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La Mostra    Materiali    Edizioni antiche e manoscritti

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L'accoglienza a Roma per il giubileo del 1575 nella narrazione del padre domenicano Angelo Pientini

Angelo Pientini, Le pie narrationi dell'opere piu memorabili fatte in Roma l'anno del giubileo MDLXXV..., Firenze 1583
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Pianta del Vaticano antico

Nell’Ager Vaticanus, fuori le mura aureliane, fra i Monti Vaticani e la riva destra del Tevere, sorgeva in epoca romana un grande circo fatto costruire da Caligola e abbellito da Nerone con gradinate di marmo e il grande obelisco che oggi si erge al centro di Piazza San Pietro. In quest’area fu sepolto l’apostolo Pietro e fu innalzata, tre secoli dopo, la grande basilica voluta dall'imperatore Costantino in suo onore.

Carlo Fontana (draw.), Alessandro Specchi (engr.), Pianta del Vaticano antico, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
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Filippo Neri e il giro delle sette chiese

Nel 1552 Filippo Neri, fondatore della Congregazione dell'Oratorio (1551), codifica il rituale collettivo del giro delle sette chiese. Oltre alle quattro basiliche patriarcali, la processione raggiunge le chiese di Santa Croce in Gerusalemme, San Sebastiano, San Lorenzo fuori le mura, custodi di preziose reliquie cristiane. La visita delle sette chiese non ha mai rappresentato un adempimento obbligatorio per ottenere l'indulgenza plenaria durante gli anni santi. Tuttavia il pellegrinaggio alle sette chiese è stato incoraggiato come un arricchimento dell'esperienza devozionale per i pellegrini giubilari, e fu particolarmente caro anche ad alcuni pontefici.

Pietro Giacomo Bacci, Vita di S. Filippo Neri fiorentino, fondatore della Congregatione dell'Oratorio, scritta già dal p. Pietro Giacomo Bacci prete dell'istessa Congregatione, et accresciuta di molti fatti e detti dell'istesso santo, cavati da i processi della sua canonizatione... per opera del... f. Giacomo Ricci..., Roma 1678
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La bolla di indizione del giubileo del 1300

Originale della bolla "Antiquorum habet" di Bonifacio VIII conservato nell’Archivio del Capitolo di San Pietro, presso la Biblioteca Apostolica Vaticana.

Bonifacio VIII, Antiquorum habet fida relatio (22 febbraio 1300), ms. originale, Biblioteca Apostolica Vaticana, Arch. Cap. S.Pietro, caps. I, fasc.1 (8) (©2016 Biblioteca Apostolica Vaticana)
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L'università degli albergatori di Roma

L'origine dell'università degli albergatori di Roma, che riuniva quanti davano alloggio ai pellegrini e forestieri che da sempre affluivano in città da ogni dove, è antichissima; secondo alcuni risalirebbe addirittura alla fine del XIII secolo. Nel Seicento aveva sede presso la chiesa di Sant'Eustachio, non lontano, dunque dalla zona di via dell'Orso, dove sorgevano il maggior numero di alberghi e locande della città.

Libro di constituoni [sic] o vero statuti dell'università dell'arte e dell'albergato [sic] dell'alma città di Roma nella venerabile chiesa di Sant'Eustachio, ms. sec. XVIIII
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L'Arciconfraternita del Confalone e la cristianizzazione del Colosseo

L'Arciconfraternita del Confalone, fondata nel 1246, era la più antica e tra le più grandi di Roma. Tra il 1490 e il 1539, durante la settimana santa, organizzava al Colosseo, con spesa non piccola (oltre 227 scudi nel 1539), una rappresentazione sacra di grande suggestione, alla quale assistevano fino a centomila persone. Sul palco, al centro della platea, veniva raffigurata a fresco la città di Gerusalemme e il monte del Calvario. Gli attori, vestiti di costumi romani, mettevano in scena la passione di Gesù, ricostruita con grande solennità, in tutti i suoi passaggi, dalla flagellazione alla morte. La rappresentazione si eseguì "con somma onorificenza", durante l'anno santo 1525, ma dopo il 1539 fu abolita. Le ragioni dell'abolizione "furono i gravi inconvenienti che in ciascun'anno più o meno vi accadevano, imperocché... uscendo la romana plebe commossa e indignata per la barbara e ingiusta morte del Salvatore, all'imbattersi co' giudei e co' birri scagliavano contro di essi ingiurie e sassi, ed appiccatesi lite, finiva assai spesso colla morte di alcun di loro".

Privilegia, facultates et indulgentiae ven. Archiconfraternitatis Confalonis, in: Statuti della venerabile Archiconfraternita del Confalone, Roma 1735
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Bolla di indizione del giubileo del 1350

Clemente VI riduce a 50 anni l’intervallo temporale tra le celebrazioni giubilari e include San Giovanni in Laterano tra le basiliche da visitare.

Clemente VI, Unigenitus Dei filius (27 gennaio 1343), in: Collectionis bullarum sacrosanctae Basilicae vaticanae..., vol. I, Roma 1747
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Veduta del Palazzo del Papa al Quirinale con la loggia delle benedizioni

Numerose erano le benedizioni straordinarie impartite dai pontefici durante gli anni santi dalle logge delle basiliche patriarcali o dai palazzi apostolici tra cui il Quirinale, residenza pontificia dal tardo Cinquecento. Nell'incisione di Deseine è ben visibile la loggia costruita da Gian Lorenzo Bernini sulla facciata principale e inaugurata nel 1639.

Vue du Palais du Pape dans le Quirinal dit Monte Cavallo de deux côtez,in: François Jacques Deseine, Rome moderne, premiére ville de l’Europe, avec toutes ses magnificences et ses delices..., vol. III, Leiden 1713
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L'aspetto di San Paolo fuori le mura prima dell'incendio del 1823

Lunga oltre centotrenta metri e larga più di sessanta, con una struttura a cinque navate, la Basilica di San Paolo era la più grande delle basiliche romane costruite in epoca costantiniana, di cui mantenne l'impianto fino alla ricostruzione ottocentesca, successiva al terribile incendio del 1823. L'incisione seicentesca di Giacomo Lauro mostra l'esterno della Basilica con l'ampio quadriportico antistante la facciata anteriore.

Giacomo Lauro, Ecclesia S. Pauli in via Ostiensi, in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1612
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Ritratto di Alessandro VI

Al giubileo del 1500 e a papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) risale l’istituzione di uno specifico rituale per l’apertura e la chiusura della porta santa che è rimasto invariato fino al 1975, quando Paolo VI ne ha semplificato alcuni aspetti.

N. F. Mathey, Alexander VI pont. max., in: Alexander Gordon, La vie du Pape Alexandre VI. et de son fils Cesar Borgia..., vol. I, Amsterdam 1751
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Veduta della città di Roma nel 1493

L'incisione, uno degli oltre 600 legni che illustrano l'incunabolo del Liber chronicarum di Hartmann Schedel (Norimberga, 1493), ci presenta una veduta della città di Roma alla fine del XV secolo. Sono ben visibili, nella metà destra del foglio, la Basilica di San Pietro prima delle trasformazioni cinque-seicentesche, il Palazzo Pontificio e il Borgo vecchio, il Castello e il Ponte Sant'Angelo, l'Ospedale Santo Spirito, Porta Pinciana, Porta Flaminia e la Chiesa di Santa Maria del Popolo. L'obelisco vaticano ("la guia"), ancora sito sul fianco della Basilica, è stato rappresentato come una torre dall'incisore, che evidentemente non era stato a Roma e che non conosceva l'italiano. Nella parte sinistra del foglio, il Colosseo, il Pantheon, le statue dei Dioscuri (oggi a Piazza del Quirinale), e del fiume Nilo (ora in Campidoglio), Ponte Sisto (costruito da pochi anni) e, di là del fiume, Santa Maria in Trastevere. Al centro, la colonna coclide allora identificata erroneamente con l'Antonina, ma in realtà dedicata a Marco Aurelio, è ancora priva della statua di San Paolo, fattavi collocare in cima da Sisto V.

Michael Wolgemut, Wilhelm Pleydenwurff, Roma, tratta da: Hartmann Schedel, Liber Chronicarum, Nuremberg 1493
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L'invenzione della stampa a caratteri mobili

Il giubileo del 1475 fu il primo a poter usufruire di una recente invenzione: la stampa a caratteri mobili, messa a punto dal tedesco Johannes Gutenberg nel 1455. La stampa si rivelò presto uno straordinario strumento di diffusione di notizie, idee e saperi e i giubilei furono da allora in avanti l'occasione per la publicazione di diversi generi di prodotti editoriali, da quelli ufficiali, rituali e normativi, tra cui naturalmente le bolle di indizione, a quelli devozionali come libretti di preghiere o istruzioni per lucrare le indulgenze, a quelli destinati ad un pubblico più colto, che per prepararsi a vivere pienamente il giubileo, ne voleva conoscere le ragioni e la storia

Brigida di Svezia (santa), Orationes sancte Brigitte, cum oratione sancti Augustini, Roma 1495 ca
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La facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore all'inizio del Seicento

Nella veduta di Giacomo Lauro, datata 1618, i mosaici dell'antica facciata, opera di Filippo Rusuti (1290), convivono con le recenti realizzazioni del pontificato di Paolo V: il palazzo laterale destro, opera di Flaminio Ponzio, e la colonna corinzia proveniente dalla Basilica di Massenzio, collocata sulla piazza antistante la Basilica nel 1614.

Giacomo Lauro, Ecclesia S. Mariae Maioris, in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1641
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La chiesa di Santa Maria d'Ara Coeli

Gli anni immediatamente precedenti il giubileo del 1350, concesso, preparato e celebrato in assenza del pontefice, sono segnati dalla cattività avignonese, dall'epidemia di peste che affligge l'Europa e dal disastroso terremoto romano del 1349. In questo clima assume un significato particolare la costruzione della grande scalinata della chiesa di Santa Maria in Ara Coeli, unico intervento urbano di rilievo di tutto il Trecento. Realizzata grazie alle elemosine dei romani, in una sorta di ex-voto collettivo alla Madonna che aveva liberato la città dalla peste, rappresenta la prima di una lunga serie di operazioni di appropriazione, da parte della Chiesa, dei simboli e dei luoghi della Roma antica e del potere laico e cittadino, che caratterizzeranno poi la politica urbanistica dei grandi papi nei secoli successivi.

S.te Marie d'Ara-Coeli, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, premiére ville de l’Europe, avec toutes ses magnificences et ses delices..., vol. II, Leiden 1713
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Fondazioni di nuove confraternite, ospedali e luoghi pii a Roma sotto il pontificato di Gregorio XIII

Marcantonio Ciappi, Compendio delle heroiche et gloriose attioni et santa vita di papa Greg. XIII, distinto in tredici capi in memoria delli XIII anni ch'egli visse nel suo felice pontificato..., Roma 1596
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Veduta del cerchio neroniano

Nell’Ager Vaticanus, fuori le mura aureliane, fra i Monti Vaticani e la riva destra del Tevere, sorgeva in epoca romana un grande circo fatto costruire da Caligola e abbellito da Nerone con gradinate di marmo e il grande obelisco che oggi si erge al centro di Piazza San Pietro. In quest’area fu sepolto l’apostolo Pietro e fu innalzata, tre secoli dopo, la grande basilica voluta dall'imperatore Costantino in suo onore.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Veduta del cerchio neroniano che mostra il di dentro el di fuori, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
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La bolla di indizione del giubileo del 1300, pubblicata nel Corpus iuris canonici

Il testo della Bolla, tra le fonti del diritto canonico in materia di penitenze e indulgenze, confluì all'interno del corpo normativo della Chiesa cattolica e fu inserito nella raccolta delle Extravagantes communes del Corpus iuris canonici (L. V, tit. 9, De poenitentiis et remissionibus). La Bolla fu pubblicata con la glossa del giurista francese cardinale Jean Lemoine, che nel suo commento ne chiarisce alcune difficoltà interpretative e permette di comprendere appieno il pensiero di Bonifacio VIII sulla materia.

Bonifacio VIII, Antiquorum habet fida relatio (22 febbraio 1300), in: Corpus iuris canonici. Extravagantes communes,V.IX.1, Lyon 1559
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Gli osti di Borgo

Gli osti della città di Roma costituiscono una delle Università più antiche della città, dotata di uno statuto già nel XIV secolo. Poiché una grande quantità di osterie era concentrata nel Rione Borgo, molto frequentato da pellegrini e forestieri in visita alla Basilica di San Pietro, nel XVI secolo gli osti dell'area vaticana costituirono un sodalizio autonomo, dotato di propri statuti. Gli osti di Borgo ebbero la loro sede nella chiesa di San Lorenzo, detta in piscibus per la vicinanza di un mercato del pesce. La chiesa, la cui erezione è attribuita a santa Galla nel VI secolo, era collocata nella Spina di Borgo. Quando venne aperta via della Conciliazione, la chiesa fu smontata e ricostruita in Borgo Santo Spirito.

Capitoli et ordini da osservarsi dagli osti di Borgo e sua giurisdizione, ms. sec. XVIII
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La Cappella dell'Arciconfraternita del Gonfalone dentro il Colosseo

L'Arciconfraternita del Gonfalone aveva, dentro il Colosseo, una cappella sotto l'invocazione della beata Vergine della Pietà, la cui cura veniva affidata ad un religioso, e che doveva essere tenuta aperta nelle feste solenni

Francesco Rovira Bonet, Metodo pratico di venerare le sette pene principali di Maria vergine il quale può servire per ossequiare i di lei sette dolori nella piccola chiesa che è dentro il Colosseo..., in: Id., Breve e divota notizia della vita, martirio, virtù e miracoli di alcuni santi dell'anfiteatro Flavio volgarmente detto il Colosseo..., 2 ed., Roma 1759
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Delle porte della città e delle strade in generale

Giovanni Tarcagnota (pseud. Lucio Fauno), Delle antichità della città di Roma..., Venezia 1552
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San Giovanni in Laterano nel 1575

L'incisione di Natale Bonifacio mostra la Basilica e il Patriarchio nel 1575, prima dei lavori sistini nell'area laterana. La facciata della Basilica ha ancora l'aspetto orignario, tardoantico. L'incisione è tratta da un'opera sulla vita di papa Gregorio XIII, che per primo, anticipando i corposi interventi che avrebbe realizzato Sisto V, aveva messo mano, dopo due secoli di abbandono, alla riqualificazione dell'area, avviando la costruzione dell'attuale via Merulana, asse di collegamento tra Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano.

Natale Bonifacio (inc.), Anno Iubilei 1575 Lateranensis Basylica S. Ioannis in Urbe, in: Principio Fabrizi, Delle allusioni, imprese, et emblemi del sig. Principio Fabricii da Teramo sopra la vita, opere et attioni di Gregorio XIII..., Roma 1588
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Pianta della città di Roma nel 1593

Questa bellissima rappresentazione della città di Roma, vista dal monte Gianicolo, e incisa in pieno Seicento da Mattheus Merian, riproduce la pianta prospettica realizzata "dal vivo" da Antonio Tempesta nel 1593. Mostra dunque la Roma di fine Cinquecento, con le grandi trasformazioni urbanistiche realizzate sotto i pontificati di Gregorio XIII e Sisto V, e permette, nello stesso tempo, di notare l'assenza di alcuni monumenti simbolo della città, che saranno realizzati nel corso dei secoli successivi, quali il colonnato del Bernini in Piazza San Pietro, la Fontana dei fiumi di Piazza Navona, la Fontana di Trevi, o la Scalinata di Trinità dei Monti.

Antonio Tempesta (dis.), Mattheus Merian (inc.), Roma, in: Martin Zeiller, Itinerarium Italiae nov-antiquae..., Frankfurt am Main 1640
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Ritratto di Sisto V

Sisto V, eletto papa nel 1585, è stato il primo pontefice a indire un giubileo per l’inizio del proprio pontificato.

Sixtus V Perettus pontifex maximus, in: Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. I, Amsterdam 1721
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I "Mirabilia Romae" nell'edizione stampata a Treviso per il giubileo del 1475

Uno dei filoni editoriali più ricchi e longevi nella storia dei giubilei è rappresentato dalle guide della città di Roma che da sempre accompagnano i pellegrini alla scoperta delle meraviglie della città. Già nel medioevo avevano avuto una notevole circolazione manoscritta i cosiddetti "Mirabilia Urbis" (o "Mirabilia Romae"), le cui redazioni più antiche risalgono al XII secolo. Si tratta di brevi descrizioni dei più significativi monumenti sacri e pagani della città e della sua storia, opera di grammatici ed eruditi che mettevano insieme notizie vere, tradizioni leggendarie e ricostruzioni fantastiche, ma animate, rispetto ai più antichi itinerari e cataloghi di monumenti e chiese, da un vivo interesse per l'antichità di Roma e il fascino da essa esercitato. I prototipografi ne colsero l'importanza e contribuirono ad accrescere il loro successo, stampandone oltre cento edizioni a partire dagli anni settanta del Quattrocento. Negli anni Quaranta del Cinquecento i "Mirabilia Urbis" cambiano forma e comprendono, accanto alla storia e alle descrizioni dei monumenti di Roma, gli itinerari devozionali cristiani. Nascono le "cose maravigliose", un nuovo modello di guida che cerca di conciliare le curiosità storico artistiche dei viaggiatori con le esigenze d'informazione dei pellegrini relative a chiese, stazioni e reliquie, fino ad allora soddisfatte da "Indulgentiae" e "Itineraria"

Mirabilia Romae, Treviso 1475Biblioteca Apostolica Vaticana, Inc. IV. 336 (int. 1) (©2016 Biblioteca Apostolica Vaticana)
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L'area absidale della Basilica di Santa Maria Maggiore nel 1600

Così si presentava l'area absidale di Santa Maria Maggiore prima degli interventi secenteschi: sono visibili l’abside tardo duecentesca e gli interventi d'epoca sistina (1585-1590) ovvero la cupola della Cappella del Santissimo Sacramento o del Presepe e l’obelisco esquilino, proveniente dal Mausoleo di Augusto. La veduta, opera di Giovanni Maggi, è compresa in un volume pubblicato in occasione dell'anno santo 1600 che descrive le "deliciae divinae” (le chiese) e “humanae" della città di Roma.

Giovanni Maggi, Ecclesia S. Mariae Maioris in Esquilino colle, tratta da: Dominicus Custos, Deliciae urbis Romae divinae et humanae anno sacro Jubilaei MDC, Augsburg 1600
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Il Campidoglio

La storia medievale del Campidoglio inizia nel XII secolo con la nascita del Comune e la costruzione del Palazzo Senatorio sulle rovine dell'antico "Tabularium" romano. Da allora, il palazzo ha costituito il fulcro degli interventi costruttivi sull'area, che riflettono, anche simbolicamente, il progressivo controllo della Curia sul potere cittadino. L'asse del colle si sposta progressivamente dal foro romano, verso cui era orientato in età antica, in direzione della città moderna, Campo Marzio, San Pietro, la città dei papi. Un processo iniziato con la costruzione della scalinata dell'Ara Coeli e terminato altrettanto scenograficamente con la realizzazione del progetto michelangiolesco per il Campidoglio, concluso solo dopo la sua morte. La veduta pubblicata nelle "Antichità di Roma" di Bernardo Gamucci nel 1565, mostra una piazza in cui il progetto di Michelangelo è solo parzialmente realizzato. La piazza è ancora delimitata sulla sinistra dal muraglione della basilica dell'Ara Coeli, ma soprattutto manca la cordonata. La grande scalea d'accesso alla piazza, pensata da Michelangelo per permettere la salita sul colle anche a cavalli e carri e conclusa in cima da una balaustra ornata di statue antiche, fu realizzata da Giacomo Della Porta a fine Cinquecento. I lavori per il Palazzo Nuovo inizieranno soltanto nel 1603 e si concluderanno sotto il pontificato di Alessandro VII.

