×
  • Home
  • Informazioni
  • La Mostra
    • Origine, tempi, forme del rito
    • Il viaggio, la visita, il racconto
    • Accoglienza e assistenza al pellegrino
    • La città si rinnova
    • Spazio urbano e devozione
    • Le basiliche patriarcali
  • Approfondimenti
IT | EN

La Mostra    Materiali    Illustrazioni e iconografia

Versione accessibile

Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta di Roma da Trinità dei Monti

Francesco Miccinelli (dis.), Giovanni Maria Cassini (inc.), Veduta del profilo della città di Roma delineata dal Palazzo di Villa Medici alla Trinità de’ Monti sul Monte Pincio, Roma 1807 [ma post 1870]
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta di Roma da Trinità dei Monti

Francesco Miccinelli (dis.), Giovanni Maria Cassini (inc.), Veduta del profilo della città di Roma delineata dal Palazzo di Villa Medici alla Trinità de’ Monti sul Monte Pincio, Roma 1807 [ma post 1870]
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta di Roma da Trinità dei Monti

Francesco Miccinelli (dis.), Giovanni Maria Cassini (inc.), Veduta del profilo della città di Roma delineata dal Palazzo di Villa Medici alla Trinità de’ Monti sul Monte Pincio, Roma 1807 [ma post 1870]
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta di Roma da Trinità dei Monti

Francesco Miccinelli (dis.), Giovanni Maria Cassini (inc.), Veduta del profilo della città di Roma delineata dal Palazzo di Villa Medici alla Trinità de’ Monti sul Monte Pincio, Roma 1807 [ma post 1870]
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta del Vaticano antico

Nell’Ager Vaticanus, fuori le mura aureliane, fra i Monti Vaticani e la riva destra del Tevere, sorgeva in epoca romana un grande circo fatto costruire da Caligola e abbellito da Nerone con gradinate di marmo e il grande obelisco che oggi si erge al centro di Piazza San Pietro. In quest’area fu sepolto l’apostolo Pietro e fu innalzata, tre secoli dopo, la grande basilica voluta dall'imperatore Costantino in suo onore.

Carlo Fontana (draw.), Alessandro Specchi (engr.), Pianta del Vaticano antico, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta del Palazzo del Papa al Quirinale con la loggia delle benedizioni

Numerose erano le benedizioni straordinarie impartite dai pontefici durante gli anni santi dalle logge delle basiliche patriarcali o dai palazzi apostolici tra cui il Quirinale, residenza pontificia dal tardo Cinquecento. Nell'incisione di Deseine è ben visibile la loggia costruita da Gian Lorenzo Bernini sulla facciata principale e inaugurata nel 1639.

Vue du Palais du Pape dans le Quirinal dit Monte Cavallo de deux côtez,in: François Jacques Deseine, Rome moderne, premiére ville de l’Europe, avec toutes ses magnificences et ses delices..., vol. III, Leiden 1713
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta della città di Roma e suoi dintorni, 1839

Alessandro Moschetti, Pianta della città di Roma e suoi dintorni, Roma 1839
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'aspetto di San Paolo fuori le mura prima dell'incendio del 1823

Lunga oltre centotrenta metri e larga più di sessanta, con una struttura a cinque navate, la Basilica di San Paolo era la più grande delle basiliche romane costruite in epoca costantiniana, di cui mantenne l'impianto fino alla ricostruzione ottocentesca, successiva al terribile incendio del 1823. L'incisione seicentesca di Giacomo Lauro mostra l'esterno della Basilica con l'ampio quadriportico antistante la facciata anteriore.

Giacomo Lauro, Ecclesia S. Pauli in via Ostiensi, in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1612
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Ritratto di Alessandro VI

Al giubileo del 1500 e a papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) risale l’istituzione di uno specifico rituale per l’apertura e la chiusura della porta santa che è rimasto invariato fino al 1975, quando Paolo VI ne ha semplificato alcuni aspetti.

N. F. Mathey, Alexander VI pont. max., in: Alexander Gordon, La vie du Pape Alexandre VI. et de son fils Cesar Borgia..., vol. I, Amsterdam 1751
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'aspetto di San Paolo fuori le mura prima dell'incendio del 1823

Lunga oltre centotrenta metri e larga più di sessanta, con una struttura a cinque navate, la Basilica di San Paolo era la più grande delle basiliche romane costruite in epoca costantiniana, di cui mantenne l'impianto fino alla ricostruzione ottocentesca, successiva al terribile incendio del 1823.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della basilica di San Paolo fuor delle mura,in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta della città di Roma nel 1493

L'incisione, uno degli oltre 600 legni che illustrano l'incunabolo del Liber chronicarum di Hartmann Schedel (Norimberga, 1493), ci presenta una veduta della città di Roma alla fine del XV secolo. Sono ben visibili, nella metà destra del foglio, la Basilica di San Pietro prima delle trasformazioni cinque-seicentesche, il Palazzo Pontificio e il Borgo vecchio, il Castello e il Ponte Sant'Angelo, l'Ospedale Santo Spirito, Porta Pinciana, Porta Flaminia e la Chiesa di Santa Maria del Popolo. L'obelisco vaticano ("la guia"), ancora sito sul fianco della Basilica, è stato rappresentato come una torre dall'incisore, che evidentemente non era stato a Roma e che non conosceva l'italiano. Nella parte sinistra del foglio, il Colosseo, il Pantheon, le statue dei Dioscuri (oggi a Piazza del Quirinale), e del fiume Nilo (ora in Campidoglio), Ponte Sisto (costruito da pochi anni) e, di là del fiume, Santa Maria in Trastevere. Al centro, la colonna coclide allora identificata erroneamente con l'Antonina, ma in realtà dedicata a Marco Aurelio, è ancora priva della statua di San Paolo, fattavi collocare in cima da Sisto V.

Michael Wolgemut, Wilhelm Pleydenwurff, Roma, tratta da: Hartmann Schedel, Liber Chronicarum, Nuremberg 1493
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore all'inizio del Seicento

Nella veduta di Giacomo Lauro, datata 1618, i mosaici dell'antica facciata, opera di Filippo Rusuti (1290), convivono con le recenti realizzazioni del pontificato di Paolo V: il palazzo laterale destro, opera di Flaminio Ponzio, e la colonna corinzia proveniente dalla Basilica di Massenzio, collocata sulla piazza antistante la Basilica nel 1614.

Giacomo Lauro, Ecclesia S. Mariae Maioris, in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1641
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La chiesa di Santa Maria d'Ara Coeli

Gli anni immediatamente precedenti il giubileo del 1350, concesso, preparato e celebrato in assenza del pontefice, sono segnati dalla cattività avignonese, dall'epidemia di peste che affligge l'Europa e dal disastroso terremoto romano del 1349. In questo clima assume un significato particolare la costruzione della grande scalinata della chiesa di Santa Maria in Ara Coeli, unico intervento urbano di rilievo di tutto il Trecento. Realizzata grazie alle elemosine dei romani, in una sorta di ex-voto collettivo alla Madonna che aveva liberato la città dalla peste, rappresenta la prima di una lunga serie di operazioni di appropriazione, da parte della Chiesa, dei simboli e dei luoghi della Roma antica e del potere laico e cittadino, che caratterizzeranno poi la politica urbanistica dei grandi papi nei secoli successivi.

S.te Marie d'Ara-Coeli, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, premiére ville de l’Europe, avec toutes ses magnificences et ses delices..., vol. II, Leiden 1713
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta del cerchio neroniano

Nell’Ager Vaticanus, fuori le mura aureliane, fra i Monti Vaticani e la riva destra del Tevere, sorgeva in epoca romana un grande circo fatto costruire da Caligola e abbellito da Nerone con gradinate di marmo e il grande obelisco che oggi si erge al centro di Piazza San Pietro. In quest’area fu sepolto l’apostolo Pietro e fu innalzata, tre secoli dopo, la grande basilica voluta dall'imperatore Costantino in suo onore.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Veduta del cerchio neroniano che mostra il di dentro el di fuori, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Benedizione pasquale Urbi et orbi dalla loggia esterna di San Pietro, durante il giubileo del 1933

La benedizione pasquale, data dalla loggia di San Pietro, è una delle benedizioni solenni annuali impartite dal pontefice.

Felici (fotog. Pontif.), La memorabile Pasqua dell'Anno Santo della redenzione: il Santo Padre nell'atto di benedire "urbi et orbi" dalla loggia esterna della Basilica Vaticana, in: L'osservatore romano, a. LXXIII, n. 95, 22 aprile 1933
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Interno della Basilica di San Paolo fuori le mura nel 1749

Giovanni Battista Piranesi, Spaccato interno della basilica di San Paolo fuori delle mura, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Interno della Basilica di San Paolo fuori le mura

Interno della Basilica di S. Paolo. Intérieur de la Basilique de S.t Paul, in: Carlo Fea, Angelo Bonelli, Descrizione di Roma antica e moderna e i suoi contorni..., vol. II, Roma 1834
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

San Giovanni in Laterano nel 1575

L'incisione di Natale Bonifacio mostra la Basilica e il Patriarchio nel 1575, prima dei lavori sistini nell'area laterana. La facciata della Basilica ha ancora l'aspetto orignario, tardoantico. L'incisione è tratta da un'opera sulla vita di papa Gregorio XIII, che per primo, anticipando i corposi interventi che avrebbe realizzato Sisto V, aveva messo mano, dopo due secoli di abbandono, alla riqualificazione dell'area, avviando la costruzione dell'attuale via Merulana, asse di collegamento tra Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano.

Natale Bonifacio (inc.), Anno Iubilei 1575 Lateranensis Basylica S. Ioannis in Urbe, in: Principio Fabrizi, Delle allusioni, imprese, et emblemi del sig. Principio Fabricii da Teramo sopra la vita, opere et attioni di Gregorio XIII..., Roma 1588
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta della città di Roma nel 1593

Questa bellissima rappresentazione della città di Roma, vista dal monte Gianicolo, e incisa in pieno Seicento da Mattheus Merian, riproduce la pianta prospettica realizzata "dal vivo" da Antonio Tempesta nel 1593. Mostra dunque la Roma di fine Cinquecento, con le grandi trasformazioni urbanistiche realizzate sotto i pontificati di Gregorio XIII e Sisto V, e permette, nello stesso tempo, di notare l'assenza di alcuni monumenti simbolo della città, che saranno realizzati nel corso dei secoli successivi, quali il colonnato del Bernini in Piazza San Pietro, la Fontana dei fiumi di Piazza Navona, la Fontana di Trevi, o la Scalinata di Trinità dei Monti.

Antonio Tempesta (dis.), Mattheus Merian (inc.), Roma, in: Martin Zeiller, Itinerarium Italiae nov-antiquae..., Frankfurt am Main 1640
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Ritratto di Sisto V

Sisto V, eletto papa nel 1585, è stato il primo pontefice a indire un giubileo per l’inizio del proprio pontificato.

Sixtus V Perettus pontifex maximus, in: Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. I, Amsterdam 1721
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'area absidale della Basilica di Santa Maria Maggiore nel 1600

Così si presentava l'area absidale di Santa Maria Maggiore prima degli interventi secenteschi: sono visibili l’abside tardo duecentesca e gli interventi d'epoca sistina (1585-1590) ovvero la cupola della Cappella del Santissimo Sacramento o del Presepe e l’obelisco esquilino, proveniente dal Mausoleo di Augusto. La veduta, opera di Giovanni Maggi, è compresa in un volume pubblicato in occasione dell'anno santo 1600 che descrive le "deliciae divinae” (le chiese) e “humanae" della città di Roma.

Giovanni Maggi, Ecclesia S. Mariae Maioris in Esquilino colle, tratta da: Dominicus Custos, Deliciae urbis Romae divinae et humanae anno sacro Jubilaei MDC, Augsburg 1600
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il Campidoglio

La storia medievale del Campidoglio inizia nel XII secolo con la nascita del Comune e la costruzione del Palazzo Senatorio sulle rovine dell'antico "Tabularium" romano. Da allora, il palazzo ha costituito il fulcro degli interventi costruttivi sull'area, che riflettono, anche simbolicamente, il progressivo controllo della Curia sul potere cittadino. L'asse del colle si sposta progressivamente dal foro romano, verso cui era orientato in età antica, in direzione della città moderna, Campo Marzio, San Pietro, la città dei papi. Un processo iniziato con la costruzione della scalinata dell'Ara Coeli e terminato altrettanto scenograficamente con la realizzazione del progetto michelangiolesco per il Campidoglio, concluso solo dopo la sua morte. La veduta pubblicata nelle "Antichità di Roma" di Bernardo Gamucci nel 1565, mostra una piazza in cui il progetto di Michelangelo è solo parzialmente realizzato. La piazza è ancora delimitata sulla sinistra dal muraglione della basilica dell'Ara Coeli, ma soprattutto manca la cordonata. La grande scalea d'accesso alla piazza, pensata da Michelangelo per permettere la salita sul colle anche a cavalli e carri e conclusa in cima da una balaustra ornata di statue antiche, fu realizzata da Giacomo Della Porta a fine Cinquecento. I lavori per il Palazzo Nuovo inizieranno soltanto nel 1603 e si concluderanno sotto il pontificato di Alessandro VII.

Campidoglio, in: Bernardo Gamucci, Le antichità della città di Roma..., 2 ed., Venezia 1569
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il Campidoglio

La veduta di Giovanni Battista Falda mostra l'aspetto di piazza del Campidoglio, dopo la compiuta realizzazione del progetto di Michelangelo.

Giovanni Battista Falda, Campidoglio, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il Campidoglio

La veduta di Giovanni Battista Falda mostra l'aspetto dell'area del colle capitolino, con la scalinata dell'Ara Coeli e la compiuta realizzazione del progetto di Michelangelo per il Campidoglio. A sinistra, alle pendici della basilica dell'Ara Coeli è visibile la chiesa di San Biagio e beata Rita da Cascia costruita nel 1665 da Carlo Fontana. In occasione del giubileo del 1900 la beata fu canonizzata e la chiesa fu intitolata esclusivamente a Santa Rita, per poi essere smontata pezzo per pezzo nel 1928, in occasione delle demolizioni che interessarono la viabilità della zona, e ricostruita all'incrocio col Teatro Marcello.

Giovanni Battista Falda, Altra veduta del' Campidoglio, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il Campidoglio

Giovanni Battista Cipriani, Campidoglio,in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Prospetti e spaccati della Basilica costantiniana di San Pietro

Per preparare l’area vaticana ad accogliere la basilica in onore di Pietro, l'imperatore Costantino fece spianare l’intera zona e, con demolizioni e terreno di riporto, realizzò una grande platea, raccordata al piano originario con 35 gradini. La scala immetteva ad un quadriportico, che precedeva la basilica vera e propria, divisa in cinque navate raccordate da un transetto, all’interno della quale, in corrispondenza con l’antica sepoltura dell’apostolo, era collocato un altare con ciborio.

Giovanni Girolamo Frezza, [Basilica costantiniana], in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

San Lorenzo fuori le mura

San Lorenzo fuori le mura è una delle tre chiese che, aggiunte alle quattro basiliche patriarcali, costituivano le tappe classiche del giro delle sette chiese.

Roma antica, e moderna o sia nuova descrizione di tutti gl'edifizj antichi, e moderni sagri, e profani della città di Roma..., vol. II, Roma 1765
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Benedizione dalla loggia di San Giovanni in Laterano per l'ascensione, durante il giubileo del 1933

La benedizione per l'ascensione, data dalla loggia di San Giovanni in Laterano, è una delle benedizioni solenni annuali impartite dal pontefice.

Sciamanna (fotog.), Una cerimonia religiosa ripresa dopo una sospensione di 63 anni: la benedizione papale dalla loggia dell'arcibasilica di San Giovanni in Laterano nel giorno dell'ascensione, Roma 25 maggio, in: L'illustrazione italiana, a. LX, n. 23, 4 giugno 1933
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta della chiesa e del palazzo lateranense prima degli interventi di Sisto V nell'area

La pianta illustra la disposizione dell'area del Laterano prima dei grandi interventi sistini che, alla fine del Cinquecento, ne trasformarono l'assetto. Con il numero di riferimento 41 è indicata la "Loggia e Pulpito di Bonifatio [VIII] per la Beneditione", mentre con il numero 37 è contrassegnata l'aula dei Concili affrescata da Giotto, che andarono perdute con i lavori sistini e la demolizione del grande Patriarchio.

Francesco Contini, Pianta della chiesa e palazzo lateranense, in: Giovanni Severano, Memorie sacre delle sette chiese di Roma e di altri luoghi, che si trovano per le strade di esse, vol. I (Parte prima in cui si tratta dell'antichità di dette chiese, di quello ch'era già ne i siti loro, delle fabriche...), Roma 1630
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta della antica Basilica di Santa Maria Maggiore

La pianta mostra l'aspetto della Basilica prima dei grandi interventi cinque-seicenteschi.

Veteris liberianae Basilicae adiunctorumque aedificiorum vestigium cum antiquo pavimento, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta della "vecchia" e "nuova" basilica di San Pietro

Alfarano, canonico e chierico di San Pietro, tra il 1567 ed il 1582 descrisse minuziosamente la basilica in un’opera rimasta manoscritta fino al 1914. Tra i disegni che la illustravano, la pianta dell’antica e della nuova basilica e degli edifici annessi, incisa su rame da Natale Bonifacio e pubblicata a stampa nel 1590, rappresenta una delle fonti principali per la conoscenza dell’antica fisionomia della chiesa che andava scomparendo per i lavori della nuova fabbrica. All’epoca, era già stata demolita la prima abside mentre era ancora in piedi parte della navata, che continuò ad essere utilizzata fino al 1609, mentre di là del “muro farnesiano", costruito durante il pontificato di Paolo III Farnese, procedevano i lavori del cantiere.

