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La Mostra    Sisto IV

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L'invenzione della stampa a caratteri mobili

Il giubileo del 1475 fu il primo a poter usufruire di una recente invenzione: la stampa a caratteri mobili, messa a punto dal tedesco Johannes Gutenberg nel 1455. La stampa si rivelò presto uno straordinario strumento di diffusione di notizie, idee e saperi e i giubilei furono da allora in avanti l'occasione per la pubblicazione di diversi generi di prodotti editoriali, da quelli ufficiali, rituali e normativi, tra cui naturalmente le bolle di indizione, a quelli devozionali come libretti di preghiere o istruzioni per lucrare le indulgenze, a quelli destinati ad un pubblico più colto, che per prepararsi a vivere pienamente il giubileo, ne voleva conoscere le ragioni e la storia

Brigida di Svezia (santa), Orationes sancte Brigitte, cum oratione sancti Augustini, Roma 1495 ca

I "Mirabilia Romae" nell'edizione stampata a Treviso per il giubileo del 1475

Uno dei filoni editoriali più ricchi e longevi nella storia dei giubilei è rappresentato dalle guide della città di Roma che da sempre accompagnano i pellegrini alla scoperta delle meraviglie della città. Già nel medioevo avevano avuto una notevole circolazione manoscritta i cosiddetti "Mirabilia Urbis" (o "Mirabilia Romae"), le cui redazioni più antiche risalgono al XII secolo. Si tratta di brevi descrizioni dei più significativi monumenti sacri e pagani della città e della sua storia, opera di grammatici ed eruditi che mettevano insieme notizie vere, tradizioni leggendarie e ricostruzioni fantastiche, ma animate, rispetto ai più antichi itinerari e cataloghi di monumenti e chiese, da un vivo interesse per l'antichità di Roma e il fascino da essa esercitato. I prototipografi ne colsero l'importanza e contribuirono ad accrescere il loro successo, stampandone oltre cento edizioni a partire dagli anni settanta del Quattrocento. Negli anni Quaranta del Cinquecento i "Mirabilia Urbis" cambiano forma e comprendono, accanto alla storia e alle descrizioni dei monumenti di Roma, gli itinerari devozionali cristiani. Nascono le "cose maravigliose", un nuovo modello di guida che cerca di conciliare le curiosità storico artistiche dei viaggiatori con le esigenze d'informazione dei pellegrini relative a chiese, stazioni e reliquie, fino ad allora soddisfatte da "Indulgentiae" e "Itineraria"

Mirabilia Romae, Treviso 1475Biblioteca Apostolica Vaticana, Inc. IV. 336 (int. 1) (©2016 Biblioteca Apostolica Vaticana)

Re Ferrante e la sua corte sono a Roma per il giubileo del 1475

Diversi sovrani e aristocratici vengono a Roma per il giubileo del 1475. Tra questi i sovrani di Danimarca, di Bosnia, di Ungheria (Mattia Corvino) e, dal Regno di Napoli, Ferdinando I d’Aragona che porta con sé la propria corte e lascia al pontefice constistenti donativi. Stefano Infessura ne dà notizia nel suo Diario di Roma, tra le più importanti fonti narrative per il secondo Quattrocento romano.

Stefano Infessura, Diario della città di Roma di Stefano Infessura scribasenato, new edition by Oreste Tommasini, Roma 1890

L'"Opusculum de mirabilibus novae & veteris urbis Romae" di Francesco Albertini

Nel 1510 viene pubblicata a Roma quella che è considerata una vera e propria antesignana delle guide romane rinascimentali: l'Opusculum de mirabilibus novae & veteris urbis Romae, opera di un erudito sacerdote fiorentino, Francesco Albertini, già autore di un Memoriale di molte statue e pitture della città di Firenze. Trasferitosi a Roma, Albertini fu incaricato dal cardinale Galeotto Francini della Rovere, che favorì la cultura a Roma durante il pontificato dello zio Giulio II, di scrivere una guida della città. L'Opusculum è diviso in due parti, e se la prima, relativa alle antichità romane, non presenta caratteri di particolare novità rispetto alle guide medievali, la seconda, dedicata alla Roma moderna, descrive per la prima volta gli interventi urbanistici promossi dai pontefici Niccolò V, Sisto IV e, soprattutto, Giulio II, dedicatario dell'opera.