Campidoglio, in: Bernardo Gamucci, Le antichità della città di Roma..., 2 ed., Venezia 1569
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Il Campidoglio

La veduta di Giovanni Battista Falda mostra l'aspetto di piazza del Campidoglio, dopo la compiuta realizzazione del progetto di Michelangelo.

Giovanni Battista Falda, Campidoglio, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665
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Il Campidoglio

La veduta di Giovanni Battista Falda mostra l'aspetto dell'area del colle capitolino, con la scalinata dell'Ara Coeli e la compiuta realizzazione del progetto di Michelangelo per il Campidoglio. A sinistra, alle pendici della basilica dell'Ara Coeli è visibile la chiesa di San Biagio e beata Rita da Cascia costruita nel 1665 da Carlo Fontana. In occasione del giubileo del 1900 la beata fu canonizzata e la chiesa fu intitolata esclusivamente a Santa Rita, per poi essere smontata pezzo per pezzo nel 1928, in occasione delle demolizioni che interessarono la viabilità della zona, e ricostruita all'incrocio col Teatro Marcello.

Giovanni Battista Falda, Altra veduta del' Campidoglio, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665
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Il Campidoglio

Giovanni Battista Cipriani, Campidoglio,in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
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La testimonianza di Camillo Fanucci sulle opere di carità fatte a Roma per accogliere i pellegrini durante i giubilei del 1575 e del 1600

Nell'avviso ai lettori che introduce il suo "Trattato di tutte l'opere pie dell'alma città di Roma", Camillo Fanucci scrive: "Se nell'anno santo mille cinquecento settantacinque io restai meravigliato, per le gran carità, che furono fatte in Roma, à ogni sorte di gente, qual venne a Roma per acquistare il santissimo giubileo, in questo del mille seicento son restato attonito, stupefatto & quasi fuora di me stesso, havendo visto le grandissime, & immense opere di carità, & pietà, fatte dalle confraternite di detta città..."

Camillo Fanucci, Trattato di tutte l'opere pie dell'alma città di Roma... nel quale si descivono tutti gli Spedali, Confraternite & altri luoghi pii..., Roma 1602
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Prospetti e spaccati della Basilica costantiniana di San Pietro

Per preparare l’area vaticana ad accogliere la basilica in onore di Pietro, l'imperatore Costantino fece spianare l’intera zona e, con demolizioni e terreno di riporto, realizzò una grande platea, raccordata al piano originario con 35 gradini. La scala immetteva ad un quadriportico, che precedeva la basilica vera e propria, divisa in cinque navate raccordate da un transetto, all’interno della quale, in corrispondenza con l’antica sepoltura dell’apostolo, era collocato un altare con ciborio.

Giovanni Girolamo Frezza, [Basilica costantiniana], in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
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San Lorenzo fuori le mura

San Lorenzo fuori le mura è una delle tre chiese che, aggiunte alle quattro basiliche patriarcali, costituivano le tappe classiche del giro delle sette chiese.

Roma antica, e moderna o sia nuova descrizione di tutti gl'edifizj antichi, e moderni sagri, e profani della città di Roma..., vol. II, Roma 1765
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Ritratto e stemma di Bonifacio VIII

Il ritratto e lo stemma di Bonifacio VIII sono tratti dall'edizione più importante delle Vite dei sommi pontefici del padre domenicano spagnolo Alfonso Chacón, pubblicata a Roma nel 1677 in quattro volumi in folio, illustrati e arricchiti da numerose tavole incise in rame. Chacón, storico, filologo ed erudito, chiamato a Roma da Pio V nell'ottobre del 1566 come penitenziere minore della basilica di S. Pietro, non riuscì a completare la sua opera, poi conclusa da Francisco Morales Cabrera con le vite dei pontefici da Alessandro VI a Clemente VIII e pubblicata nel 1601. Le Vite ebbero un notevole successo e furono poi ristampate con l'aggiunta delle biografie dei papi successivi da Andrea Vittorelli, Ferdinando Ughelli, Girolamo Aleandro, Luca Wadding, Cesare Becilli e condotte sino a Clemente IX da Oldoini che pubblicò l'edizione del 1677. Nel 1751, infine, videro la luce altri due volumi, opera di Mario Guarnacci, che portavano l'opera sino a Clemente XII.

Alfonso Chacón, Vitae, et res gestae pontificum Romanorum et s.r.e. cardinalium ab initio nascentis Ecclesiae vsque ad Clementem IX P.O.M. ..., vol. II, Roma 1677
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Decreto per gli inquilini del 29 aprile 1549

Se da una parte la città si organizzava per accogliere nel migliore dei modi i pellegrini, dall'altra era anche necessario tutelare i cittadini romani più poveri che rischiavano di ritrovarsi in condizioni di difficoltà a causa degli aumenti degli affitti, perpetrati dai proprietari in occasione dei giubilei. Per questa ragione, il 29 aprile 1549, papa Paolo III emanò un decreto con il quale stabiliva il blocco degli affitti, per l'intera durata dell'anno santo 1550, e vietava ai proprietari di scacciare gli inquilini abituali per affittare a persone disposte a pagare un canone maggiore.

Santa Sede. Camera apostolica, Decretum Camerae apostolicae in favorem dd. domorum inquilinorum & subinquilinorum factum, de non augendo pensione respectu anni sancti, ac de non expellendo inquilinos & subinquilinos durante locatione & finita locatione de forma obligationis fiendae per dominos volentes damos pro suo usu habere, & de subinquilino non gaudente privilegio inquilini finita locatione sui authoris, Roma 1549
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La Cappella dell'Arciconfraternita del Gonfalone dentro il Colosseo negli statuti settecenteschi

L'Arciconfraternita del Gonfalone aveva, dentro il Colosseo, una cappella chiamata della Pietà, la cui cura veniva affidata ad un religioso, e che doveva essere tenuta aperta nelle feste solenni

Statuti della venerabile Archiconfraternita del Confalone, Roma 1735
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L'ambasceria di Cola di Rienzo ad Avignone presso Clemente VI

Nel 1342 Cola di Rienzo, non ancora divenuto "tribuno" di Roma (1347), fa parte di un'ambasceria di romani presso Clemente VI ad Avignone. Gli ambasciatori gli chiedono, tra le altre cose, di visitare Roma e di indire un giubileo che l'avrebbe risollevata dal suo progressivo declino. Il papa non accetta di recarsi a Roma ma indice il giubileo, celebrato nel 1350.

Vita di Cola di Rienzo, in: Ludovico Antonio Muratori, Antiquitates italicae medii aevi sive dissertationes..., vol. III (Historiae romanae fragmenta ab anno Christi MCCCXXVII usque ad MCCCLIV neapolitana sive romana dialecto scripta auctore anonymo...), Milano 1740
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Notizia delle porte, monti, e rioni della città di Roma, con i nomi delle piazze e strade principali di essa

Fioravante Martinelli, Le magnificenze di Roma antica, e moderna ricercate nel proprio sito con tutte le cose notabili ch’in essa si trovano, cioè chiese, monasterj, ospedali... teatri, anfiteatri..., fori..., palazzi, statue..., musei, pitture..., Roma 1725
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San Paolo fuori la mura nella descrizione di Ridolfino Venuti

Ridolfino Venuti, Accurata e succinta descrizione topografica e istorica di Roma moderna..., vol. II, Roma 1766
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Pianta della chiesa e del palazzo lateranense prima degli interventi di Sisto V nell'area

La pianta illustra la disposizione dell'area del Laterano prima dei grandi interventi sistini che, alla fine del Cinquecento, ne trasformarono l'assetto. Con il numero di riferimento 41 è indicata la "Loggia e Pulpito di Bonifatio [VIII] per la Beneditione", mentre con il numero 37 è contrassegnata l'aula dei Concili affrescata da Giotto, che andarono perdute con i lavori sistini e la demolizione del grande Patriarchio.

Francesco Contini, Pianta della chiesa e palazzo lateranense, in: Giovanni Severano, Memorie sacre delle sette chiese di Roma e di altri luoghi, che si trovano per le strade di esse, vol. I (Parte prima in cui si tratta dell'antichità di dette chiese, di quello ch'era già ne i siti loro, delle fabriche...), Roma 1630
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Giubileo straordinario di inizio pontificato celebrato da Sisto V (1585)

Tempesti racconta della decisione di Sisto V di iniziare il pontificato pubblicando “un’ampla plenaria Indulgenza, in forma di Giubbileo; [...]costumanza non mai praticata da verun altro suo antecessore”

Casimiro Liborio Tempesti, Storia della vita e geste di Sisto quinto sommo pontefice..., vol. I, Roma 1754
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Pianta della antica Basilica di Santa Maria Maggiore

La pianta mostra l'aspetto della Basilica prima dei grandi interventi cinque-seicenteschi.

Veteris liberianae Basilicae adiunctorumque aedificiorum vestigium cum antiquo pavimento, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
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Fabbriche sacre ed altri ornamenti fatti nelle Chiese da Gregorio XIII

Carlo Coquelines, Delle azioni memorabili di papa Gregorio decimoterzo tratte dalle memorie originali de' suoi tempi, in: Giampietro Maffei, Degli annali di Gregorio XIII pontefice massimo..., vol. II, Roma 1742
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L'accoglienza per l'anno santo 1675 nel racconto di Tommaso Maria Alfani

Tommaso Maria Alfani, Istoria degli anni santi dal di loro solenne cominciamento per insino a quello del regnante sommo potefice Benedetto XIII..., Napoli 1725
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San Sebastiano fuori le mura

San Sebastiano fuori le mura è una delle tre chiese che, aggiunte alle quattro basiliche patriarcali, costituivano le tappe classiche del giro delle sette chiese.

Roma antica, e moderna o sia nuova descrizione di tutti gl'edifizj antichi, e moderni sagri, e profani della città di Roma..., vol. I, Roma 1765
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Riproduzione incisa del frammento di affresco del Laterano col ritratto di Bonifacio VIII

L'incisione riproduce il frammento dell'affresco di Bonifacio VIII al Laterano. Chacón riporta l'attribuzione dell'affresco a Giotto

Effigies Bonifacij Papae VIII à Giotto expressa in antiqua Lateranensis Basilicae porticu, atque inde secto pariete in eiusdem Templi claustrum translata, in: Alfonso Chacón, Vitae, et res gestae pontificum Romanorum et s.r.e. cardinalium ab initio nascentis Ecclesiae usque ad Clementem IX..., vol. II, Roma 1677
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Parere dell'avv. Blasi sulla regolamentazione degli affitti cittadini dopo il giubileo del 1825

La necessità di regolamentazione degli affitti si ripropose ciclicamente in occasione degli anni santi. Anche Leone XII ne decretò il blocco per il giubileo del 1825. La norma avrebbe dovuto essere limitata alla sola durata dell'anno santo, ma fu prorogata fino a divenire praticamente permanente, a causa delle drammatiche condizioni abitative cittadine, con una popolazione in netta crescita, la rovina di molte delle abitazioni antiche, e la mancata costruzione di nuovi edifici. Alcuni dei più illustri avvocati del tempo, come Carlo Fea, Benedetto Blasi e Luigi Cecconi, sostennero con validi argomenti giuridici ed economici posizioni diverse a tutela degli inquilini o a favore dei diritti dei proprietari.

Benedetto Blasi, Sull’aumento delle pigioni in Roma. Risposta economico-legale di Benedetto Blasi al ch. signor avvocato Carlo Fea..., Roma 1826
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Parere dell'avv. Cecconi sulla regolamentazione degli affitti cittadini dopo il giubileo del 1825

La necessità di regolamentazione degli affitti si ripropose ciclicamente in occasione degli anni santi. Anche Leone XII ne decretò il blocco per il giubileo del 1825. La norma avrebbe dovuto essere limitata alla sola durata dell'anno santo, ma fu prorogata fino a divenire praticamente permanente, a causa delle drammatiche condizioni abitative cittadine, con una popolazione in netta crescita, la rovina di molte delle abitazioni antiche, e la mancata costruzione di nuovi edifici. Alcuni dei più illustri avvocati del tempo, come Carlo Fea, Benedetto Blasi e Luigi Cecconi, sostennero con validi argomenti giuridici ed economici posizioni diverse a tutela degli inquilini o a favore dei diritti dei proprietari.

Luigi Cecconi, Risposta al Parere sull’aumento delle pigioni delle case in Roma, Bologna 1826
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La cristianizzazione del Colosseo nel progetto di Carlo Fontana

I primi tentativi pontifici di riconversione e cristianizzazione del Colosseo risalgono a Sisto V. In occasione del giubileo del 1675, papa Clemente X vi fece apporre due iscrizioni, con le quali esortava i pellegrini ad entrare, non per ammirare la grandiosità dell'opera romana ma per "risvegliare nei fedeli la memoria della santità del luogo e della fortezza de' martiri" e per pregare per loro. Tra il 1675 e il 1679, Carlo Fontana progettò la costruzione di una chiesa, un vero e proprio santuario dei martiri, da erigersi all'interno dell'arena. Il progetto presentato al nuovo pontefice Innocenzo X, non si realizzò e gli studi di Fontana sul Colosseo furono stampati postumi a L'Aia soltanto nel 1725.

Carlo Fontana (dis.), Domenico Franceschino (inc.), Pianta dell'Anfiteatro come di presente si trova, con ledifitio [sic] templare che si propone da ergersi, in: Carlo Fontana, L'anfiteatro Flavio descritto e delineato..., Den Haag 1725
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San Giovanni in Laterano è una delle tre basiliche da visitare per il giubileo del 1350

Nel 1350 Clemente VI include la Basilica di San Giovanni in Laterano tra quelle da visitare durante il giubileo per ottenere l'indulgenza.

Girolamo Franzini, Templ. S. Ioannis lateranen., in: Le cose maravigliose dell’alma città di Roma..., Roma 1595
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Riti di apertura e chiusura della porta santa di San Paolo per il giubileo del 1675

San Paolo fu basilica giubilare fin dal 1300, come prescritto dalla bolla di Bonifacio VIII. A partire dall'anno 1500, quando Alessandro VI istituì il cerimoniale dell'anno santo, con il rituale di apertura delle porte sante nelle quattro basiliche, la porta santa di San Paolo fu sempre aperta da un cardinale legato. Secondo il Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica di Gaetano Moroni, i pontefici vollero che la porta santa di San Paolo fosse aperta e chiusa, con rapida cerimonia, anche negli anni in cui la basilica fu sostituita da Santa Maria in Trastevere perché inagibile. Nel 2000 papa Giovanni Paolo II volle, primo nella storia degli anni santi, aprire personalmente anche la porta santa della Basilica di San Paolo.

Claude Boizot, Ad astra reclusa ostendit per mella viam, in: Casimir Freschot, Series eorum quae in aperitione et obseratione portae sanctae Basilicae divi Pauli ab... Francisco cardinali Barberino... ritu sacro peracta sunt anno iubilaei M.DC.LXXV..., Roma 1676
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Il ruolo del maestro di Camera nel cerimoniale romano

Il maestro di cerimonie pontificie ha il compito di assicurare che tutti i dignitari, e lo stesso pontefice, osservino puntualmente il cerimoniale previsto per ciascun atto religioso solenne o avvenimento civile.

Francesco Sestini, Il maestro di camera..., in: Girolamo Lunadoro, Relatione della corte di Roma, e de’ riti da osservarsi in essa, e de’ suoi magistrati, Venezia 1662
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Pianta della chiesa e del palazzo lateranense prima deglli interventi di Sisto V nell'area

Ichnographia antiqui aedificii Basilicae et Patriarchii Lateranensis, in: Cesare Rasponi, De Basilica et patriarchio lateranensi libri quattuor..., Roma 1656
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Giubileo straordinario di inizio pontificato celebrato da Alessandro VII (1655)

Alessandro VII, papa dal 1655 al 1667, non ha mai celebrato un giubileo universale ordinario, ma ha celebrato 5 giubilei straordinari per occasioni particolari. Tra questi, un giubileo di inizio pontificato, cui l’incisione è dedicata: la rappresentazione iconografica è però inesatta, dal momento che per questo tipo di giubileo non fu mai seguito il cerimoniale proprio dell’anno santo con l’apertura della porta (qui invece raffigurata nel secondo riquadro a sinistra dall’alto).

Giovanni Giacomo de Rossi, Romani pontificis publicae et solennes actiones. Alexander VII pont. opt. max., Roma 1655
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L'"Opusculum de mirabilibus novae & veteris urbis Romae" di Francesco Albertini

Nel 1510 viene pubblicata a Roma quella che è considerata una vera e propria antesignana delle guide romane rinascimentali: l'Opusculum de mirabilibus novae & veteris urbis Romae, opera di un erudito sacerdote fiorentino, Francesco Albertini, già autore di un Memoriale di molte statue e pitture della città di Firenze. Trasferitosi a Roma, Albertini fu incaricato dal cardinale Galeotto Francini della Rovere, che favorì la cultura a Roma durante il pontificato dello zio Giulio II, di scrivere una guida della città. L'Opusculum è diviso in due parti, e se la prima, relativa alle antichità romane, non presenta caratteri di particolare novità rispetto alle guide medievali, la seconda, dedicata alla Roma moderna, descrive per la prima volta gli interventi urbanistici promossi dai pontefici Niccolò V, Sisto IV e, soprattutto, Giulio II, dedicatario dell'opera.

Francesco Albertini, Opusculum de mirabilibus novae & veteris urbis Romae..., Roma 1510
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La facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore nel 1621, con la proiezione degli interventi sul lato sinistro

Il prospetto architettonico della facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore tratto dall’opera di De Angeli mostra, accanto ai mosaici tardo duecenteschi di Filippo Rusuti, la recente realizzazione del palazzo laterale destro, opera di Flaminio Ponzio sotto il pontificato di Paolo V e il palazzo da costruire, specularmente all’esistente, sul lato sinistro della facciata anteriore, il cui completamento avrebbe dovuto attendere il Settecento.

Orientalis facies Liberianae Basilicae cum orthographia tum nobilis sacelli aediumque perelegantium ad dexteram porticus canonicorum usibus a Paulo V pont. max. adiunctarum tum quae ad laevam construendae eiusdem sanctiss. domini erga deiperam eximia pietate ut spes est respondebunt, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
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Piazza della Rotonda nel 1751, dopo il posizionamento al centro della piazza dell'obelisco egizio

Nel 1711 papa Clemente XI volle far riposizionare di fronte al Pantheon l'obelisco egizio allora collocato a San Macuto. Con l'occasione fu realizzato un restauro radicale della fontana, il cui catino venne sostituìto da un gruppo di rocce e delfini a sostenere l'obelisco.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza della Rotonda, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
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Arciconfraternite, confraternite e confraternite nazionali per il giubileo del 1700

Bartolomeo Piazza, Eusebologion. Eusevologio romano, overo delle opere pie di Roma, accresciuto e ampliato secondo lo stato presente..., 2 ed., Roma 1699
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Descrizione del Tempio vaticano

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Ercolani Giuseppe Maria, Descrizione del Colosseo romano, del Panteo e del Tempio vaticano, Ancona 1763
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Santa Croce in Gerusalemme

Santa Croce in Gerusalemme è una delle tre chiese che, aggiunte alle quattro basiliche patriarcali, costituivano le tappe classiche del giro delle sette chiese.