Tiberio Alfarano (draw.), Natale Bonifacio (engr.), Almae Urbis divi Petri veteris novique templi descriptio, Roma 1590
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta della chiesa antica di San Pietro

Pianta della chiesa antica di San Pietro, in: Giovanni Severano, Memorie sacre delle sette chiese di Roma e di altri luoghi, che si trovano per le strade di esse, vol. I (Parte prima in cui si tratta dell'antichità di dette chiese, di quello ch'era già ne i siti loro, delle fabriche...), Roma 1630
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta della Basilica Costantiniana con il contorno del circo di Nerone

Carlo Fontana (draw.), Alessandro Specchi (engr.), Pianta della Basilica Costantiniana e situatione del novo tempio con il contorno e loco dove fu il circo di Nerone, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

San Sebastiano fuori le mura

San Sebastiano fuori le mura è una delle tre chiese che, aggiunte alle quattro basiliche patriarcali, costituivano le tappe classiche del giro delle sette chiese.

Roma antica, e moderna o sia nuova descrizione di tutti gl'edifizj antichi, e moderni sagri, e profani della città di Roma..., vol. I, Roma 1765
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Bonifacio VIII nell'affresco del Laterano

Il frammento, che si trova all'interno della Basilica, faceva parte di un ciclo affrescato molto più ampio, in origine collocato nell'antica Loggia delle Benedizioni. L'interpretazione dell'affresco è stata materia di controversia. Recenti analisi diagnostiche successive al restauro sembrano legittimare l'antica ipotesi che Bonifacio VIII vi fosse rappresentato nell'atto di indire il giubileo del 1300. L'attribuzione a Giotto non è confermata.

Enciclopedia dell'arte medievale, a cura dell'Istituto dell'Enciclopedia italiana, vol. VI (Erfurt-Giustiniano), Roma 1995
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Riproduzione incisa del frammento di affresco del Laterano col ritratto di Bonifacio VIII

L'incisione riproduce il frammento dell'affresco di Bonifacio VIII al Laterano. Chacón riporta l'attribuzione dell'affresco a Giotto

Effigies Bonifacij Papae VIII à Giotto expressa in antiqua Lateranensis Basilicae porticu, atque inde secto pariete in eiusdem Templi claustrum translata, in: Alfonso Chacón, Vitae, et res gestae pontificum Romanorum et s.r.e. cardinalium ab initio nascentis Ecclesiae usque ad Clementem IX..., vol. II, Roma 1677
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La cristianizzazione del Colosseo nel progetto di Carlo Fontana

I primi tentativi pontifici di riconversione e cristianizzazione del Colosseo risalgono a Sisto V. In occasione del giubileo del 1675, papa Clemente X vi fece apporre due iscrizioni, con le quali esortava i pellegrini ad entrare, non per ammirare la grandiosità dell'opera romana ma per "risvegliare nei fedeli la memoria della santità del luogo e della fortezza de' martiri" e per pregare per loro. Tra il 1675 e il 1679, Carlo Fontana progettò la costruzione di una chiesa, un vero e proprio santuario dei martiri, da erigersi all'interno dell'arena. Il progetto presentato al nuovo pontefice Innocenzo X, non si realizzò e gli studi di Fontana sul Colosseo furono stampati postumi a L'Aia soltanto nel 1725.

Carlo Fontana (dis.), Domenico Franceschino (inc.), Pianta dell'Anfiteatro come di presente si trova, con ledifitio [sic] templare che si propone da ergersi, in: Carlo Fontana, L'anfiteatro Flavio descritto e delineato..., Den Haag 1725
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il trionfo eucaristico nel centenario della redenzione

Il trionfo eucaristico nel centenario della redenzione, in: Pio XI: monumenti e opere, Città del Vaticano 1936
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il trionfo eucaristico nel centenario della redenzione

Il trionfo eucaristico nel centenario della redenzione, in: Pio XI: monumenti e opere, Città del Vaticano 1936
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il ruolo del maestro di Camera nel cerimoniale romano

Il maestro di cerimonie pontificie ha il compito di assicurare che tutti i dignitari, e lo stesso pontefice, osservino puntualmente il cerimoniale previsto per ciascun atto religioso solenne o avvenimento civile.

G. Perugini (draw.), Lavoisier Paris (lithog.), Maitre des cérémonies - Maestro di ceremonie, in: Album ou collection complète et historique des coutumes de la cour de Rome..., Paris 1862
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta della chiesa e del palazzo lateranense prima deglli interventi di Sisto V nell'area

Ichnographia antiqui aedificii Basilicae et Patriarchii Lateranensis, in: Cesare Rasponi, De Basilica et patriarchio lateranensi libri quattuor..., Roma 1656
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Giubileo straordinario di inizio pontificato celebrato da Alessandro VII (1655)

Alessandro VII, papa dal 1655 al 1667, non ha mai celebrato un giubileo universale ordinario, ma ha celebrato 5 giubilei straordinari per occasioni particolari. Tra questi, un giubileo di inizio pontificato, cui l’incisione è dedicata: la rappresentazione iconografica è però inesatta, dal momento che per questo tipo di giubileo non fu mai seguito il cerimoniale proprio dell’anno santo con l’apertura della porta (qui invece raffigurata nel secondo riquadro a sinistra dall’alto).

Giovanni Giacomo de Rossi, Romani pontificis publicae et solennes actiones. Alexander VII pont. opt. max., Roma 1655
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore nel 1621, con la proiezione degli interventi sul lato sinistro

Il prospetto architettonico della facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore tratto dall’opera di De Angeli mostra, accanto ai mosaici tardo duecenteschi di Filippo Rusuti, la recente realizzazione del palazzo laterale destro, opera di Flaminio Ponzio sotto il pontificato di Paolo V e il palazzo da costruire, specularmente all’esistente, sul lato sinistro della facciata anteriore, il cui completamento avrebbe dovuto attendere il Settecento.

Orientalis facies Liberianae Basilicae cum orthographia tum nobilis sacelli aediumque perelegantium ad dexteram porticus canonicorum usibus a Paulo V pont. max. adiunctarum tum quae ad laevam construendae eiusdem sanctiss. domini erga deiperam eximia pietate ut spes est respondebunt, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il Pantheon prima degli interventi seicenteschi

Il Pantheon, fondato nel 27 a.C. e fatto ricostruire dall'imperatore Adriano nel I secolo d.C., è il solo edificio dell'antica Roma ad essere stato ininterrottamente utilizzato per ragioni religiose. All'inizio del VII secolo, il grande tempio dedicato dai romani a tutti gli dei fu donato dall'imperatore bizantino Foca a papa Bonifacio IV, che lo consacrò a Sancta Maria ad martyres. L'incisione di Aegidius Sadeler, mostra ancora il campanile medievale, distrutto in occasione degli interventi seicenteschi voluti da Urbano VIII e realizzati da Gian Lorenzo Bernini.

Aegidius Sadeler, Vestigij del Pantheon..., in: Id., Vestigi delle antichità di Roma, Tivoli, Pozzuolo et altri luoghi, Praha 1601
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piazza della Rotonda prima degli interventi settecenteschi

Per il giubileo del 1575 papa Gregorio XIII commissionò a Giacomo della Porta una fontana da collocare al centro della piazza. L'aspetto della fontana rimase lo stesso fino al 1711 quando papa Clemente XI volle far riposizionare di fronte al Pantheon l'obelisco egizio allora collocato a San Macuto. Con l'occasione fu realizzato un restauro radicale della fontana, il cui catino venne sostituìto da un gruppo di rocce e delfini a sostenere l'obelisco. Nella veduta di Cruyl sono visibili anche i due campanili laterali costruiti nella prima metà del Seicento da Gian Lorenzo Bernini per papa Urbano VIII, e poi eliminati nel 1883.

Levin Cruyl, stampa del 1667, in: Cento vedute di Roma antica raccolte e illustrate da Alfonso Bartoli, Firenze 1911
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piazza della Rotonda nel 1751, dopo il posizionamento al centro della piazza dell'obelisco egizio

Nel 1711 papa Clemente XI volle far riposizionare di fronte al Pantheon l'obelisco egizio allora collocato a San Macuto. Con l'occasione fu realizzato un restauro radicale della fontana, il cui catino venne sostituìto da un gruppo di rocce e delfini a sostenere l'obelisco.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza della Rotonda, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piazza della Rotonda e il Pantheon, fotografia all'albumina 1870 ca

Pantheon, fotografia all'albumina 1870 ca
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Santa Croce in Gerusalemme

Santa Croce in Gerusalemme è una delle tre chiese che, aggiunte alle quattro basiliche patriarcali, costituivano le tappe classiche del giro delle sette chiese.

Veduta di S.ta Croce in Gerusalemme, in: Pietro Rossini, Il mercurio errante delle grandezze di Roma, tanto antiche, che moderne... Con l’aggiunta delle fabriche fatte sino al presente, 10 ed., vol. II, Roma 1776
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il Colosseo da anfiteatro pagano a luogo di culto dei santi ivi martirizzati

I primi tentativi pontifici di riconversione e cristianizzazione del Colosseo risalgono a Sisto V. In occasione del giubileo del 1675, papa Clemente X vi fece apporre due iscrizioni, con le quali esortava i pellegrini ad entrare, non per ammirare la grandiosità dell'opera romana ma per "risvegliare nei fedeli la memoria della santità del luogo e della fortezza de' martiri" e per pregare per loro.

Francesco Rovira Bonet, Novenario de' santi dell'anfiteatro Flavio volgarmente detto il Colosseo, o vero nove orazioni in onore de' santi del Colosseo..., in: Id., Breve e divota notizia della vita, martirio, virtù e miracoli di alcuni santi dell'anfiteatro Flavio volgarmente detto il Colosseo..., 2 ed., Roma 1759
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Mura e porte di Roma da Romolo ad Urbano VIII

Topografia fisica, recinti e porte di Roma, in: Antonio Nibby, Roma nell'anno MDCCCXXXVIII..., P. I (Antica), Roma 1838
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta del Palazzo lateranense prima degli interventi di Sisto V nell'area

Louis Rouhier (inc.), Orthographia Patriarchii Lateranensis, in: Cesare Rasponi, De Basilica et patriarchio lateranensi libri quattuor..., Roma 1656
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Ponte Sant'Angelo

Sul Ponte di Castel Sant'Angelo si verificò l'incidente narrato da Infessura a seguito del quale Sisto IV fece costruire un nuovo ponte in vista del giubileo del 1475

Castel S. Angelo, in: Fioravanti Martinelli, Roma di nuovo ricercata nel suo sito... Di nuovo con ogni diligenza corretta & accresciuta con belle figure, Roma 1702
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il Ponte Sisto

Ponte Sisto fu fatto costruire da papa Sisto IV in vista del giubileo del 1475, a seguito dell'incidente verificatosi su Ponte Sant'Angelo durante il giubileo del 1450. La costruzione del Ponte iniziò il 29 aprile 1473, ad essa furono destinati anche i proventi di una legge suntuaria del medesimo anno. Il nuovo ponte facilitava il transito dei pellegrini verso il cuore commerciale e turistico della città, situato tra Campo de' Fiori, piazza Navona e Via dell'Orso.

Aegidius Sadeler, Vestigi delle antichità di Roma, Tivoli, Pozzuolo et altri luoghi, Praha 1601
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'area absidale della Basilica di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi cinque-secenteschi voluti da Sisto V e Paolo V

Così si mostra l'area absidale di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi cinque-secenteschi. Si vedono la cupola della cappella del Santissimo Sacramento e l’obelisco esquilino fatti erigere da Sisto V, e la cupola della Cappella Borghese che Paolo V fece realizzare da Flaminio Ponzio specularmente alla Cappella sistina, conclusa pochi anni prima che De Angeli ne desse conto nella sua opera.

Facies occidentalis liberianae Basilicae addita utrinque orthographia lateris item occidentalis sacellorum qua maximi pontifices Sixtus V ad dexteram s.mo dni nostri praesepi Paulus V ad laevam ipsi deiparae magnifico opere extruxerunt, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Caravaggio, la Vocazione di San Matteo per la Cappella Contarelli

Il 23 luglio del 1599, Michelangelo Merisi firmava il contratto della sua prima grande commissione pubblica per la cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi. La commissione era dovuta all'imminente Giubileo del 1600, per il quale Caravaggio realizzò due delle tre tele che attualmente ornano la Cappella: la Vocazione e il Martirio di San Matteo.

Il Caravaggio e le sue grandi opere da San Luigi dei Francesi, testo di Gian Alberto Dell'Acqua con un'appendice di Mia Cinotti, Milano 1971
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Caravaggio, il Martirio di San Matteo per la Cappella Contarelli

Il 23 luglio del 1599, Michelangelo Merisi firmava il contratto della sua prima grande commissione pubblica per la cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi. La commissione era dovuta all'imminente Giubileo del 1600, per il quale Caravaggio realizzò due delle tre tele che attualmente ornano la Cappella: la Vocazione e il Martirio di San Matteo.

Il Caravaggio e le sue grandi opere da San Luigi dei Francesi, testo di Gian Alberto Dell'Acqua con un'appendice di Mia Cinotti, Milano 1971
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

San Luigi dei Francesi

La chiesa di San Luigi dei Francesi ospita, nella Cappella Contarelli, le due tele realizzate da Caravaggio per il giubileo del 1600: la Vocazione e il Martirio di San Matteo.

S. Louis des François, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, première ville de l'Europe, avec toutes ses magnificences et ses délices..., vol. II, Leiden 1713
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piante della Basilica Vaticana e dei relativi progetti (1450-1582; 1506-1694)

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Hugo Brandenburg, Antonella Ballardini, Christof Thoenes, San Pietro: storia di un monumento, Città del Vaticano 2015
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Ritratto di Leonardo da Porto Maurizio

Leonardo da Porto Maurizio, chiamato a Roma da Benedetto XIV nel 1749 per preparare spiritualmente i fedeli romani al prossimo giubileo, il 25 gennaio 1750 supplica il pontefice di concedere alla neonata Congregazione degli Amanti di Gesù e di Maria la licenza a poter fare all'interno del Colosseo le quattordici stazioni della Via Crucis, ottenendo l'immediato rescritto dal Papa.

Fossi (fot.), S. Leonardo da Porto Maurizio. Quadro del Sordino (1804) esistente nella cappella della sacrestia all'Incontro (Firenze), in: Leonardo da Porto Maurizio, Prediche delle missioni con aggiunte di necrologie, lettere e documenti inediti..., Arezzo 1929
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta di Roma da Monte Mario

Monte Mario era il punto di arrivo di pellegrini e viaggiatori giunti a Roma da nord attraverso la via Trionfale, nella quale confluivano la via Regia Romana e la via Francigena. Il monte era detto Mons Gaudii, Monte del Gaudio, proprio per evocare la meraviglia dei pellegrini che dalla sua cima potevano finalmente ammirare, alla fine del viaggio, Roma e San Pietro.

Giovanni Battista Cipriani, Roma veduta per profilo dal Monte Mario 1797, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
Clicca sull'immagine per sfogliare 22 pagine
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le trasformazioni all'area lateranense volute da Sisto V e realizzate da Domenico Fontana

Demolito l'antico Patriarchio, Sisto V fece edificare un palazzo di dimensioni più ridotte, a pianta quadrata, modellato su Palazzo Farnese. Incaricò poi Domenico Fontana di costruire un apposito edificio nel quale collocare la Scala Santa e il Sancta Sanctorum, con le preziose reliquie che vi erano custodite.

Domenico Fontana, Della trasportatione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetta di sua santità..., Roma 1590 [ma 1604]
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta della Basilica di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi realizzati sotto i pontificati di Sisto V e Paolo V

La pianta mostra con evidenza i grandi interventi cinque-secenteschi in cui emergono in particolare le due cappelle laterali destra e sinistra realizzate da Domenico Fontana per papa Sisto V e Flaminio Ponzio per Paolo V.

Vestigium totius Basilicae liberianae et appositorum aedificiorum ea forma in quam Paulus V pont. max. magnifice exculta atque aucta redegit, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piazza Navona prima del 1650

Nel corso del Medioevo, le strutture murarie delle gradinate dello stadio di Domiziano furono utilizzate come base per abitazioni, botteghe, ma anche per chiese e istituzioni religiose. Nel XIII secolo la Nazione spagnola a Roma la scelse per la propria sede, e vi costruì una chiesa e l’ospedale. Nel XV secolo, con il trasferimento del grande mercato cittadino, la piazza assunse sempre maggiore importanza, per la sua collocazione nel cuore turistico e commerciale della città. Per tale ragione si procedette, nel Cinquecento ad una prima sistemazione della piazza, con la costruzione di due fontane laterali e un semplice abbeveratoio per i cavalli al centro. Piazza Navona divenne luogo privilegiato per incontrarsi, passeggiare, godere di spettacoli improvvisati di giocolieri e saltimbanchi, ma anche assistere a feste organizzate, sacre e profane. Nel XVII secolo, con l’elezione al soglio pontificio di Innocenzo X, membro della famiglia Pamphilj, il cui palazzo affacciava sulla piazza, si giunse alla definitiva sistemazione dell’area.

Platea Agonalis, in: Pompilio Totti, Ritratto di Roma moderna..., Roma 1638
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La storia edilizia di San Pietro nelle medaglie pontificie coniate per celebrare le varie fasi costruttive della basilica

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Giovanni Girolamo Frezza, Pontificum romanorum numismata templi vaticani fabricam chronologicam indicantia, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Cupola della Basilica Vaticana secondo il progetto di Bramante

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Alessandro Specchi, Delineatio tholi basilicae vaticanae iuxta typum Bramantis, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Progetto di Antonio da Sangallo per la nuova basilica vaticana

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Alessandro Specchi, Frons basilicae vaticanae ab Antonio Sangallo delineata, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Progetto di Michelangelo Buonarroti per la nuova basilica vaticana

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Giovanni Girolamo Frezza, Forma eiusdem novae basilicae Michaele Angelo Bonarota delineata, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Progetto di Domenico Fontana per la nuova basilica vaticana

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Giovanni Girolamo Frezza, Forma basilicae quam cum porticu itidem aperta excogitavit eques Dominicus Fontana sub Sixto V, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Ostensione delle reliquie nella Basilica di San Pietro

Alphonse de Neuville, Ostension des grandes reliques. Dessin de A. de Neuville d'après M. B. Ulmann, in: Le Tour du monde. Nouveau journal des voyages publié sous la direction de m. Édouard Charton et illustré par nos plus célèbres artistes, vol. XV, 1867
Clicca sull'immagine per sfogliare 5 pagine
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le monete celebrative del giubileo del 1525

Dopo la stabilizzazione del rituale avvenuta con Alessandro VI la porta santa diviene elemento iconografico principale nella raffigurazione dell’anno santo. La porta viene utilizzata anche per le medaglie commemorative degli anni santi. La prima coeva è del 1525, mentre quelle relative a epoche precedenti sono “di restituzione” (postume). La prima medaglia di restituzione su cui compare la porta santa è riferita al giubileo di Nicolò V, in cui peraltro il rituale della porta non era ancora affermato.

