di Flaminio Ponzio sotto il pontificato di Paolo V e il palazzo da costruire, specularmente all’esistente, sul lato sinistro della facciata anteriore, il cui completamento avrebbe dovuto attendere il Settecento.

Orientalis facies Liberianae Basilicae cum orthographia tum nobilis sacelli aediumque perelegantium ad dexteram porticus canonicorum usibus a Paulo V pont. max. adiunctarum tum quae ad laevam construendae eiusdem sanctiss. domini erga deiperam eximia pietate ut spes est respondebunt, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

L'area absidale della Basilica di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi cinque-secenteschi voluti da Sisto V e Paolo V

Così si mostra l'area absidale di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi cinque-secenteschi. Si vedono la cupola della cappella del Santissimo Sacramento e l’obelisco esquilino fatti erigere da Sisto V, e la cupola della Cappella Borghese che Paolo V fece realizzare da Flaminio Ponzio specularmente alla Cappella sistina, conclusa pochi anni prima che De Angeli ne desse conto nella sua opera.

Facies occidentalis liberianae Basilicae addita utrinque orthographia lateris item occidentalis sacellorum qua maximi pontifices Sixtus V ad dexteram s.mo dni nostri praesepi Paulus V ad laevam ipsi deiparae magnifico opere extruxerunt, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Pianta della Basilica di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi realizzati sotto i pontificati di Sisto V e Paolo V

La pianta mostra con evidenza i grandi interventi cinque-secenteschi in cui emergono in particolare le due cappelle laterali destra e sinistra realizzate da Domenico Fontana per papa Sisto V e Flaminio Ponzio per Paolo V.

Vestigium totius Basilicae liberianae et appositorum aedificiorum ea forma in quam Paulus V pont. max. magnifice exculta atque aucta redegit, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Il "Trattato nuovo delle cose meravigliose dell'alma città di Roma" di Pietro Martire Felini

Edizione "economica" del Trattato di Pietro Martire Felini, pubblicata dagli eredi Franzini nello stesso anno della prima edizione, illustrata in gran parte con xilografie edite da Girolamo Franzini nel 1588. Nella lettera ai lettori gli editori dichiarano "n'è parso bene di nuovo mandar in luce la detta opera senza figure... credendo di certo così sodisfar'à tutti, acciò chi non ha commodità di comperare la detta opera figurata, possi applicarsi per minor spesa à questa". Anche l'edizione "economica", tuttavia, presenta un seppur limitato apparato iconografico: dieci immagini dei santi, incise su legno, introducono i testi relativi alle nove chiese (più una, Santa Maria del Popolo già indicata da Sisto V in alternativa a San Sebastiano fuori le mura). Seguono: la descrizione di oltre 300 chiese di Roma, per le quali Felini guarda a Panciroli; la Guida romana in cui, pur dando largo spazio alle antichità, si descrivono anche le grandi realizzazioni di Sisto V e del pontefice regnante Paolo V Borghese; le Antichità di Palladio/Tarcagnota aggiornate al presente nei capitoli sulle inondazioni del Tevere, sulle acque, sulle statue. L’opera di Felini ebbe un immediato successo e, oltre alla edizione economica, nello stesso 1610 si stampò la traduzione spagnola; nel 1615 si procedette alla ristampa, nel 1619 ad una nuova edizione in spagnolo e per il giubileo del 1625 ad una nuova edizione aggiornata.

Pietro Martire Felini, Trattato nuovo delle cose maravigliose dell’alma città di Roma, diviso in due parti. Nella prima si discorre brevemente delle cose più essentiali appartenenti a trecento & più chiese. Nella seconda con facilità, & bellissimo ordine si mostrano, & dichiarano tutte l’antichità della detta alma città. Composto da f. Pietro Martire Felini da Cremona dell’Ordine de’ Servi, Roma 1610

Veduta della facciata di San Pietro col campanile di Bernini poi abbattuto

Nel 1629 era morto Carlo Maderno, architetto della Fabbrica di San Pietro dal 1603. Bernini, che in quel tempo stava lavorando alla costruzione del baldacchino, gli successe alla direzione della Fabbrica. Maderno, a lavori praticamente ultimati, aveva previsto, per desiderio di Paolo V, l’aggiunta alla facciata di due campanili laterali, la cui realizzazione, tuttavia, aveva mostrato immediatamente importanti problemi di staticità. Per questa ragione, il progetto era stato interrotto nel 1622 alla quota terminale della facciata e fu ripreso solo dopo la nomina di Bernini ad architetto della Fabbrica. Il campanile meridionale della basilica, innalzato da Bernini nel 1639-1641, tra mille difficoltà dovute alla presenza di forti discontinuità e falde freatiche nel terreno di fondazione, rappresentò l'unico spettacolare insuccesso della sua straordinaria attività artistica e fu demolito nel 1646 a causa della comparsa di fratture nella muratura.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Prospetto del tempio vaticano con il campanile nel termine che mostrò la rovina e modo del riparo, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Veduta della facciata di San Pietro col campanile di Bernini poi abbattuto

Nel 1629, era morto Carlo Maderno, architetto della Fabbrica di San Pietro dal 1603. Bernini, che in quel tempo stava lavorando alla costruzione del baldacchino, gli successe alla direzione della Fabbrica. Maderno, a lavori praticamente ultimati, aveva previsto, per desiderio di Paolo V, l’aggiunta alla facciata di due campanili laterali, la cui realizzazione, tuttavia, aveva mostrato immediatamente importanti problemi di staticità. Per questa ragione, il progetto era stato interrotto nel 1622 alla quota terminale della facciata e fu ripreso solo dopo la nomina di Bernini ad architetto della Fabbrica. Il campanile meridionale della basilica, innalzato da Bernini nel 1639-1641, tra mille difficoltà dovute alla presenza di forti discontinuità e falde freatiche nel terreno di fondazione, rappresentò l'unico spettacolare insuccesso della sua straordinaria attività artistica e fu demolito nel 1646 a causa della comparsa di fratture nella muratura. La veduta tratta dall'opera di Deseine è "incisa in controparte", ovvero prodotta da una seconda matrice sulla quale è riportato il disegno di una matrice primaria che serve da modello di partenza. Per tale ragione l'immagine risulta "rovesciata", speculare rispetto all'originale.