Veduta di S.ta Croce in Gerusalemme, in: Pietro Rossini, Il mercurio errante delle grandezze di Roma, tanto antiche, che moderne... Con l’aggiunta delle fabriche fatte sino al presente, 10 ed., vol. II, Roma 1776
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La bolla del primo giubileo scolpita nel marmo

Carlo Fea, nella sua descrizione della facciata della Basilica di San Pietro, accenna all'iscrizione in marmo contenente il testo della bolla di istituzione del giubileo del 1300

Carlo Fea, Nuova descrizione di Roma antica e moderna e de' suoi contorni, sue rarità specialmente dopo le nuove scoperte cogli scavi. Arricchita delle vedute più interessanti, compilata per uso de' colti viaggiatori..., vol. I, Roma 1820
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Le confraternite delle Arti a Roma per il giubileo del 1700

Bartolomeo Piazza, Eusebologion. Eusevologio romano, overo delle opere pie di Roma, accresciuto e ampliato secondo lo stato presente..., 2 ed., Roma 1699
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Il Colosseo da anfiteatro pagano a luogo di culto dei santi ivi martirizzati

I primi tentativi pontifici di riconversione e cristianizzazione del Colosseo risalgono a Sisto V. In occasione del giubileo del 1675, papa Clemente X vi fece apporre due iscrizioni, con le quali esortava i pellegrini ad entrare, non per ammirare la grandiosità dell'opera romana ma per "risvegliare nei fedeli la memoria della santità del luogo e della fortezza de' martiri" e per pregare per loro.

Francesco Rovira Bonet, Breve e divota notizia della vita, martirio, virtù e miracoli di alcuni santi dell'anfiteatro Flavio volgarmente detto il Colosseo..., 2 ed., Roma 1759
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Il Colosseo da anfiteatro pagano a luogo di culto dei santi ivi martirizzati

I primi tentativi pontifici di riconversione e cristianizzazione del Colosseo risalgono a Sisto V. In occasione del giubileo del 1675, papa Clemente X vi fece apporre due iscrizioni, con le quali esortava i pellegrini ad entrare, non per ammirare la grandiosità dell'opera romana ma per "risvegliare nei fedeli la memoria della santità del luogo e della fortezza de' martiri" e per pregare per loro.

Francesco Rovira Bonet, Novenario de' santi dell'anfiteatro Flavio volgarmente detto il Colosseo, o vero nove orazioni in onore de' santi del Colosseo..., in: Id., Breve e divota notizia della vita, martirio, virtù e miracoli di alcuni santi dell'anfiteatro Flavio volgarmente detto il Colosseo..., 2 ed., Roma 1759
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La decisione di Clemente VI di accorciare la cadenza giubilare a cinquant'anni, nel racconto della Cronicadi Giovanni Villani

Giovanni Villani, Cronica di Giovanni Villani a miglior lezione ridotta coll'aiuto de' testi a penna, vol. VII, Firenze 1823
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Il cardinale vicario Marcantonio Colonna notifica ai fedeli l'indulgenza plenaria concessa da papa Pio VI a coloro che assisteranno all'apertura delle porte sante delle quattro basiliche patriarcali il 26 febbraio 1775

Vicariato di Roma, Apertura delle porte sante: indulgenza plenaria a chi v'assiste,(23 febbraio 1775), Roma 1775
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Pianta del portico di San Paolo con la disposizione dei palchi per l'apertura e la chiusura della porta santa nell'anno santo 1750

Come per l’apertura e la chiusura nelle altre tre basiliche giubilari, la cerimonia della porta santa alla Basilica di San Paolo comportava un rituale preciso ed una rigorosa organizzazione protocollare. La pianta esposta mostra l’esatta disposizione di palchi, palchetti, sedie, gradoni, con indicazione delle opportune decorazioni e paratie nel portico di San Paolo, per l’anno santo 1750. Ne è autore Mauro Fontana, membro della famiglia di architetti che aveva dato i natali ai più noti Domenico, artefice dei progetti urbanistici di Sisto V, e Carlo, allievo e collaboratore di Bernini, autore di importanti realizzazioni architettoniche della Roma barocca.

Mauro Fontana (dis.), Pianta del portico di S. Paolo nella maniera che fu disposto tanto per l'apertura della porta santa nell'anno 1750 fatta dall'e.mo, e r.mo s.r car.e Tomasso Ruffo decano, quanto nella clausura fatta dall'e.mo, e e.mo s.r car.e Luiggi Carafa, attesa l'infermità sopragiunta all'e.mo s.r car.e decano sudetto, Roma post 1750 ante 1767
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Re e regine a Roma per il giubileo del 1475

Diversi sovrani e aristocratici vengono a Roma per il giubileo del 1475. Tra questi i sovrani di Danimarca, di Bosnia, di Ungheria (Mattia Corvino) e, dal Regno di Napoli, Ferdinando I d’Aragona.

Giuseppe Piatti, Storia critico-cronologica de' romani pontefici..., vol. IX, Napoli 1770
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Veduta del Palazzo lateranense prima degli interventi di Sisto V nell'area

Louis Rouhier (inc.), Orthographia Patriarchii Lateranensis, in: Cesare Rasponi, De Basilica et patriarchio lateranensi libri quattuor..., Roma 1656
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Ponte Sant'Angelo

Sul Ponte di Castel Sant'Angelo si verificò l'incidente narrato da Infessura a seguito del quale Sisto IV fece costruire un nuovo ponte in vista del giubileo del 1475

Castel S. Angelo, in: Fioravanti Martinelli, Roma di nuovo ricercata nel suo sito... Di nuovo con ogni diligenza corretta & accresciuta con belle figure, Roma 1702
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Il Ponte Sisto

Ponte Sisto fu fatto costruire da papa Sisto IV in vista del giubileo del 1475, a seguito dell'incidente verificatosi su Ponte Sant'Angelo durante il giubileo del 1450. La costruzione del Ponte iniziò il 29 aprile 1473, ad essa furono destinati anche i proventi di una legge suntuaria del medesimo anno. Il nuovo ponte facilitava il transito dei pellegrini verso il cuore commerciale e turistico della città, situato tra Campo de' Fiori, piazza Navona e Via dell'Orso.

Aegidius Sadeler, Vestigi delle antichità di Roma, Tivoli, Pozzuolo et altri luoghi, Praha 1601
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Bolla di indizione del giubileo di inizio pontificato di Benedetto XIV

Benedetto XIV, Jubileum universale ad implorandum divinum auxilium initio pontificatus pro salutari sanctae Ecclesiae catholicae regimine (11 novembre 1740), Roma 1740
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Le "Antichità di Roma" attribuite ad Andrea Palladio

Il trattato delle Antichità di Roma, redatto forse già in vista del giubileo del 1550 da un autore che, sotto lo pseudonimo di Andrea Palladio, nasconderebbe l'identità di Giovanni Tarcagnota, umanista e antiquario di Gaeta, fu stampato per la prima volta a Venezia nel 1554. Nella lettera ai lettori, lo pseudo-Palladio racconta che avendo avuto per le mani "un libretto intitolato le cose meravigliose di Roma", ed avendolo trovato "tutto pieno di strane bugie" aveva deciso di venire incontro al desiderio dei più "d'intendere veramente l'antiquità et altre cose degne di così famosa città". L'opera, che guardava alla città antica con maggiore consapevolezza storica, ebbe effettivamente uno straordinario successo e non solo fu stampata autonomamente dodici volte in cinquant'anni, ma dal 1563 fu anche inserita nelle edizioni delle "Cose meravigliose".

Giovanni Tarcagnota (pseud. Andrea Palladio), L'antichita di Roma di m. Andrea Palladio, raccolta brevemente da gli auttori antichi, & moderni. Di nuovo ristampata et corretta, Venezia 1565
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L'area absidale della Basilica di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi cinque-secenteschi voluti da Sisto V e Paolo V

Così si mostra l'area absidale di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi cinque-secenteschi. Si vedono la cupola della cappella del Santissimo Sacramento e l’obelisco esquilino fatti erigere da Sisto V, e la cupola della Cappella Borghese che Paolo V fece realizzare da Flaminio Ponzio specularmente alla Cappella sistina, conclusa pochi anni prima che De Angeli ne desse conto nella sua opera.

Facies occidentalis liberianae Basilicae addita utrinque orthographia lateris item occidentalis sacellorum qua maximi pontifices Sixtus V ad dexteram s.mo dni nostri praesepi Paulus V ad laevam ipsi deiparae magnifico opere extruxerunt, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
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San Luigi dei Francesi

La chiesa di San Luigi dei Francesi ospita, nella Cappella Contarelli, le due tele realizzate da Caravaggio per il giubileo del 1600: la Vocazione e il Martirio di San Matteo.

S. Louis des François, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, première ville de l'Europe, avec toutes ses magnificences et ses délices..., vol. II, Leiden 1713
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San Filippo Neri fonda la Confraternita della santissima Trinità dei pellegrini e dei convalescenti

La Confraternita della santissima Trinità dei pellegrini e dei convalescenti, fu fondata nel 1548 da San Filippo Neri con lo scopo prioritario di garantire ospitalità e assistenza ai pellegrini poveri o infermi. Elevata nel 1562 al rango di Arciconfraternita, sviluppò un'intensa politica di aggregazione di confraternite non romane.

Pietro Giacomo Bacci, Vita di S. Filippo Neri fiorentino, fondatore della congregatione dell'Oratorio... Nuovamente ristampata con l'aggiunta di molte cose notabili, Roma 1625
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Le sette chiese ne "Le cose meravigliose dell'alma città di Roma"

La descrizione delle sette chiese apre tutte le edizioni delle cosiddette "cose meravigliose", le guide di Roma più importanti e diffuse del Cinquecento.

Le cose maravigliose dell’alma città di Roma, co'l movimento delle guglie, & gli aquedotti. Le ample, & commode strade, fatte à beneficio publico dal Santissimo Sisto V p.o.m., et le chiese, rappresentate in disegno da Girolimo Francino, con le stationi, & reliquie de' corpi santi che vi sono... Le antichità di Roma brevemente raccolte..., nuovamente corrette & purgate da molti errori, & ampliate dal reverendo padre fra Santi di Santo Agostino, Roma 1595
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La voce "anno giubilare" nel dizionario giuridico di Alberico da Rosate

Il dizionario di diritto civile e canonico di Alberico da Rosate, giurista bergamasco nato sul finire del XIII secolo e morto nel 1360, rappresenta il primo grande tentativo lessicografico in campo giuridico, sebbene il rigore scientifico dell'opera sia spesso allentato da divagazioni di tipo autobiografico. E' il caso, tra le altre, della voce dedicata al "Iubileus annus", l'anno giubilare, in cui Alberico, dopo averne citato i riferimenti biblici, e riportato le bolle di indizione del 1300 e del 1350, ricorda come lui stesso, insieme alla moglie e ai tre figli, avesse partecipato alla grande indulgenza di Clemente VI

Iubileus annus, in: Alberico da Rosate, Dictionarium iuris tam civilis, quam canonici..., Venezia 1581
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L'università dei fornai e panettieri

Il grano ha svolto per secoli un ruolo fondamentale nell'alimentazione dei romani, costituendo la base del nutrimento popolare. Per questo motivo l'attività dei produttori e dei venditori di pane, posta sotto la stretta sorveglianza dall'Annona, fu fortemente regolamentata da numerose disposizioni legislative ed amministrative. In occasione degli anni santi si moltiplicavano i provvedimenti pontifici per garantire gli approvvigionamenti necessari a far fronte alle necessità alimentari dei pellegrini. L'università dei fornai dal canto suo cercava di conservare le proprie prerogative, limitando il più possibile l'ampliamento delle licenze d'esercizio, tanto che alla fine del XVII secolo esistevano a Roma soltanto una sessantina di forni. In occasione del giubileo del 1500 in seno all'Università dei fornai si costituì la confraternita dell'arte, che nell'anno santo 1550 inaugurava solennemente la propria chiesa dedicata a Santa Maria di Loreto, dove ha ancora oggi la sua sede.

Statuti dell'università et arte de fornari e panettieri dell'alma città di Roma, ms. sec. XVII
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Notificazione del 1° luglio 1825, firmata dal cardinale vicario Placido Zurla, relativa all'esposizione delle reliquie nelle chiese di Roma e alla concessione dell'indulgenza per chi si recherà a visitarle

Vicariato di Roma, Notificazione (1° luglio 1825), Roma 1825
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Veduta di Roma da Monte Mario

Monte Mario era il punto di arrivo di pellegrini e viaggiatori giunti a Roma da nord attraverso la via Trionfale, nella quale confluivano la via Regia Romana e la via Francigena. Il monte era detto Mons Gaudii, Monte del Gaudio, proprio per evocare la meraviglia dei pellegrini che dalla sua cima potevano finalmente ammirare, alla fine del viaggio, Roma e San Pietro.

Giovanni Battista Cipriani, Roma veduta per profilo dal Monte Mario 1797, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
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Pianta della Basilica di San Paolo nel 1815

Il numero 10 indica la porta santa

Andrea Alippi (dis.), Pietro Ruga (inc.), Pianta della Basilica di S. Paolo sulla via Ostiense, in: Nicola Maria Nicolai, Della Basilica di S. Paolo..., Roma 1815
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Le trasformazioni all'area lateranense volute da Sisto V e realizzate da Domenico Fontana

Demolito l'antico Patriarchio, Sisto V fece edificare un palazzo di dimensioni più ridotte, a pianta quadrata, modellato su Palazzo Farnese. Incaricò poi Domenico Fontana di costruire un apposito edificio nel quale collocare la Scala Santa e il Sancta Sanctorum, con le preziose reliquie che vi erano custodite.

Domenico Fontana, Della trasportatione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetta di sua santità..., Roma 1590 [ma 1604]
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Bolla di indizione del giubileo straordinario di Benedetto XIV per la pace tra i principi cristiani

Oltre che per l’inizio del pontificato, i pontefici hanno indetto giubilei straordinari senza caratteristiche di anno santo anche per occasioni particolari o in momenti di gravi difficoltà. Nel 1744, in piena guerra di successione austriaca, che vede le armate austriache e spagnole percorrere le terre pontificie, Benedetto XIV indice un giubileo per impetrare la pace fra i principi cristiani.

Benedetto XIV, Jubilaeum pro Christi fidelibus Italiae & insularum adjacentium divinam opem implorantibus pro pace inter principes christianos & aliis praesentibus catholicae Ecclesiae necessitatibus (20 novembre 1744), Roma 1744
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"Le cose meravigliose dell'alma città di Roma" per il giubileo del 1575

In occasione del giubileo del 1575, per fare da guida ai pellegrini furono pubblicate ben dieci edizioni delle "Cose meravigliose" della città di Roma. Queste guide si erano arricchite nel tempo ed avevano ormai assunto una forma stabile che comprendeva la descrizione delle chiese, stazioni e reliquie; il trattato per acquisire le indulgenze; la "guida romana" (un breve itinerario per la visita della città in tre giornate); la cronologia dei pontefici, dei re e degli imperatori romani e dei principi cristiani; le Antichità di Roma di Palladio/Tarcagnota; l'elenco delle poste principali per il cambio dei cavalli. In alcune delle edizioni pubblicate per l'anno santo del 1575 i tipografi aggiunsero anche la lettera pastorale del 10 settembre 1574 indirizzata ai diocesani dall'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, con la quale li esortava a compiere il pellegrinaggio a Roma in occasione dell'imminente giubileo.

Le cose maravigliose dell'alma città di Roma dove si tratta delle chiese, stationi, & reliquie de' corpi santi che vi sono. Con un trattato d'acquistar l'indulgentie. La guida romana che insegna facilmente a i forastieri a ritrovare le più notabil cose di Roma. Li nomi de i sommi pontefici, imperadori, & altri principi christiani. L'antichità di Roma brevemente raccolta. Et un discorso sopra i fuochi degli antichi. Tutti novamente purgati, & corretti. Et una epistola del cardinale Borromeo del giubileo dell'anno santo, Roma 1575
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Pianta della Basilica di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi realizzati sotto i pontificati di Sisto V e Paolo V

La pianta mostra con evidenza i grandi interventi cinque-secenteschi in cui emergono in particolare le due cappelle laterali destra e sinistra realizzate da Domenico Fontana per papa Sisto V e Flaminio Ponzio per Paolo V.

Vestigium totius Basilicae liberianae et appositorum aedificiorum ea forma in quam Paulus V pont. max. magnifice exculta atque aucta redegit, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
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Piazza Navona prima del 1650

Nel corso del Medioevo, le strutture murarie delle gradinate dello stadio di Domiziano furono utilizzate come base per abitazioni, botteghe, ma anche per chiese e istituzioni religiose. Nel XIII secolo la Nazione spagnola a Roma la scelse per la propria sede, e vi costruì una chiesa e l’ospedale. Nel XV secolo, con il trasferimento del grande mercato cittadino, la piazza assunse sempre maggiore importanza, per la sua collocazione nel cuore turistico e commerciale della città. Per tale ragione si procedette, nel Cinquecento ad una prima sistemazione della piazza, con la costruzione di due fontane laterali e un semplice abbeveratoio per i cavalli al centro. Piazza Navona divenne luogo privilegiato per incontrarsi, passeggiare, godere di spettacoli improvvisati di giocolieri e saltimbanchi, ma anche assistere a feste organizzate, sacre e profane. Nel XVII secolo, con l’elezione al soglio pontificio di Innocenzo X, membro della famiglia Pamphilj, il cui palazzo affacciava sulla piazza, si giunse alla definitiva sistemazione dell’area.

Platea Agonalis, in: Pompilio Totti, Ritratto di Roma moderna..., Roma 1638
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Descrizione della chiesa e ospizio dell'Arciconfraternita della santissima Trinità dei pellegrini e convalescenti

La Confraternita della santissima Trinità dei pellegrini e dei convalescenti, fondata nel 1548 da San Filippo Neri con lo scopo prioritario di garantire ospitalità e assistenza ai pellegrini poveri o infermi, fu protagonista di una rapida espansione delle proprie funzioni e delle proprie strutture, già nei primi anni dopo la sua fondazione.

Ridolfino Venuti, Accurata e succinta descrizione topografica e istorica di Roma moderna..., vol. I, Roma 1766
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La storia edilizia di San Pietro nelle medaglie pontificie coniate per celebrare le varie fasi costruttive della basilica

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Giovanni Girolamo Frezza, Pontificum romanorum numismata templi vaticani fabricam chronologicam indicantia, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
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Cupola della Basilica Vaticana secondo il progetto di Bramante

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Alessandro Specchi, Delineatio tholi basilicae vaticanae iuxta typum Bramantis, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
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Progetto di Antonio da Sangallo per la nuova basilica vaticana

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Alessandro Specchi, Frons basilicae vaticanae ab Antonio Sangallo delineata, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
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Progetto di Michelangelo Buonarroti per la nuova basilica vaticana

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Giovanni Girolamo Frezza, Forma eiusdem novae basilicae Michaele Angelo Bonarota delineata, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
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Progetto di Domenico Fontana per la nuova basilica vaticana

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Giovanni Girolamo Frezza, Forma basilicae quam cum porticu itidem aperta excogitavit eques Dominicus Fontana sub Sixto V, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
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Papa Clemente VIII visita le sette chiese durante il giubileo del 1600

La visita delle sette chiese non ha mai rappresentato un adempimento obbligatorio per ottenere l'indulgenza plenaria durante gli anni santi. Tuttavia il pellegrinaggio alle sette chiese è stato incoraggiato come un arricchimento dell'esperienza devozionale per i pellegrini giubilari, e fu particolarmente caro anche ad alcuni pontefici. E' questo il caso di Clemente VIII, che nel corso del giubileo del 1600 praticò diverse volte questo itinerario sacro, incoraggiando in tal senso i numerosi pellegrini che raggiunsero Roma in quell'anno, come testimoniato dal cardinale Bentivoglio, nel primo capitolo del secondo libro delle sue memorie, dedicato a "quel che seguisse nella Corte di Roma intorno all'universale giubileo dell'anno 1600".

