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La Mostra    Sisto V

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Ritratto di Sisto V

Sisto V, eletto papa nel 1585, è stato il primo pontefice a indire un giubileo per l’inizio del proprio pontificato.

Sixtus V Perettus pontifex maximus, in: Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. I, Amsterdam 1721

San Giovanni in Laterano nel 1575

L'incisione di Natale Bonifacio mostra la Basilica e il Patriarchio nel 1575, prima dei lavori sistini nell'area laterana. La facciata della Basilica ha ancora l'aspetto orignario, tardoantico. L'incisione è tratta da un'opera sulla vita di papa Gregorio XIII, che per primo, anticipando i corposi interventi che avrebbe realizzato Sisto V, aveva messo mano, dopo due secoli di abbandono, alla riqualificazione dell'area, avviando la costruzione dell'attuale via Merulana, asse di collegamento tra Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano.

Natale Bonifacio (inc.), Anno Iubilei 1575 Lateranensis Basylica S. Ioannis in Urbe, in: Principio Fabrizi, Delle allusioni, imprese, et emblemi del sig. Principio Fabricii da Teramo sopra la vita, opere et attioni di Gregorio XIII..., Roma 1588

L'area absidale della Basilica di Santa Maria Maggiore nel 1600

Così si presentava l'area absidale di Santa Maria Maggiore prima degli interventi secenteschi: sono visibili l’abside tardo duecentesca e gli interventi d'epoca sistina (1585-1590) ovvero la cupola della Cappella del Santissimo Sacramento o del Presepe e l’obelisco esquilino, proveniente dal Mausoleo di Augusto. La veduta, opera di Giovanni Maggi, è compresa in un volume pubblicato in occasione dell'anno santo 1600 che descrive le "deliciae divinae” (le chiese) e “humanae" della città di Roma.

Giovanni Maggi, Ecclesia S. Mariae Maioris in Esquilino colle, tratta da: Dominicus Custos, Deliciae urbis Romae divinae et humanae anno sacro Jubilaei MDC, Augsburg 1600

Pianta della città di Roma nel 1593

Questa bellissima rappresentazione della città di Roma, vista dal monte Gianicolo, e incisa in pieno Seicento da Mattheus Merian, riproduce la pianta prospettica realizzata "dal vivo" da Antonio Tempesta nel 1593. Mostra dunque la Roma di fine Cinquecento, con le grandi trasformazioni urbanistiche realizzate sotto i pontificati di Gregorio XIII e Sisto V, e permette, nello stesso tempo, di notare l'assenza di alcuni monumenti simbolo della città, che saranno realizzati nel corso dei secoli successivi, quali il colonnato del Bernini in Piazza San Pietro, la Fontana dei fiumi di Piazza Navona, la Fontana di Trevi, o la Scalinata di Trinità dei Monti.

Antonio Tempesta (dis.), Mattheus Merian (inc.), Roma, in: Martin Zeiller, Itinerarium Italiae nov-antiquae..., Frankfurt am Main 1640

Giubileo straordinario di inizio pontificato celebrato da Sisto V (1585)

Tempesti racconta della decisione di Sisto V di iniziare il pontificato pubblicando “un’ampla plenaria Indulgenza, in forma di Giubbileo; [...]costumanza non mai praticata da verun altro suo antecessore”

Casimiro Liborio Tempesti, Storia della vita e geste di Sisto quinto sommo pontefice..., vol. I, Roma 1754

La cristianizzazione del Colosseo nel progetto di Carlo Fontana

I primi tentativi pontifici di riconversione e cristianizzazione del Colosseo risalgono a Sisto V. In occasione del giubileo del 1675, papa Clemente X vi fece apporre due iscrizioni, con le quali esortava i pellegrini ad entrare, non per ammirare la grandiosità dell'opera romana ma per "risvegliare nei fedeli la memoria della santità del luogo e della fortezza de' martiri" e per pregare per loro. Tra il 1675 e il 1679, Carlo Fontana progettò la costruzione di una chiesa, un vero e proprio santuario dei martiri, da erigersi all'interno dell'arena. Il progetto presentato al nuovo pontefice Innocenzo X, non si realizzò e gli studi di Fontana sul Colosseo furono stampati postumi a L'Aia soltanto nel 1725.