Filippo Buonanni, Numismata pontificum romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum M.DC.XCIC vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere..., vol. I (Continens numismata à Martino V usque ad Clemente VIII), Roma 1699
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pellegrini in Piazza San Pietro per il Giubileo del 1825

Edoardo Matania, Il giorno del giubileo a Roma, in: Francesco Bertolini, Storia del Risorgimento italiano, Milano 1889
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Facciata posteriore della Basilica di Santa Maria Maggiore

Questa immagine mostra l’aspetto definitivo dell’esterno della Basilica su Piazza dell’Esquilino, dopo gli interventi secenteschi voluti da Clemente X e realizzati da Carlo Rainaldi, il cui progetto per il restauro della facciata posteriore ed il raccordo tra le due cappelle e l’abside fu preferito a quello, più dispendioso, presentato da Bernini.

Roma antica e moderna o sia nuova descrizione della moderna città di Roma, e di tutti gli edifizi notabili, che sono in essa, e delle cose più celebri, che erano nella antica Roma... Abbellita con duecento e più figure in rame, con curiose notizie istoriche, e con la cronologia di tutti li sommi pontefici, re, consoli e imperadori romani. Accresciuta in questa nuova edizione di un tomo terzo..., vol. II, Roma 1745
Clicca sull'immagine per sfogliare 7 pagine
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Dell'obelisco e fontana nuova di Piazza Navona

La Fontana dei Fiumi di Piazza Navona fu commissionata a Gian Lorenzo Bernini da papa Pamphilj, Innocenzo X, in vista del Giubileo del 1650. La fontana, che fa da straordinario supporto alla copia romana di un obelisco egizio rinvenuto nel 1647 presso il Circo di Massenzio, rappresenta, nei quattro giganti in marmo bianco che siedono appoggiati sullo scoglio centrale, quattro grandi fiumi: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata. La guida di Roma moderna di Pompilio Totti, pubblicata per la prima volta nel 1638, colse immediatamente l’importanza del nuovo ornato di Piazza Navona ed inserì già nell'edizione del 1652 una rappresentazione della Fontana dei Fiumi e il racconto della sua realizzazione.

Pompilio Totti, Ritratto di Roma moderna... in questa nuova editione accresciuto, e migliorato in molti luoghi, Roma 1652
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La vecchia e la nuova San Pietro durante la seconda metà del Cinquecento

Per gran parte del XVI secolo la “vecchia” e la “nuova” San Pietro coesistettero, divise dal “muro farnesiano”, costruito durante il pontificato di Paolo III per separare il cantiere della fabbrica dalla chiesa costantiniana, dove si continuavano a radunare fedeli e pellegrini e a celebrare riti e cerimonie, come evidente nella incisione di Antoine Lafréry, che si riferisce ad una benedizione del papa in Piazza San Pietro durante il pontificato di Pio V (1566-1572), di cui è visibile lo stemma sulla facciata e sugli stendardi dei trombettieri.

Antoine Lafréry (inc.), Pietro de' Nobili (ed.), Benedizione del papa in Piazza San Pietro, Roma 1581-1585Biblioteca Apostolica Vaticana, Cicognara.XII.541 f. 111v (©2016 Biblioteca Apostolica Vaticana)
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La vecchia e la nuova San Pietro durante la seconda metà del Cinquecento

Per gran parte del XVI secolo la “vecchia” e la “nuova” San Pietro coesistettero, divise dal “muro farnesiano”, costruito durante il pontificato di Paolo III per separare il cantiere della fabbrica dalla chiesa costantiniana, dove si continuavano a radunare fedeli e pellegrini e a celebrare riti e cerimonie. L'incisione di Natale Bonifacio attesta lo stato di avanzamento dei lavori nel 1575, durante il pontificato di Gregorio XIII.

Natale Bonifacio (inc.), D. Petri Basilica in Vaticano Ann. Iubilei 1575, in: Principio Fabrizi, Delle allusioni, imprese, et emblemi del sig. Principio Fabricii da Teramo sopra la vita, opere et attioni di Gregorio XIII..., Roma 1588
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La vecchia e la nuova San Pietro durante la seconda metà del Cinquecento

Per gran parte del XVI secolo la “vecchia” e la “nuova” San Pietro coesistettero, divise dal “muro farnesiano”, costruito durante il pontificato di Paolo III per separare il cantiere della fabbrica dalla chiesa costantiniana, dove si continuavano a radunare fedeli e pellegrini e a celebrare riti e cerimonie. L'incisione di Alessandro Specchi mostra l'avanzamento dei lavori sotto il pontificato di Sisto V.

Alessandro Specchi, Frons templi et palatii Vaticani sub Sixto V delineata, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'incendio della basilica di San Paolo nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1823

La notte del 15 luglio 1823, in seguito a un incidente procurato durante i lavori di consolidamento del tetto, la Basilica di San Paolo fu colpita da un violentissimo incendio che in gran parte la distrusse.

Edoardo Matania, L'incendio della Basilica di San Paolo, in: Francesco Bertolini, Storia del Risorgimento italiano, Milano 1889
Clicca sull'immagine per sfogliare 3 pagine
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Medaglie celebrative del giubileo di Nicolò V (1450)

Dopo la stabilizzazione del rituale avvenuta con Alessandro VI la porta santa diviene elemento iconografico principale nella raffigurazione dell’anno santo. La porta viene utilizzata anche per le medaglie commemorative degli anni santi. La prima coeva è del 1525, mentre quelle relative a epoche precedenti sono “di restituzione” (postume). La prima medaglia di restituzione su cui compare la porta santa è riferita al giubileo di Nicolò V, in cui peraltro il rituale della porta non era ancora affermato.

Domenico Maria Manni, Istoria degli anni santi dal loro principio sino al presente del MDCCL, tratta in gran parte da quella del p.l.f. Tommaso Maria Alfani..., Firenze 1750
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Ciociara in pellegrinaggio

Salvatore Marroni (inc.), Ciociara in pellegrinaggio, in: Costumi di Roma e suoi contorni disegnati da vari artisti ed incisi da Salvatore Marroni, Roma circa 1835
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Giovanni Maggi che mostra anche il grande obelisco egizio che Sisto V fece elevare sulla piazza a suggello della propria opera, e prima situato al Circo Massimo. La veduta è compresa in un volume pubblicato in occasione dell'anno santo 1600 che descrive le "deliciae divinae” (le chiese) e “humanae" della città di Roma.

Giovanni Maggi, Ecclesia S. Ioannis in Laterano, tratta da: Dominicus Custos, Deliciae urbis Romae divinae et humanae anno sacro Jubilaei MDC, Augsburg 1600
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Giacomo Lauro, che mostra anche il grande obelisco egizio che Sisto V fece elevare sulla piazza a suggello della propria opera, prima situato al Circo Massimo.

Giacomo Lauro, Ecclesia S. Ioannis Laterani, in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1641
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni, della scala santa e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Giovanni Battista Piranesi, che mostra anche il grande obelisco egizio che Sisto V fece elevare sulla piazza a suggello della propria opera, prima situato al Circo Massimo.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza, e Basilica di S. Giovanni in Laterano [1775], in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni, della scala santa e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Pierre Mortier, nella quale sono riconoscibili anche l'imbocco di Via Merulana, sulla destra la strada che portava al Colosseo incentivando i collegamenti della zona del Laterano con il cuore dell'Urbe e, sulla sinistra, l'edificio al cui interno si trova la Scala Santa.

Pierre Mortier, Veue de la Piazza della sacrosanta Basilica Lateranense madre e capo di tutte le chiese di Roma, tratta da: Nouveau theatre de l'Italie, vol. IV, Den Haag 1724
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Facciata posteriore della Basilica di Santa Maria Maggiore nel 1749

La veduta di Piranesi mostra l’aspetto definitivo dell’esterno di Santa Maria Maggiore su Piazza dell’Esquilino, opera di Carlo Rainaldi, il cui progetto per il restauro della facciata posteriore ed il raccordo tra le due cappelle e l’abside fu preferito a quello, più dispendioso, presentato da Bernini.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della facciata di dietro della basilica di S. Maria Maggiore, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Bernini, Athanasius Kircher, la Fontana dei Fiumi e l'obelisco Pamphilj

Nella progettazione della Fontana dei fiumi, Bernini volle conoscere e tener presente il significato dei geroglifici dell'obelisco, per decifrare i quali si avvalse della collaborazione dell'erudito gesuita Athanasius Kircher. Secondo alcuni interpreti, sarebbe da leggere come simbolo della collaborazione tra i due la raffigurazione, nella fontana, di un armadillo, collocato tra la flora e la fauna del Rio de la Plata. Un esemplare essiccato di questo animale, giunto dalle Americhe grazie ai rapporti di Kircher con i gesuiti d'Oltreoceano, era conservato presso il Museo Kircheriano al Collegio romano, ed è probabilmente attraverso di lui che Bernini potè conoscerne l'aspetto. Nell'anno del giubileo 1650, Kircher pubblicò in un volume il risultato dei suoi studi sull'obelisco di Piazza Navona.

Athanasius Kircher, Athanasii Kircheri e Soc. Iesu Obeliscus Pamphilius, hoc est interpretatio nova..., Roma 1650
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piazza Navona

Place Navonne, bâtie sur les ruines du Cirque Agonalis de l'empereur Alexandre Severe, avec la vue de ses magnifiques edifices et fontaines, embellie de la sainte memoire du pape Innocent X, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, première ville de l'Europe, avec toutes ses magnificences et ses délices..., vol. II, Leiden 1713
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piazza Navona nel 1773

Giovanni Battista Piranesi, Veduta di Piazza Navona sopra le rovine del Circo Agonale, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Sacerdote dell'Ospizio della ss.ma Trinità dei pellegrini e dei convalescenti di Roma

Andrea Antonio Orazi (dis.), Arnold van Westerouth (inc.), Sacerdos in Xenodochio Ss. Trinitatis, in: Filippo Buonanni, Catalogo degli ordini religiosi della chiesa militante..., vol. III (Parte terza, in cui si riferiscono alcuni di essi tralasciati nella prima edizione, e diversi collegii di alunni, e congregazioni di fanciulle...), 4 ed., Roma 1742
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'obelisco vaticano proveniente dal circo di Nerone e sito, fino al 1586, sul fianco della basilica di San Pietro

Bernardo Gamucci, Le antichità della città di Roma..., 2 ed., Venezia 1580
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le sette chiese di Roma con le loro principali reliquie, stazioni e indulgenze

Ristampa del 1660 ca., ad opera di Giovanni Giacomo de’ Rossi, della lastra di Giacomo Lauro e Antonio Tempesta, utilizzata per la prima volta per il Giubileo del 1600 e successivamente ripubblicata, quale guida ai pellegrini nel 1609, 1621, 1630 e 1636. La ristampa di De Rossi vede per la prima volta la raffigurazione della Basilica di San Pietro con il colonnato del Bernini. Nell'angolo in basso a destra della pianta è riprodotto anche il circuito delle nove chiese, che aggiunge alle sette classicamente comprese nel giro, la chiesa di San Paolo alle tre fontane e dell'Annunziatella, che furono in alcune occasioni incluse nel giro dallo stesso Filippo Neri, per la loro vicinanza a San Paolo fuori le mura.

Le sette chiese di Roma con le loro principali reliquie stationi et indul.tie, Roma 1660
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'obelisco vaticano proveniente dal circo di Nerone e sito, fino al 1586, sul fianco della basilica di San Pietro

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Fianco della basilica vechia [sic] e parte del tempio novo e fabriche [sic] annesse, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta del Colosseo nel 1776

Nella veduta a volo d'uccello del Colosseo, incisa da Giovanni Battista Piranesi nel 1776, si vedono attorno alla platea le 14 cappelle delle stazioni della Via Crucis e al centro la grande croce

Giovanni Battista Piranesi, Veduta dell'anfiteatro Flavio detto il Colosseo, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Porta Angelica

Giuseppe Vasi, Porta Angelica,tratta da: Id., Delle magnificenze di Roma antica e moderna,vol. I (Le porte e mura di Roma), 2 ed., Roma 1772
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Apertura della porta santa

Porte dorée qu'on ouvre l'année du Jubilé, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, première ville de l'Europe, avec toutes ses magnificences et ses délices..., vol. VI, Leiden 1713
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Un pellegrino

G. Perugini (dis.), Lavoisier Paris (lit.), Pelerin - Pellegrino, in: Album ou collection complète et historique des coutumes de la cour de Rome..., Paris 1862
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Un pellegrino

Pèlerin, in: Album ou collection complète et historique des coutumes de la cour de Rome..., Paris 1862
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piazza San Pietro nei giorni della benedizione papale del 1900

Dante Paolocci (dis.), Pellegrinaggi per l'anno santo: la piazza di San Pietro nei giorni della benedizione papale, in: L'illustrazione italiana, a. XXVII, n. 7, 18 febbraio 1900
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta del Rione XIV di Borgo

Il borgo sviluppatosi attorno alla tomba di Pietro nel corso dell'alto medioevo costituì, dopo la costruzione delle mura di Leone IV nel IX secolo, la "civitas leonina", separata dal resto dell'Urbe e governata da magistrature proprie. La Città leonina ebbe un notevole sviluppo con la fine dello Scisma d'Occidente, quando i Pontefici di ritorno da Avignone spostarono la propria sede dal Laterano al Vaticano, e con l'avvio della fabbrica di San Pietro. Se già Niccolò V aveva immaginato di riorganizzare la viabilità della zona, fu papa Sisto IV a risistemare la via Sancta (o Borgo vecchio) e ad aprire la via Sistina (oggi chiamata Borgo Sant'Angelo) che costeggia il Passetto di Borgo dal Castello al Palazzo Vaticano. In occasione del giubileo del 1500 Alessandro VI fece aprire tra Borgo vecchio e Borgo Sant'Angelo una nuova strada, la via Alexandrina o via Recta, poi chiamata Borgo Nuovo.

Rione XIV di Borgo, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero succinta descrizione di questa superba città con due piante generali di essa e de' XIV rioni... riveduta ed aumentata da Stefano Piale, vol. II, Roma 1826
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Vista della strada di Borgo nuovo fatta aprire da Alessandro VI in occasione del giubileo del 1500

Vista de Borgo à S. Pedro, in: Compendio de las cosas mas particulares de la Santa ciudad de Roma con la noticia de sus iglesias, estaciones, reliquias, cuerpos de santos, i dotes para donzellas pobres que ai en ella. Guia puntual para que los forasteros hallen con facilidad sus mas notables maravillas... De nuevo corregido, i aumentado de laminas, i los dias de las postas de Roma para Espana, Roma 1769
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Vista della strada di Borgo nuovo fatta aprire da Alessandro VI in occasione del giubileo del 1500

Vista de Borgo à S. Pedro, in: Compendio de las cosas mas particulares de la Santa ciudad de Roma con la noticia de sus iglesias, estaciones, reliquias, cuerpos de santos, i dotes para donzellas pobres que ai en ella. Guia puntual para que los forasteros hallen con facilidad sus mas notables maravillas... De nuevo corregido, i aumentado de laminas, i los dias de las postas de Roma para Espana, Roma 1769
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Consegna della bolla di indizione dell'anno santo straordinario del 1933 per la lettura dal portico di San Pietro

Achille Beltrame, Nella sala del trono in Vaticano, Pio XI consegna al decano dei protonotari apostolici la Bolla di proclamazione dell'Anno Santo perché venga letta dal portico della Basilica di San Pietro, in: La Domenica del Corriere, a. XXXV, n. 5, 29 January 1933
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La "nuova" facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore

Nella veduta del 1749, Giovanni Battista Piranesi mostra la "nuova" facciata della Basilica, appena realizzata (1741-1743) da Ferdinando Fuga per Benedetto XIV, e caratterizzata da un portico e da una loggia superiore per le benedizioni, che si soprappose ai mosaici duecenteschi, incastonandoli senza distruggerli.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della basilica di S.ta Maria Maggiore con le due fabbriche laterali di detta basilica, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La Fontana di Trevi prima dei lavori settecenteschi

L'acquedotto Vergine, a lungo abbandonato come le altre grandi opere idrauliche romane, fu ripristinato a partire dalla metà del XV secolo. Nel 1453 Niccolò V, nel punto terminale dell'acquedotto, in un luogo chiamato "trivium" o "trejo" perché posto all'incrocio di tre strade, fece realizzare una semplice fontana con tre bocche e una vasca rettangolare. Nel Seicento, Urbano VIII cambiò l'orientamento della fontana in quello attuale per predisporre il luogo alla realizzazione di una fontana monumentale. La piazza, rappresentata nella veduta di Falda del 1665, era allora occupata solo in piccola parte da una bassa vasca semicircolare alimentata da tre bocche di notevole portata, collocata di fronte alla chiesa dei Ss. Vincenzo e Anastasio.