Guido Bentivoglio, Memorie del cardinale Bentivoglio con le quali descrive la sua vita e non solo le cose a lui successe nel corso di essa, mà insieme le più notabili ancora occorse nella città di Roma..., Venezia 1668
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San Pietro in Vaticano è una delle due basiliche da visitare nel Giubileo del 1300

Per ottenere l'indulgenza, ai pellegrini era richiesto di recarsi sulle tombe degli apostoli, presso le Basiliche di San Pietro e di San Paolo, per trenta giorni se romani e per quindici giorni se forestieri

Girolamo Franzini, Templum divi Petri, in: Le cose maravigliose dell’alma città di Roma..., Roma 1595
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Venuta a Roma del cardinale di Ceccano, legato apostolico per il giubileo del 1350

Il giubileo del 1350, indetto durante la cosiddetta "cattività avignonese", fu celebrato in assenza del papa. Clemente VI infatti lo indisse ma non si recò a Roma per celebrarlo. In sua vece inviò come legato il cardinale Annibaldo Caetani da Ceccano.

Vita di Cola di Rienzo tribuno del popolo romano..., Bracciano 1631
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Prospetto della Basilica di San Paolo sulla via Ostiense, nel 1815, prima dell'incendio

Andrea Alippi (dis.), Pietro Ruga (inc.), Prospetto della Basilica di S. Paolo sulla via Ostiense, in: Nicola Maria Nicolai, Della Basilica di S. Paolo..., Roma 1815
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Le monete celebrative del giubileo del 1525

Dopo la stabilizzazione del rituale avvenuta con Alessandro VI la porta santa diviene elemento iconografico principale nella raffigurazione dell’anno santo. La porta viene utilizzata anche per le medaglie commemorative degli anni santi. La prima coeva è del 1525, mentre quelle relative a epoche precedenti sono “di restituzione” (postume). La prima medaglia di restituzione su cui compare la porta santa è riferita al giubileo di Nicolò V, in cui peraltro il rituale della porta non era ancora affermato.

Filippo Buonanni, Numismata pontificum romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum M.DC.XCIC vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere..., vol. I (Continens numismata à Martino V usque ad Clemente VIII), Roma 1699
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Storia delle trasformazioni dell'area lateranense volute da Sisto V e realizzate da Domenico Fontana

Demolito l'antico Patriarchio, Sisto V fece edificare un palazzo di dimensioni più ridotte, a pianta quadrata, modellato su Palazzo Farnese. Incaricò poi Domenico Fontana di costruire un apposito edificio nel quale collocare la Scala Santa e il Sancta Sanctorum, con le preziose reliquie che vi erano custodite.

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. II, Losanna [ma Ginevra], 1669
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Gli interventi sistini in città per il giubileo del 1475 nel racconto del Platina

Battista Platina, Historia delle vite de i sommi pontefici dal salvator nostro sino a Clemente VIII..., Venezia 1594
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La prima guida di Roma corredata di xilografie, opera di Girolamo Franzini

Nel 1588 l'incisore ed editore Girolamo Franzini realizza la prima edizione delle "Cose meravigliose" illustrata con 143 piccole xilografie, a lungo riutilizzate nelle guide successive e particolarmente preziose poiché rappresentano le chiese di Roma prima delle grandi trasformazioni del '600. L'edizione di Franzini si distingue dalle precedenti anche per il contenuto, poiché se da una parte mantiene la struttura ormai consolidata delle "Cose meravigliose", dall'altra ne fa ampliare e attualizzare il testo dal frate agostiniano Santi Solinori da Monte San Savino, con riferimenti alla Roma coeva e al pontificato di Sisto V, evidenti fin dal frontespizio, dove fanno bella mostra di sé i grandi obelischi simbolo della politica urbanistica di papa Peretti

Le cose maravigliose dell’alma città di Roma, dove si veggono il movimento delle guglie, & gli acquedotti per condurre l’acqua felice, le ample. & commode strade, fatte à beneficio publico dal Santissimo Sisto V p.o.m., et si tratta delle chiese, rappresentate in disegno da Gieronimo Francino, con le stationi, & reliquie de' corpi santi che vi sono, et un trattato del modo d’acquistare l’indulgenze... L’antichità di Roma brevemente raccolta..., nuovamente corretti & purgati da molti errori, & ampliate dal reverendo padre fra Santi de Sant'Agostino, Venezia 1588
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Facciata posteriore della Basilica di Santa Maria Maggiore

Questa immagine mostra l’aspetto definitivo dell’esterno della Basilica su Piazza dell’Esquilino, dopo gli interventi secenteschi voluti da Clemente X e realizzati da Carlo Rainaldi, il cui progetto per il restauro della facciata posteriore ed il raccordo tra le due cappelle e l’abside fu preferito a quello, più dispendioso, presentato da Bernini.

Roma antica e moderna o sia nuova descrizione della moderna città di Roma, e di tutti gli edifizi notabili, che sono in essa, e delle cose più celebri, che erano nella antica Roma... Abbellita con duecento e più figure in rame, con curiose notizie istoriche, e con la cronologia di tutti li sommi pontefici, re, consoli e imperadori romani. Accresciuta in questa nuova edizione di un tomo terzo..., vol. II, Roma 1745
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Dell'obelisco e fontana nuova di Piazza Navona

La Fontana dei Fiumi di Piazza Navona fu commissionata a Gian Lorenzo Bernini da papa Pamphilj, Innocenzo X, in vista del Giubileo del 1650. La fontana, che fa da straordinario supporto alla copia romana di un obelisco egizio rinvenuto nel 1647 presso il Circo di Massenzio, rappresenta, nei quattro giganti in marmo bianco che siedono appoggiati sullo scoglio centrale, quattro grandi fiumi: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata. La guida di Roma moderna di Pompilio Totti, pubblicata per la prima volta nel 1638, colse immediatamente l’importanza del nuovo ornato di Piazza Navona ed inserì già nell'edizione del 1652 una rappresentazione della Fontana dei Fiumi e il racconto della sua realizzazione.

Pompilio Totti, Ritratto di Roma moderna... in questa nuova editione accresciuto, e migliorato in molti luoghi, Roma 1652
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Le norme degli Statuti dell'Arciconfraternita della santissima Trinità dei pellegrini per il giubileo

Gli statuti dell'Arciconfraternita descrivono nel dettaglio tutte le regole cui devono attenersi tanto i pellegrini accolti, quanto gli ufficiali preposti alle diverse mansioni dell'accoglienza: il ricevimento, il controllo dei documenti, la registrazione dei romei, l'assegnazione dell'alloggio, la gestione del vitto, la cura personale.

Statuti delle ven. Archiconfraternita della santissima Trinità de' pellegrini e convalescenti di Roma, accresciuti e riformati, Roma 1821
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La vecchia e la nuova San Pietro durante la seconda metà del Cinquecento

Per gran parte del XVI secolo la “vecchia” e la “nuova” San Pietro coesistettero, divise dal “muro farnesiano”, costruito durante il pontificato di Paolo III per separare il cantiere della fabbrica dalla chiesa costantiniana, dove si continuavano a radunare fedeli e pellegrini e a celebrare riti e cerimonie. L'incisione di Natale Bonifacio attesta lo stato di avanzamento dei lavori nel 1575, durante il pontificato di Gregorio XIII.

Natale Bonifacio (inc.), D. Petri Basilica in Vaticano Ann. Iubilei 1575, in: Principio Fabrizi, Delle allusioni, imprese, et emblemi del sig. Principio Fabricii da Teramo sopra la vita, opere et attioni di Gregorio XIII..., Roma 1588
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La vecchia e la nuova San Pietro durante la seconda metà del Cinquecento

Per gran parte del XVI secolo la “vecchia” e la “nuova” San Pietro coesistettero, divise dal “muro farnesiano”, costruito durante il pontificato di Paolo III per separare il cantiere della fabbrica dalla chiesa costantiniana, dove si continuavano a radunare fedeli e pellegrini e a celebrare riti e cerimonie. L'incisione di Alessandro Specchi mostra l'avanzamento dei lavori sotto il pontificato di Sisto V.

Alessandro Specchi, Frons templi et palatii Vaticani sub Sixto V delineata, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
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San Paolo fuori le mura è una delle due basiliche da visitare nel Giubileo del 1300

Per ottenere l'indulgenza, ai pellegrini era richiesto di recarsi sulle tombe degli apostoli, presso le Basiliche di San Pietro e di San Paolo, per trenta giorni se romani e per quindici giorni se forestieri

Girolamo Franzini, Templum divi Pauli, in: Le cose maravigliose dell’alma città di Roma..., Roma 1595
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Gregorio XI include Santa Maria Maggiore tra le basiliche giubilari

Nel 1373, con la bolla Salvator noster Dominus,Gregorio XI, Santa Maria Maggiore fu inclusa tra le basiliche da visitare per ottenere l'indulgenza giubilare. La decisione fu confermata da Urbano VI che indisse il giubileo successivo (1390).

Gregorio XI, Salvator noster Dominus (29 aprile 1373), in: Collectionis bullarum sacrosanctae Basilicae vaticanae..., vol. II, Roma 1750
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La canonizzazione di Bernardino da Siena

La prima grande canonizzazione celebrata durante un giubileo fu quella del frate francescano Bernardino da Siena avvenuta nel 1450, nel giorno della Pentecoste, in concomitanza con il capitolo generale dei frati minori nel convento dell’Ara Coeli. Per la celebrazione giunsero a Roma frati dell’Ordine da ogni parte d’Europa. Tra questi Giovanni da Capestrano, a sua volta proclamato Santo nel 1690.

Bonaventura de' Rossi, La vita di Nicolao V papa..., Milano 1716
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Medaglie celebrative del giubileo di Nicolò V (1450)

Dopo la stabilizzazione del rituale avvenuta con Alessandro VI la porta santa diviene elemento iconografico principale nella raffigurazione dell’anno santo. La porta viene utilizzata anche per le medaglie commemorative degli anni santi. La prima coeva è del 1525, mentre quelle relative a epoche precedenti sono “di restituzione” (postume). La prima medaglia di restituzione su cui compare la porta santa è riferita al giubileo di Nicolò V, in cui peraltro il rituale della porta non era ancora affermato.

Domenico Maria Manni, Istoria degli anni santi dal loro principio sino al presente del MDCCL, tratta in gran parte da quella del p.l.f. Tommaso Maria Alfani..., Firenze 1750
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Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Giacomo Lauro, che mostra anche il grande obelisco egizio che Sisto V fece elevare sulla piazza a suggello della propria opera, prima situato al Circo Massimo.

Giacomo Lauro, Ecclesia S. Ioannis Laterani, in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1641
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La bolla "Etsi de cunctarum civitatum" del 30 giugno 1480

L'attenzione rivolta al decoro cittadino da parte di Sisto IV non termina con l'anno santo. Così dopo gli interventi "d'urgenza" pre-giubilari, con la bolla Etsi de cunctarum civitatum del 30 giugno 1480, il pontefice riorganizza l'attività edilizia cittadina e introduce di fatto l'esproprio della proprietà privata per motivi di pubblico interesse, favorendo la possibilità di acquistare edifici adiacenti e di demolire case fatiscenti o dall'aspetto medievale, dando spazio a successivi ampliamenti e alla costruzione di unità immobiliari più ampie e decorose.

Sisto IV, Etsi de cunctarum civitatum (30 giugno 1480),in: Statuta almae Urbis Romae auctoritate s.d.n. d. Gregorii papae XIII pont. max. a senatu, populoq. rom. reformata et edita, Roma 1580
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"Le cose meravigliose dell’alma città di Roma" per il giubileo del 1600

Le cose meravigliose dell’alma città di Roma, dove si tratta delle chiese, stationi, & reliquie de’ corpi santi, che vi sono. Con la guida romana, che insegna facilmente à forastieri di ritrovare le più notabil cose di Roma. Con le poste d’Italia. I nomi de' sommi pontefici, imperatori, & altri prencipi christiani. Et di nuovo corretto, & ampliato con le cose notabili fatte da papa Sisto quinto, & da papa Clemente ottavo..., Roma 1600
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Bernini, Athanasius Kircher, la Fontana dei Fiumi e l'obelisco Pamphilj

Nella progettazione della Fontana dei fiumi, Bernini volle conoscere e tener presente il significato dei geroglifici dell'obelisco, per decifrare i quali si avvalse della collaborazione dell'erudito gesuita Athanasius Kircher. Secondo alcuni interpreti, sarebbe da leggere come simbolo della collaborazione tra i due la raffigurazione, nella fontana, di un armadillo, collocato tra la flora e la fauna del Rio de la Plata. Un esemplare essiccato di questo animale, giunto dalle Americhe grazie ai rapporti di Kircher con i gesuiti d'Oltreoceano, era conservato presso il Museo Kircheriano al Collegio romano, ed è probabilmente attraverso di lui che Bernini potè conoscerne l'aspetto. Nell'anno del giubileo 1650, Kircher pubblicò in un volume il risultato dei suoi studi sull'obelisco di Piazza Navona.

Athanasius Kircher, Athanasii Kircheri e Soc. Iesu Obeliscus Pamphilius, hoc est interpretatio nova..., Roma 1650
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Piazza Navona

Place Navonne, bâtie sur les ruines du Cirque Agonalis de l'empereur Alexandre Severe, avec la vue de ses magnifiques edifices et fontaines, embellie de la sainte memoire du pape Innocent X, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, première ville de l'Europe, avec toutes ses magnificences et ses délices..., vol. II, Leiden 1713
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Piazza Navona nel 1773

Giovanni Battista Piranesi, Veduta di Piazza Navona sopra le rovine del Circo Agonale, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
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Sacerdote dell'Ospizio della ss.ma Trinità dei pellegrini e dei convalescenti di Roma

Andrea Antonio Orazi (dis.), Arnold van Westerouth (inc.), Sacerdos in Xenodochio Ss. Trinitatis, in: Filippo Buonanni, Catalogo degli ordini religiosi della chiesa militante..., vol. III (Parte terza, in cui si riferiscono alcuni di essi tralasciati nella prima edizione, e diversi collegii di alunni, e congregazioni di fanciulle...), 4 ed., Roma 1742
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L'obelisco vaticano proveniente dal circo di Nerone e sito, fino al 1586, sul fianco della basilica di San Pietro

Bernardo Gamucci, Le antichità della città di Roma..., 2 ed., Venezia 1580
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L'obelisco vaticano proveniente dal circo di Nerone e sito, fino al 1586, sul fianco della basilica di San Pietro

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Fianco della basilica vechia [sic] e parte del tempio novo e fabriche [sic] annesse, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
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Notificazione relativa all'approvvigionamento della "legna da paso" durante l'anno santo 1750, firmata dal chierico di Camera e presidente delle Ripe Pietro Petroni

Un settore di approvvigionamento di particolare rilevanza per la città di Roma, che necessitava di specifici provvedimenti in occasione degli anni santi era quello della legna da ardere. Fu regolamentato, soprattutto a partire dal XVIII secolo, da rigidissime disposizione normative atte a preservare le riserve boschive dello Stato Pontificio, evitando disboscamenti incontrollati, e distinguendo il taglio e il commercio del legname destinato alle costruzioni da quello della legna da ardere, della quale aumentavano le necessità durante gli anni santi. Il legname, proveniente dai boschi a Nord di Roma, arrivava in città per via fluviale, approdando al porto di Ripetta, sotto la stretta sorveglianza della Presidenza delle Ripe.

Presidenza delle Ripe, Notificazione (3 gennaio 1750), Roma 1750
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Veduta del Colosseo nel 1776

Nella veduta a volo d'uccello del Colosseo, incisa da Giovanni Battista Piranesi nel 1776, si vedono attorno alla platea le 14 cappelle delle stazioni della Via Crucis e al centro la grande croce

Giovanni Battista Piranesi, Veduta dell'anfiteatro Flavio detto il Colosseo, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
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Santa Maria Maggiore è una delle quattro basiliche da visitare nel Giubileo del 1390

Nel 1373 Gregorio XI stabiliva, con apposita bolla, che per ottenere l'indulgenza si dovesse visitare anche l'antica basilica di Santa Maria Maggiore: la sua decisione, recepita dal successore Urbano VI nell'indire il giubileo del 1390, non fu più modificata

Girolamo Franzini, Templ. divae Mariae maioris, in: Le cose maravigliose dell’alma città di Roma..., Roma 1595
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Porta Angelica

Giuseppe Vasi, Porta Angelica,tratta da: Id., Delle magnificenze di Roma antica e moderna,vol. I (Le porte e mura di Roma), 2 ed., Roma 1772
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Apertura della porta santa

Porte dorée qu'on ouvre l'année du Jubilé, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, première ville de l'Europe, avec toutes ses magnificences et ses délices..., vol. VI, Leiden 1713
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Pianta del Rione XIV di Borgo

Il borgo sviluppatosi attorno alla tomba di Pietro nel corso dell'alto medioevo costituì, dopo la costruzione delle mura di Leone IV nel IX secolo, la "civitas leonina", separata dal resto dell'Urbe e governata da magistrature proprie. La Città leonina ebbe un notevole sviluppo con la fine dello Scisma d'Occidente, quando i Pontefici di ritorno da Avignone spostarono la propria sede dal Laterano al Vaticano, e con l'avvio della fabbrica di San Pietro. Se già Niccolò V aveva immaginato di riorganizzare la viabilità della zona, fu papa Sisto IV a risistemare la via Sancta (o Borgo vecchio) e ad aprire la via Sistina (oggi chiamata Borgo Sant'Angelo) che costeggia il Passetto di Borgo dal Castello al Palazzo Vaticano. In occasione del giubileo del 1500 Alessandro VI fece aprire tra Borgo vecchio e Borgo Sant'Angelo una nuova strada, la via Alexandrina o via Recta, poi chiamata Borgo Nuovo.

Rione XIV di Borgo, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero succinta descrizione di questa superba città con due piante generali di essa e de' XIV rioni... riveduta ed aumentata da Stefano Piale, vol. II, Roma 1826
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Bolla di Alessandro VI per l'apertura della via Alexandrina a Borgo

La strada fatta aprire da Alessandro VI tra Borgo vecchio e Borgo Sant'Angelo, chiamata via Alexandrina o via Recta, poi Borgo Nuovo, fu solennemente inaugurata il 24 dicembre 1499, al momento dell'apertura della porta santa di San Pietro, rituale attuato per la prima volta proprio da Alessandro VI.

Alessandro VI, Etsi universis (1500), in: Magnum bullarium romanum... opus absolutissimum Laertii Cherubini..., editio novissima quinque tomis distributa..., vol. I,Lyon 1692
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Vista della strada di Borgo nuovo fatta aprire da Alessandro VI in occasione del giubileo del 1500

Vista de Borgo à S. Pedro, in: Compendio de las cosas mas particulares de la Santa ciudad de Roma con la noticia de sus iglesias, estaciones, reliquias, cuerpos de santos, i dotes para donzellas pobres que ai en ella. Guia puntual para que los forasteros hallen con facilidad sus mas notables maravillas... De nuevo corregido, i aumentado de laminas, i los dias de las postas de Roma para Espana, Roma 1769
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Vista della strada di Borgo nuovo fatta aprire da Alessandro VI in occasione del giubileo del 1500

Vista de Borgo à S. Pedro, in: Compendio de las cosas mas particulares de la Santa ciudad de Roma con la noticia de sus iglesias, estaciones, reliquias, cuerpos de santos, i dotes para donzellas pobres que ai en ella. Guia puntual para que los forasteros hallen con facilidad sus mas notables maravillas... De nuevo corregido, i aumentado de laminas, i los dias de las postas de Roma para Espana, Roma 1769
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Edizione in francese delle "Cose meravigliose" per il giubileo del 1750

Les marveilles de la ville de Rome où est traitè des eglises, stations, & reliques des corps saints qui y sont, avec la guide qui enseigne aux estrangers à aysement trouver les choses plus remarquables de Rome. Ensemble les noms des papes, empereurs & autres princes chrestiens. Novellement corrigè, & amplifiè: avec un addition da la restauration des eglises.... Beaoucoup corrigè, & augmentè en cette impression. On y a ajoutè la guide des chemins de Rome aux principales villes d'Italie, & lieux circonvoisins, avec voyage de S. Jacque en Galice..., Roma 1750
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La Fontana di Trevi prima dei lavori settecenteschi

L'acquedotto Vergine, a lungo abbandonato come le altre grandi opere idrauliche romane, fu ripristinato a partire dalla metà del XV secolo. Nel 1453 Niccolò V, nel punto terminale dell'acquedotto, in un luogo chiamato "trivium" o "trejo" perché posto all'incrocio di tre strade, fece realizzare una semplice fontana con tre bocche e una vasca rettangolare. Nel Seicento, Urbano VIII cambiò l'orientamento della fontana in quello attuale per predisporre il luogo alla realizzazione di una fontana monumentale. La piazza, rappresentata nella veduta di Falda del 1665, era allora occupata solo in piccola parte da una bassa vasca semicircolare alimentata da tre bocche di notevole portata, collocata di fronte alla chiesa dei Ss. Vincenzo e Anastasio.