Carlo Fontana (dis.), Domenico Franceschino (inc.), Pianta dell'Anfiteatro come di presente si trova, con ledifitio [sic] templare che si propone da ergersi, in: Carlo Fontana, L'anfiteatro Flavio descritto e delineato..., Den Haag 1725

L'area absidale della Basilica di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi cinque-secenteschi voluti da Sisto V e Paolo V

Così si mostra l'area absidale di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi cinque-secenteschi. Si vedono la cupola della cappella del Santissimo Sacramento e l’obelisco esquilino fatti erigere da Sisto V, e la cupola della Cappella Borghese che Paolo V fece realizzare da Flaminio Ponzio specularmente alla Cappella sistina, conclusa pochi anni prima che De Angeli ne desse conto nella sua opera.

Facies occidentalis liberianae Basilicae addita utrinque orthographia lateris item occidentalis sacellorum qua maximi pontifices Sixtus V ad dexteram s.mo dni nostri praesepi Paulus V ad laevam ipsi deiparae magnifico opere extruxerunt, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Pianta della Basilica di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi realizzati sotto i pontificati di Sisto V e Paolo V

La pianta mostra con evidenza i grandi interventi cinque-secenteschi in cui emergono in particolare le due cappelle laterali destra e sinistra realizzate da Domenico Fontana per papa Sisto V e Flaminio Ponzio per Paolo V.

Vestigium totius Basilicae liberianae et appositorum aedificiorum ea forma in quam Paulus V pont. max. magnifice exculta atque aucta redegit, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Le trasformazioni all'area lateranense volute da Sisto V e realizzate da Domenico Fontana

Demolito l'antico Patriarchio, Sisto V fece edificare un palazzo di dimensioni più ridotte, a pianta quadrata, modellato su Palazzo Farnese. Incaricò poi Domenico Fontana di costruire un apposito edificio nel quale collocare la Scala Santa e il Sancta Sanctorum, con le preziose reliquie che vi erano custodite.

Domenico Fontana, Della trasportatione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetta di sua santità..., Roma 1590 [ma 1604]

Storia delle trasformazioni dell'area lateranense volute da Sisto V e realizzate da Domenico Fontana

Demolito l'antico Patriarchio, Sisto V fece edificare un palazzo di dimensioni più ridotte, a pianta quadrata, modellato su Palazzo Farnese. Incaricò poi Domenico Fontana di costruire un apposito edificio nel quale collocare la Scala Santa e il Sancta Sanctorum, con le preziose reliquie che vi erano custodite.

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. II, Losanna [ma Ginevra], 1669

Progetto di Domenico Fontana per la nuova basilica vaticana

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Giovanni Girolamo Frezza, Forma basilicae quam cum porticu itidem aperta excogitavit eques Dominicus Fontana sub Sixto V, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696

La prima guida di Roma corredata di xilografie, opera di Girolamo Franzini

Nel 1588 l'incisore ed editore Girolamo Franzini realizza la prima edizione delle "Cose meravigliose" illustrata con 143 piccole xilografie, a lungo riutilizzate nelle guide successive e particolarmente preziose poiché rappresentano le chiese di Roma prima delle grandi trasformazioni del '600. L'edizione di Franzini si distingue dalle precedenti anche per il contenuto, poiché se da una parte mantiene la struttura ormai consolidata delle "Cose meravigliose", dall'altra ne fa ampliare e attualizzare il testo dal frate agostiniano Santi Solinori da Monte San Savino, con riferimenti alla Roma coeva e al pontificato di Sisto V, evidenti fin dal frontespizio, dove fanno bella mostra di sé i grandi obelischi simbolo della politica urbanistica di papa Peretti

Le cose maravigliose dell’alma città di Roma, dove si veggono il movimento delle guglie, & gli acquedotti per condurre l’acqua felice, le ample. & commode strade, fatte à beneficio publico dal Santissimo Sisto V p.o.m., et si tratta delle chiese, rappresentate in disegno da Gieronimo Francino, con le stationi, & reliquie de' corpi santi che vi sono, et un trattato del modo d’acquistare l’indulgenze... L’antichità di Roma brevemente raccolta..., nuovamente corretti & purgati da molti errori, & ampliate dal reverendo padre fra Santi de Sant'Agostino, Venezia 1588

Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Giacomo Lauro, che mostra anche il grande obelisco egizio che Sisto V fece elevare sulla piazza a suggello della propria opera, prima situato al Circo Massimo.