Giovanni Battista Falda (dis.), Chiesa di Santi Vincenzo et Anastasio alla Fontana di Trevi de' padri religiosi di S. Girolamo, in: Il nuovo splendore delle fabbriche in prospettiva di Roma moderna, vol. III (Il terzo libro del nuovo splendore di Roma moderna con sue giuste vedute in prospettiva delle facciate, strade e chiese...), Roma 1773
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La Fontana di Trevi pochi anni prima della conclusione dei lavori nel 1762

Numerosi progetti ed iniziative si susseguirono nel corso del Sei-Settecento senza giungere a compimento, finché nel 1731 Clemente XII promosse un concorso per la realizzazione di una fontana monumentale da costruirsi addossata alla facciata di Palazzo Poli. Tra i tanti progetti presentati, fu scelto quello di Nicola Salvi, che tra mille difficoltà giunse a conclusione dopo la sua morte, nel 1762. La veduta di Piranesi fu probabilmente incisa intorno agli anni cinquanta del Settecento, pochi anni prima della conclusione dei lavori.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta in prospettiva della gran Fontana dell'Acqua Vergine detta di Trevi architettura di Nicola Salvi, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La Fontana di Trevi

Hercule Catenacci, Fontaine de Trevi, dessin de Catenacci d'après une photographie, in: Le Tour du monde. Nouveau journal des voyages publié sous la direction de m. Édouard Charton et illustré par nos plus célèbres artistes, vol. XVII, 1868
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

I lavori alla Fontana di Trevi per il giubileo del 2016

Paolo Conti, La Fontana di Trevi restaurata: quella luce miracolosa che rischiara le tenebre romane, in: "Corriere della sera" a. 140, n. 281, 4 novembre 2015
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le nove chiese che si visitano per avere le indulgenze

Il circuito delle sette chiese poteva essere allargato a nove aggiungendo al giro, per la loro vicinanza a San Paolo fuori le mura, la chiesa di San Paolo alle tre fontane e quella dell'Annunziatella. San Paolo alle tre fontane sorge dove secondo la tradizione venne decapitato l'apostolo Paolo, e fa parte oggi del'omonimo complesso abbaziale. La chiesa consacrata nel 1220 da papa Onorio III e dedicata a Maria Annunziata, da cui il nome popolare di Annunziatella, era dotata di un ospedale per l'assistenza ai pellegrini.

Les neuf eglises qu'on visite pour avoir les indulgences, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, première ville de l'Europe, avec toutes ses magnificences et ses délices..., vol. VI, Leiden 1713
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il porto di Ripetta nel 1753

Il porto di Ripetta costituiva l'approdo per il traffico fluviale proveniente dall'alto corso del Tevere, da cui giungevano a Roma gli approvvigionamenti di olio, vino e legname, e talora anche i pellegrini provenienti da Nord. La veduta di Piranesi mostra l'aspetto del porto cinquant'anni dopo gli interventi voluti da Clemente X per la sistemazione del preesistente approdo della Posterula, un porticciolo rudimentale privo delle costruzioni necessarie al crescente traffico commerciale dello scalo. Nel 1704, l'architetto Alessandro Specchi realizzò due scalinate curve, che univano le banchine al livello stradale. Tra le due cordonate fu aperto un emiciclo, al centro del quale fu posta una fontana, necessaria per abbeverare gli animali da soma utilizzati per il trasporto delle merci, e poi sormontata da una lanterna per l'illuminazione notturna del porto.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta del porto di Ripetta, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il porto di Ripetta nel 1878

L'immagine mostra il porto di Ripetta prima degli interventi di rettificazione del corso del fiume e della costruzione degli argini, realizzati dopo la grande piena che inondò Roma nel dicembre 1870. I lavori, conclusi nel 1926, misero fine al drammatico problema delle periodiche inondazioni del Tevere, ma stravolsero il paesaggio fluviale della città, sacrificando alcune magnifiche realizzazioni architettoniche, costruite anticamente sulle sponde del fiume. Tra queste, naturalmente, i due porti cittadini furono particolarmente colpiti. Così dell'antico porto di Ripetta, in parte distrutto e in parte sommerso, restano oggi solamente la fontana dell'emiciclo e due colonne, sulle quali è stata indicata l'altezza raggiunta dal Tevere durante le alluvioni avvenute tra il 1495 e il 1750. La foto è tratta da una eccezionale raccolta di albumine, commissionata dal genio civile per documentare il prima e il dopo degli interventi sul Tevere, e realizzata tra il 1877 e il 1887 dai fratelli D'Alessandri, titolari di uno dei più importanti studi fotografici dell'Ottocento.

Antonio e Paolo Francesco D'Alessandri (fotogr.), Vedute del Tevere in Roma prima della sua sistemazione: sponda sinistra Porto di Ripetta anno 1878,in: Id., Vedute del Tevere in Roma prima della sua sistemazione, vol. II (Sponda sinistra), Roma 1887
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta del Colosseo

Angelo Uggeri, Le Colisée, in: Id., Journées pittoresques des édifices de Rome ancienne, vol. IV (Vues des édifices de Rome antique dans l'interieur, dessinés et publiès de l'an. 1793 au 1810), Roma 1810
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Ponte Milvio

I pellegrini che arrivavano a Roma dalla via Flaminia, in prossimità della città attraversavano il Tevere a Ponte Milvio detto anche Molle.

James Merigot, Ponte Mole 1796, in: Id., A select collection of views and ruins in Rome and its vicinity. Recently executed from drawings made upon the spot, London 1817-1819
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pellegrini moravi, polacchi e americani al giubileo del 1900

Dante Paolocci (dis.), L'anno santo: benedizione papale ai pellegrini moravi, polacchi e americani il 7 aprile, in: L'illustrazione italiana, a. XXVII, n. 15, 15 aprile 1900
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta aerea di San Pietro e dell'area della "spina" di Borgo

L'apertura, nel 1500, di Borgo nuovo aveva causato la formazione della cosiddetta "spina" di Borgo. Un gruppo di edifici, interrotto a metà da piazza Scossacavalli, era rimasto chiuso tra Borgo vecchio e la via Alessandrina, occupando l'area della odierna via della Conciliazione e creando una sorta di spina, che fin dal progetto seicentesco di Carlo Fontana si pensò più volte di demolire.

La Basilica di San Pietro e il Vaticano da un dirigibile, in: L'illustrazione italiana, a. XLIX, n. 11, 12 March 1922
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il duce dà il colpo di piccone che inizia le demolizioni per la sistemazione dei borghi

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 58, n. 259, 30 ottobre 1936
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La sistemazione dei Borghi. Sorgono le palizzate per la prova del "nobile interrompimento"

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 59, n. 224, 19 settembre 1937
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La sistemazione dei Borghi. Mentre cadono gli ultimi muri del Palazzo dei Convertendi sorge l'ossatura per la prova del "nobile interrompimento"

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 59, n. 235, 2 ottobre 1937
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La spina dei Borghi è caduta. Dal ponte Sant'Angelo la cupola e la facciata di San Pietro appaiono ora visibili in tutta la loro grandiosa imponenza

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 59, n. 240, 8 ottobre 1937
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La sistemazione dei Borghi. Il problema della spaziosità

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 59, n. 255, 26 ottobre 1937
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pio XI e Guglielmo Marconi inaugurano la Radio Vaticana (12 febbraio 1931)

Nel 1933 la Radio Vaticana trasmetterà per la prima volta la cerimonia di apertura della porta santa.

Felici (fotog. Pontif.), Il Santo Padre e G. Marconi inaugurano la stazione della Radio della città vaticana, in: Guido Guida, Pio XI, Milano 1938
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Per la sistemazione di San Pietro. La prospettiva della Basilica dalla fontana di Scossacavalli

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950. La fontana di Scossacavalli si trova oggi a piazza Sant'Andrea della Valle dove fu trasferita alla scomparsa piazza Scossacavalli per la realizzazione di via della Conciliazione.

Il messaggero, a. 59, n. 262, 3 novembre 1937
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il primo discorso di Pio XI alla radio (12 febbraio 1931)

Felici (fotog. Pontif.), Il primo discorso del papa alla radio, in: Guido Guida, Pio XI, Milano 1938
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Un altro secolare problema risolto. L'accesso a San Pietro

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Un altro secolare problema risolto. L'accesso a San Pietro, in: La Domenica del Corriere, a. XXXIX, n. 46, 14 novembre 1937
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L’illuminazione della croce monumentale di Monte Senario

Il primo aprile del 1933, all’apertura dell’anno santo straordinario, Pio XI accende dalla Città del Vaticano, tramite un comando trasmesso dalla Radio Vaticana, la croce eretta sul santuario toscano del Monte Senario.

Felici (fotog. Pontif.), Sua santità Pio XI illumina la croce monumentale del Monte Senario, in: L'osservatore romano, a. LXXIII, n. 79, 3-4 aprile 1933
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Via della Conciliazione

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Antonio Carbonati, Roma. La chiesa della Traspontina in via della Conciliazione (Disegno di Antonio Carbonati), Roma 1950
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Si completa via della Conciliazione (1950). Che ne dite?

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 72, n. 82, 23 marzo 1950
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta interna della basilica di Santa Maria Maggiore nel 1768

Giovanni Battista Piranesi, Veduta interna della basilica di S. Maria Maggiore, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La collina di Trinità dei Monti prima della realizzazione della scalinata

Nel corso del Cinque-Seicento, un pendio alberato e segnato da sentieri scoscesi metteva in comunicazione la chiesa francese di Trinità de’ Monti con la sottostante Piazza di Spagna. Nella seconda metà del Seicento cominciò ad imporsi la necessità di una scalinata di raccordo tra la chiesa e la piazza. Ma il problema fu affrontato concretamente soltanto durante il pontificato di Clemente XI, che ricevette i progetti di diversi illustri artisti dell’epoca, tra i quali Alessandro Specchi e Francesco De Sanctis, architetto dell’Ordine dei minimi, cui il terreno apparteneva. De Sanctis, autore tra l’altro della nuova facciata della Chiesa della Trinità dei Pellegrini, fu il prescelto dal successore di Clemente XI, Innocenzo XIII, che diede il via ai lavori nel 1723 con la speranza di vederli realizzata in tempo per il giubileo del 1725. La scalinata fu effettivamente inaugurata durante l’anno santo da Benedetto XIII, seppur a lavori non completamente terminati.

Giovanni Battista Falda, Chiesa della Santiss. Trinità de Monti de PP. minimi francesi sul monte Pincio,in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. II (Il secondo libro del novo teatro delle fabriche, et edificii, fatte fare in Roma, e fuori di Roma dalla santità di nostro signore papa Alessandro VII), Roma 1665-1667
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La collina di Trinità dei Monti prima della realizzazione della scalinata

Nel corso del Cinque-Seicento, un pendio alberato e segnato da sentieri scoscesi metteva in comunicazione la chiesa francese di Trinità de’ Monti con la sottostante Piazza di Spagna. Nella seconda metà del Seicento cominciò ad imporsi la necessità di una scalinata di raccordo tra la chiesa e la piazza. Ma il problema fu affrontato concretamente soltanto durante il pontificato di Clemente XI, che ricevette i progetti di diversi illustri artisti dell’epoca, tra i quali Alessandro Specchi e Francesco De Sanctis, architetto dell’Ordine dei minimi, cui il terreno apparteneva. De Sanctis, autore tra l’altro della nuova facciata della Chiesa della Trinità dei Pellegrini, fu il prescelto dal successore di Clemente XI, Innocenzo XIII, che diede il via ai lavori nel 1723 con la speranza di vederli realizzata in tempo per il giubileo del 1725. La scalinata fu effettivamente inaugurata durante l’anno santo da Benedetto XIII, seppur a lavori non completamente terminati.

SS. Trinita de' Monti, in: Fioravanti Martinelli, Roma di nuovo ricercata nel suo sito... Di nuovo con ogni diligenza corretta & accresciuta con belle figure, Roma 1702
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La collina di Trinità dei Monti prima della realizzazione della scalinata

Nel corso del Cinque-Seicento, un pendio alberato e segnato da sentieri scoscesi metteva in comunicazione la chiesa francese di Trinità de’ Monti con la sottostante Piazza di Spagna. Nella seconda metà del Seicento cominciò ad imporsi la necessità di una scalinata di raccordo tra la chiesa e la piazza. Ma il problema fu affrontato concretamente soltanto durante il pontificato di Clemente XI, che ricevette i progetti di diversi illustri artisti dell’epoca, tra i quali Alessandro Specchi e Francesco De Sanctis, architetto dell’Ordine dei minimi, cui il terreno apparteneva. De Sanctis, autore tra l’altro della nuova facciata della Chiesa della Trinità dei Pellegrini, fu il prescelto dal successore di Clemente XI, Innocenzo XIII, che diede il via ai lavori nel 1723 con la speranza di vederli realizzata in tempo per il giubileo del 1725. La scalinata fu effettivamente inaugurata durante l’anno santo da Benedetto XIII, seppur a lavori non completamente terminati.

La Trinité du Mont, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, première ville de l'Europe, avec toutes ses magnificences et ses délices..., vol. I, Leiden 1713
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Chiesa dell'Annunziatella

Il circuito delle sette chiese poteva essere allargato a nove aggiungendo al giro, per la loro vicinanza a San Paolo fuori le mura, la chiesa di San Paolo alle tre fontane e quella dell'Annunziatella. Quest'ultima, consacrata nel 1220 da papa Onorio III e dedicata a Maria Annunziata, da cui il nome popolare di Annunziatella, era dotata di un ospedale per l'assistenza ai pellegrini.

Sanctae Mariae Annuntiatae extra muros ecclesiae prospectus, in: La ville de Rome ou description abregée de cette superbe ville..., vol. III (Contenant la description du IV quartier du Champ de Mars, du V du Pont, du VI de Parione, du VII de la Regola, du VIII de Saint-Eustache & du IX de la Pigna), Roma 1778
Clicca sull'immagine per sfogliare 47 pagine
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Della trasportatione dell'obelisco vaticano di Domenico Fontana

Fin dagli anni Trenta del Cinquecento gli architetti della fabbrica di San Pietro discutevano della possibilità del trasporto in piazza San Pietro del grande obelisco sito lateralmente alla basilica. Se ne occuparono Antonio da Sangallo, Camillo Agrippa e lo stesso Michelangelo. Fu solo dopo la elezione al soglio pontificio di Sisto V che, grazie alla volontà del papa e all’ingegno di Domenico Fontana, si giunse alla rapida realizzazione del progetto, compiuto tra l’aprile e il settembre 1586. Fontana, rifacendosi alle tecniche romano-imperiali, abbatté, spostò e rialzò l’obelisco al centro della piazza, facendo uso di un complesso sistema di leve e argani e di un grande numero di operai specializzati (fabbri, muratori, carpentieri). Lo stesso Fontana fa un resoconto dettagliato di tutta l’operazione nel libro Della trasportatione dell'obelisco Vaticano e delle fabriche di nostro signore papa Sisto V, stampato a Roma nel 1590 e illustrato da Natale Bonifacio.

Domenico Fontana, Della trasportatione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetta di sua santità..., Roma 1590 [ma 1604]
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Ponte Sant'Angelo a Roma

Il ponte, risalente al II secolo, anticamente chiamato ponte Elio, collega San Pietro e il Borgo Vaticano a Roma. L'incisione di Alessandro Specchi mostra il ponte nel suo aspetto seicentesco.

Alessandro Specchi, Pons Aelius a Clemente IX statuis exornatus, in: Filippo Buonanni, Numismata pontificum romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum M.DC.XCIC vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere..., vol. II (Continens numismata à Clemente VIII usque ad Innocentium XII), Roma 1699
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta del porto di Ripa Grande dopo le modifiche realizzate sotto il pontificato di Innocenzo XII

Fin dall'età alto medievale, un piccolo scalo portuale, detto Ripa Romea, aveva utilizzato i resti di antiche banchine di età imperiale, sulla riva destra del Tevere. Alla metà del Trecento la Ripa Romea diventa Ripa Grande, luogo d'approdo delle merci e dei passeggeri che, giunti sulla costa laziale via mare, risalivano il corso del fiume fino al centro della città su barche di medio tonnellaggio. Nel corso del '600, a seguito dello spostamento della cinta muraria all'altezza di Porta Portese, il porto viene arretrato a monte; viene quindi costruita la Dogana, poi inglobata nella fabbrica dell'Ospizio Apostolico di S. Michele a Ripa, e infine, nel 1693-1697 papa Innocenzo XII affida agli architetti Mattia De Rossi e Carlo Fontana la sistemazione dell'intero complesso di Ripa Grande e San Michele a Ripa.

Alessandro Specchi, Aedificium in ripa Tiberis ab Innocentio XII aedificatum pro alendis pueris egenis, in: Filippo Buonanni, Numismata pontificum romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum M.DC.XCIC vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere..., vol. II (Continens numismata à Clemente VIII usque ad Innocentium XII), Roma 1699
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta dell'edificio per lo stoccaggio delle merci fatto costruire da Innocenzo XII al porto di Ripa Grande

Tra gli interventi di ampliamento e sistemazione del porto di Ripa Grande dovuti ad Innocenzo XII, c'è la costruzione della cosiddetta Dogana nuova, rappresentata in questa veduta opera di Giovanni Girolamo Frezza.

Giovanni Girolamo Frezza, Aedificium prope Tiberim pro mercibus Romam aductis ab Innocentio XII extractum, in: Filippo Buonanni, Numismata pontificum romanorum quae a tempore Martini V usque ad annum M.DC.XCIC vel authoritate publica, vel privato genio in lucem prodiere..., vol. II (Continens numismata à Clemente VIII usque ad Innocentium XII), Roma 1699
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il porto di Ripa Grande nel 1753

Giovanni Battista Piranesi, Veduta del porto di Ripa Grande, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il porto di Ripa Grande nel 1887

L'immagine mostra il porto di Ripa dopo la costruzione della torre-faro sormontata da una lanterna, fatta erigere ai primi dell'800 da papa Pio VII, e prima degli interventi di rettificazione del corso del fiume e della costruzione degli argini, realizzati dopo la grande piena che inondò Roma nel dicembre 1870. I lavori, conclusi nel 1926, misero fine al drammatico problema delle periodiche inondazioni del Tevere, ma stravolsero il paesaggio fluviale della città, sacrificando alcune magnifiche realizzazioni architettoniche, costruite anticamente sulle sponde del fiume. Tra queste, naturalmente, i due porti cittadini furono particolarmente colpiti. Così dell'antico porto di Ripa, restano oggi solo le due rampe d'accesso alla banchina del fiume. La foto è tratta da una eccezionale raccolta di albumine, commissionata dal genio civile per documentare il prima e il dopo degli interventi sul Tevere, e realizzata tra il 1877 e il 1887 dai fratelli D'Alessandri, titolari di uno dei più importanti studi fotografici dell'Ottocento.