Eglise S. Pierre au Vatican, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, premiére ville de l’Europe, avec toutes ses magnificences & ses delices..., vol. III, Leiden 1713

Pianta della Cappella Paolina o Borghese in cui è conservata la Salus Populi Romani

A lungo collocata sopra la porta del battistero della Basilica, la Salus Populi Romani fu in seguito spostata nella navata, finché Paolo V Borghese non fece costruire per essa, da Flaminio Ponzio, la Cappella della Madonna (detta anche Paolina o Borghese), consacrata il 27 gennaio 1613.

Sacelli Sanctae Mariae Maioris a Paulo pp. V conditi adiunctarumq. ad varios usus aedium vestigium cum sacelli eiusdem pavimento, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

L'Arciconfraternita della santissima Madonna del suffragio

Nel 1592 aveva avuto origine, presso la parrocchia di S. Biagio alla Pagnotta, una confraternita del suffragio con il compito di pregare per le anime dei defunti. Due anni dopo, papa Clemente VIII riconobbe la confraternita e ne approvò le regole. Cresciuto il numero dei confratelli e trasformata in Arciconfraternita da papa Paolo V, si trasferì presso la nuova sede, costruita grazie alle donazioni dei fratelli e a un lascito del marchese Bartolomeo Ruspoli: la chiesa di Santa Maria del Suffragio.

Ordini con li quali deve esser governata la venerabile Archiconfraternità della santissima Madonna del suffragio, Roma 1650

Altare della Cappella Paolina o Borghese in cui è conservata la Salus Populi Romani

Nella Cappella della Madonna (detta anche Paolina o Borghese), fatta costruire appositamente da Paolo V per accogliere la Salus Populi Romani, l’icona fu collocata su un altare in metallo dorato alla cui realizzazione parteciparono numerosi artisti (Girolamo Rainaldi, Pompeo Targoni, Camillo Mariani) e il cui timpano è ornato da un bassorilievo, opera dello scultore Stefano Maderno, che raffigura Papa Liborio che traccia il perimetro della Basilica di Santa Maria Maggiore sulla neve. L’altare, da poco terminato, fu rappresentato nell’opera di De Angeli, stampata a Roma nel 1621.

Insigne altare a Paulo V pont. max. in magnificentissimo suo Basilicae liberianae Sacello ex inaurato duntaxat aere pulcherrimaq. varietate pretiosorum lapidum atque gemmarum ad ornatum augustae imaginis Sanctae Mariae a B. Luca pictae constructum, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Descrizione della Cappella Paolina o Borghese in cui è conservata la Salus Populi Romani

Luigi Portelli, Descrizione storico-artistico-morale della perinsigne borghesiana cappella eretta sul monte Esquilino dal sommo ponteficie Paolo V, ad onore della b. Vergine nella patriarcale Basilica liberiana..., Roma 1849

Racconto della traslazione del corpo di papa Paolo V alla Basilica di Santa Maria Maggiore

Lelio Guidiccioni, Breve racconto della trasportatione del corpo di papa Paolo V dalla Basilica di S. Pietro a' quella di S. Maria Maggiore, con l'oratione recitata nelle sue esequie et alcuni versi posti nell'apparato, Roma 1623

Cappella Sistina o del Presepe

Sacelli Christi D. Salvatoris n. Praesepi in Liberiana Basilica a Sixto papa V opere magnifico extructi quatuor interiores partes..., in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

La Colonna della pace

Nel 1614 Paolo V Borghese fece collocare sulla piazza davanti alla facciata di Santa Maria Maggiore una colonna corinzia di oltre 14 metri proveniente dalla Basilica di Massenzio. Carlo Maderno, incaricato dei lavori, la innalzò su una base in marmo e travertino, ai cui piedi collocò una fontana alimentata dall’Acquedotto Felice. Aquile e draghi alati, simboli araldici dei Borghese, ornano il basamento e la fontana. In cima alla colonna fu collocata una statua di bronzo della Vergine con il bambino, opera di Guillaume Berthélot, e fusa da Orazio Censore. La colonna, detta "della Pace" dal nome del Tempio allora erroneamente identificato con la Basilica di Massenzio, è l'unica sopravvissuta delle otto che sorregevano la volta centrale della Basilica.

Paulus V pont. max. columnam veteris magnificentiae monumentum informi situ obductam, neglectamque ex immanibus templi ruinis quod Vespesianus Augustus... paci dicaverat..., in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

La colonna nella sua collocazione originale nella Basilica di Massenzio, già detta tempio della pace

La colonna fatta collocare da Paolo V di fronte a Santa Maria Maggiore è l’unica sopravvissuta delle otto che sorreggevano la volta centrale della Basilica di Massenzio

Étienne Dupérac, Vestigij del tempio della pace edificato da Vespasiano imperatore... in questo tempio si vede... una colonna di marmoro in opera d'ordine corintio... Oggi questa colonna fu fatta trasportare da Paolo V avanti la Chiesa di S. M.a Maggiore dedicata alla Ss.ma Concetione..., in: Id., I vestigi dell’antichità di Roma raccolti et ritratti in prospettiva con ogni diligentia..., Roma 1773
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