Giovanni Battista Falda (dis.), Chiesa di Santi Vincenzo et Anastasio alla Fontana di Trevi de' padri religiosi di S. Girolamo, in: Il nuovo splendore delle fabbriche in prospettiva di Roma moderna, vol. III (Il terzo libro del nuovo splendore di Roma moderna con sue giuste vedute in prospettiva delle facciate, strade e chiese...), Roma 1773
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Dati relativi al numero di pellegrini, compagnie aggregate e compagnie non aggregate accolte dall'Arciconfraternita della Trinità dei pellegrini durante il giubileo del 1675

Ruggero Caetano, Le memorie de l'anno santo M. DC. LXXV celebrato da papa Clemente X e consacrate alla santità di n.s. papa Innocenzo XII, descritte in forma di giornale..., Roma 1691
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Il progetto di Camillo Agrippa per lo spostamento dell'obelisco vaticano

Fin dagli anni Trenta del Cinquecento gli architetti della fabbrica di San Pietro discutevano della possibilità del trasporto in piazza San Pietro del grande obelisco sito lateralmente alla basilica. Quando nel 1535 l'ingegnere e matematico milanese Camillo Agrippa giunse a Roma, presentò un ampio progetto che prevedeva lo spostamento in verticale dell'obelisco così da evitare le lunghe operazioni di atterramento e successivo reinnalzamento.

Camillo Agrippa, Trattato di Camillo Agrippa milanese di trasportar la guglia in su la piazza di San Pietro, Roma 1583
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Veduta del Colosseo

Angelo Uggeri, Le Colisée, in: Id., Journées pittoresques des édifices de Rome ancienne, vol. IV (Vues des édifices de Rome antique dans l'interieur, dessinés et publiès de l'an. 1793 au 1810), Roma 1810
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Ponte Milvio

I pellegrini che arrivavano a Roma dalla via Flaminia, in prossimità della città attraversavano il Tevere a Ponte Milvio detto anche Molle.

James Merigot, Ponte Mole 1796, in: Id., A select collection of views and ruins in Rome and its vicinity. Recently executed from drawings made upon the spot, London 1817-1819
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Le cerimonie d'apertura delle porte sante della quattro basiliche nel 1750

Dettagliata Relazione che ragguaglia sulle cerimonie svolte da Benedetto XIV e dai tre Legati per l’apertura delle porte sante delle basiliche patriarcali, con particolari di processioni, precedenze, tempi, gesti, ruoli e funzioni di partecipanti e osservatori. Le Relazione esce dalla stamperia romana dei Chracas (poi Cracas), celebre per la pubblicazione del Diario di Roma e per la diffusione di notizie riguardanti la corte papale e le cerimonie che avevano luogo.

Distinta relazione delle sagre funzioni fatte dalla santità di nostro signore papa Benedetto decimoquarto nell'aprire la porta santa della basilica di S. Pietro in Vaticano, e dalli tre eminentissimi legati a latere nell'aprire le porte sante delle altre tre patriarcali basiliche di S. Paolo, di S. Giovanni in Laterano e di S. Maria Maggiore, nel corrente anno santo 1750, Roma 1750
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La storia della basilica e del palazzo lateranense scritta da Cesare Rasponi nel XVII secolo

Dopo i lavori sistini sul lato del Palazzo lateranense, fu la volta, nei due secoli successivi, dei lavori di ristrutturazione della Basilica, sia all'interno che per il ripristino della facciata. Clemente VIII, a inizio Seicento, fece ridecorare il transetto e costruire dal perugino Luca Blasi un grande organo, considerato un capolavoro dell'arte organaria, che fu collocato nella Basilica per il giubileo del 1600. In vista dell'anno santo 1650, Innocenzo X incaricò Francesco Borromini della decorazione dell'interno della basilica. Fu una sfida di grandi proporzioni, dal momento che Borromini ricevette l'incarico nel 1644, a soli sei anni dall'apertura del giubileo. Borromini ricevette peraltro stringenti indicazioni dal pontefice sulla necessità di rispettare l'impianto paleocristiano della basilica, che l'architetto poté conservare solo in parte, dato il pessimo stato di conservazione dell'edificio. I lavori terminarono per tempo e l'inaugurazione poté avere luogo nel corso dell'anno santo.

Cesare Rasponi, De Basilica et patriarchio lateranensi libri quattuor..., Roma 1656
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Edizione in spagnolo delle "Cose meravigliose" della città di Roma

Compendio de las cosas mas particulares de la Santa ciudad de Roma con la noticia de sus iglesias, estaciones, reliquias, cuerpos de santos, i dotes para donzellas pobres que ai en ella. Guia puntual para que los forasteros hallen con facilidad sus mas notables maravillas, nombres de sumos Pontifices, Emperadores, i Reyes Christianos de la Europa. De nuevo corregido, i aumentado de laminas, i los dias de las postas de Roma para Espana, Roma 1769
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La collina di Trinità dei Monti prima della realizzazione della scalinata

Nel corso del Cinque-Seicento, un pendio alberato e segnato da sentieri scoscesi metteva in comunicazione la chiesa francese di Trinità de’ Monti con la sottostante Piazza di Spagna. Nella seconda metà del Seicento cominciò ad imporsi la necessità di una scalinata di raccordo tra la chiesa e la piazza. Ma il problema fu affrontato concretamente soltanto durante il pontificato di Clemente XI, che ricevette i progetti di diversi illustri artisti dell’epoca, tra i quali Alessandro Specchi e Francesco De Sanctis, architetto dell’Ordine dei minimi, cui il terreno apparteneva. De Sanctis, autore tra l’altro della nuova facciata della Chiesa della Trinità dei Pellegrini, fu il prescelto dal successore di Clemente XI, Innocenzo XIII, che diede il via ai lavori nel 1723 con la speranza di vederli realizzata in tempo per il giubileo del 1725. La scalinata fu effettivamente inaugurata durante l’anno santo da Benedetto XIII, seppur a lavori non completamente terminati.

Giovanni Battista Falda, Chiesa della Santiss. Trinità de Monti de PP. minimi francesi sul monte Pincio,in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. II (Il secondo libro del novo teatro delle fabriche, et edificii, fatte fare in Roma, e fuori di Roma dalla santità di nostro signore papa Alessandro VII), Roma 1665-1667
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La collina di Trinità dei Monti prima della realizzazione della scalinata

Nel corso del Cinque-Seicento, un pendio alberato e segnato da sentieri scoscesi metteva in comunicazione la chiesa francese di Trinità de’ Monti con la sottostante Piazza di Spagna. Nella seconda metà del Seicento cominciò ad imporsi la necessità di una scalinata di raccordo tra la chiesa e la piazza. Ma il problema fu affrontato concretamente soltanto durante il pontificato di Clemente XI, che ricevette i progetti di diversi illustri artisti dell’epoca, tra i quali Alessandro Specchi e Francesco De Sanctis, architetto dell’Ordine dei minimi, cui il terreno apparteneva. De Sanctis, autore tra l’altro della nuova facciata della Chiesa della Trinità dei Pellegrini, fu il prescelto dal successore di Clemente XI, Innocenzo XIII, che diede il via ai lavori nel 1723 con la speranza di vederli realizzata in tempo per il giubileo del 1725. La scalinata fu effettivamente inaugurata durante l’anno santo da Benedetto XIII, seppur a lavori non completamente terminati.

SS. Trinita de' Monti, in: Fioravanti Martinelli, Roma di nuovo ricercata nel suo sito... Di nuovo con ogni diligenza corretta & accresciuta con belle figure, Roma 1702
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La collina di Trinità dei Monti prima della realizzazione della scalinata

Nel corso del Cinque-Seicento, un pendio alberato e segnato da sentieri scoscesi metteva in comunicazione la chiesa francese di Trinità de’ Monti con la sottostante Piazza di Spagna. Nella seconda metà del Seicento cominciò ad imporsi la necessità di una scalinata di raccordo tra la chiesa e la piazza. Ma il problema fu affrontato concretamente soltanto durante il pontificato di Clemente XI, che ricevette i progetti di diversi illustri artisti dell’epoca, tra i quali Alessandro Specchi e Francesco De Sanctis, architetto dell’Ordine dei minimi, cui il terreno apparteneva. De Sanctis, autore tra l’altro della nuova facciata della Chiesa della Trinità dei Pellegrini, fu il prescelto dal successore di Clemente XI, Innocenzo XIII, che diede il via ai lavori nel 1723 con la speranza di vederli realizzata in tempo per il giubileo del 1725. La scalinata fu effettivamente inaugurata durante l’anno santo da Benedetto XIII, seppur a lavori non completamente terminati.

La Trinité du Mont, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, première ville de l'Europe, avec toutes ses magnificences et ses délices..., vol. I, Leiden 1713
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Della trasportatione dell'obelisco vaticano di Domenico Fontana

Fin dagli anni Trenta del Cinquecento gli architetti della fabbrica di San Pietro discutevano della possibilità del trasporto in piazza San Pietro del grande obelisco sito lateralmente alla basilica. Se ne occuparono Antonio da Sangallo, Camillo Agrippa e lo stesso Michelangelo. Fu solo dopo la elezione al soglio pontificio di Sisto V che, grazie alla volontà del papa e all’ingegno di Domenico Fontana, si giunse alla rapida realizzazione del progetto, compiuto tra l’aprile e il settembre 1586. Fontana, rifacendosi alle tecniche romano-imperiali, abbatté, spostò e rialzò l’obelisco al centro della piazza, facendo uso di un complesso sistema di leve e argani e di un grande numero di operai specializzati (fabbri, muratori, carpentieri). Lo stesso Fontana fa un resoconto dettagliato di tutta l’operazione nel libro Della trasportatione dell'obelisco Vaticano e delle fabriche di nostro signore papa Sisto V, stampato a Roma nel 1590 e illustrato da Natale Bonifacio.

Domenico Fontana, Della trasportatione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetta di sua santità..., Roma 1590 [ma 1604]
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Ponte Sant'Angelo a Roma

Il ponte, risalente al II secolo, anticamente chiamato ponte Elio, collega San Pietro e il Borgo Vaticano a Roma. L'incisione di Alessandro Specchi mostra il ponte nel suo aspetto seicentesco.

Alessandro Specchi, Pons Aelius a Clemente IX statuis exornatus, in: Filippo Buonanni, Numismata pontificum romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum M.DC.XCIC vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere..., vol. II (Continens numismata à Clemente VIII usque ad Innocentium XII), Roma 1699
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Veduta del porto di Ripa Grande dopo le modifiche realizzate sotto il pontificato di Innocenzo XII

Fin dall'età alto medievale, un piccolo scalo portuale, detto Ripa Romea, aveva utilizzato i resti di antiche banchine di età imperiale, sulla riva destra del Tevere. Alla metà del Trecento la Ripa Romea diventa Ripa Grande, luogo d'approdo delle merci e dei passeggeri che, giunti sulla costa laziale via mare, risalivano il corso del fiume fino al centro della città su barche di medio tonnellaggio. Nel corso del '600, a seguito dello spostamento della cinta muraria all'altezza di Porta Portese, il porto viene arretrato a monte; viene quindi costruita la Dogana, poi inglobata nella fabbrica dell'Ospizio Apostolico di S. Michele a Ripa, e infine, nel 1693-1697 papa Innocenzo XII affida agli architetti Mattia De Rossi e Carlo Fontana la sistemazione dell'intero complesso di Ripa Grande e San Michele a Ripa.

Alessandro Specchi, Aedificium in ripa Tiberis ab Innocentio XII aedificatum pro alendis pueris egenis, in: Filippo Buonanni, Numismata pontificum romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum M.DC.XCIC vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere..., vol. II (Continens numismata à Clemente VIII usque ad Innocentium XII), Roma 1699
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Veduta dell'edificio per lo stoccaggio delle merci fatto costruire da Innocenzo XII al porto di Ripa Grande

Tra gli interventi di ampliamento e sistemazione del porto di Ripa Grande dovuti ad Innocenzo XII, c'è la costruzione della cosiddetta Dogana nuova, rappresentata in questa veduta opera di Giovanni Girolamo Frezza.

Giovanni Girolamo Frezza, Aedificium prope Tiberim pro mercibus Romam aductis ab Innocentio XII extractum, in: Filippo Buonanni, Numismata pontificum romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum M.DC.XCIC vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere..., vol. II (Continens numismata à Clemente VIII usque ad Innocentium XII), Roma 1699
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Il giubileo del 1390 nel racconto di Domenico M. Manni

Nel 1389, con la bolla Salvator noster Unigenitus, papa Urbano VI stabilisce che l’intervallo tra i giubilei sia ridotto a 33 anni, un richiamo alla durata della vita terrena di Cristo. Egli conferma inoltre la decisione di Gregorio XI (1373) di includere Santa Maria Maggiore tra le basiliche da visitare per il giubileo. Il giubileo è previsto per il 1390, ma Urbano VI muore pochi mesi prima dell’inizio della solennità, che viene celebrata dal successore, Bonifacio IX.

Domenico Maria Manni, Istoria degli anni santi dal loro principio sino al presente del MDCCL, tratta in gran parte da quella del p.l.f. Tommaso Maria Alfani..., Firenze 1750
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Ponte Milvio

Ponte Milvio detto ponte Molle, colla sua torre sul Tevere, fuori la Porta del Popolo, in: Carlo Fea, Nuova descrizione di Roma antica e moderna e de' suoi contorni, sue rarità specialmente dopo le nuove scoperte cogli scavi. Arricchita delle vedute più interessanti..., vol. II, Roma 1820
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Le cerimonie dell’anno santo nella trattatistica di tardo Settecento

Francesco Antonio Zaccaria (1714-1795), gesuita, scrittore, storico, scrive un trattato sull’anno santo in cui, oltre a dissertare sulla storia e il significato della celebrazione, tratta di aspetti pratici e cerimoniali, descrive accuratamente il rito di apertura e chiusura delle porte sante, formalizzato con Alessandro VI e seguito dai suoi successori, e spiega le diverse altre tappe cerimoniali del giubileo, soffermandosi sulle modalità e i tempi di pubblicazione della bolla di indizione.

Girolamo Lunadoro, Francescantonio Zaccaria, Lo stato presente o sia relazione della corte di Roma, già pubblicata dal cav. Lunadoro, ora ritoccata accresciuta ed illustrata da Francescantonio Zaccaria..., vol. I, Roma 1774
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Gli interventi di Innocenzo X e Borromini (1650) e Clemente XII e Alessandro Galilei per la Basilica di San Giovanni in Laterano (1735)

In vista dell'anno santo 1650, Innocenzo X incaricò Francesco Borromini della decorazione dell'interno della basilica. Fu una sfida di grandi proporzioni, dal momento che Borromini ricevette l'incarico nel 1644, a soli sei anni dall'apertura del giubileo. Borromini ricevette peraltro stringenti indicazioni dal pontefice sulla necessità di rispettare l'impianto paleocristiano della basilica, che l'architetto poté conservare solo in parte, dato il pessimo stato di conservazione dell'edificio. I lavori terminarono per tempo e l'inaugurazione poté avere luogo nel corso dell'anno santo. A due anni dall'elezione al soglio pontificio, papa Clemente XII (1730-1740) bandì un concorso per il rifacimento della facciata, a cui parteciparono numerosi architetti. Il progetto che vinse la gara fu quello del fiorentino Alessandro Galilei, architetto al servizio del Granduca di Toscana, che, in soli tre anni (1732-1735) portò a termine i lavori e dette alla facciata l'aspetto solenne che ancora oggi la caratterizza, con un grande portico con cinque aperture in corrispondenza delle navate della chiesa e un ampio loggiato ad arcate sovrastante. Sulla sommità sono collocate quindici statue che rappresentano il Cristo benedicente, i Santi Giovanni Battista ed Evangelista, e i dottori della Chiesa.

Giovanni Battista Gaddi, Roma nobilitata nelle sue fabbriche dalla santità di nostro signore Clemente XII..., Roma 1736
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Pianta del Rione IV di Campo Marzio

Nella pianta del Rione Campo Marzio emerge con assoluta evidenza il complesso stradale conosciuto come Tridente, grazie al quale, dopo essere entrati in città da porta Flaminia, si potevano raggiungere le tre basiliche maggiori. L'arteria centrale, oggi nota con il nome di via del Corso, riportata da Paolo II, nella seconda metà del XV secolo, sull'antico tratto urbano di Via Flaminia, immetteva attraverso Campo Marzio e Piazza Venezia in direzione di San Giovanni in Laterano. Ad ovest, la via Leonina, dal nome di papa Leone X che la aprì nel 1517, accompagnava i pellegrini verso Ponte Sant'Angelo e San Pietro. La strada prese poi il nome di via di Ripetta dopo la costruzione del Porto nel 1704. Ad est, infine, una terza via già esistente nel XIV secolo, risistemata per il giubileo del 1525, da papa Clemente VII, attraverso Piazza di Spagna saliva verso Santa Maria Maggiore. La via, chiamata Clementina, in onore del suo artefice, cambiò nome dopo la collocazione sulla strada di una fontana con la statua di un sileno, divenuta oggetto di scherzo da parte dei romani, che per la sua bruttezza la paragonavano ad un babbuino.

Campii Martii regio IV romana qualis erat anno 1777, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero breve descrizione di questa superba città con due piante generali, e quelle de' suoi quattordici rioni incisi in rame per comodo de' forestieri, vol. I, Roma 1779
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L'Itinerario d'Italia di Franz Schott

L'Itinerario d'Italia del giureconsulto Franz Schott fu pubblicato in lingua latina ad Anversa in occasione del giubileo del 1600, come guida per i pellegrini che si sarebbero recati in Italia per l'anno santo. Si tratta della prima guida che accompagna i viaggiatori in Italia affiancando, alle informazioni su percorsi e distanze tipiche delle guide postali, notizie storiche e artistiche. L'opera ebbe un enorme successo editoriale, fu tradotta in italiano, francese e inglese e corredata da un ricco apparato di piante e carte.

Franz Schott, Itinerarii Italiae rerumq. romanarum libri tres..., Antwerpen 1600
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La "nuova" facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore

La "nuova" facciata della Basilica fu realizzata da Ferdinando Fuga per Benedetto XIV. É caratterizzata da un portico e da una loggia superiore per le benedizioni, che si soprappone ai mosaici duecenteschi, incastonandoli senza distruggerli.

Basilicae Sanctae Mariae Maioris prospectus, in: Calcografia degli edifizj di Roma, ovvero vedute, piante, spaccati, ed elevazioni di belli edifizj antichi e moderni di questa superba città, vol. II, Roma 1779
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La scalinata di Trinità dei Monti

Questa rappresentazione della "nuova" scalinata di Trinità dei Monti compare per la prima volta in una guida nel 1725: la Roma ampliata e rinovata o sia Nuova descrizione della moderna città di Roma e di tutti gli edifizi notabili che sono in essa, stampata, edita a cura di Gregorio Roisecco. Gli eredi di Roisecco continueranno ad utilizzarla nel corso del '700 nonostante nuove e più fedeli rappresentazioni della scalinata illustrino ormai anche le guide più popolari.