Antonio e Paolo Francesco D'Alessandri (fotogr.), Vedute del Tevere in Roma prima della sua sistemazione: sponda destra, lanterna del Porto di Ripagrande anno 1887,in: Id., Vedute del Tevere in Roma prima della sua sistemazione, vol. I (Sponda destra), Roma 1887
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Interno del Colosseo, fotografia all'albumina 1870 ca

La fotografia, databile al 1870 ca, mostra ancora la croce di San Leonardo e le piccole cappelle della Via Crucis, che sarebbero state demolite nel 1874, pochi anni dopo la presa di Roma. La croce, che in quell'occasione fu soltanto spostata in altra sede, vi fu ripristinata nel 1925, quando riprese anche la pratica della Via Crucis al Colosseo.

Interno del Colosseo, fotografia all'albumina, 1870 ca
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La prima canonizzazione dell'anno santo 1925

Durante gli anni santi del XX secolo numerose sono state le beatificazioni e le canonizzazioni. La prima santa canonizzata nel 1925 fu Santa Teresa di Lisieux.

Felici (fotog. Pontif.), La prima canonizzazione dell'anno santo 17 maggio: S. s. Pio XI proclama la canonizzazione di suor Teresa del bambino Gesù nella Basilica di San Pietro alla presenza di 40.000 persone, in: L'illustrazione italiana, a. LII, n. 21, 24 maggio 1925
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Ponte Milvio

Ponte Milvio detto ponte Molle, colla sua torre sul Tevere, fuori la Porta del Popolo, in: Carlo Fea, Nuova descrizione di Roma antica e moderna e de' suoi contorni, sue rarità specialmente dopo le nuove scoperte cogli scavi. Arricchita delle vedute più interessanti..., vol. II, Roma 1820
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

I pellegrini alla Basilica Vaticana per il giubileo del 1900

Dante Paolocci (dis.), L'anno santo: i pellegrinaggi alla Basilica Vaticana, in: L'illustrazione italiana, a. XXVII, n. 21, 27 maggio 1900
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta del Rione IV di Campo Marzio

Nella pianta del Rione Campo Marzio emerge con assoluta evidenza il complesso stradale conosciuto come Tridente, grazie al quale, dopo essere entrati in città da porta Flaminia, si potevano raggiungere le tre basiliche maggiori. L'arteria centrale, oggi nota con il nome di via del Corso, riportata da Paolo II, nella seconda metà del XV secolo, sull'antico tratto urbano di Via Flaminia, immetteva attraverso Campo Marzio e Piazza Venezia in direzione di San Giovanni in Laterano. Ad ovest, la via Leonina, dal nome di papa Leone X che la aprì nel 1517, accompagnava i pellegrini verso Ponte Sant'Angelo e San Pietro. La strada prese poi il nome di via di Ripetta dopo la costruzione del Porto nel 1704. Ad est, infine, una terza via già esistente nel XIV secolo, risistemata per il giubileo del 1525, da papa Clemente VII, attraverso Piazza di Spagna saliva verso Santa Maria Maggiore. La via, chiamata Clementina, in onore del suo artefice, cambiò nome dopo la collocazione sulla strada di una fontana con la statua di un sileno, divenuta oggetto di scherzo da parte dei romani, che per la sua bruttezza la paragonavano ad un babbuino.

Campii Martii regio IV romana qualis erat anno 1777, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero breve descrizione di questa superba città con due piante generali, e quelle de' suoi quattordici rioni incisi in rame per comodo de' forestieri, vol. I, Roma 1779
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La "nuova" facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore

La "nuova" facciata della Basilica fu realizzata da Ferdinando Fuga per Benedetto XIV. É caratterizzata da un portico e da una loggia superiore per le benedizioni, che si soprappone ai mosaici duecenteschi, incastonandoli senza distruggerli.

Basilicae Sanctae Mariae Maioris prospectus, in: Calcografia degli edifizj di Roma, ovvero vedute, piante, spaccati, ed elevazioni di belli edifizj antichi e moderni di questa superba città, vol. II, Roma 1779
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La scalinata di Trinità dei Monti

Questa rappresentazione della "nuova" scalinata di Trinità dei Monti compare per la prima volta in una guida nel 1725: la Roma ampliata e rinovata o sia Nuova descrizione della moderna città di Roma e di tutti gli edifizi notabili che sono in essa, stampata, edita a cura di Gregorio Roisecco. Gli eredi di Roisecco continueranno ad utilizzarla nel corso del '700 nonostante nuove e più fedeli rappresentazioni della scalinata illustrino ormai anche le guide più popolari.

La Trinita de Monti, in: Nuova descrizione di Roma antica e moderna e di tutti li più nobili monumenti sagri e profani che sono in essa e nelle sue vicinanze... Edizione seconda..., Roma 1775
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La scalinata di Trinità dei Monti

Piazza di Spagna, in: Roma antica e moderna o sia nuova descrizione della moderna città di Roma... Abbellita con duecento e più figure in rame... Accresciuta in questa nuova edizione di un tomo terzo..., vol. I, Roma 1745
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piazza di Spagna e la scalinata di Trinità dei Monti nel 1750

Giovanni Battista Piranesi, Veduta di Piazza di Spagna, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Trinità dei Monti dopo la realizzazione della scalinata e la collocazione dell'obelisco sallustiano

L'incisione di Cipriani mostra la conclusione della sistemazione della collina di Trinità dei Monti, con la collocazione dell'obelisco Sallustiano di fronte al convento voluta da Pio VI alla fine degli anni ottanta del Settecento.

Giovanni Battista Cipriani, Piazza di Spagna, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

San Paolo alle tre fontane

Il circuito delle sette chiese poteva essere allargato a nove aggiungendo al giro, per la loro vicinanza a San Paolo fuori le mura, la chiesa dell'Annunziatella e quella di San Paolo alle tre fontane. Quest'ultima sorge dove, secondo la tradizione, venne decapitato l'apostolo Paolo, e fa parte oggi del'omonimo complesso abbaziale.

Sancti Pauli ad tres fontes ecclesiae prospectus, in: La ville de Rome ou description abregée de cette superbe ville..., vol. III (Contenant la description du IV quartier du Champ de Mars, du V du Pont, du VI de Parione, du VII de la Regola, du VIII de Saint-Eustache & du IX de la Pigna), Roma 1778
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la struttura lignea appositamente costruita da Domenico Fontana per il trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Castello composto di legnami che servì per levare d'opera l'obelisco, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la prima fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), L'obelisco piegato mentre calava, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la seconda fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Scurcio del castello con l'obelisco stratato, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la terza fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Strada pensile con l'obelisco sopra, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la quinta fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Piazza pensile con il prospetto del castello per l'erettione dell'obelisco, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la fase conclusiva del trasporto dell'obelisco vaticano e l'erezione al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Dispositione e veduta generale delle machine che servirono per alzare l’obelisco vaticano, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il campo "San Giorgio": città di tende costruita per accogliere i pellegrini nel giubileo del 1950

Il campo San Giorgio, città di tende, regno felice della gioventù, in: L'anno santo 1950. Cronistoria del grande giubileo a cura del Comitato centrale Anno Santo, vol. II, Città del Vaticano 1952
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Porta Flaminia

Giovanni Battista Cipriani, Porta Flaminia detta del Popolo, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pellegrini boemi e ungheresi al giubileo del 1900

I pellegrini a Roma: pellegrini boemi; un pellegrino magnate d'Ungheria; pellegrini ungheresi; un pellegrino convinto,in: L'illustrazione italiana, a. XXVII, n. 21, 27 maggio 1900
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La nuova facciata fatta edificare da papa Clemente XII all'architetto Alessandro Galilei

A due anni dall'elezione al soglio pontificio, papa Clemente XII (1730-1740) bandì un concorso per il rifacimento della facciata della basilica di San Giovanni, a cui parteciparono numerosi architetti. Il progetto che vinse la gara fu quello del fiorentino Alessandro Galilei, architetto al servizio del Granduca di Toscana, che, in soli tre anni (1732-1735) portò a termine i lavori e dette alla facciata l'aspetto solenne che ancora oggi la caratterizza, con un grande portico con cinque aperture in corrispondenza delle navate della chiesa e un ampio loggiato ad arcate sovrastante. Sulla sommità sono collocate quindici statue che rappresentano il Cristo benedicente, i Santi Giovanni Battista ed Evangelista, e i dottori della Chiesa.

Pio Bertoni, Del nuovo prospetto fatto edificare da papa Clemente XII, in: Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La nuova facciata fatta edificare da papa Clemente XII all'architetto Alessandro Galilei

Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La nuova facciata fatta edificare da papa Clemente XII all'architetto Alessandro Galilei

Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La nuova facciata fatta edificare da papa Clemente XII all'architetto Alessandro Galilei

Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Gli interventi di Gregorio XIII, Sisto V e Alessandro VII per Piazza del Popolo

La veduta di Giovanni Battista Falda mostra Piazza del Popolo dopo gli interventi cinque-secenteschi dovuti a Gregorio XIII, Sisto V e Alessandro VII. Si vedono infatti la fontana di Giacomo Della Porta, fatta collocare al centro della piazza nel 1573, in vista del giubileo del 1575, da papa Gregorio XIII; l'obelisco egizio proveniente dal Circo Massimo, innalzato nel 1589 da Sisto V; la facciata interna di Porta del Popolo restaurata da Gian Lorenzo Bernini su incarico di Alessandro VII, che gli affidò anche il compito di intervenire sulla basilica di Santa Maria del Popolo, eretta nell'XI secolo da Pasquale II, e ricostruita da papa Sisto IV per il giubileo del 1475.

Giovanni Battista Falda, Piazza del Popolo abbellita da n.s. papa Alessandro VII, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Gli interventi di Alessandro VII per Piazza del Popolo

La veduta di Giovani Battista Falda mostra le "fabbriche" di Alessandro VII per le chiese gemelle di Piazza del Popolo, prima ancora della loro concreta realizzazione. La costruzione di Santa Maria in Montesanto iniziò infatti nel 1662, ma si interruppe alla morte del Pontefice nel 1667 per riprendere nel 1673, sotto la supervisione di Bernini con la collaborazione di Carlo Fontana. I lavori per la chiesa gemella di Santa Maria dei Miracoli, invece, iniziarono solo nel 1675, dieci anni dopo l'anno d'edizione dell'incisione di Falda che rappresenta dunque una proiezione del progetto di Alessandro VII.

Giovanni Battista Falda, Altra veduta della Piazza del Popolo entrandosi nella città, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta di Piazza del Popolo nel Settecento

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza del Popolo [1750], in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta di Piazza del Popolo nel Settecento

Giuseppe Vasi, Piazza del Popolo,tratta da: Id., Delle magnificenze di Roma antica e moderna,vol. II (Le piazze principali di Roma), Roma 1752
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta di Piazza del Popolo nel Settecento

Giovanni Battista Cipriani, Piazza del Popolo, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La "nuova" facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore

La "nuova" facciata della Basilica fu realizzata da Ferdinando Fuga per Benedetto XIV. É caratterizzata da un portico e da una loggia superiore per le benedizioni, che si soprappone ai mosaici duecenteschi, incastonandoli senza distruggerli.

Philippe Benoist (dis.), Alphonse Bayot (lit.), Basilique de Sainte-Marie-Majeure: façade principale. Basilica di S.a Maria-Maggiore: veduta della facciata principale, tratta da: Rome dans sa grandeur. Vues, monuments anciens et modernes: description, histoire, institutions, dessins d'après nature par Philippe Benoist et Felix Benoist...,Paris 1870
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piazza del Quirinale e il Palazzo pontificio nel 1750

Il colle del Quirinale, detto "Monte Cavallo", già sede di residenze estive di agiate famiglie romane attratte dalla salubrità della zona, entrò a far parte dei piani urbanistici dei pontefici nella seconda metà del XVI secolo. Gregorio XIII avviò nel 1574 la costruzione di un ampio palazzo da destinare a residenza papale, cui la ristrutturazione dell'acquedotto Felice voluta da Sisto V garantì un buon afflusso di acqua e dunque un'adeguata vivibilità. Alla fine del Cinquecento, papa Clemente VIII poté trasferirvi la propria residenza. Nel secolo successivo vennero edificate progressivamente nuove ali del palazzo, e costruiti edifici limitrofi con funzioni serventi. In quegli stessi decenni furono creati splendidi giardini, parte integrante di un disegno architettonico destinato a destare meraviglia nei visitatori. Alla prima metà del Seicento risale la loggia delle benedizioni, costruita da Gian Lorenzo Bernini, visibile sulla facciata. L'incisione di Piranesi mostra la piazza prima della collocazione, a fine Settecento, del grande obelisco tra le statue dei dioscuri, e della sistemazione della grande vasca di granito ultimata nel 1818.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza di Monte Cavallo, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Cerimonie di consacrazione dell'obelisco vaticano dopo la collocazione sulla piazza

Il 26 settembre 1586, le operazioni di trasporto dell'obelisco vaticano sulla Piazza di San Pietro si concludono con la benedizione dell’obelisco e la consacrazione della croce in bronzo dorato fatta collocare sulla sua sommità.

Giovanni Guerra (dis.), Natale Bonifacio (inc.), Ordine che si tenne nel far le ceremonie della consecratione della croce e benedittione della guglia, Roma 1587
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Porta Flaminia

Luigi Rossini, Porta Flaminia detta del Popolo, tratta da: Id., Viaggio pittoresco da Roma a Napoli colle principali vedute delle città, delle campagne e dei paesi frapposti disegnate dal vero e incise da Luigi Rossini, Roma 1839
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il tabernacolo o ciborio di San Paolo, opera di Arnolfo di Cambio

Dal grande incendio si salvarono solo il ciborio di Arnolfo di Cambio (1285) e, in parte, il grande portone di bronzo fatto costruire a Costantinopoli nell'XI secolo, che chiudeva l'ingresso centrale della Basilica.

Filippo Trojani, [Prospetto della confessione nella Basilica di S. Paolo], in: Prospetto, spaccato e dettagli della confessione nella Basilica di S. Paolo, Roma 1838
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La porta di bronzo

Dal grande incendio si salvarono solo il ciborio di Arnolfo di Cambio e, in parte, il grande portone di bronzo fatto costruire a Costantinopoli nell'XI secolo, che chiudeva l'ingresso centrale della Basilica. Il portone è composto di cinquantaquattro pannelli che narrano la vita di Cristo, con forti richiami all'iconografia bizantina. Restaurato negli anni sessanta del secolo scorso, è stato poi collocato sul lato interno della porta santa della Basilica. Ha subito ulteriori interventi di recupero in occasione dell'anno santo del 2000.

Andrea Alippi (dis.), Carlo Ruspi (dis.), Francesco Giangiacomo (inc.), Porta di bronzo disegno generale, in: Nicola Maria Nicolai, Della Basilica di S. Paolo..., Roma 1815
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Vita di pellegrini a Roma per il giubileo del 1925

Armando Bruni (fotog.), Lunghe teorie di donne salmodianti attraversano la piazza di San Pietro per la visita di rito alla Basilica, in: L'illustrazione italiana,a. LII, n. 16, 19 aprile 1925
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il nuovo aspetto della Basilica di San Giovanni dopo gli interventi di Borromini e Galilei

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Facciata della Basilica di S. Giovanni Laterano, architettura di Alessandro Gallilei [1775], in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il nuovo aspetto dell'interno della Basilica di San Giovanni dopo gli interventi di Borromini e Galilei

Giovanni Battista Piranesi, Veduta interna della Basilica di S. Giovanni Laterano[1768], in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il nuovo aspetto della Basilica di San Giovanni dopo gli interventi di Borromini e Galilei

Giovanni Battista Cipriani, Basilica di S. Giovanni in Laterano, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il nuovo aspetto della Basilica di San Giovanni dopo gli interventi di Borromini e Galilei

Gaetano Cottafavi, Basilica Lateranense, in: Jeremiah Donovan, Rome ancient and modern and its environs, vol. I, Roma 1842
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'anno santo straordinario del 1983

Nel 1983 Papa Giovanni Paolo II indice un giubileo straordinario per il 1950° anniversario della Redenzione. La celebrazione si svolge seguendo il medesimo rituale dei giubilei ordinari, e la cerimonia di apertura della porta santa segue il rituale semplificato da Paolo VI.

Speciale anno santo. Le immagini più belle dell'apertura del Giubileo. Photos by Mauro Galligani, Gianni Minischetti, Vittoriano Rastelli. Texts by Guido Mattioni e Ariberto Segàla, in: Epoca, n. 1696, 8 April 1983
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'anno santo straordinario del 1983

Nel 1983 Papa Giovanni Paolo II indice un giubileo straordinario per il 1950° anniversario della Redenzione. La celebrazione si svolge seguendo il medesimo rituale dei giubilei ordinari, e la cerimonia di apertura della porta santa segue il rituale semplificato da Paolo VI

Speciale anno santo. Le immagini più belle dell'apertura del Giubileo. Photos by Mauro Galligani, Gianni Minischetti, Vittoriano Rastelli. Texts by Guido Mattioni e Ariberto Segàla, in: Epoca, n. 1696, 8 April 1983
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'anno santo straordinario del 1983

Nel 1983 Papa Giovanni Paolo II indice un giubileo straordinario per il 1950° anniversario della Redenzione. La celebrazione si svolge seguendo il medesimo rituale dei giubilei ordinari, e la cerimonia di apertura della porta santa segue il rituale semplificato da Paolo VI

Speciale anno santo. Le immagini più belle dell'apertura del Giubileo. Foto di Mauro Galligani, Gianni Minischetti, Vittoriano Rastelli. Testi a cura di Guido Mattioni e Ariberto Segàla, in: Epoca, n. 1696, 8 aprile 1983
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La Piazza assunse la forma attuale nell'800. Nel 1793 l'architetto Giuseppe Valadier aveva presentato a papa Pio VI un progetto secondo il quale due caserme di cavalleria avrebbero dovuto essere disposte ai lati della piazza stessa. Con l'arrivo dei francesi a Roma si impose un progetto di "pubblica villa e passeggiata", affidato ad un architetto francese Louis Martin Berthault. Ma, con il ritorno del Pontefice, fu poi Valadier a realizzarlo: la piazza assunse l'attuale forma, fu rimossa la fontana di Giacomo Della Porta sostituìta da una nuova architettura, furono realizzate due fontane quasi gemelle al centro delle pareti curve che delimitano l'ellisse della piazza, si costruirono le ampie rampe di raccordo, adornate da alberi e carrozzabili, che permettevano di raggiungere la terrazza del Pincio.