Giacomo Lauro, Ecclesia S. Ioannis Laterani, in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1641

Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Giovanni Maggi che mostra anche il grande obelisco egizio che Sisto V fece elevare sulla piazza a suggello della propria opera, e prima situato al Circo Massimo. La veduta è compresa in un volume pubblicato in occasione dell'anno santo 1600 che descrive le "deliciae divinae” (le chiese) e “humanae" della città di Roma.

Giovanni Maggi, Ecclesia S. Ioannis in Laterano, tratta da: Dominicus Custos, Deliciae urbis Romae divinae et humanae anno sacro Jubilaei MDC, Augsburg 1600

Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni, della scala santa e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Giovanni Battista Piranesi, che mostra anche il grande obelisco egizio che Sisto V fece elevare sulla piazza a suggello della propria opera, prima situato al Circo Massimo.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza, e Basilica di S. Giovanni in Laterano [1775], in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836

Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni, della scala santa e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Pierre Mortier, nella quale sono riconoscibili anche l'imbocco di Via Merulana, sulla destra la strada che portava al Colosseo incentivando i collegamenti della zona del Laterano con il cuore dell'Urbe e, sulla sinistra, l'edificio al cui interno si trova la Scala Santa.

Pierre Mortier, Veue de la Piazza della sacrosanta Basilica Lateranense madre e capo di tutte le chiese di Roma, tratta da: Nouveau theatre de l'Italie, vol. IV, Den Haag 1724

La vecchia e la nuova San Pietro durante la seconda metà del Cinquecento

Per gran parte del XVI secolo la “vecchia” e la “nuova” San Pietro coesistettero, divise dal “muro farnesiano”, costruito durante il pontificato di Paolo III per separare il cantiere della fabbrica dalla chiesa costantiniana, dove si continuavano a radunare fedeli e pellegrini e a celebrare riti e cerimonie. L'incisione di Alessandro Specchi mostra l'avanzamento dei lavori sotto il pontificato di Sisto V.

Alessandro Specchi, Frons templi et palatii Vaticani sub Sixto V delineata, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696

L'obelisco vaticano proveniente dal circo di Nerone e sito, fino al 1586, sul fianco della basilica di San Pietro

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Fianco della basilica vechia [sic] e parte del tempio novo e fabriche [sic] annesse, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Il progetto di Camillo Agrippa per lo spostamento dell'obelisco vaticano

Fin dagli anni Trenta del Cinquecento gli architetti della fabbrica di San Pietro discutevano della possibilità del trasporto in piazza San Pietro del grande obelisco sito lateralmente alla basilica. Quando nel 1535 l'ingegnere e matematico milanese Camillo Agrippa giunse a Roma, presentò un ampio progetto che prevedeva lo spostamento in verticale dell'obelisco così da evitare le lunghe operazioni di atterramento e successivo reinnalzamento.

Camillo Agrippa, Trattato di Camillo Agrippa milanese di trasportar la guglia in su la piazza di San Pietro, Roma 1583

Della trasportatione dell'obelisco vaticano di Domenico Fontana

Fin dagli anni Trenta del Cinquecento gli architetti della fabbrica di San Pietro discutevano della possibilità del trasporto in piazza San Pietro del grande obelisco sito lateralmente alla basilica. Se ne occuparono Antonio da Sangallo, Camillo Agrippa e lo stesso Michelangelo. Fu solo dopo la elezione al soglio pontificio di Sisto V che, grazie alla volontà del papa e all’ingegno di Domenico Fontana, si giunse alla rapida realizzazione del progetto, compiuto tra l’aprile e il settembre 1586. Fontana, rifacendosi alle tecniche romano-imperiali, abbatté, spostò e rialzò l’obelisco al centro della piazza, facendo uso di un complesso sistema di leve e argani e di un grande numero di operai specializzati (fabbri, muratori, carpentieri). Lo stesso Fontana fa un resoconto dettagliato di tutta l’operazione nel libro Della trasportatione dell'obelisco Vaticano e delle fabriche di nostro signore papa Sisto V, stampato a Roma nel 1590 e illustrato da Natale Bonifacio.