La Trinita de Monti, in: Nuova descrizione di Roma antica e moderna e di tutti li più nobili monumenti sagri e profani che sono in essa e nelle sue vicinanze... Edizione seconda..., Roma 1775
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La scalinata di Trinità dei Monti

Piazza di Spagna, in: Roma antica e moderna o sia nuova descrizione della moderna città di Roma... Abbellita con duecento e più figure in rame... Accresciuta in questa nuova edizione di un tomo terzo..., vol. I, Roma 1745
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Piazza di Spagna e la scalinata di Trinità dei Monti nel 1750

Giovanni Battista Piranesi, Veduta di Piazza di Spagna, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
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Trinità dei Monti dopo la realizzazione della scalinata e la collocazione dell'obelisco sallustiano

L'incisione di Cipriani mostra la conclusione della sistemazione della collina di Trinità dei Monti, con la collocazione dell'obelisco Sallustiano di fronte al convento voluta da Pio VI alla fine degli anni ottanta del Settecento.

Giovanni Battista Cipriani, Piazza di Spagna, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
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Dati relativi ai pellegrini accolti, alle entrate e alle spese della Arciconfraternita della santissima Trinità dei pellegrini per il giubileo del 1775

Entrata e spesa generale della ven. Archiconfraternita ed ospedale della santissima Trinità de' pellegrini e convalescenti di Roma per l'anno santo 1775, Roma 1775
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Ristretto generale di tutti i pellegrini, convalescenti e altre persone che sono state ricevute e alimentate dalla Arciconfraternita della Trinità dei pellegrini durante l'anno santo 1775

Entrata e spesa generale della ven. Archiconfraternita ed ospedale della santissima Trinità de' pellegrini e convalescenti di Roma per l'anno santo 1775, Roma 1775
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Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la struttura lignea appositamente costruita da Domenico Fontana per il trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Castello composto di legnami che servì per levare d'opera l'obelisco, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
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Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la prima fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), L'obelisco piegato mentre calava, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
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Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la seconda fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Scurcio del castello con l'obelisco stratato, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
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Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la terza fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Strada pensile con l'obelisco sopra, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
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Dante, Paradiso (canto XXXI)

Il velo della Veronica fu tra le reliquie oggetto di maggior venerazione nel Medioevo. In questo passo Dante evoca l'immagine del pellegrino venuto da lontano per contemplare le sembianze del volto di Cristo sulla Veronica, per rendere l'idea della propria contemplazione di fronte al volto di San Bernardo.

Dante Alighieri, La Divina Commedia di Dante Alighieri nobile fiorentino ridotta a miglior lezione dagli Accademici della Crusca, Firenze 1599
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Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la quinta fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Piazza pensile con il prospetto del castello per l'erettione dell'obelisco, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
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Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la fase conclusiva del trasporto dell'obelisco vaticano e l'erezione al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Dispositione e veduta generale delle machine che servirono per alzare l’obelisco vaticano, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
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Porta Flaminia

Giovanni Battista Cipriani, Porta Flaminia detta del Popolo, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
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Le cerimonie dell’anno santo nella trattatistica di tardo Settecento

Stanislao Poeti, Lettera al chiarissimo autore del trattato dell'anno santo sopra il famoso dubbio se la visita delle quattro basiliche fatta in giorni ecclesiastici continui e incominciata a' primi vespri d'ogni giorno, possa servire all'acquisto del giubileo, Roma 1775
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Gli interventi di Gregorio XIII, Sisto V e Alessandro VII per Piazza del Popolo

La veduta di Giovanni Battista Falda mostra Piazza del Popolo dopo gli interventi cinque-secenteschi dovuti a Gregorio XIII, Sisto V e Alessandro VII. Si vedono infatti la fontana di Giacomo Della Porta, fatta collocare al centro della piazza nel 1573, in vista del giubileo del 1575, da papa Gregorio XIII; l'obelisco egizio proveniente dal Circo Massimo, innalzato nel 1589 da Sisto V; la facciata interna di Porta del Popolo restaurata da Gian Lorenzo Bernini su incarico di Alessandro VII, che gli affidò anche il compito di intervenire sulla basilica di Santa Maria del Popolo, eretta nell'XI secolo da Pasquale II, e ricostruita da papa Sisto IV per il giubileo del 1475.

Giovanni Battista Falda, Piazza del Popolo abbellita da n.s. papa Alessandro VII, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665
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Gli interventi di Alessandro VII per Piazza del Popolo

La veduta di Giovani Battista Falda mostra le "fabbriche" di Alessandro VII per le chiese gemelle di Piazza del Popolo, prima ancora della loro concreta realizzazione. La costruzione di Santa Maria in Montesanto iniziò infatti nel 1662, ma si interruppe alla morte del Pontefice nel 1667 per riprendere nel 1673, sotto la supervisione di Bernini con la collaborazione di Carlo Fontana. I lavori per la chiesa gemella di Santa Maria dei Miracoli, invece, iniziarono solo nel 1675, dieci anni dopo l'anno d'edizione dell'incisione di Falda che rappresenta dunque una proiezione del progetto di Alessandro VII.

Giovanni Battista Falda, Altra veduta della Piazza del Popolo entrandosi nella città, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665
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Veduta di Piazza del Popolo nel Settecento

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza del Popolo [1750], in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
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Veduta di Piazza del Popolo nel Settecento

Giuseppe Vasi, Piazza del Popolo,tratta da: Id., Delle magnificenze di Roma antica e moderna,vol. II (Le piazze principali di Roma), Roma 1752
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Veduta di Piazza del Popolo nel Settecento

Giovanni Battista Cipriani, Piazza del Popolo, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
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Edizione italiana dell'Itinerario d'Italia di Franz Schott

La prima edizione italiana dell'Itinerario d'Italia di Franz Schott fu pubblicata a Venezia nel 1610 e recava erroneamente sul frontespizio l'attribuzione dell'opera al più noto Andrea, gesuita, filologo e antiquario, fratello di Franz. L'errore fu ripetuto in tutte le edizioni italiane fino al 1650.

Franz Schott, Itinerario, overo nova descrittione de' viaggi principali d'Italia, nella quale si hà piena notitia di tutte le cose più notabili e degne d'esser vedute..., Vicenza 1622
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Dati relativi alle entrate e alle spese della Arciconfraternita della Trinità dei pellegrini per il giubileo del 1825

Entrata e spesa generale della ven. Archiconfraternita della santissima Trinità de' pellegrini e convalescenti di Roma per l'anno santo 1825, Roma 1827
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Ritratto di Martino V

Con l’elezione nel 1417 di papa Martino V (Oddone Colonna) da parte dei vescovi riuniti nel Concilio di Costanza si conclude il “Grande Scisma” che dal 1378 ha visto la Chiesa divisa nella fedeltà a diversi pontefici. Martino V avvia una politica di rafforzamento dell’autorità papale sulle terre pontificie e di ricostruzione della città di Roma, sul piano amministrativo, urbanistico e architettonico.

Martinus V romanus, Oddo de Columna dictus, in Concilio constantiensi papa creatus anno 1417, in: Magnum oecumenicum Constantiense Concilium de universali Ecclesiae reformatione, unione, et fide... operam et labore Hermanni von der Hardt...,vol. IV (Corpus actorum et decretorum magni Constantiensis concilii de Ecclesiae reformatione unione ac fide), Frankfurt am Main - Leipzig - Helmstadt 1700
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Porta Flaminia

Luigi Rossini, Porta Flaminia detta del Popolo, tratta da: Id., Viaggio pittoresco da Roma a Napoli colle principali vedute delle città, delle campagne e dei paesi frapposti disegnate dal vero e incise da Luigi Rossini, Roma 1839
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Rito di chiusura della porta santa di San Pietro per il giubileo del 1775

Il foglio riporta la sequenza rituale da seguire per la chiusura della porta santa vaticana nel 1775.

Ritus in clausura portae sanctae vaticanae servandus anno jubilaei MDCCLXXV, Roma 1775
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La porta di bronzo

Dal grande incendio si salvarono solo il ciborio di Arnolfo di Cambio e, in parte, il grande portone di bronzo fatto costruire a Costantinopoli nell'XI secolo, che chiudeva l'ingresso centrale della Basilica. Il portone è composto di cinquantaquattro pannelli che narrano la vita di Cristo, con forti richiami all'iconografia bizantina. Restaurato negli anni sessanta del secolo scorso, è stato poi collocato sul lato interno della porta santa della Basilica. Ha subito ulteriori interventi di recupero in occasione dell'anno santo del 2000.

Andrea Alippi (dis.), Carlo Ruspi (dis.), Francesco Giangiacomo (inc.), Porta di bronzo disegno generale, in: Nicola Maria Nicolai, Della Basilica di S. Paolo..., Roma 1815
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Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La Piazza assunse la forma attuale nell'800. Nel 1793 l'architetto Giuseppe Valadier aveva presentato a papa Pio VI un progetto secondo il quale due caserme di cavalleria avrebbero dovuto essere disposte ai lati della piazza stessa. Con l'arrivo dei francesi a Roma si impose un progetto di "pubblica villa e passeggiata", affidato ad un architetto francese Louis Martin Berthault. Ma, con il ritorno del Pontefice, fu poi Valadier a realizzarlo: la piazza assunse l'attuale forma, fu rimossa la fontana di Giacomo Della Porta sostituìta da una nuova architettura, furono realizzate due fontane quasi gemelle al centro delle pareti curve che delimitano l'ellisse della piazza, si costruirono le ampie rampe di raccordo, adornate da alberi e carrozzabili, che permettevano di raggiungere la terrazza del Pincio.

Giovanni Battista Cipriani, Progetto del sig. Giuseppe Valadier architetto presentato a papa Pio VI nel 1794 per decorare la Piazza del Popolo con due caserme per cavalleria ed infanteri, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
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Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La Piazza assunse la forma attuale nell'800. Nel 1793 l'architetto Giuseppe Valadier aveva presentato a papa Pio VI un progetto secondo il quale due caserme di cavalleria avrebbero dovuto essere disposte ai lati della piazza stessa. Con l'arrivo dei francesi a Roma si impose un progetto di "pubblica villa e passeggiata", affidato ad un architetto francese Louis Martin Berthault. Ma, con il ritorno del Pontefice, fu poi Valadier a realizzarlo: la piazza assunse l'attuale forma, fu rimossa la fontana di Giacomo Della Porta sostituita da una nuova architettura, furono realizzate due fontane quasi gemelle al centro delle pareti curve che delimitano l'ellisse della piazza, si costruirono le ampie rampe di raccordo, adornate da alberi e carrozzabili, che permettevano di raggiungere la terrazza del Pincio.

Giovanni Battista Cipriani, Pianta della Piazza del Popolo e delle caserme secondo il progetto del sig. Giuseppe Valadier, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
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Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La Piazza assunse la forma attuale nell'800. Nel 1793 l'architetto Giuseppe Valadier aveva presentato a papa Pio VI un progetto secondo il quale due caserme di cavalleria avrebbero dovuto essere disposte ai lati della piazza stessa. Con l'arrivo dei francesi a Roma si impose un progetto di "pubblica villa e passeggiata", affidato ad un architetto francese Louis Martin Berthault. Ma, con il ritorno del Pontefice, fu poi Valadier a realizzarlo: la piazza assunse l'attuale forma, fu rimossa la fontana di Giacomo Della Porta sostituita da una nuova architettura, furono realizzate due fontane quasi gemelle al centro delle pareti curve che delimitano l'ellisse della piazza, si costruirono le ampie rampe di raccordo, adornate da alberi e carrozzabili, che permettevano di raggiungere la terrazza del Pincio.

Giuseppe Valadier (inv.), Luigi Maria Valadier (dis.), Giovanni Battista Cipriani (inc.), Pianta topografica della Piazza del Popolo in Roma con nuova publica passeggiata sul Monte Pincio, in: Giuseppe Antonio Guattani, Memorie enciclopediche sulle antichità e belle arti di Roma per il 1816, Roma 1817
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Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La sistemazione ottocentesca di piazza del Popolo e della passeggiata del Pincio è particolarmente chiara in questa veduta delle città “a volo d’uccello” tratta dalla serie di litografie “L’Italie à vol d’oiseau”, opera di Alfred Guesdon. Dalla fine del Settecento, grazie all’invenzione della mongolfiera prima e della fotografia poi, questo tipo di raffigurazioni dall'alto ebbero grande sviluppo, garantendo finalmente una riproduzione esatta della realtà e non più basata soltanto sulla proiezione di calcoli geometrici.

Alfred Guesdon (dis.), Jules Arnout (lit.), Rome. Vue prise au dessus de la Porte du Peuple, tratta da: Hippolyte Étiennez, L'Italie à vol d'oiseau, ou histoire et description sommaires des principales villes de cette contrée ... accompagnées de quarante grandes vues générales dessinées d'après nature par A. Guesdon, Paris 1849
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"I tesori nascosti dell'alma città di Roma", di Ottavio Panciroli pubblicati per il giubileo del 1600

In occasione del giubileo del 1600, il teologo reggiano Ottavio Panciroli pubblica un'opera che, nelle intenzioni dell'autore espresse nella lettera ai lettori, si pone in esplicita contrapposizione con la recente edizione delle "Cose meravigliose", rivista ed ampliata dal frate agostiniano Santi Solinori. L'opera comprende un breve trattato sul giubileo, sua origine e sue cerimonie, un capitolo sulle catacombe, uno dedicato a titoli, diaconie e vescovati dei cardinali, ed uno alle stazioni. La parte più nuova ed importante dell'opera, per ampiezza e credibilità della trattazione, è quella relativa alle chiese di Roma, alla quale attingeranno largamente i suoi successori. Panciroli intende fornire un quadro completo delle chiese di Roma, organizzando in ordine alfabetico la descrizione di 313 chiese, contro le 141 comprese nelle "Cose meravigliose"

Ottavio Panciroli, I tesori nascosti dell'alma città di Roma raccolti, e posti in luce per opera d'Ottavio Panciroli teologo da Reggio, Roma 1600
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Rito d'apertura e chiusura della porta santa di Santa Maria Maggiore

Giovanni Cristoforo Battelli, Brevis enarratio sacrorum rituum servatorum in aperiendo, & claudendo portam sanctam patriarchalis basilicae liberianae S. Mariae Majoris ab eminentissimo, & reverendissimo Petro card. Otthobono s. r. E. vice-cancellario, episcopo sebinensi, ejusdemque Basilicae archipresbytero & apostolico de latere legato, Roma 1726
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Discorso sopra il nuovo ornato della guglia di S. Pietro

Ludovico Sergardi, Discorso sopra il nuovo ornato della guglia di S. Pietro..., Roma 1723
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Il giubileo del 1423 nel racconto di Andrea Vittorelli

Nel 1423, a 33 anni dalla celebrazione del 1390, Martino V celebra a Roma un giubileo, di cui non è stata però mai rinvenuta la bolla di indizione.

Andrea Vittorelli, Historia de' giubilei pontificii celebrati ne' tempi di Bonifacio VIII, Clemente VI, Urbano VI, Bonifacio IX, Martino V..., Roma 1625
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Ponte Salario

James Merigot, Ponte Salaro 1798, in: Id., A select collection of views and ruins in Rome and its vicinity. Recently executed from drawings made upon the spot, London 1817-1819
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Chiudimento delle porte sante e vari riti usati nel farlo

Edizione del 1824 del settecentesco trattato Dell’Anno Santo di Francesco Antonio Zaccaria, ripubblicata in vista dell’anno santo del 1825. Nel descrivere il rito Zaccaria spiega come Alessandro VI “dacché introdusse nel principio l’aprimento delle Porte Sante, si è pure nel porgli fine preso il costume di chiuderle”

Francescantonio Zaccaria, Dell’anno santo trattato storico, ceremoniale, morale e polemico di Francescantonio Zaccaria con una pratica istruzione per guadagnare il santo giubileo ed aggiunte, vol. I (Parte I storica, e ceremoniale), Roma 1824
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La bolla di Gregorio XIII del 1 ottobre 1574, nota anche come costituzione "De aedificiis"

Fondamentale strumento urbanistico, rimasto in vigore fin quasi alle soglie del XIX secolo, la costituzione "De aedificiis", regolava l'attività edilizia cittadina in vista dell'anno santo del 1575. Affermando la preminenza del bene pubblico sugli interessi dei privati, regolava la facoltà di espropriazione degli edifici privati coinvolti dall'apertura di nuove strade e obbligava i proprietari al mantenimento del decoro degli stessi, sottoponendoli al rigoroso controllo pubblico.

Gregorio XIII, Quae publice utilia et decora(1 ottobre 1574), in: Magnum bullarium romanum... opus absolutissimum Laertii Cherubini..., editio novissima quinque tomis distributa..., vol. II (A Pio quarto usque ad Innocentium IX), Lyon 1692
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Il "Trattato nuovo delle cose meravigliose dell'alma città di Roma" di Pietro Martire Felini

Edizione "economica" del Trattato di Pietro Martire Felini, pubblicata dagli eredi Franzini nello stesso anno della prima edizione, illustrata in gran parte con xilografie edite da Girolamo Franzini nel 1588. Nella lettera ai lettori gli editori dichiarano "n'è parso bene di nuovo mandar in luce la detta opera senza figure... credendo di certo così sodisfar'à tutti, acciò chi non ha commodità di comperare la detta opera figurata, possi applicarsi per minor spesa à questa". Anche l'edizione "economica", tuttavia, presenta un seppur limitato apparato iconografico: dieci immagini dei santi, incise su legno, introducono i testi relativi alle nove chiese (più una, Santa Maria del Popolo già indicata da Sisto V in alternativa a San Sebastiano fuori le mura). Seguono: la descrizione di oltre 300 chiese di Roma, per le quali Felini guarda a Panciroli; la Guida romana in cui, pur dando largo spazio alle antichità, si descrivono anche le grandi realizzazioni di Sisto V e del pontefice regnante Paolo V Borghese; le Antichità di Palladio/Tarcagnota aggiornate al presente nei capitoli sulle inondazioni del Tevere, sulle acque, sulle statue. L’opera di Felini ebbe un immediato successo e, oltre alla edizione economica, nello stesso 1610 si stampò la traduzione spagnola; nel 1615 si procedette alla ristampa, nel 1619 ad una nuova edizione in spagnolo e per il giubileo del 1625 ad una nuova edizione aggiornata.

Pietro Martire Felini, Trattato nuovo delle cose maravigliose dell’alma città di Roma, diviso in due parti. Nella prima si discorre brevemente delle cose più essentiali appartenenti a trecento & più chiese. Nella seconda con facilità, & bellissimo ordine si mostrano, & dichiarano tutte l’antichità della detta alma città. Composto da f. Pietro Martire Felini da Cremona dell’Ordine de’ Servi, Roma 1610
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L'Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso di San Marcello

La confraternita del Santissimo Crocifisso ebbe origine nel 1519 dopo il crollo della chiesa di San Marcello dovuto ad un incendio dal quale si salvò soltanto l'antico crocifisso in legno del XIV secolo. Il fatto fu considerato miracoloso, così che un gruppo di fedeli si associò per prendersi cura della devotissima immagine. Tre anni dopo, nel 1522, la città fu colpita dalla peste. Il crocifisso miracoloso fu portato in processione per la città per 16 giorni, al termine dei quali la peste si fermò. In conseguenza di ciò fu deciso di formalizzare l'attività della Confraternita del Crocifisso, approvata nel 1526 da papa Clemente VII, e dedita all'assistenza e alla carità verso i poveri ed i pellegrini. Trasformata in Arciconfraternita, durante il giubileo accoglieva le compagnie aggregate che si recavano a Roma.