Giovanni Battista Cipriani, Progetto del sig. Giuseppe Valadier architetto presentato a papa Pio VI nel 1794 per decorare la Piazza del Popolo con due caserme per cavalleria ed infanteri, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La Piazza assunse la forma attuale nell'800. Nel 1793 l'architetto Giuseppe Valadier aveva presentato a papa Pio VI un progetto secondo il quale due caserme di cavalleria avrebbero dovuto essere disposte ai lati della piazza stessa. Con l'arrivo dei francesi a Roma si impose un progetto di "pubblica villa e passeggiata", affidato ad un architetto francese Louis Martin Berthault. Ma, con il ritorno del Pontefice, fu poi Valadier a realizzarlo: la piazza assunse l'attuale forma, fu rimossa la fontana di Giacomo Della Porta sostituita da una nuova architettura, furono realizzate due fontane quasi gemelle al centro delle pareti curve che delimitano l'ellisse della piazza, si costruirono le ampie rampe di raccordo, adornate da alberi e carrozzabili, che permettevano di raggiungere la terrazza del Pincio.

Giovanni Battista Cipriani, Pianta della Piazza del Popolo e delle caserme secondo il progetto del sig. Giuseppe Valadier, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La Piazza assunse la forma attuale nell'800. Nel 1793 l'architetto Giuseppe Valadier aveva presentato a papa Pio VI un progetto secondo il quale due caserme di cavalleria avrebbero dovuto essere disposte ai lati della piazza stessa. Con l'arrivo dei francesi a Roma si impose un progetto di "pubblica villa e passeggiata", affidato ad un architetto francese Louis Martin Berthault. Ma, con il ritorno del Pontefice, fu poi Valadier a realizzarlo: la piazza assunse l'attuale forma, fu rimossa la fontana di Giacomo Della Porta sostituita da una nuova architettura, furono realizzate due fontane quasi gemelle al centro delle pareti curve che delimitano l'ellisse della piazza, si costruirono le ampie rampe di raccordo, adornate da alberi e carrozzabili, che permettevano di raggiungere la terrazza del Pincio.

Giuseppe Valadier (inv.), Luigi Maria Valadier (dis.), Giovanni Battista Cipriani (inc.), Pianta topografica della Piazza del Popolo in Roma con nuova publica passeggiata sul Monte Pincio, in: Giuseppe Antonio Guattani, Memorie enciclopediche sulle antichità e belle arti di Roma per il 1816, Roma 1817
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La sistemazione ottocentesca di piazza del Popolo e della passeggiata del Pincio è particolarmente chiara in questa veduta delle città “a volo d’uccello” tratta dalla serie di litografie “L’Italie à vol d’oiseau”, opera di Alfred Guesdon. Dalla fine del Settecento, grazie all’invenzione della mongolfiera prima e della fotografia poi, questo tipo di raffigurazioni dall'alto ebbero grande sviluppo, garantendo finalmente una riproduzione esatta della realtà e non più basata soltanto sulla proiezione di calcoli geometrici.

Alfred Guesdon (dis.), Jules Arnout (lit.), Rome. Vue prise au dessus de la Porte du Peuple, tratta da: Hippolyte Étiennez, L'Italie à vol d'oiseau, ou histoire et description sommaires des principales villes de cette contrée ... accompagnées de quarante grandes vues générales dessinées d'après nature par A. Guesdon, Paris 1849
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Interno di Santa Maria Maggiore, fotografia all'albumina 1870 ca

Interno S. M.a Maggiore, fotografia all'albumina, 1870 ca
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La lavanda dei piedi alla Trinità dei pellegrini

Dante Paolocci (dis.), La settimana santa a Roma. La lavanda dei piedi alle vecchie povere, alla Trinità de' pellegrini, in: L'illustrazione italiana, a. XXVI, n. 15 (9 aprile 1899)
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Ponte Salario

James Merigot, Ponte Salaro 1798, in: Id., A select collection of views and ruins in Rome and its vicinity. Recently executed from drawings made upon the spot, London 1817-1819
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Vita di pellegrini a Roma per il giubileo del 1925

Armando Bruni (fotog.), I pellegrini a Roma: fanciulle in candidi veli si recano a visitare il pontefice; sulla porta delle basiliche fotografi occasionali ritraggono i pellegrini; vecchie e fanciulle venute da lontani paesi per ottenere le indulgenze giubilari; i pellegrini tedeschi sfilano inquadrati salmodiando; i pellegrini stanchi del lungo girare sostano sui gradini delle chiese al tepido sole di aprile; intermezzi profani: gustare la cucina romanesca ed ammirare i capolavori della città eterna, in: L'illustrazione italiana,a. LII, n. 16, 19 aprile 1925
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Cavalcata per il possesso di Pio VI eletto pontefice nel corso dell'anno santo 1775

Dopo l'elezione al soglio pontificio, i papi, vescovi di Roma, devono "prendere possesso" della propria sede episcopale, la Basilica di San Giovanni in Laterano, Cattedrale di Roma. Lo hanno fatto nel corso dell'età moderna con lunghe cavalcate in corteo, così chiamate anche quando il pontefice, che di norma procedeva a cavallo, si muoveva a dorso di mulo, in lettiga, o in carrozza. La cavalcata si snodava per le vie di Roma, partendo dal Vaticano, passando per Borgo e ponte Sant'Angelo, proseguendo verso il Campidoglio, il Foro romano, dove attraversava gli archi di Tito e Costantino e il Colosseo, fino a raggiungere il Laterano attraverso l'odierna Via Merulana. Giunto a destinazione, il papa riceveva l'omaggio del Capitolo e impartiva la benedizione dalla loggia. Facevano parte del corteo un grandissimo numero di figure in rappresentanza della curia papale, del potere comunale di Roma, delle potenze straniere, del popolo: cavalieri, camerieri pontifici, personale di curia con le più diverse funzioni, nobili, ufficiali capitolini, cardinali, cappellani, ambasciatori, rappresentanti del popolo, medici del papa, guardie svizzere, e così via, secondo un ordine rigorosamente prestabilito. Nell'anno santo del 1775 i pellegrini ebbero l'occasione di assistere al ciclo di cerimonie legato alla morte di un pontefice e all'elezione del successivo, Pio VI, che compì il 30 novembre la sfarzosa cavalcata per la presa di possesso del Laterano. La stampa di Girolamo Frezza ne illustra i dettagli, secondo un modulo iconografico ricorrente e ripetibile anche grazie alla sostanziale stabilità del rituale. Dopo la firma dei Patti Lateranensi, nel 1929, la tradizionale presa di possesso, sospesa nel 1870, è stata ripristinata seppur, come naturale, in forme diverse. Nel 1939 Pio XII ha per la prima volta effettuato la presa di possesso a bordo di un'automobile.

Giovanni Girolamo Frezza, Solenne cavalcata fatta nel felicissimo possesso preso da n. signore papa Pio VI. pont. mas. nella Basilica di S. Gio. Laterano il di 30 novembre l'anno 1775. Nuovamente data in luce dalle stampe originali..., Roma 1775
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'anno santo straordinario della misericordia

Il 29 novembre 2015, papa Francesco dà il via alle prime celebrazioni dell'anno santo della misericordia in Africa. Con un gesto altamente simbolico e ricco di significato, il pontefice apre la porta di legno traforato della cattedrale di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. E' il primo, nella storia, a celebrare un rito d'apertura di porta santa del giubileo fuori della città eterna.

Nella capitale spirituale del mondo. Papa Francesco conclude il viaggio in Africa dopo aver aperto la porta santa della cattedrale di Bangui, e durante la visita alla moschea invita cristiani e musulmani a unirsi nel rifiuto di odio e violenza, in: L'osservatore romano, a. CLV, n. 275, 30 November-1° December 2015
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'anno santo straordinario della misericordia

L'8 dicembre 2015, si apre ufficialmente l'anno santo straordinario della misericordia con l'apertura della porta santa della Basilica di San Pietro.

Con la misericordia del buon samaritano. Papa Francesco apre la porta santa della basilica vaticana, e all'udienza generale ricorda che la gioia di Dio è perdonare, in: L'osservatore romano, a. CLV, n. 282, 9-10 December 2015
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Facciata di Santa Maria Maggiore, fotografia all'albumina 1870 ca

Facciata S. M. Maggiore,albumen photo, about 1870
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La visita di papa Pio XI alla Basilica di Santa Maria Maggiore in occasione dell'anno santo straordinario del 1933

Felici (fotog. Pontif.), Le cerimonie dell'anno santo. La visita del Pontefice alla Basilica di Santa Maria Maggiore, in: L'illustrazione italiana, a. LX, n. 42, 15 ottobre 1933
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La "corsa dei barberi" a via del Corso per il Carnevale romano

Il Carnevale romano, con i suoi carri, le corse, i cortei, le maschere ha una lunga storia, ben radicata nel tessuto sociale cittadino. Il festeggiamento del carnevale non mancava neanche durante gli anni santi, malgrado i papi, in particolare dopo la metà del XVI secolo, tentassero di ridimensionarlo, se non di vietarlo. Diverse celebrazioni liturgiche e pratiche devozionali svolsero un esplicito ruolo di contraltare ai fasti del carnevale. Così fu per il rito delle Quarant’Ore, o il giro delle sette chiese.

Félix Benoist (dis.), Philippe Benoist (lit.), Rue du Corso et Palais Doria avec la corse des Barberi en temps de Carnaval. Via del Corso e Palazzo Doria colla corsa de' Barberi nel tempo di Carnevale, tratta da: Rome dans sa grandeur. Vues, monuments anciens et modernes: description, histoire, institutions, dessins d'après nature par Philippe Benoist et Felix Benoist...,Paris 1870
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta di San Pietro nel 1600 circa

Acquaforte realizzata intorno al 1686 da Jacob Enderlin sulla base dell'incisione di Giovanni Maggi, edita nell'opera di Domenico Custos, Deliciae Urbis Romae, pubblicata ad Asburgo nel 1600

Jacob Enderlin, Ecclesia S. Petri, 1686 ca
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Porta Salaria

Il 20 settembre 1870 il tratto di Mura aureliane tra Porta Pia e Porta Salaria (il più debole anche perché più esposto) fu lo scenario della fine del potere temporale dei papi. Dopo cinque ore di cannoneggiamento fu possibile all'artiglieria del Regno d'Italia di aprire una breccia nelle mura, la cosiddetta "Breccia di Porta Pia". La Porta Salaria fu così danneggiata da questo attacco, che l'anno seguente venne demolita, per poi essere ricostruita nel 1873 su progetto di Virginio Vespignani. Nel 1921 fu deciso di rimuoverla definitivamente, per facilitare la viabilità, e al suo posto si apre ora piazza Fiume. Sul selciato della piazza erano state lasciate impronte visibili del tracciato della porta originaria, ma i lavori per la costruzione dei moderni sottopassaggi le hanno rese praticamente irrintracciabili

Giuseppe Vasi, Porta Salaria olim Collina, tratta da: Id., Delle magnificenze di Roma antica e moderna, vol. I (Le porte e mura di Roma), 2 ed., Roma 1772
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Via Gregoriana oggi via Merulana

Una iscrizione conservata a Santa Maria Maggiore attesta che Gregorio XIII fece costruire per il giubileo del 1575 la strada che mette in comunicazione le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni. La strada, qui indicata col nome di Gregoriana, è oggi chiamata via Merulana.

Roma prima di Sisto V: la pianta di Roma Du Perac-Lafréry del 1577 riprodotta dall'esemplare esistente nel museo britannico, per cura e con introduzione di Francesco Ehrle, Roma 1908, particolare
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La "Descriptio urbis Romae novissima" di Giovanni Maggi

Nel 1600 venne realizzata per i pellegrini del giubileo una pianta della città, incorniciata come in un polittico da otto vignette, rappresentanti la cerimonia d'apertura della Porta Santa di San Pietro e le sette chiese principali della città. Come testimoniano le numerose ristampe, tra le quali quella del 1672 qui esposta, la pianta, opera dell'incisore romano Giovanni Maggi, ebbe un notevole successo commerciale, poiché il formato ridotto e la presenza di brevi note storico-descrittive ne consentivano l'uso come guida al pellegrinaggio.

Giovanni Maggi, Descriptio urbis Romae novissima a. D. MDCLXXII, Roma 1672
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Via Gregoriana oggi via Merulana

Una iscrizione conservata a Santa Maria Maggiore attesta che Gregorio XIII fece costruire per il giubileo del 1575 la strada che mette in comunicazione le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni. La strada, qui indicata col nome di Gregoriana, è oggi chiamata via Merulana.

Angelo Uggeri, Via Merulana, in: Id., Journées pittoresques des édifices de Rome ancienne, suppl. voll. XXIII-XXV (Vues. Édifices de la Renaissance), Roma 1827
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La Basilica di Santa Maria Maggiore e l'icona della Salus Populi Romani

L’elaborato frontespizio architettonico inciso in rame, che apre l’imponente monografia scritta nel Seicento dall’abate Paolo De Angeli su Santa Maria Maggiore, rappresenta nelle numerose vignette i momenti salienti della storia della Basilica e delle reliquie qui conservate. Il racconto per immagini si apre con l’icona della Salus Populi Romani, dipinta, secondo la tradizione, da San Luca; prosegue con l’apparizione in sogno della Madonna a papa Liberio e la successiva fondazione della chiesa con il contributo del patrizio Giovanni; ne illustra i numerosi miracoli. Posto d’onore, al centro del frontespizio, spetta al racconto di San Gregorio Magno che nel 590 porta l’icona in processione, pregando per la liberazione della città dalla pestilenza, finché sotto Castel Sant’Angelo, per intercessione della Madonna, si compie il miracolo: l’arcangelo Michele appare rinfoderando la spada ad indicare la fine dell’ira divina e, quindi, del contagio. Al centro del margine inferiore, infine, l’urna d’argento donata da Margherita d’Austria nel 1606 per custodire i frammenti lignei della mangiatoia su cui fu deposto il bambino Gesù.

Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il Santo Sepolcro a Gerusalemme

Gerusalemme fu meta di pellegrinaggio in età antica e medievale e lo rimase fino al XIII secolo e alla perdita degli avamposti cristiani in Terrasanta

Natale Bonifacio, Ecclesia S. Sepulchri, in: Jean Zuallart, Il devotissimo viaggio di Gierusalemme..., Roma 1595
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La girandola di Castel Sant'Angelo e San Pietro illuminata

Le luminarie della cupola e della facciata di San Pietro e i fuochi pirotecnici di Castel Sant’Angelo erano spettacoli imperdibili, che forestieri e romani ammiravano dalle terrazze private dei palazzi nobiliari o dai punti di osservazione più alti della città.

F. F. Payne (dis.), William Bridge Cooke (inc.), The castle and bridge of St. Angelo, Rome, with the grand display of fireworks from the summit of the castle and the illumination of St. Peters, in: Rome and its surrounding scenery. Engraved by W. B. Cooke... with descriptive sketches by H. Noel Humphreys Esq., London 1845
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La girandola di Castel Sant'Angelo

Le luminarie della cupola e della facciata di San Pietro e i fuochi pirotecnici di Castel Sant’Angelo erano spettacoli imperdibili, che forestieri e romani ammiravano dalle terrazze private dei palazzi nobiliari o dai punti di osservazione più alti della città.

Giacomo Lauro, Castrum S. Angeli,in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1641
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La girandola di Castel Sant'Angelo

Le luminarie della cupola e della facciata di San Pietro e i fuochi pirotecnici di Castel Sant’Angelo erano spettacoli imperdibili, che forestieri e romani ammiravano dalle terrazze private dei palazzi nobiliari o dai punti di osservazione più alti della città.

Jean Louis Desprez (dis.), Francesco Piranesi (inc.), Fuoco artificiale detto la Girandola, che s'incendia sul Castel S. Angelo già Mausoleo di Elio Adriano (ca 1790), Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La girandola di Castel Sant'Angelo dalla loggia del palazzo Rossi

Le luminarie della cupola e della facciata di San Pietro e i fuochi pirotecnici di Castel Sant’Angelo erano spettacoli imperdibili, che forestieri e romani ammiravano dalle terrazze private dei palazzi nobiliari o dai punti di osservazione più alti della città.

Giovanni Battista Cipriani, La Girandola osservata dalla loggia del palazzo Rossi, in: Id., Degli edificj antichi e moderni di Roma: vedute in contorno disegnate e incise da Gio. Batt. Cipriani, vol. II, Roma 1817
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Porta San Sebastiano

Luigi Ricciardelli, Porta Capena oggi S. Sebastiano, acquaforte tratta da: Id., Vedute delle porte e mura di Roma..., Roma 1832
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Santa Maria in Trastevere

La bolla di indizione del giubileo del 1825 (Leone XII, Quod hoc ineunte saeculo, 24 maggio 1824), di poco successiva al grande incendio, stabilì che a causa dell'inagibilità di San Paolo fosse Santa Maria in Trastevere a sostituirla come meta di pellegrinaggio nella visita delle quattro basiliche. La basilica trasteverina aveva svolto questa funzione di "basilica surrogata" già in passato: nel 1625, quando il contagio di peste aveva reso preferibile evitare un passaggio continuo di pellegrini fuori e dentro le mura cittadine; e nel 1700, per un'inondazione del Tevere.