Domenico Fontana, Della trasportatione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetta di sua santità..., Roma 1590 [ma 1604]

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la fase conclusiva del trasporto dell'obelisco vaticano e l'erezione al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Dispositione e veduta generale delle machine che servirono per alzare l’obelisco vaticano, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la quinta fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Piazza pensile con il prospetto del castello per l'erettione dell'obelisco, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la seconda fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Scurcio del castello con l'obelisco stratato, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la prima fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), L'obelisco piegato mentre calava, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Gli interventi di Gregorio XIII, Sisto V e Alessandro VII per Piazza del Popolo

La veduta di Giovanni Battista Falda mostra Piazza del Popolo dopo gli interventi cinque-secenteschi dovuti a Gregorio XIII, Sisto V e Alessandro VII. Si vedono infatti la fontana di Giacomo Della Porta, fatta collocare al centro della piazza nel 1573, in vista del giubileo del 1575, da papa Gregorio XIII; l'obelisco egizio proveniente dal Circo Massimo, innalzato nel 1589 da Sisto V; la facciata interna di Porta del Popolo restaurata da Gian Lorenzo Bernini su incarico di Alessandro VII, che gli affidò anche il compito di intervenire sulla basilica di Santa Maria del Popolo, eretta nell'XI secolo da Pasquale II, e ricostruita da papa Sisto IV per il giubileo del 1475.

Giovanni Battista Falda, Piazza del Popolo abbellita da n.s. papa Alessandro VII, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la struttura lignea appositamente costruita da Domenico Fontana per il trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Castello composto di legnami che servì per levare d'opera l'obelisco, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la terza fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Strada pensile con l'obelisco sopra, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Cerimonie di consacrazione dell'obelisco vaticano dopo la collocazione sulla piazza

Il 26 settembre 1586, le operazioni di trasporto dell'obelisco vaticano sulla Piazza di San Pietro si concludono con la benedizione dell’obelisco e la consacrazione della croce in bronzo dorato fatta collocare sulla sua sommità.

Giovanni Guerra (dis.), Natale Bonifacio (inc.), Ordine che si tenne nel far le ceremonie della consecratione della croce e benedittione della guglia, Roma 1587

Piazza del Quirinale e il Palazzo pontificio nel 1750

Il colle del Quirinale, detto "Monte Cavallo", già sede di residenze estive di agiate famiglie romane attratte dalla salubrità della zona, entrò a far parte dei piani urbanistici dei pontefici nella seconda metà del XVI secolo. Gregorio XIII avviò nel 1574 la costruzione di un ampio palazzo da destinare a residenza papale, cui la ristrutturazione dell'acquedotto Felice voluta da Sisto V garantì un buon afflusso di acqua e dunque un'adeguata vivibilità. Alla fine del Cinquecento, papa Clemente VIII poté trasferirvi la propria residenza. Nel secolo successivo vennero edificate progressivamente nuove ali del palazzo, e costruiti edifici limitrofi con funzioni serventi. In quegli stessi decenni furono creati splendidi giardini, parte integrante di un disegno architettonico destinato a destare meraviglia nei visitatori. Alla prima metà del Seicento risale la loggia delle benedizioni, costruita da Gian Lorenzo Bernini, visibile sulla facciata. L'incisione di Piranesi mostra la piazza prima della collocazione, a fine Settecento, del grande obelisco tra le statue dei dioscuri, e della sistemazione della grande vasca di granito ultimata nel 1818.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza di Monte Cavallo, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836

Il "Trattato nuovo delle cose meravigliose dell'alma città di Roma" di Pietro Martire Felini