Francesco Albertini, Opusculum de mirabilibus novae & veteris urbis Romae..., Roma 1510

Re e regine a Roma per il giubileo del 1475

Diversi sovrani e aristocratici vengono a Roma per il giubileo del 1475. Tra questi i sovrani di Danimarca, di Bosnia, di Ungheria (Mattia Corvino) e, dal Regno di Napoli, Ferdinando I d’Aragona.

Giuseppe Piatti, Storia critico-cronologica de' romani pontefici..., vol. IX, Napoli 1770

Ponte Sant'Angelo

Sul Ponte di Castel Sant'Angelo si verificò l'incidente narrato da Infessura a seguito del quale Sisto IV fece costruire un nuovo ponte in vista del giubileo del 1475

Castel S. Angelo, in: Fioravanti Martinelli, Roma di nuovo ricercata nel suo sito... Di nuovo con ogni diligenza corretta & accresciuta con belle figure, Roma 1702

Il Ponte Sisto

Ponte Sisto fu fatto costruire da papa Sisto IV in vista del giubileo del 1475, a seguito dell'incidente verificatosi su Ponte Sant'Angelo durante il giubileo del 1450. La costruzione del Ponte iniziò il 29 aprile 1473, ad essa furono destinati anche i proventi di una legge suntuaria del medesimo anno. Il nuovo ponte facilitava il transito dei pellegrini verso il cuore commerciale e turistico della città, situato tra Campo de' Fiori, piazza Navona e Via dell'Orso.

Aegidius Sadeler, Vestigi delle antichità di Roma, Tivoli, Pozzuolo et altri luoghi, Praha 1601

Gli interventi sistini in città per il giubileo del 1475 nel racconto di Sigismondo dei Conti

Nella descrizione del giubileo del 1475 dell'umanista Sigismondo dei Conti si narra dei numerosi interventi voluti da Sisto IV per preparare la città ad accogliere i pellegrini. Fra questi il rifacimento dell'Ospedale di S. Spirito in Sassia, iniziato nel 1471 e conclusosi solo nel 1478.

Sigismondo dei Conti, Le storie de' suoi tempi dal 1475 al 1510..., vol. I, Roma 1883

Gli interventi sistini in città per il giubileo del 1475 nel racconto del Platina

Battista Platina, Historia delle vite de i sommi pontefici dal salvator nostro sino a Clemente VIII..., Venezia 1594

La bolla "Etsi de cunctarum civitatum" del 30 giugno 1480

L'attenzione rivolta al decoro cittadino da parte di Sisto IV non termina con l'anno santo. Così dopo gli interventi "d'urgenza" pre-giubilari, con la bolla Etsi de cunctarum civitatum del 30 giugno 1480, il pontefice riorganizza l'attività edilizia cittadina e introduce di fatto l'esproprio della proprietà privata per motivi di pubblico interesse, favorendo la possibilità di acquistare edifici adiacenti e di demolire case fatiscenti o dall'aspetto medievale, dando spazio a successivi ampliamenti e alla costruzione di unità immobiliari più ampie e decorose.

Sisto IV, Etsi de cunctarum civitatum (30 giugno 1480),in: Statuta almae Urbis Romae auctoritate s.d.n. d. Gregorii papae XIII pont. max. a senatu, populoq. rom. reformata et edita, Roma 1580

Pianta del Rione XIV di Borgo

Il borgo sviluppatosi attorno alla tomba di Pietro nel corso dell'alto medioevo costituì, dopo la costruzione delle mura di Leone IV nel IX secolo, la "civitas leonina", separata dal resto dell'Urbe e governata da magistrature proprie. La Città leonina ebbe un notevole sviluppo con la fine dello Scisma d'Occidente, quando i Pontefici di ritorno da Avignone spostarono la propria sede dal Laterano al Vaticano, e con l'avvio della fabbrica di San Pietro. Se già Niccolò V aveva immaginato di riorganizzare la viabilità della zona, fu papa Sisto IV a risistemare la via Sancta (o Borgo vecchio) e ad aprire la via Sistina (oggi chiamata Borgo Sant'Angelo) che costeggia il Passetto di Borgo dal Castello al Palazzo Vaticano. In occasione del giubileo del 1500 Alessandro VI fece aprire tra Borgo vecchio e Borgo Sant'Angelo una nuova strada, la via Alexandrina o via Recta, poi chiamata Borgo Nuovo.