Statuti della ven. archiconfraternita del ss. Crocifisso in S. Marcello di Roma, confermati in forma specifica dalla santità di n. s. papa Clemente XII l'anno I del suo pontificato, Pesaro 1827
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Il giubileo del 1450 nel memoriale di Paolo dello Mastro

Tra le più note fonti coeve per la storia del giubileo del 1450 va annoverato il memoriale di Paolo dello Mastro, membro di una delle più importanti famiglie di mercanti romani. L'inizio della scrittura del memoriale è da collocarsi presumibilmente negli anni '30 del Quattrocento, per proseguire nel racconto degli avvenimenti contemporanei per circa un cinquantennio, fino al 1484.

Paolo dello Mastro, Memoriale, ms. misc. sec. XVII in., Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat.lat.5522.pt.2 (©2016 Biblioteca Apostolica Vaticana)
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L'arciduca Massimiliano d'Asburgo-Lorena, a Roma per il giubileo del 1775, osserva la sorprendente illuminazione della cupola, facciata, colonnato e guglia di San Pietro e assiste allo spettacolo pirotecnico detto la Girandola di Castel Sant'Angelo, in occasione della festa dei santi Pietro e Paolo

Ragguaglio o sia giornale della venuta, e permanenza in Roma di sua altezza reale l'arciduca Massimiliano d'Austria... accaduta li 28 giugno 1775, Roma 1775
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Porta Salaria

Il 20 settembre 1870 il tratto di Mura aureliane tra Porta Pia e Porta Salaria (il più debole anche perché più esposto) fu lo scenario della fine del potere temporale dei papi. Dopo cinque ore di cannoneggiamento fu possibile all'artiglieria del Regno d'Italia di aprire una breccia nelle mura, la cosiddetta "Breccia di Porta Pia". La Porta Salaria fu così danneggiata da questo attacco, che l'anno seguente venne demolita, per poi essere ricostruita nel 1873 su progetto di Virginio Vespignani. Nel 1921 fu deciso di rimuoverla definitivamente, per facilitare la viabilità, e al suo posto si apre ora piazza Fiume. Sul selciato della piazza erano state lasciate impronte visibili del tracciato della porta originaria, ma i lavori per la costruzione dei moderni sottopassaggi le hanno rese praticamente irrintracciabili

Giuseppe Vasi, Porta Salaria olim Collina, tratta da: Id., Delle magnificenze di Roma antica e moderna, vol. I (Le porte e mura di Roma), 2 ed., Roma 1772
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Le sacre teste dei santi apostoli Pietro e Paolo nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Nella Basilica di San Giovanni è conservata, tra le altre, la preziosissima reliquia delle sacre teste degli apostoli Pietro e Paolo, originariamente conservate nell'oratorio di San Lorenzo. Trasferite nella Basilica nel XIV secolo, furono collocate in due pregiati reliquiari in argento, opera dell'orafo senese Francesco di Bartolo, di cui quelli attuali, posti nel ciborio, sono una copia ottocentesca opera di Giuseppe Valadier.

Giuseppe Maria Soresino, De capitibus sanctorum apostolorum Petri, et Pauli in Sacrosancta Lateranensi ecclesia asservatis..., Roma 1673
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Le sacre teste dei santi apostoli Pietro e Paolo nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Nella Basilica di San Giovanni è conservata, tra le altre, la preziosissima reliquia delle sacre teste degli apostoli Pietro e Paolo, originariamente conservate nell'oratorio di San Lorenzo. Trasferite nella Basilica nel XIV secolo, furono collocate in due pregiati reliquiari in argento, opera dell'orafo senese Francesco di Bartolo, di cui quelli attuali, posti nel ciborio, sono una copia ottocentesca opera di Giuseppe Valadier.

Giuseppe Maria Soresino, De capitibus sanctorum apostolorum Petri, et Pauli in Sacrosancta Lateranensi ecclesia asservatis..., Roma 1673
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Le sacre teste dei santi apostoli Pietro e Paolo nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Nella Basilica di San Giovanni è conservata, tra le altre, la preziosissima reliquia delle sacre teste degli apostoli Pietro e Paolo, originariamente conservate nell'oratorio di San Lorenzo. Trasferite nella Basilica nel XIV secolo, furono collocate in due pregiati reliquiari in argento, opera dell'orafo senese Francesco di Bartolo, di cui quelli attuali, posti nel ciborio, sono una copia ottocentesca opera di Giuseppe Valadier.

Veri ritratti delle statue d'argento nelle quali si conservano le ss.me teste delli gloriosi prencipi degl'apostoli Pietro, e Paolo nella sacro santa Chiesa Lateranense, in: Giuseppe Maria Soresino, De capitibus sanctorum apostolorum Petri, et Pauli in Sacrosancta Lateranensi ecclesia asservatis..., Roma 1673
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Le sacre teste dei santi apostoli Pietro e Paolo nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Nella Basilica di San Giovanni è conservata, tra le altre, la preziosissima reliquia delle sacre teste degli apostoli Pietro e Paolo, originariamente conservate nell'oratorio di San Lorenzo. Trasferite nella Basilica nel XIV secolo, furono collocate in due pregiati reliquiari in argento, opera dell'orafo senese Francesco di Bartolo, di cui quelli attuali, posti nel ciborio, sono una copia ottocentesca opera di Giuseppe Valadier.

Francesco Cancellieri, Memorie storiche delle sacre teste dei santi apostoli Pietro e Paolo e delle loro solenne ricognizione nella basilica lateranense, con un'appendice di documenti, 2a ed., Roma 1852
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Via Gregoriana oggi via Merulana

Una iscrizione conservata a Santa Maria Maggiore attesta che Gregorio XIII fece costruire per il giubileo del 1575 la strada che mette in comunicazione le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni. La strada, qui indicata col nome di Gregoriana, è oggi chiamata via Merulana.

Nicola Ratti, Su la Basilica Liberiana, dissertazione letta all’Accademia Romana di archeologia li 9 marzo 1825..., Roma 1825
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Via Gregoriana oggi via Merulana

Una iscrizione conservata a Santa Maria Maggiore attesta che Gregorio XIII fece costruire per il giubileo del 1575 la strada che mette in comunicazione le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni. La strada, qui indicata col nome di Gregoriana, è oggi chiamata via Merulana.

Nicola Ratti, Su la Basilica Liberiana, dissertazione letta all’Accademia Romana di archeologia li 9 marzo 1825..., Roma 1825
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Via Gregoriana oggi via Merulana

Una iscrizione conservata a Santa Maria Maggiore attesta che Gregorio XIII fece costruire per il giubileo del 1575 la strada che mette in comunicazione le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni. La strada, qui indicata col nome di Gregoriana, è oggi chiamata via Merulana.

Nicola Ratti, Su la Basilica Liberiana, dissertazione letta all’Accademia Romana di archeologia li 9 marzo 1825..., Roma 1825
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Via Gregoriana oggi via Merulana

Una iscrizione conservata a Santa Maria Maggiore attesta che Gregorio XIII fece costruire per il giubileo del 1575 la strada che mette in comunicazione le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni. La strada, qui indicata col nome di Gregoriana, è oggi chiamata via Merulana.

Angelo Uggeri, Via Merulana, in: Id., Journées pittoresques des édifices de Rome ancienne, suppl. voll. XXIII-XXV (Vues. Édifices de la Renaissance), Roma 1827
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La Basilica di Santa Maria Maggiore e l'icona della Salus Populi Romani

L’elaborato frontespizio architettonico inciso in rame, che apre l’imponente monografia scritta nel Seicento dall’abate Paolo De Angeli su Santa Maria Maggiore, rappresenta nelle numerose vignette i momenti salienti della storia della Basilica e delle reliquie qui conservate. Il racconto per immagini si apre con l’icona della Salus Populi Romani, dipinta, secondo la tradizione, da San Luca; prosegue con l’apparizione in sogno della Madonna a papa Liberio e la successiva fondazione della chiesa con il contributo del patrizio Giovanni; ne illustra i numerosi miracoli. Posto d’onore, al centro del frontespizio, spetta al racconto di San Gregorio Magno che nel 590 porta l’icona in processione, pregando per la liberazione della città dalla pestilenza, finché sotto Castel Sant’Angelo, per intercessione della Madonna, si compie il miracolo: l’arcangelo Michele appare rinfoderando la spada ad indicare la fine dell’ira divina e, quindi, del contagio. Al centro del margine inferiore, infine, l’urna d’argento donata da Margherita d’Austria nel 1606 per custodire i frammenti lignei della mangiatoia su cui fu deposto il bambino Gesù.

Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
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Le processioni dell'Arciconfraternita delle Sagre Stimmate di Francesco per visitare le Quarant'ore durante il Carnevale

Il Carnevale romano, con i suoi carri, le corse, i cortei, le maschere ha una lunga storia, ben radicata nel tessuto sociale cittadino. Il festeggiamento del carnevale non mancava neanche durante gli anni santi, malgrado i papi, in particolare dopo la metà del XVI secolo, tentassero di ridimensionarlo, se non di vietarlo. Diverse celebrazioni liturgiche e pratiche devozionali svolsero un esplicito ruolo di contraltare ai fasti del carnevale. Così fu per il rito delle Quarant’ore, o il giro delle sette chiese.

Rituale della venerabile Archiconfraternita delle Sagre Stimmate del padre S. Francesco di Roma, Roma 1711
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Vita del cavaliere Gian Lorenzo Bernini

Gian Lorenzo Bernini lavorò per oltre trent'anni a San Pietro, realizzando alcuni capolavori assoluti come il baldacchino e il colonnato e dirigendone la Fabbrica.

Filippo Baldinucci, Vita del cavaliere Gio. Lorenzo Bernino scultore, architetto e pittore..., Firenze 1682
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Il Santo Sepolcro a Gerusalemme

Gerusalemme fu meta di pellegrinaggio in età antica e medievale e lo rimase fino al XIII secolo e alla perdita degli avamposti cristiani in Terrasanta

Natale Bonifacio, Ecclesia S. Sepulchri, in: Jean Zuallart, Il devotissimo viaggio di Gierusalemme..., Roma 1595
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IIl giubileo del 1450 nel racconto di Andrea Vittorelli

Nicolò V indìce un giubileo per il 1450, tornando così alla cadenza cinquantennale stabilita da Clemente VI nel 1350 e ribadita dal Concilio di Costanza (1414-1418).

Andrea Vittorelli, Historia de' giubilei pontificii celebrati ne' tempi di Bonifacio VIII, Clemente VI, Urbano VII, Bonifacio IX, Martino V..., Roma 1625
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La girandola di Castel Sant'Angelo

Le luminarie della cupola e della facciata di San Pietro e i fuochi pirotecnici di Castel Sant’Angelo erano spettacoli imperdibili, che forestieri e romani ammiravano dalle terrazze private dei palazzi nobiliari o dai punti di osservazione più alti della città.

Giacomo Lauro, Castrum S. Angeli,in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1641
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La girandola di Castel Sant'Angelo dalla loggia del palazzo Rossi

Le luminarie della cupola e della facciata di San Pietro e i fuochi pirotecnici di Castel Sant’Angelo erano spettacoli imperdibili, che forestieri e romani ammiravano dalle terrazze private dei palazzi nobiliari o dai punti di osservazione più alti della città.

Giovanni Battista Cipriani, La Girandola osservata dalla loggia del palazzo Rossi, in: Id., Degli edificj antichi e moderni di Roma: vedute in contorno disegnate e incise da Gio. Batt. Cipriani, vol. II, Roma 1817
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Santa Maria in Trastevere

La bolla di indizione del giubileo del 1825 (Leone XII, Quod hoc ineunte saeculo, 24 maggio 1824), di poco successiva al grande incendio, stabilì che a causa dell'inagibilità di San Paolo fosse Santa Maria in Trastevere a sostituirla come meta di pellegrinaggio nella visita delle quattro basiliche. La basilica trasteverina aveva svolto questa funzione di "basilica surrogata" già in passato: nel 1625, quando il contagio di peste aveva reso preferibile evitare un passaggio continuo di pellegrini fuori e dentro le mura cittadine; e nel 1700, per un'inondazione del Tevere.

Giovanni Battista Falda (dis.), Piazza di S. M. in Trastevere ampliata da n.s. papa Alesandro [sic] VII, in: Il nuovo splendore delle fabbriche in prospettiva di Roma moderna, vol. I, Roma 1773
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La Scala Santa e il Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranse realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Scala Santa, in: Fioravanti Martinelli, Roma di nuovo ricercata nel suo sito... Di nuovo con ogni diligenza corretta & accresciuta con belle figure, Roma 1702
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Storia della Scala Santa e del Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranse realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Benedetto Millino, Dell'oratorio di San Lorenzo nel Laterano hoggi detto Sancta Sanctorum..., Roma 1666
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Storia della Scala Santa e del Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranse realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Giuseppe Maria Soresino, De Scala sancta ante Sancta Sanctorum in Laterano culta opusculum..., Roma 1672
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Storia della Scala Santa e del Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranse realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Giuseppe Maria Soresino, De Scala sancta ante Sancta Sanctorum in Laterano culta opusculum..., Roma 1672
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I fedeli salgono in ginocchio la Scala Santa

La Scala Santa è, secondo la tradizione, la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma da Elena, madre di Costantino. Nessun piede può toccare i 28 gradini di marmo bianco di cui è formata, ed i fedeli possono salirla solo in ginocchio.

Crépon, Penitents montant l'Escalier saint, dessin de Crépon d'après Picart,in: Le Tour du monde. Nouveau journal des voyages publié sous la direction de m. Édouard Charton et illustré par nos plus célèbres artistes, vol. XV, 1867
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Il "Ritratto di Roma moderna" di Pompilio Totti

La guida romana di Pompilio Totti presenta rispetto ai precedenti due evidenti novità: si articola in due diversi volumi, redatti e editi in momenti separati, ma che si completano l'un l'altro: il "Ritratto di Roma antica" (1627) e quello di Roma moderna (1638); e, per la realizzazione dell'apparato illustrativo, si utilizza per la prima volta in maniera sistematica il più raffinato strumento calcografico. Il volume dedicato alla Roma moderna abbandona lo schema classico della guida, a favore di un itinerario organizzato per giornate e rioni, nel quale la descrizione delle chiese, pur avendo come ovvio riferimento l'opera di Panciroli, fonde gli aspetti architettonici e artistici con quelli relativi alla origine, alla storia e alla amministrazione delle chiese, nonché alle Compagnie e Confraternite alle quali esse appartenevano. I due volumi del Ritratto continuarono ad essere pubblicati, anonimi, per sessant'anni a cura degli editori de’ Rossi ed ebbero anche traduzioni in tedesco e olandese. L’esemplare esposto appartiene all'edizione del 1652, aggiornata con le notizie e le immagini delle opere promosse da Innocenzo X: la Fontana dei Fiumi a piazza Navona, il Laterano rinnovato per il giubileo del 1650, gli affreschi di Pietro da Cortona per la Chiesa Nuova, appena compiuti. La lastra utilizzata per incidere il frontespizio calcografico della prima edizione viene riutilizzata nel 1652 in funzione di antiporta, eliminando i dati tipografici originali presente nel margine inferiore della lastra.

Pompilio Totti, Ritratto di Roma moderna... in questa nuova editione accresciuto, e migliorato in molti luoghi, Roma 1652
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Dati relativi al numero di pellegrini e compagnie accolte durante il giubileo del 1675 dalle Arciconfraternite del santissimo Crocifisso di San Marcello e della morte e orazione

Nell'anno santo 1675 l'Arciconfraternita del santissimo Crocifisso di San Marcello ricevette e alloggiò circa 30 Compagnie. Maggiori i dati rinvenuti dall'abate Caetano per l'Arciconfraternita della morte e orazione che accolse circa 5000 persone e 21 compagnie, ed ebbe in cambio oltre 1300 scudi di elemosine.

Ruggero Caetano, Le memorie de l'anno santo M. DC. LXXV celebrato da papa Clemente X e consacrate alla santità di n.s. papa Innocenzo XII, descritte in forma di giornale..., Roma 1691
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Le processioni a Roma per il giubileo del 1575 nella narrazione del padre domenicano Angelo Pientini

Angelo Pientini, Le pie narrationi dell'opere piu memorabili fatte in Roma l'anno del giubileo MDLXXV..., Firenze 1583
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Il Baldacchino di San Pietro opera di Gian Lorenzo Bernini

Nel 1623 il neo eletto papa Urbano VIII Barberini incarica Gian Lorenzo Bernini di realizzare un baldacchino da collocarsi sotto la maestosa cupola michelangiolesca, per segnare il luogo del sepolcro di Pietro. Bernini concepisce un’opera imponente, dall’impianto architettonico (alto oltre 28 m., supera in altezza un palazzo signorile) ma eseguita con quella abilità scultorea che conferisce ai materiali forme morbide, leggere e dinamiche. L’esecuzione dell’opera si protrae per quasi dieci anni, e il baldacchino è inaugurato da Urbano VIII nel 1633.

Alessandro Specchi, Aenea moles qua d. Petri aram Urbanus VIII exornavit, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
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Il Baldacchino di San Pietro opera di Gian Lorenzo Bernini

Nel 1623 il neo eletto papa Urbano VIII Barberini incarica Gian Lorenzo Bernini di realizzare un baldacchino da collocarsi sotto la maestosa cupola michelangiolesca, per segnare il luogo del sepolcro di Pietro. Bernini concepisce un’opera imponente, dall’impianto architettonico (alto oltre 28 m., supera in altezza un palazzo signorile) ma eseguita con quella abilità scultorea che conferisce ai materiali forme morbide, leggere e dinamiche. L’esecuzione dell’opera si protrae per quasi dieci anni, e il baldacchino è inaugurato da Urbano VIII nel 1633.

Jean Baptiste Nolin, Descriptio historica altarium Basilicae, in: Raphael Sindone, Altarium, et reliquiarum sacrosanctae Basilicae Vaticanae Deo Optimo Maximo in honorem beati Petri principis Apostolorum erectae descriptio historica scriptoribus, & monumentis Archivi Capitularis illustrata, Roma 1744
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L'indulgenza plenaria per la crociata

Ai crociati che partivano per la Terrasanta fu concessa l'indulgenza plenaria. Il primo a concederla fu papa Urbano II nel 1095. L'indulgenza fu poi estesa alle crociate interne alla cristianità, contro eretici o nemici del papato

Louis Maimbourg, Histoire des croisades pour la delivrance de la Terre Sainte, Paris 1686
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Il Baldacchino di San Pietro opera di Gian Lorenzo Bernini

Nel 1623 il neo eletto papa Urbano VIII Barberini incarica Gian Lorenzo Bernini di realizzare un baldacchino da collocarsi sotto la maestosa cupola michelangiolesca, per segnare il luogo del sepolcro di Pietro. Bernini concepisce un’opera imponente, dall’impianto architettonico (alto oltre 28 m., supera in altezza un palazzo signorile) ma eseguita con quella abilità scultorea che conferisce ai materiali forme morbide, leggere e dinamiche. L’esecuzione dell’opera si protrae per quasi dieci anni, e il baldacchino è inaugurato da Urbano VIII nel 1633.

François Spierre, [Baldacchino di San Pietro opera di Gian Lorenzo Bernini], in: Raphael Sindone, Altarium, et reliquiarum sacrosanctae Basilicae Vaticanae Deo Optimo Maximo in honorem beati Petri principis Apostolorum erectae descriptio historica scriptoribus, & monumentis Archivi Capitularis illustrata, Roma 1744, p. 19
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Porta San Sebastiano

James Merigot, The gate of S.t Sebastian 1796, in: Id., A select collection of views and ruins in Rome and its vicinity. Recently executed from drawings made upon the spot, London 1817-1819
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L'icona del Sancta Sanctorum detta Acheropìta

La tavola acheropita (non fatta da mano umana) del Redentore, conservata nella cappella del Sancta Sanctorum al Laterano e che si vuole portata a Roma dall’Oriente, riproduce l’immagine del Salvatore, a grandezza quasi naturale. Innocenzo III fece coprire con un rivestimento d’argento tutta la figura ad eccezione del volto. Tra il IX e il XVI secolo, la vigilia di Ferragosto, festa dell'Assunzione della Vergine, l'icona veniva portata in processione fino a Santa Maria Maggiore, dove "incontrava" la Salus Populi Romani, in una rappresentazione dell'incontro tra Cristo e la Madre al momento della sua morte.