Edizione "economica" del Trattato di Pietro Martire Felini, pubblicata dagli eredi Franzini nello stesso anno della prima edizione, illustrata in gran parte con xilografie edite da Girolamo Franzini nel 1588. Nella lettera ai lettori gli editori dichiarano "n'è parso bene di nuovo mandar in luce la detta opera senza figure... credendo di certo così sodisfar'à tutti, acciò chi non ha commodità di comperare la detta opera figurata, possi applicarsi per minor spesa à questa". Anche l'edizione "economica", tuttavia, presenta un seppur limitato apparato iconografico: dieci immagini dei santi, incise su legno, introducono i testi relativi alle nove chiese (più una, Santa Maria del Popolo già indicata da Sisto V in alternativa a San Sebastiano fuori le mura). Seguono: la descrizione di oltre 300 chiese di Roma, per le quali Felini guarda a Panciroli; la Guida romana in cui, pur dando largo spazio alle antichità, si descrivono anche le grandi realizzazioni di Sisto V e del pontefice regnante Paolo V Borghese; le Antichità di Palladio/Tarcagnota aggiornate al presente nei capitoli sulle inondazioni del Tevere, sulle acque, sulle statue. L’opera di Felini ebbe un immediato successo e, oltre alla edizione economica, nello stesso 1610 si stampò la traduzione spagnola; nel 1615 si procedette alla ristampa, nel 1619 ad una nuova edizione in spagnolo e per il giubileo del 1625 ad una nuova edizione aggiornata.

Pietro Martire Felini, Trattato nuovo delle cose maravigliose dell’alma città di Roma, diviso in due parti. Nella prima si discorre brevemente delle cose più essentiali appartenenti a trecento & più chiese. Nella seconda con facilità, & bellissimo ordine si mostrano, & dichiarano tutte l’antichità della detta alma città. Composto da f. Pietro Martire Felini da Cremona dell’Ordine de’ Servi, Roma 1610

Ritratto di Sisto V circondato dalle vedute degli interventi urbanistici e delle opere da lui realizzate a Roma durante il suo pontificato

L'originale riprodotto da Frutaz è compreso nel volume di Giovanni Pinadello, Invicti quinarii numeri series. Quae summatim a superioribus pontificibus et maxime a Sixto quinto res praeclare quadrienno gesta adnumerat ad eundem Sixtum quintum pont. opt. max., stampato a Roma nel 1589.

1589 - Sisto V e vedutine delle opere edilizie da lui ideate e costruite, incisione edita da Giovanni Pinadelli, in: Le piante di Roma, a cura di Amato Pietro Frutaz, vol. II (Tavole dal secolo III d.C. all'anno 1625), Roma 1962

Storia della Scala Santa e del Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranense realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Giuseppe Maria Soresino, De Scala sancta ante Sancta Sanctorum in Laterano culta opusculum..., Roma 1672

Storia della Scala Santa e del Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranense realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Giuseppe Maria Soresino, De Scala sancta ante Sancta Sanctorum in Laterano culta opusculum..., Roma 1672

Storia della Scala Santa e del Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranense realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Benedetto Millino, Dell'oratorio di San Lorenzo nel Laterano hoggi detto Sancta Sanctorum..., Roma 1666

La Scala Santa e il Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranense realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Scala Santa, in: Fioravanti Martinelli, Roma di nuovo ricercata nel suo sito... Di nuovo con ogni diligenza corretta & accresciuta con belle figure, Roma 1702

Gli interventi urbanistici e le opere realizzate da Sisto V per la città di Roma

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. III, Amsterdam 1698

Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Sisto V fece della Basilica di Santa Maria Maggiore il fulcro degli interventi urbanistici del suo pontificato. Papa Peretti completò l'attuale via Merulana, aperta da Gregorio XIII per il giubileo del 1575; fece costruire l'attuale via Panisperna che da Santa Maria Maggiore scendeva in direzione della colonna di Traiano; realizzò il lunghissimo rettifilo della strada Felice che da Trinità dei Monti tagliava Quirinale ed Esquilino mettendo in comunicazione Santa Maria Maggiore con Santa Croce in Gerusalemme, il cui tracciato coincide con le odierne attuali via Sistina, via delle Quattro Fontane, via Agostino Depretis, via Carlo Alberto, via Conte Verde e via di S. Croce in Gerusalemme.