Rione XIV di Borgo, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero succinta descrizione di questa superba città con due piante generali di essa e de' XIV rioni... riveduta ed aumentata da Stefano Piale, vol. II, Roma 1826

Gli interventi di Gregorio XIII, Sisto V e Alessandro VII per Piazza del Popolo

La veduta di Giovanni Battista Falda mostra Piazza del Popolo dopo gli interventi cinque-secenteschi dovuti a Gregorio XIII, Sisto V e Alessandro VII. Si vedono infatti la fontana di Giacomo Della Porta, fatta collocare al centro della piazza nel 1573, in vista del giubileo del 1575, da papa Gregorio XIII; l'obelisco egizio proveniente dal Circo Massimo, innalzato nel 1589 da Sisto V; la facciata interna di Porta del Popolo restaurata da Gian Lorenzo Bernini su incarico di Alessandro VII, che gli affidò anche il compito di intervenire sulla basilica di Santa Maria del Popolo, eretta nell'XI secolo da Pasquale II, e ricostruita da papa Sisto IV per il giubileo del 1475.

Giovanni Battista Falda, Piazza del Popolo abbellita da n.s. papa Alessandro VII, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665

Bolla di Paolo II che riduce la cadenza giubilare a 25 anni

La bolla Ineffabilis providentia ripercorre la storia dei giubilei dal 1300, e ne fissa a 25 anni l'intervallo temporale, indicendo il successivo per il 1475. Il Papa morì prima di poterlo celebrare ma il successore, Sisto IV, lo confermò e fece propria la cadenza, che non fu più modificata.

Paul II, Ineffabilis providentia (19 aprile 1470), in: Bullarum, diplomatum et privilegiorum sanctorum romanorum Pontificum..., vol. V, Torino 1860

Bolla di Sisto IV di indizione del giubileo del 1475

Sisto IV accoglie la decisione del suo predecessore, Paolo II, di abbreviare a 25 anni l’intervallo fra i giubilei e con la bolla Quemadmodum operosi (1473) conferma l’indizione di un anno santo per il 1475, 25 anni dopo quello di Nicolò V. La cadenza venticinquennale per i giubilei ordinari non è più stata revocata. A partire da questo giubileo le bolle saranno stampate: è infatti il primo anno santo successivo all’invenzione della stampa a caratteri mobili (1455).

Sisto IV, Quemadmodum operosi (29 agosto 1473),in: Corpus iuris canonici. Extravagantes communes,V.IX.4, Venezia 1600

La riduzione della cadenza giubilare a 25 anni nel racconto di Olimpio Ricci

Paolo II stabilisce nel 1470 che l'intervallo fra i giubilei sia di 25 anni e ne indice uno per il 1475 che sarà celebrato dal suo successore, Sisto IV.

Olimpio Ricci, De' giubilei universali celebrati negli anni santi, incominciando da Bonifazio VIII fino al presente..., Roma 1675

Sisto IV (1471-1484), medaglia in bronzo celebrativa dell'Anno Santo 1475 con al dritto il busto del pontefice (riconiazione ottocentesca da medaglia di restituzione realizzata nel 1664 da Girolamo Paladino)

Mazio 24 (fig. Medaglie Mazio 18-024 B)

Sisto IV (1471-1484), medaglia in bronzo celebrativa dell'Anno Santo 1475 con al rovescio la Porta Santa chiusa (riconiazione ottocentesca da medaglia di restituzione realizzata nel 1664 da Girolamo Paladino)

Mazio 24 (fig. Medaglie Mazio 18-024 B)
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