Vera effigies ss.mi Salvatoris ad Sancta Sanctorum de Urbe, in: Giovanni Marangoni, Istoria dell’antichissimo oratorio, o cappella di San Lorenzo nel Patriarchio Lateranense comunemente appellato Sancta Sanctorum e della celebre immagine del SS. Salvatore detta Acheropita, che ivi conservasi; colle notizie del culto e varj riti praticati anticamente verso la medesima..., Roma 1747
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Statuti della Compagnia della ss.mo Salvatore ad Sancta Sanctorum

La Compagnia del Salvatore ad Sancta Sanctorum si occupava della custodia dell'immagine acheropita del Salvatore e della gestione dell'Ospedale del Salvatore (oggi Ospedale San Giovanni in Laterano), fondato probabilmente nel 1348, quando la Compagnia dei Raccomandati del ss. Salvatore ad Sancta Santorum unì e ampliò i pre-esistenti ospedali di Sant'Andrea e di San Michele Arcangelo.

Statuti della venerabile Compagnia della sacratiss. immagine del s.mo Salvatore ad Sancta Sanctorum di Roma, Roma 1608
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Statuti della Compagnia della ss.mo Salvatore ad Sancta Sanctorum

La Compagnia del Salvatore ad Sancta Sanctorum si occupava della custodia dell'immagine acheropita del Salvatore e della gestione dell'Ospedale del Salvatore (oggi Ospedale San Giovanni in Laterano), fondato probabilmente nel 1348, quando la Compagnia dei Raccomandati del ss. Salvatore ad Sancta Santorum unì e ampliò i pre-esistenti ospedali di Sant'Andrea e di San Michele Arcangelo.

Statuti della venerabile Compagnia della sacratiss. immagine del s.mo Salvatore ad Sancta Sanctorum di Roma, Roma 1676
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"Roma ricercata nel suo sito" di Fioravante Martinelli, pubblicata in occasione del giubileo del 1650

La "Roma ricercata nel suo sito" di Fioravante Martinelli rappresenta un vero e proprio best seller nel panorama editoriale del Sei-Settecento. Si tratta di una guida di divulgazione, breve, agile anche nel formato (minuscolo), scritta per un pubblico di "forestieri" colti, con poco tempo da dedicare alla visita della città, da un autore dotto e ben informato (poligrafo, protetto del cardinale bibliotecario della Vaticana, amico di Borromini), che "offre in poche pagine una comoda visione d’insieme delle cose più interessanti della Città eterna". Martinelli propone dieci itinerari che partono e si concludono giornalmente da via dell'Orso e via Tor di Nona, dove sorgevano il maggior numero di alberghi e locande della città. Edita per la prima volta nel 1644, in occasione del giubileo del 1650 se ne stampò a Roma una nuova edizione arricchita da un breve racconto dell'anno santo e due incisioni. La prima riproduce il verso della medaglia fatta coniare l'anno precedente da Innocenzo X, che riproduceva l'obelisco di Piazza Navona. La seconda, già nella "princeps", rappresenta una curiosità e raffigura un’antica sedia in porfido, forata al centro, tuttora esistente nel chiostro di S. Giovanni in Laterano, un tempo falsamente collegata alla leggenda della papessa Giovanna, che Martinelli confuta in alcune pagine di dotte citazioni.

Fioravante Martinelli, Roma ricercata nel suo sito, et nella scuola di tutti gli antiquarii, e descritta con breve, e facil modo per visitare li luoghi antichi e moderni della città... Seconda impressione revista, corretta, & aggiunta dall’autore in molti luoghi, accresciuta dal modo di acquistare il giubileo dell’anno santo M. DC. L, Roma 1650
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Gli interventi urbanistici e le opere realizzate da Sisto V per la città di Roma

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. III, Amsterdam 1698
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L'Arciconfraternita delle Sagre Stimmate di Francesco

Fondata nel 1594 da un medico romano nella chiesa del convento francescano di San Pietro in Montorio, la confraternita, alla quale appartennero alcuni degli uomini più illustri della città, godeva di tutte le indulgenze dei religiosi francescani. Papa Clemente VIII la eresse ad Arciconfraternita e le assegnò la chiesa dei Quaranta Martiri nel Rione Pigna, che assunse poi il nome delle Santissime stimmate di San Francesco.

Privileggi [sic] e statuti della venerabile e serafica Archiconfraternita delle Sagre Stimmate di Francesco di Roma, Roma 1700
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Il "Perdono" di Assisi

Nel 1216 San Francesco ottenne da Onorio III l'indulgenza plenaria per chi avesse visitato ad Assisi la chiesa di Santa Maria degli Angeli (la Porziuncola) il 2 agosto, anniversario della sua consacrazione

Nicola Papini, Storia del perdono d'Assisi con documenti e osservazioni, Firenze 1824
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Veduta della facciata di San Pietro col campanile di Bernini poi abbattuto

Nel 1629 era morto Carlo Maderno, architetto della Fabbrica di San Pietro dal 1603. Bernini, che in quel tempo stava lavorando alla costruzione del baldacchino, gli successe alla direzione della Fabbrica. Maderno, a lavori praticamente ultimati, aveva previsto, per desiderio di Paolo V, l’aggiunta alla facciata di due campanili laterali, la cui realizzazione, tuttavia, aveva mostrato immediatamente importanti problemi di staticità. Per questa ragione, il progetto era stato interrotto nel 1622 alla quota terminale della facciata e fu ripreso solo dopo la nomina di Bernini ad architetto della Fabbrica. Il campanile meridionale della basilica, innalzato da Bernini nel 1639-1641, tra mille difficoltà dovute alla presenza di forti discontinuità e falde freatiche nel terreno di fondazione, rappresentò l'unico spettacolare insuccesso della sua straordinaria attività artistica e fu demolito nel 1646 a causa della comparsa di fratture nella muratura.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Prospetto del tempio vaticano con il campanile nel termine che mostrò la rovina e modo del riparo, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
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Veduta della facciata di San Pietro col campanile di Bernini poi abbattuto

Nel 1629, era morto Carlo Maderno, architetto della Fabbrica di San Pietro dal 1603. Bernini, che in quel tempo stava lavorando alla costruzione del baldacchino, gli successe alla direzione della Fabbrica. Maderno, a lavori praticamente ultimati, aveva previsto, per desiderio di Paolo V, l’aggiunta alla facciata di due campanili laterali, la cui realizzazione, tuttavia, aveva mostrato immediatamente importanti problemi di staticità. Per questa ragione, il progetto era stato interrotto nel 1622 alla quota terminale della facciata e fu ripreso solo dopo la nomina di Bernini ad architetto della Fabbrica. Il campanile meridionale della basilica, innalzato da Bernini nel 1639-1641, tra mille difficoltà dovute alla presenza di forti discontinuità e falde freatiche nel terreno di fondazione, rappresentò l'unico spettacolare insuccesso della sua straordinaria attività artistica e fu demolito nel 1646 a causa della comparsa di fratture nella muratura. La veduta tratta dall'opera di Deseine è "incisa in controparte", ovvero prodotta da una seconda matrice sulla quale è riportato il disegno di una matrice primaria che serve da modello di partenza. Per tale ragione l'immagine risulta "rovesciata", speculare rispetto all'originale.

Eglise S. Pierre au Vatican, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, premiére ville de l’Europe, avec toutes ses magnificences & ses delices..., vol. III, Leiden 1713
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Bolla di Sisto IV di indizione del giubileo del 1475

Sisto IV accoglie la decisione del suo predecessore, Paolo II, di abbreviare a 25 anni l’intervallo fra i giubilei e con la bolla Quemadmodum operosi (1473) conferma l’indizione di un anno santo per il 1475, 25 anni dopo quello di Nicolò V. La cadenza venticinquennale per i giubilei ordinari non è più stata revocata. A partire da questo giubileo le bolle saranno stampate: è infatti il primo anno santo successivo all’invenzione della stampa a caratteri mobili (1455).

Sisto IV, Quemadmodum operosi (29 agosto 1473),in: Corpus iuris canonici. Extravagantes communes,V.IX.4, Venezia 1600
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Porta Latina

James Merigot, Latin gate 1796, in: Id., A select collection of views and ruins in Rome and its vicinity. Recently executed from drawings made upon the spot, London 1817-1819
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Le posizioni di Angelo Uggeri nel dibattito sulla ricostruzione della Basilica ostiense

Dopo l'incendio, nacque tra archeologi e architetti un acceso dibattito sulla ricostruzione della Basilica. Si contrapponevano essenzialmente due scuole di pensiero, la prima favorevole a un restauro fedele della Basilica pre-incendio, la seconda che propendeva per un rifacimento completo, secondo gli stilemi neoclassici.

Angelo Uggeri, Della basilica di S. Paolo sulla via Ostiense nota dell’abbate Angelo Uggeri, Roma 1823
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"Roma ricercata nel suo sito" di Fioravante Martinelli e l'edizione economica stampata in occasione del giubileo del 1725

In occasione dell'anno santo 1725, ad ottant'anni di distanza dalla "princeps", vennero stampate in Roma due diverse edizioni della guida di Fioravante Martinelli: l'una pubblicata a spese di un colto libraio romano, Giuseppe Sangermano Corvo, che vi aggiunse di propria mano informazioni relative alle nuove opere realizzate in città, è una bella edizione arricchita da un ricco e raffinato apparato iconografico; l'altra, cui l'esemplare del Senato appartiene, è un'edizione economica destinata ad un pubblico più vasto e meno abbiente, stampata su carta di scarsa qualità e illustrata da numerose xilografie dal tratto grossolano.

Fioravante Martinelli, Le magnificenze di Roma antica, e moderna ricercate nel proprio sito con tutte le cose notabili ch’in essa si trovano, cioè chiese, monasterj, ospedali... teatri, anfiteatri..., fori..., palazzi, statue..., musei, pitture..., Roma 1725
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Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Sisto V fece della Basilica di Santa Maria Maggiore il fulcro degli interventi urbanistici del suo pontificato. Papa Peretti completò l'attuale via Merulana, aperta da Gregorio XIII per il giubileo del 1575; fece costruire l'attuale via Panisperna che da Santa Maria Maggiore scendeva in direzione della colonna di Traiano; realizzò il lunghissimo rettifilo della strada Felice che da Trinità dei Monti tagliava Quirinale ed Esquilino mettendo in comunicazione Santa Maria Maggiore con Santa Croce in Gerusalemme, il cui tracciato coincide con le odierne attuali via Sistina, via delle Quattro Fontane, via Agostino Depretis, via Carlo Alberto, via Conte Verde e via di S. Croce in Gerusalemme.

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. III, Amsterdam 1698
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Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Sisto V fece della Basilica di Santa Maria Maggiore il fulcro degli interventi urbanistici del suo pontificato. Papa Peretti completò l'attuale via Merulana, aperta da Gregorio XIII per il giubileo del 1575; fece costruire l'attuale via Panisperna che da Santa Maria Maggiore scendeva in direzione della colonna di Traiano; realizzò il lunghissimo rettifilo della strada Felice che da Trinità dei Monti tagliava Quirinale ed Esquilino mettendo in comunicazione Santa Maria Maggiore con Santa Croce in Gerusalemme, il cui tracciato coincide con le odierne attuali via Sistina, via delle Quattro Fontane, via Agostino Depretis, via Carlo Alberto, via Conte Verde e via di S. Croce in Gerusalemme.

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. III, Amsterdam 1698
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Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Nella pianta del Rione Monti emerge con assoluta evidenza l'assetto viario realizzato negli ultimi venticinque anni del 1500 attorno a Santa Maria Maggiore da Gregorio XIII con il tracciato di via Merulana, e soprattutto da Sisto V con il lunghissimo rettifilo della strada Felice e con via Panisperna

Rione I de' Monti, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero succinta descrizione di questa superba città con due piante generali di essa e de' XIV rioni... riveduta ed aumentata da Stefano Piale, vol. I, Roma 1826
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Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Il primo tratto della strada Felice da Trinità dei Monti verso Piazza Barberini, oggi via Sistina.

Angelo Uggeri, Voie Sixtine,in: Id., Journées pittoresques des édifices de Rome ancienne,vol XXIX (Vues du tours des murs de Rome),Roma 1800
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Pianta della Cappella Paolina o Borghese in cui è conservata la Salus Populi Romani

A lungo collocata sopra la porta del battistero della Basilica, la Salus Populi Romani fu in seguito spostata nella navata, finché Paolo V Borghese non fece costruire per essa, da Flaminio Ponzio, la Cappella della Madonna (detta anche Paolina o Borghese), consacrata il 27 gennaio 1613.

Sacelli Sanctae Mariae Maioris a Paulo pp. V conditi adiunctarumq. ad varios usus aedium vestigium cum sacelli eiusdem pavimento, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
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Dati relativi al numero di pellegrini e compagnie accolte dalla Arciconfraternita delle Sagre Stimmate di Francesco durante il giubileo del 1675

Nell'anno santo 1675 l'Arciconfraternita delle Sagre Stimmate ricevette poco più di 300 persone appartenenti a cinque compagnie aggregate. Ebbe per elemosina numerosi doni di grande valore.

Ruggero Caetano, Le memorie de l'anno santo M. DC. LXXV celebrato da papa Clemente X e consacrate alla santità di n.s. papa Innocenzo XII, descritte in forma di giornale..., Roma 1691
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Statuti della venerabile Arciconfraternita della santissima Trinità dei pellegrini e convalescenti

Statuti della venerabile Archiconfraternita della santissima Trinità de' pelegrini & convalescenti nuovamente riformati e stampati, Roma 1578
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La Cappella della Porziuncola a Santa Maria degli Angeli a Assisi per la quale, nel 1216, San Francesco ottenne da Onorio III l'indulgenza plenaria

Giovanni Battista Mariani (dis.), Gaetano Cottafavi (inc.), Prospetto della celebratissima Capella [sic] detta la Porziuncola sagra a Maria s.s. degli Angeli, ove s'acquista la grande indulgenza il primo agosto, denominato il Perdono di Assisi, in: Compendio storico del Perdono di Asisi [sic] e della chiesa detta Porziuncola..., Assisi 1834
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Piazza San Pietro col terzo braccio del colonnato progettato da Gian Lorenzo Bernini

Dopo la morte di Innocenzo X, che gli aveva a lungo preferito Francesco Borromini, e l’elezione al soglio pontificio di Alessandro VII, a Bernini fu affidata nel 1656 la sistemazione di piazza San Pietro. Non si trattava di un’impresa facile poiché bisognava rendere l’accesso alla basilica spettacolare, solenne ed elegante, riducendo al minimo gli interventi sugli edifici preesistenti, garantendo la giusta visibilità alla cupola di Michelangelo, ai Palazzi apostolici e alla Loggia delle benedizioni, e mitigando l’eccessiva larghezza della facciata di Maderno. Nello stesso tempo era necessario trovare una soluzione funzionale ad accogliere grandi quantità di fedeli, cui andavano garantite la sicurezza prima, durante e dopo le funzioni. Bernini fece un capolavoro, realizzando una piazza unica al mondo, divenuta il simbolo del barocco italiano. Dalla facciata della chiesa, due bracci porticati rettilinei si spingono in avanti in maniera divergente per poi aprirsi in due emicicli che, con una selva di colonne, abbracciano tutta la vasta piazza in cui si raccolgono i fedeli, come le braccia della Chiesa accolgono l’intera umanità. Un “terzo braccio”, rappresentato nella incisione di Giovanni Battista Falda e mai realizzato per la morte di Alessandro VII, avrebbe dovuto continuare la curva dei due emicicli sul lato della “spina di borgo”, saldando la nuova piazza con il paesaggio urbano preesistente.

Giovanni Battista Falda, Piazza e portici della Basilica Vaticana fatti da n.s. papa Alesandro settimo, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665
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La riduzione della cadenza giubilare a 25 anni nel racconto di Olimpio Ricci

Paolo II stabilisce nel 1470 che l'intervallo fra i giubilei sia di 25 anni e ne indice uno per il 1475 che sarà celebrato dal suo successore, Sisto IV.

Olimpio Ricci, De' giubilei universali celebrati negli anni santi, incominciando da Bonifazio VIII fino al presente..., Roma 1675
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Porta di San Giovanni in Laterano

Luigi Rossini, Porta di S. Giovanni Laterano. Veduta esterna, tratta da: Id., Viaggio pittoresco da Roma a Napoli colle principali vedute delle città, delle campagne e dei paesi frapposti disegnate dal vero e incise da Luigi Rossini, Roma 1839
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Le posizioni di Carlo Fea nel dibattito sulla ricostruzione della Basilica ostiense

Dopo l'incendio, nacque tra archeologi e architetti un acceso dibattito sulla ricostruzione della Basilica. Si contrapponevano essenzialmente due scuole di pensiero, la prima favorevole a un restauro fedele della Basilica pre-incendio, la seconda che propendeva per un rifacimento completo, secondo gli stilemi neoclassici.

Carlo Fea, Aneddoti sulla Basilica Ostiense di S. Paolo riuniti nel 1823, dopo l'incendio e recitati nell'Accademia archeologica il dì 27 gennaro 1825..., Roma 1825
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Il "Mercurio errante" di Pietro Rossini

Ad esigenze pratico-divulgative e ad un pubblico di forestieri si rivolgeva anche "Il Mercurio errante" dell'antiquario pesarese Pietro Rossini, che sembra svolgesse la professione di cicerone per i viaggiatori tedeschi a Roma. La guida, agile e di piccolo formato, si distingueva per l'originalità dell'impostazione. Divisa in tre parti, la prima era dedicata ai palazzi e ai loro tesori, con notizie particolarmente utili per la storia delle collezioni private romane; la seconda a ville e giardini; la terza alle antichità di Roma, al termine della quale era inserita una breve descrizione delle nove chiese principali della città. La prima edizione uscì nel 1693 e divenne in breve tempo molto popolare, conoscendo nuove dieci edizioni in poco meno di cent'anni, ciascuna aggiornata con le notizie di palazzi di recente costruzione e di eventuali passaggi di proprietà. Dopo il 1700 venne aggiunto in fine un capitolo "delle fabbriche fatte da Innocenzo XII". Nel 1725 fu pubblicata la quarta edizione, aperta da una bella antiporta allegorica.

Pietro Rossini, Il Mercurio errante delle grandezze di Roma, tanto antiche che moderne... In questa quarta edizione megliorato, ed accresciuto, con l’aggiunta delle fabriche fatte in Roma, e fuori fin’al presente pontefice regnante Benedetto XIII, Roma 1725
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Altare della Cappella Paolina o Borghese in cui è conservata la Salus Populi Romani

Nella Cappella della Madonna (detta anche Paolina o Borghese), fatta costruire appositamente da Paolo V per accogliere la Salus Populi Romani, l’icona fu collocata su un altare in metallo dorato alla cui realizzazione parteciparono numerosi artisti (Girolamo Rainaldi, Pompeo Targoni, Camillo Mariani) e il cui timpano è ornato da un bassorilievo, opera dello scultore Stefano Maderno, che raffigura Papa Liborio che traccia il perimetro della Basilica di Santa Maria Maggiore sulla neve. L’altare, da poco terminato, fu rappresentato nell’opera di De Angeli, stampata a Roma nel 1621.

Insigne altare a Paulo V pont. max. in magnificentissimo suo Basilicae liberianae Sacello ex inaurato duntaxat aere pulcherrimaq. varietate pretiosorum lapidum atque gemmarum ad ornatum augustae imaginis Sanctae Mariae a B. Luca pictae constructum, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
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