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. III, Amsterdam 1698

Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Sisto V fece della Basilica di Santa Maria Maggiore il fulcro degli interventi urbanistici del suo pontificato. Papa Peretti completò l'attuale via Merulana, aperta da Gregorio XIII per il giubileo del 1575; fece costruire l'attuale via Panisperna che da Santa Maria Maggiore scendeva in direzione della colonna di Traiano; realizzò il lunghissimo rettifilo della strada Felice che da Trinità dei Monti tagliava Quirinale ed Esquilino mettendo in comunicazione Santa Maria Maggiore con Santa Croce in Gerusalemme, il cui tracciato coincide con le odierne attuali via Sistina, via delle Quattro Fontane, via Agostino Depretis, via Carlo Alberto, via Conte Verde e via di S. Croce in Gerusalemme.

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. III, Amsterdam 1698

Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Nella pianta del Rione Monti emerge con assoluta evidenza l'assetto viario realizzato negli ultimi venticinque anni del 1500 attorno a Santa Maria Maggiore da Gregorio XIII con il tracciato di via Merulana, e soprattutto da Sisto V con il lunghissimo rettifilo della strada Felice e con via Panisperna

Rione I de' Monti, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero succinta descrizione di questa superba città con due piante generali di essa e de' XIV rioni... riveduta ed aumentata da Stefano Piale, vol. I, Roma 1826

Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Il primo tratto della strada Felice da Trinità dei Monti verso Piazza Barberini, oggi via Sistina.

Angelo Uggeri, Voie Sixtine,in: Id., Journées pittoresques des édifices de Rome ancienne,vol XXIX (Vues du tours des murs de Rome),Roma 1800

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

La costruzione della cupola di San Pietro fu iniziata da Michelangelo Buonarroti nel 1546 quando, già settantenne, subentrò ad Antonio da Sangallo il giovane nella direzione dei lavori della Fabbrica. Il progetto, per certi versi ispirato a quello di Brunelleschi per Santa Maria del Fiore, subì numerose modifiche in corso d'opera, e quando Michelangelo morì, nel 1564, la costruzione era giunta all’altezza del tamburo. Dopo una pausa di oltre vent’anni, i lavori furono ripresi durante il pontificato di Sisto V, e conclusi da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana in soli ventidue mesi, grazie a un grande dispiegamento di uomini e mezzi. Nella prima metà del XVIII secolo, il manifestarsi sulla cupola di alcune crepe, conseguenza di interventi seicenteschi, e un clamoroso rapporto di Luigi Vanvitelli, architetto della Fabbrica, avevano diffuso il timore che la cupola fosse in procinto di crollare. Così Benedetto XIV chiese prima il parere di tre matematici, che redassero una perizia considerata per certi versi il primo testo della moderna ingegneria civile, e nel 1743 diede incarico all'ingegnere Giovanni Poleni di studiare la struttura e verificare la necessità di interventi di consolidamento.

Cupola di S. Pietro, in: Thomas Le Seur, François Jacquier, Ruggero Giuseppe Boscovich, Parere di tre mattematici sopra i danni che si sono trovati nella cupola di S. Pietro sul fine dell'anno MDCCXLII. Dato per ordine di nostro signore papa Benedetto XIV, Roma 1742

La cupola di San Pietro

La costruzione della cupola di San Pietro fu iniziata da Michelangelo Buonarroti nel 1546 quando, già settantenne, subentrò ad Antonio da Sangallo il giovane nella direzione dei lavori della Fabbrica. Il progetto, per certi versi ispirato a quello di Brunelleschi per Santa Maria del Fiore, subì numerose modifiche in corso d'opera, e quando Michelangelo morì, nel 1564, la costruzione era giunta all’altezza del tamburo. Dopo una pausa di oltre vent’anni, i lavori furono ripresi durante il pontificato di Sisto V, e conclusi da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana in soli ventidue mesi, grazie a un grande dispiegamento di uomini e mezzi. Nella prima metà del XVIII secolo, il manifestarsi sulla cupola di alcune crepe, conseguenza di interventi seicenteschi, e un clamoroso rapporto di Luigi Vanvitelli, architetto della Fabbrica, avevano diffuso il timore che la cupola fosse in procinto di crollare. Così Benedetto XIV chiese prima il parere di tre matematici, che redassero una perizia considerata per certi versi il primo testo della moderna ingegneria civile, e nel 1743 diede incarico all'ingegnere Giovanni Poleni di studiare la struttura e verificare la necessità di interventi di consolidamento.