Giovanni Battista Falda (dis.), Piazza di S. M. in Trastevere ampliata da n.s. papa Alesandro [sic] VII, in: Il nuovo splendore delle fabbriche in prospettiva di Roma moderna, vol. I, Roma 1773
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La Scala Santa e il Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranse realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Scala Santa, in: Fioravanti Martinelli, Roma di nuovo ricercata nel suo sito... Di nuovo con ogni diligenza corretta & accresciuta con belle figure, Roma 1702
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Ritratto di Sisto V circondato dalle vedute degli interventi urbanistici e delle opere da lui realizzate a Roma durante il suo pontificato

L'originale riprodotto da Frutaz è compreso nel volume di Giovanni Pinadello, Invicti quinarii numeri series. Quae summatim a superioribus pontificibus et maxime a Sixto quinto res praeclare quadrienno gesta adnumerat ad eundem Sixtum quintum pont. opt. max., stampato a Roma nel 1589.

1589 - Sisto V e vedutine delle opere edilizie da lui ideate e costruite, incisione edita da Giovanni Pinadelli, in: Le piante di Roma, a cura di Amato Pietro Frutaz, vol. II (Tavole dal secolo III d.C. all'anno 1625), Roma 1962
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'icona della Salus Populi Romani

L’immagine miracolosa della Madonna col bambino protettrice del popolo romano, Salus Populi Romani, dipinta secondo la tradizione dall’apostolo Luca, non è stata sinora datata con certezza, a causa dei numerosi ritocchi d’epoca medievale, e i più recenti studi la attribuiscono genericamente all’epoca tardo antica.

La basilica romana di Santa Maria Maggiore, a cura di Carlo Pietrangeli, Firenze 1987
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il Baldacchino di San Pietro opera di Gian Lorenzo Bernini

Nel 1623 il neo eletto papa Urbano VIII Barberini incarica Gian Lorenzo Bernini di realizzare un baldacchino da collocarsi sotto la maestosa cupola michelangiolesca, per segnare il luogo del sepolcro di Pietro. Bernini concepisce un’opera imponente, dall’impianto architettonico (alto oltre 28 m., supera in altezza un palazzo signorile) ma eseguita con quella abilità scultorea che conferisce ai materiali forme morbide, leggere e dinamiche. L’esecuzione dell’opera si protrae per quasi dieci anni, e il baldacchino è inaugurato da Urbano VIII nel 1633.

Alessandro Specchi, Aenea moles qua d. Petri aram Urbanus VIII exornavit, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il Baldacchino di San Pietro opera di Gian Lorenzo Bernini

Nel 1623 il neo eletto papa Urbano VIII Barberini incarica Gian Lorenzo Bernini di realizzare un baldacchino da collocarsi sotto la maestosa cupola michelangiolesca, per segnare il luogo del sepolcro di Pietro. Bernini concepisce un’opera imponente, dall’impianto architettonico (alto oltre 28 m., supera in altezza un palazzo signorile) ma eseguita con quella abilità scultorea che conferisce ai materiali forme morbide, leggere e dinamiche. L’esecuzione dell’opera si protrae per quasi dieci anni, e il baldacchino è inaugurato da Urbano VIII nel 1633.

François Spierre, [Baldacchino di San Pietro opera di Gian Lorenzo Bernini], in: Raphael Sindone, Altarium, et reliquiarum sacrosanctae Basilicae Vaticanae Deo Optimo Maximo in honorem beati Petri principis Apostolorum erectae descriptio historica scriptoribus, & monumentis Archivi Capitularis illustrata, Roma 1744, p. 19
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Porta San Sebastiano

James Merigot, The gate of S.t Sebastian 1796, in: Id., A select collection of views and ruins in Rome and its vicinity. Recently executed from drawings made upon the spot, London 1817-1819
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La cerimonia di chiusura della porta santa di San Pietro alla fine dell'anno giubilare 1900

Achille Beltrame, La cerimonia della chiusura della porta santa in San Pietro alla fine dell'anno giubilare, in: La domenica del Corriere, a. II, n. 52, 30 dicembre 1900
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pellegrini d'ogni paese e d'ogni foggia, a Roma per il giubileo del 1950

Pellegrini d'ogni paese e d'ogni foggia..., in: L'anno santo 1950. Cronistoria del grande giubileo a cura del Comitato centrale Anno Santo, vol. I, Città del Vaticano 1952
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'icona del Sancta Sanctorum detta Acheropìta

La tavola acheropita (non fatta da mano umana) del Redentore, conservata nella cappella del Sancta Sanctorum al Laterano e che si vuole portata a Roma dall’Oriente, riproduce l’immagine del Salvatore, a grandezza quasi naturale. Innocenzo III fece coprire con un rivestimento d’argento tutta la figura ad eccezione del volto. Tra il IX e il XVI secolo, la vigilia di Ferragosto, festa dell'Assunzione della Vergine, l'icona veniva portata in processione fino a Santa Maria Maggiore, dove "incontrava" la Salus Populi Romani, in una rappresentazione dell'incontro tra Cristo e la Madre al momento della sua morte.

Vera effigies ss.mi Salvatoris ad Sancta Sanctorum de Urbe, in: Giovanni Marangoni, Istoria dell’antichissimo oratorio, o cappella di San Lorenzo nel Patriarchio Lateranense comunemente appellato Sancta Sanctorum e della celebre immagine del SS. Salvatore detta Acheropita, che ivi conservasi; colle notizie del culto e varj riti praticati anticamente verso la medesima..., Roma 1747
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta della facciata di San Pietro col campanile di Bernini poi abbattuto

Nel 1629 era morto Carlo Maderno, architetto della Fabbrica di San Pietro dal 1603. Bernini, che in quel tempo stava lavorando alla costruzione del baldacchino, gli successe alla direzione della Fabbrica. Maderno, a lavori praticamente ultimati, aveva previsto, per desiderio di Paolo V, l’aggiunta alla facciata di due campanili laterali, la cui realizzazione, tuttavia, aveva mostrato immediatamente importanti problemi di staticità. Per questa ragione, il progetto era stato interrotto nel 1622 alla quota terminale della facciata e fu ripreso solo dopo la nomina di Bernini ad architetto della Fabbrica. Il campanile meridionale della basilica, innalzato da Bernini nel 1639-1641, tra mille difficoltà dovute alla presenza di forti discontinuità e falde freatiche nel terreno di fondazione, rappresentò l'unico spettacolare insuccesso della sua straordinaria attività artistica e fu demolito nel 1646 a causa della comparsa di fratture nella muratura.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Prospetto del tempio vaticano con il campanile nel termine che mostrò la rovina e modo del riparo, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta della facciata di San Pietro col campanile di Bernini poi abbattuto

Nel 1629, era morto Carlo Maderno, architetto della Fabbrica di San Pietro dal 1603. Bernini, che in quel tempo stava lavorando alla costruzione del baldacchino, gli successe alla direzione della Fabbrica. Maderno, a lavori praticamente ultimati, aveva previsto, per desiderio di Paolo V, l’aggiunta alla facciata di due campanili laterali, la cui realizzazione, tuttavia, aveva mostrato immediatamente importanti problemi di staticità. Per questa ragione, il progetto era stato interrotto nel 1622 alla quota terminale della facciata e fu ripreso solo dopo la nomina di Bernini ad architetto della Fabbrica. Il campanile meridionale della basilica, innalzato da Bernini nel 1639-1641, tra mille difficoltà dovute alla presenza di forti discontinuità e falde freatiche nel terreno di fondazione, rappresentò l'unico spettacolare insuccesso della sua straordinaria attività artistica e fu demolito nel 1646 a causa della comparsa di fratture nella muratura. La veduta tratta dall'opera di Deseine è "incisa in controparte", ovvero prodotta da una seconda matrice sulla quale è riportato il disegno di una matrice primaria che serve da modello di partenza. Per tale ragione l'immagine risulta "rovesciata", speculare rispetto all'originale.

Eglise S. Pierre au Vatican, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, premiére ville de l’Europe, avec toutes ses magnificences & ses delices..., vol. III, Leiden 1713
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Porta Latina

James Merigot, Latin gate 1796, in: Id., A select collection of views and ruins in Rome and its vicinity. Recently executed from drawings made upon the spot, London 1817-1819
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le cerimonie della vigilia dell’anno santo del 1925

Le immagini mostrano i momenti essenziali della vigilia dell’anno santo come previsti da un cerimoniale consolidato. In particolare: la lettura della bolla, il rogito, la seconda promulgazione e la cerimonia della recognitio (il recupero della cassetta murata nella porta santa alla chiusura del giubileo precedente con dentro i relativi documenti, medaglie, sigilli e l’elenco dei donatori dei mattoni per la costruzione del muro). E’ anche visibile una medaglia commemorativa dell’anno santo che mostra il pontefice nell’atto di aprire la porta santa.

Felici (papal photogr.), La vigilia dell'anno santo, in: L'illustrazione italiana, a. LI, n. 51, 21 December 1924
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le cerimonie della vigilia dell’anno santo del 1925

Le immagini mostrano i momenti essenziali della vigilia dell’anno santo come previsti da un cerimoniale consolidato. In particolare: la lettura della bolla, il rogito, la seconda promulgazione e la cerimonia della recognitio (il recupero della cassetta murata nella porta santa alla chiusura del giubileo precedente con dentro i relativi documenti, medaglie, sigilli e l’elenco dei donatori dei mattoni per la costruzione del muro). E’ anche visibile una medaglia commemorativa dell’anno santo che mostra il pontefice nell’atto di aprire la porta santa.

Felici (papal photogr.), La vigilia dell'anno santo, in: L'illustrazione italiana, a. LI, n. 51, 21 December 1924
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Assembramenti impensabili di automezzi durante il giubileo del 1950

...assembramenti impensabili di automezzi, in: L'anno santo 1950. Cronistoria del grande giubileo a cura del Comitato centrale Anno Santo, vol. I, Città del Vaticano 1952
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Nella pianta del Rione Monti emerge con assoluta evidenza l'assetto viario realizzato negli ultimi venticinque anni del 1500 attorno a Santa Maria Maggiore da Gregorio XIII con il tracciato di via Merulana, e soprattutto da Sisto V con il lunghissimo rettifilo della strada Felice e con via Panisperna

Rione I de' Monti, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero succinta descrizione di questa superba città con due piante generali di essa e de' XIV rioni... riveduta ed aumentata da Stefano Piale, vol. I, Roma 1826
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Il primo tratto della strada Felice da Trinità dei Monti verso Piazza Barberini, oggi via Sistina.

Angelo Uggeri, Voie Sixtine,in: Id., Journées pittoresques des édifices de Rome ancienne,vol XXIX (Vues du tours des murs de Rome),Roma 1800
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta della Cappella Paolina o Borghese in cui è conservata la Salus Populi Romani

A lungo collocata sopra la porta del battistero della Basilica, la Salus Populi Romani fu in seguito spostata nella navata, finché Paolo V Borghese non fece costruire per essa, da Flaminio Ponzio, la Cappella della Madonna (detta anche Paolina o Borghese), consacrata il 27 gennaio 1613.

Sacelli Sanctae Mariae Maioris a Paulo pp. V conditi adiunctarumq. ad varios usus aedium vestigium cum sacelli eiusdem pavimento, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La Cappella della Porziuncola a Santa Maria degli Angeli a Assisi per la quale, nel 1216, San Francesco ottenne da Onorio III l'indulgenza plenaria

Giovanni Battista Mariani (dis.), Gaetano Cottafavi (inc.), Prospetto della celebratissima Capella [sic] detta la Porziuncola sagra a Maria s.s. degli Angeli, ove s'acquista la grande indulgenza il primo agosto, denominato il Perdono di Assisi, in: Compendio storico del Perdono di Asisi [sic] e della chiesa detta Porziuncola..., Assisi 1834
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piazza San Pietro col terzo braccio del colonnato progettato da Gian Lorenzo Bernini

Dopo la morte di Innocenzo X, che gli aveva a lungo preferito Francesco Borromini, e l’elezione al soglio pontificio di Alessandro VII, a Bernini fu affidata nel 1656 la sistemazione di piazza San Pietro. Non si trattava di un’impresa facile poiché bisognava rendere l’accesso alla basilica spettacolare, solenne ed elegante, riducendo al minimo gli interventi sugli edifici preesistenti, garantendo la giusta visibilità alla cupola di Michelangelo, ai Palazzi apostolici e alla Loggia delle benedizioni, e mitigando l’eccessiva larghezza della facciata di Maderno. Nello stesso tempo era necessario trovare una soluzione funzionale ad accogliere grandi quantità di fedeli, cui andavano garantite la sicurezza prima, durante e dopo le funzioni. Bernini fece un capolavoro, realizzando una piazza unica al mondo, divenuta il simbolo del barocco italiano. Dalla facciata della chiesa, due bracci porticati rettilinei si spingono in avanti in maniera divergente per poi aprirsi in due emicicli che, con una selva di colonne, abbracciano tutta la vasta piazza in cui si raccolgono i fedeli, come le braccia della Chiesa accolgono l’intera umanità. Un “terzo braccio”, rappresentato nella incisione di Giovanni Battista Falda e mai realizzato per la morte di Alessandro VII, avrebbe dovuto continuare la curva dei due emicicli sul lato della “spina di borgo”, saldando la nuova piazza con il paesaggio urbano preesistente.

Giovanni Battista Falda, Piazza e portici della Basilica Vaticana fatti da n.s. papa Alesandro settimo, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Lux mundi

La cupola di Michelangelo che Pio XI ha voluto illuminata a fiaccole nelle grandi occasioni (che presto sarà resa più visibilmente imponente dalla abolizione della spina dei borghi) è il simbolo della luce che il Cristianesimo ha portato sulla terra

Lux mundi, in: Pio XI: monumenti e opere, Città del Vaticano 1936
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Lux mundi

"La cupola di Michelangelo che Pio XI ha voluto illuminata a fiaccole nelle grandi occasioni (che presto sarà resa più visibilmente imponente dalla abolizione della spina dei borghi) è il simbolo della luce che il Cristianesimo ha portato sulla terra"

Lux mundi, in: Pio XI: monumenti e opere, Città del Vaticano 1936
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Porta di San Giovanni in Laterano

Luigi Rossini, Porta di S. Giovanni Laterano. Veduta esterna, tratta da: Id., Viaggio pittoresco da Roma a Napoli colle principali vedute delle città, delle campagne e dei paesi frapposti disegnate dal vero e incise da Luigi Rossini, Roma 1839
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L’adorazione del pontefice nella Cappella Sistina, prima della cerimonia (anno santo 1925)

Nella Cappella Sistina si svolge dal XVI secolo una tappa del rituale di apertura dell’anno santo. Racconta Francesco Zaccaria nel 1774: “Il Papa, li Cardinali e li Vescovi vestiti dei Sacri Paramenti di color bianco [...] si uniscono alla Cappella Sistina, dove il Pontefice intuona il Veni Creator. Egli, e tutti li Cardinali [...] escono secondo il loro grado di anzianità, e s’incamminano verso il Portico degli Svizzeri”.

Felici (fotog. Pontif.), L’adorazione del Pontefice nella Cappella Sistina, prima della cerimonia, in: L'illustrazione italiana, a. LII, n. 1, 4 gennaio 1925 (L'anno Santo)
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il trono pontificio eretto nell'atrio della Basilica di San Pietro. A destra di chi guarda, la porta santa

Sono gli ultimi atti prima dell’apertura della porta santa. Franscesco Zaccaria (1774) racconta : “Il Pontefice arrivato al suo Trono, ch’è inalzato dirimpetto la gran Porta [...] ivi s’asside per poco; indi presentatogli dal Cardinale Penitenziere Maggiore un Martello d’oro lo prende colla man destra [e ...] percuote col Martello tre volte la medesima porta”

Felici (fotog. Pontif.), Il trono pontificio eretto nell'atrio della Basilica di San Pietro. A destra di chi guarda, la porta santa, in: L'illustrazione italiana, a. LII, n. 1, 4 gennaio 1925 (L'anno Santo)
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'apertura della porta santa il 24 dicembre 1924

In alto: il Papa si appresta a battere i tre rituali colpi di martello. In basso: il Papa batte il primo colpo di martello sulla lastra di lavagna che chiude la porta santa.

Felici (fotog. Pontif.), L'apertura della porta santa 24 dicembre, in: L'illustrazione italiana, a. LII, n. 1, 4 gennaio 1925 (L'anno Santo)
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La lastra della porta santa di San Pietro abbattuta d’un colpo solo (anno santo 1925)

Armando Bruni (fotog.), Mons. Pelizzo [sic], economo della Fabbrica di San Pietro, dà le ultime disposizioni per la manovra che farà cadere di un colpo la lastra che chiude la porta santa, in: L'illustrazione italiana, a. LII, n. 1, 4 gennaio 1925 (L'anno Santo)
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il Papa inginocchiato prima di attraversare, da solo e per primo, la soglia della porta santa

Francesco Zaccaria (1774) spiega: “[...] scend’Egli senza Mitra di Trono, e presa in mano la Croce s’inginocchia avanti la Porta Santa [...], ed Egli solo entra il primo con candela accesa, e Croce nelle mani; [...]”.

Felici (fotog. Pontif.), Il Papa, tenendo nella destra la croce astata patriarcale e nella sinistra il cero acceso, inginocchiato sulla soglia della porta santa, intona il primo versetto del Te Deum, in: L'illustrazione italiana, a. LII, n. 1, 4 gennaio 1925 (L'anno Santo)
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'apertura della porta santa il 24 dicembre 1924

In alto: la benedizione papale nella basilica di San Pietro. In basso: il cardinale Vannutelli, decano del Sacro Collegio, si reca in solenne processione alla Basilica di Santa Maria Maggiore per l'apertura della porta santa.