Thomas Le Seur, François Jacquier, Ruggero Giuseppe Boscovich, Parere di tre mattematici sopra i danni che si sono trovati nella cupola di S. Pietro sul fine dell'anno MDCCXLII. Dato per ordine di nostro signore papa Benedetto XIV, Roma 1742

Bolla di Sisto V per la cappella del presepe

Uno dei nomi con cui Santa Maria Maggiore è conosciuta ancora oggi è Santa Maria ad praesepe. Fin dal V secolo, infatti, la Basilica accolse per volere di Sisto III un ambiente dedicato al culto della Natività di Betlemme. Nella cappella del presepe, a partire dal VII secolo, erano conservati i preziosi frammenti del legno della mangiatoia e delle fasce del bambinello, portati dai pellegrini in Terra Santa e nel 1288, Nicolò IV commissionò per essa una raffigurazione in pietra della Natività, realizzata da Arnolfo di Cambio nel 1291. Alla fine del XVI secolo, Sisto V volle erigere nella navata destra della Basilica una grande cappella, poi detta Sistina o del Santissimo Sacramento, che avrebbe dovuto accogliere la sua sepoltura e quelle dei suoi famigliari e di papa Pio V. Si sarebbe trattato di un’opera classica, se non fosse che il pontefice stabilì che, per la sacralità del luogo, la cappella medievale fosse interamente trasferita, senza demolizioni, dalla sua posizione originaria ad una cripta sotto il nuovo altare del Santissimo Sacramento.

Sisto V, Gloriosae et semper virginis (9 giugno 1587), in: Pietro Marcellino Di Luccia, L'Abbadia di S. Giovanni a Piro unita dalla sa. mem. di Sisto V alla sua insigne cappella del Santissimo Presepe eretta dentro la Sacro-Santa Basilica di S. Maria Maggiore..., Roma 1700

Trasporto della cappella medievale del presepe nella nuova cappella fatta erigere da Sisto V a Domenico Fontana

Alla fine del XVI secolo, Sisto V volle erigere nella navata destra della Basilica di Santa Maria Maggiore una grande cappella, poi detta Sistina o del Santissimo Sacramento, che avrebbe dovuto accogliere la sua sepoltura e quelle dei suoi famigliari e di papa Pio V. Si sarebbe trattato di un’opera classica, se non fosse che il pontefice stabilì che, per la sacralità del luogo, la cappella medievale del presepe fosse interamente trasferita, senza demolizioni, dalla sua posizione originaria ad una cripta sotto il nuovo altare del Santissimo Sacramento. La complessa operazione fu eseguita dall’architetto Domenico Fontana, che progettò un’armatura di legno all’interno della quale la cappella fu ingabbiata per essere poi spostata con un complesso sistema di argani e carrucole, ben rappresentato nel volume illustrato da Natale Bonifacio in cui Fontana stesso descrisse tutte le “fabbriche” di Sisto V da lui realizzate.

Domenico Fontana, Narratione del modo tenuto in trasportare la capella [sic] vecchia del presepio tutta intiera, in: Id., Della trasportatione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetta di sua santità..., Roma 1590 [ma 1604]

Pianta della Cappella Sistina o del Presepe

Sacelli D. N. Iesu Christi praesepi a Sixto papa V conditi vestigium et pavimentum, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Altare nella Cappella Sistina o del Presepe

L'incisione mostra la nuova collocazione del presepe al di sotto dell’altare della cappella Sistina.

Sacratissimi Christi corporis ara in medio Sixti V sacello posita... sub eadem sacrum Christi domini Praesepe, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
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