Felici (fotog. Pontif.), L'apertura della porta santa 24 dicembre, in: L'illustrazione italiana,a. LII, n. 1, 4 gennaio 1925 (L'anno Santo)
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pellegrini al giubileo del 1950

Pellegrini senza nome, in: L'anno santo 1950. Cronistoria del grande giubileo a cura del Comitato centrale Anno Santo, vol. II, Città del Vaticano 1952
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Facciata di San Giovanni, fotografia all'albumina 1870 ca

S. Giovanni,albumen photo, about 1870
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Interno di San Giovanni, fotografia all'albumina 1870 ca

Interno S. Giov. in Laterano,albumen photo, about 1870
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Altare della Cappella Paolina o Borghese in cui è conservata la Salus Populi Romani

Nella Cappella della Madonna (detta anche Paolina o Borghese), fatta costruire appositamente da Paolo V per accogliere la Salus Populi Romani, l’icona fu collocata su un altare in metallo dorato alla cui realizzazione parteciparono numerosi artisti (Girolamo Rainaldi, Pompeo Targoni, Camillo Mariani) e il cui timpano è ornato da un bassorilievo, opera dello scultore Stefano Maderno, che raffigura Papa Liborio che traccia il perimetro della Basilica di Santa Maria Maggiore sulla neve. L’altare, da poco terminato, fu rappresentato nell’opera di De Angeli, stampata a Roma nel 1621.

Insigne altare a Paulo V pont. max. in magnificentissimo suo Basilicae liberianae Sacello ex inaurato duntaxat aere pulcherrimaq. varietate pretiosorum lapidum atque gemmarum ad ornatum augustae imaginis Sanctae Mariae a B. Luca pictae constructum, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

San Francesco d'Assisi

[San Francesco riceve le Stimmate], in: Marcos de Lisboa, Croniche de gli ordini instituiti dal p. s. Francesco..., vol. I, Venezia 1606
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Sezione longitudinale della Basilica di San Pietro

Vue du dedans de la grande Basilique de S. Pierre au Vatican, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, premiére ville de l’Europe, avec toutes ses magnificences & ses delices..., vol. IV, Leiden 1713
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il lago di piazza Navona

Piazza Navona fu dal XV secolo una delle aree più vitali del centro urbano. Vi fu trasferito il mercato cittadino e divenne luogo di scambio e di intrattenimento, per la presenza di molte botteghe di negozianti e artigiani. Nel Seicento, grazie alle magnifiche creazioni di Borromini e Bernini, e alla committenza di papa Innocenzo X Pamphilj, si trasformò in una delle più belle piazze barocche di Roma. Divenne luogo privilegiato per la predicazione, come per la festa, per le pratiche devote come per le occasioni di svago. La veduta di Cipriani mostra la Piazza durante una "festa dell'acqua": a partire da metà Seicento, nei fine settimana d'agosto, la piazza veniva trasformata in un "lago", grazie alla chiusura delle condotte che raccoglievano l'acqua di esubero delle fontane. La finalità era lo svago, oltre che il procurare sollievo dall'aria torrida dell'agosto romano. Come testimonia la veduta, il "lago" era attraversato da persone a piedi, gondole, carrozze, che a volte davano luogo a veri e propri giochi e gare sfarzose.

Giovanni Battista Cipriani, Piazza Navona, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il lago di piazza Navona

Piazza Navona fu dal XV secolo una delle aree più vitali del centro urbano. Vi fu trasferito il mercato cittadino e divenne luogo di scambio e di intrattenimento, per la presenza di molte botteghe di negozianti e artigiani. Nel Seicento, grazie alle magnifiche creazioni di Borromini e Bernini, e alla committenza di papa Innocenzo X Pamphilj, si trasformò in una delle più belle piazze barocche di Roma. Divenne luogo privilegiato per la predicazione, come per la festa, per le pratiche devote come per le occasioni di svago. La veduta di Cipriani mostra la Piazza durante una "festa dell'acqua": a partire da metà Seicento, nei fine settimana d'agosto, la piazza veniva trasformata in un "lago", grazie alla chiusura delle condotte che raccoglievano l'acqua di esubero delle fontane. La finalità era lo svago, oltre che il procurare sollievo dall'aria torrida dell'agosto romano. Come testimonia la veduta, il "lago" era attraversato da persone a piedi, gondole, carrozze, che a volte davano luogo a veri e propri giochi e gare sfarzose.

Giovanni Battista Cipriani, Obelisco egizio in piazza Navona, in: Id., Degli edificj antichi e moderni di Roma: vedute in contorno disegnate e incise da Gio. Batt. Cipriani, vol. II, Roma 1817
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il lago di piazza Navona

Piazza Navona fu dal XV secolo una delle aree più vitali del centro urbano. Vi fu trasferito il mercato cittadino e divenne luogo di scambio e di intrattenimento, per la presenza di molte botteghe di negozianti e artigiani. Nel Seicento, grazie alle magnifiche creazioni di Borromini e Bernini, e alla committenza di papa Innocenzo X Pamphilj, si trasformò in una delle più belle piazze barocche di Roma. Divenne luogo privilegiato per la predicazione, come per la festa, per le pratiche devote come per le occasioni di svago. La veduta di Cottafavi mostra la Piazza durante una "festa dell'acqua": a partire da metà Seicento, nei fine settimana d'agosto, la piazza veniva trasformata in un "lago", grazie alla chiusura delle condotte che raccoglievano l'acqua di esubero delle fontane. La finalità era lo svago, oltre che il procurare sollievo dall'aria torrida dell'agosto romano. Come testimonia la veduta, il "lago" era attraversato da persone a piedi, gondole, carrozze, che a volte davano luogo a veri e propri giochi e gare sfarzose.

Gaetano Cottafavi (inc.), [Veduta di Piazza Navona],in: Antonio Nibby, Roma nell’anno MDCCCXXXVIII..., vol. IV (Parte seconda moderna), Roma 1841
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Le prime grandi cerimonie dell'anno santo 1925

Dopo l’apertura della porta santa in San Pietro il papa passa tra la folla sulla sedia gestatoria (anno santo 1925). L’utilizzo della sedia gestatoria, fortemente ridotto già con Paolo VI, fu definitivamente abbandonato con Giovanni Paolo II.

Dopo l'apertura della Porta Santa a S. Pietro. Il pontefice con la sua corte passa tra la folla orante, in: La domenica del corriere, a. XXVII, n. 2, 11 gennaio 1925
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il martello e la cazzuola

Il martello con cui il Papa percuote la porta è, nel 1500, un vero martello da muratore; dal 1525 il martello viene realizzato espressamente per la cerimonia e diventa un oggetto prezioso (d’argento dorato con manico di ebano). La cazzuola è stata adoperata dal Papa fino al 1950 per mettere della calce sulla soglia della porta al momento della chiusura. Dal 1975, quando Paolo VI stabilisce che la porta non venga più murata all’esterno, se ne interrompe l’uso.

Due preziosi utensili per la cerimonia della porta Santa: il martello e la cazzuola di oro massiccio, in: La domenica del corriere, a. XXVII, n. 2, 11 gennaio 1925
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il cardinale legato apre la porta santa di San Giovanni in Laterano (anno santo 1925)

Il cardinale Pompily compie la cerimonia dell'apertura della Porta Santa nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, in: La domenica del corriere, a. XXVII, n. 2, 11 gennaio 1925
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pellegrini al giubileo del 1950

L'anno santo 1950. Cronistoria del grande giubileo a cura del Comitato centrale Anno Santo, vol. II, Città del Vaticano 1952, tav. 94-95
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La muratura della porta santa a San Pietro (anno santo 1933)

Felici (fotog. Pontif.), Dopo il Giubileo romano. La muratura della porta santa a S. Pietro, in: L'osservatore romano, a. LXXIV, n. 79, 6 aprile 1934
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Un mattone per la porta santa (opera di Aurelio Mistruzzi, incisore della Santa Sede)

Un mattone per la porta santa (opera di Aurelio Mistruzzi, incisore della Santa Sede), in: L'osservatore romano, a. LXXIV, n. 79, 6 aprile 1934
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

I frammenti della porta santa "ricercatissimo ricordo" dai pellegrini del 1950

La porta è ormai rimossa; i frammenti sono ricercatissimo ricordo, in: L'anno santo 1950. Cronistoria del grande giubileo a cura del Comitato centrale Anno Santo, vol. II, Città del Vaticano 1952
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La guida di Roma di Angelo Uggeri

Il "Catalogo delle antichità, belle arti e curiosità di Roma" di Angelo Uggeri comprende tre tavole litografate a colori che rappresentano romani in costume tipico, e alcune pagine lasciate appositamente bianche per accogliere eventuali appunti di viaggio.

Ferrari, Trasteverino, in: Angelo Uggeri, Catalogue des antiquités beaux arts et curiosités de Rome et des environs, Roma 1817 [?]
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta della Basilica di San Paolo dopo l'incendio, durante i lavori di ricostruzione

In primo piano il campanile medievale non ancora demolito e la facciata con i mosaici del Cavallini protetti dai teli.

Antonio Nibby, Roma nell’anno MDCCCXXXVIII..., vol. III (Parte prima moderna), Roma 1839
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta dell'Ospedale di Santo Spirito in Sassia

L'Ospedale di Santo Spirito in Sassia è il più antico ospedale d’Europa

Giovanni Battista Falda, Archiospedale apostolico di S. Spirito in Sassia, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

La costruzione della cupola di San Pietro fu iniziata da Michelangelo Buonarroti nel 1546 quando, già settantenne, subentrò ad Antonio da Sangallo il giovane nella direzione dei lavori della Fabbrica. Il progetto, per certi versi ispirato a quello di Brunelleschi per Santa Maria del Fiore, subì numerose modifiche in corso d'opera, e quando Michelangelo morì, nel 1564, la costruzione era giunta all’altezza del tamburo. Dopo una pausa di oltre vent’anni, i lavori furono ripresi durante il pontificato di Sisto V, e conclusi da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana in soli ventidue mesi, grazie a un grande dispiegamento di uomini e mezzi. Nella prima metà del XVIII secolo, il manifestarsi sulla cupola di alcune crepe, conseguenza di interventi seicenteschi, e un clamoroso rapporto di Luigi Vanvitelli, architetto della Fabbrica, avevano diffuso il timore che la cupola fosse in procinto di crollare. Così Benedetto XIV chiese prima il parere di tre matematici, che redassero una perizia considerata per certi versi il primo testo della moderna ingegneria civile, e nel 1743 diede incarico all'ingegnere Giovanni Poleni di studiare la struttura e verificare la necessità di interventi di consolidamento.

Cupola di S. Pietro, in: Thomas Le Seur, François Jacquier, Ruggero Giuseppe Boscovich, Parere di tre mattematici sopra i danni che si sono trovati nella cupola di S. Pietro sul fine dell'anno MDCCXLII. Dato per ordine di nostro signore papa Benedetto XIV, Roma 1742
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La cupola di San Pietro

Figure della scrittura de mattematici, in: Breve discorso in difesa della cupola di S. Pietro di N. N. capomastro muratore, regolato circa i danni secondo la prima scrittura de’ rr. pp. mattematici, Roma 1744
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La cupola di San Pietro

Pianta del vivo dell'ordine attico e piantato de' costoloni sopra de' pilastri del med.mo e vanno à formare l'occhio della gran Cupola, ò sia collo della lanterna, in: Breve discorso in difesa della cupola di S. Pietro di N. N. capomastro muratore, regolato circa i danni secondo la prima scrittura de’ rr. pp. mattematici, Roma 1744
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Alessandro Francesco Rostagni (dis.), Paolo Pilaia (inc.), [Ponti per accomodare gli ornati della gran cupola di San Pietro e la croce in cima all'obelisco Vaticano], in: Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Alessandro Francesco Rostagni (dis.), Francesco Mazzoni (inc.), [Ponti per accomodare gli angoli della gran cupola di San Pietro], in: Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta della cupola con i sei cerchioni fissati fra il 1743 ed il 1748, grazie all'opera di Giovanni Poleni

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Le varie fasi dei lavori di consolidamento della cupola furono descritte dallo stesso Poleni nelle sue Memorie istoriche della Gran Cupola del Tempio Vaticano, illustrate da alcune tavole incise opera di Antonio Visentini.

Antonio Visentini, [La cupola con i sei cerchioni fissati fra il 1743 ed il 1748], in: Giovanni Poleni, Memorie istoriche della gran cupola del tempio vaticano, e de’ danni di essa, e de’ ristoramenti loro, divise in libri cinque. Alla santità di nostro signore papa Benedetto XIV,Padova 1748
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

San Paolo fuori le mura vicina al Tevere

Tra gli elementi di discussione nel dibattito sulla ricostruzione della Basilica di San Paolo vi fu anche l'opportunità o meno di innalzarne il pavimento per prevenire le inondazioni del vicino fiume Tevere, e la possibilità di ovviare a questo pericolo con soluzioni alternative.

Basilica e convento di S. Paolo fuori delle mura, in: Il nuovo splendore delle fabbriche in prospettiva di Roma moderna, vol. II (Il secondo libro del nuovo splendore delle chiese di Roma moderna in prospettiva), Roma 1773
Clicca sull'immagine per sfogliare 5 pagine
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Trasporto della cappella medievale del presepe nella nuova cappella fatta erigere da Sisto V a Domenico Fontana

Alla fine del XVI secolo, Sisto V volle erigere nella navata destra della Basilica di Santa Maria Maggiore una grande cappella, poi detta Sistina o del Santissimo Sacramento, che avrebbe dovuto accogliere la sua sepoltura e quelle dei suoi famigliari e di papa Pio V. Si sarebbe trattato di un’opera classica, se non fosse che il pontefice stabilì che, per la sacralità del luogo, la cappella medievale del presepe fosse interamente trasferita, senza demolizioni, dalla sua posizione originaria ad una cripta sotto il nuovo altare del Santissimo Sacramento. La complessa operazione fu eseguita dall’architetto Domenico Fontana, che progettò un’armatura di legno all’interno della quale la cappella fu ingabbiata per essere poi spostata con un complesso sistema di argani e carrucole, ben rappresentato nel volume illustrato da Natale Bonifacio in cui Fontana stesso descrisse tutte le “fabbriche” di Sisto V da lui realizzate.

Domenico Fontana, Narratione del modo tenuto in trasportare la capella [sic] vecchia del presepio tutta intiera, in: Id., Della trasportatione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetta di sua santità..., Roma 1590 [ma 1604]
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Sacerdote regolare dell'Ospedale di Santo Spirito in Sassia

Sacerdos S. Spiritus in Saxia, in: Filippo Buonanni, Catalogo degli ordini religiosi della chiesa militante..., vol. I (Parte prima degli uomini religiosi), 4 ed., Roma 1738
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Il santo padre parla ai fedeli a conclusione della processione del Crocifisso di S. Marcello durante l'anno santo 1950

L'anno santo 1950. Cronistoria del grande giubileo a cura del Comitato centrale Anno Santo, vol. II, Città del Vaticano 1952
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Atri

L'indulgenza plenaria concessa da Celestino V alla chiesa di Santa Maria di Collemaggio all’Aquila fu estesa anche alla città di Atri.

Francesco Cassiano de Silva (inc.), Atri, in: Giovanni Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, diviso in dodici provincie, in cui si descrivono la sua metropoli, le sue 148 città, e tutte quelle terre delle quali se ne sono avute notizie..., vol. III, Napoli 1703
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta della basilica e della piazza di San Pietro nel 1773

Giovanni Battista Piranesi, Veduta dell'insigne basilica vaticana coll'ampio portico e piazza adjacente,in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Pianta della Cappella Sistina o del Presepe

Sacelli D. N. Iesu Christi praesepi a Sixto papa V conditi vestigium et pavimentum, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Monaca dell'Ospedale di Santo Spirito in Sassia

Hospitalaria S. Spiritus in Saxia, in: Filippo Buonanni, Catalogo degli ordini religiosi della chiesa militante..., vol. II (Parte seconda delle vergini a Dio dedicate), 3 ed., Roma 1741
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

L'illuminazione della Croce in San Pietro

Tra le funzioni della settimana santa di particolare suggestione era l'illuminazione di una croce alta 33 palmi e larga 17 e foderata di lastre di ottone che le sere del giovedì e venerdì santo veniva appesa sotto la cupola di San Pietro, illuminata all'interno da 618 lumi, che producevano uno straordinario effetto di chiaroscuro. La tradizione, già sospesa nel 1805 e, poi, nel 1825, fu ripresa il venerdì santo del 1849 (6 aprile): i triunviri della repubblica romana dettero ordine ai canonici di San Pietro di ristabilire la festa. Poiché i canonici rifiutarono, "i triunviri fecero invadere il tempio dai loro operai e la croce fu illuminata" (Alphonse Balleydier, Histoire de la révolution de Rome).

Jean Louis Desprez (dis.), Francesco Piranesi (inc.), Prospetto interiore del Tempio Vaticano veduto nelle sere di giovedì e del venerdì santi al chiarore della gran Croce di metallo illuminata sospesa nella nave principale dinnanzi all'altar maggiore quando la santità sua si porta alla venerazione del volto santo (1787), Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta laterale esterna della basilica di S. Pietro in Vaticano (1748)

Giovanni Battista Piranesi, Veduta dell'esterno della gran basilica di S. Pietro in Vaticano, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Interno di San Paolo, fotografia all'albumina 1870 ca

Interno di S. Paolo, fotografia all'albumina, 1870 ca
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Cappella Sistina o del Presepe

Sacelli Christi D. Salvatoris n. Praesepi in Liberiana Basilica a Sixto papa V opere magnifico extructi quatuor interiores partes..., in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La devozione alla statua di San Pietro

Alphonse de Neuville, Baisement du pied de saint Pierre. Dessin de A. de Neuville d'après M. E. Delaunay, in: Le Tour du monde. Nouveau journal des voyages publié sous la direction de m. Édouard Charton et illustré par nos plus célèbres artistes, vol. XV, 1867
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta interna della basilica di San Pietro nel 1748

Giovanni Battista Piranesi, Veduta interna della basilica di S. Pietro in Vaticano,in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Altare nella Cappella Sistina o del Presepe

L'incisione mostra la nuova collocazione del presepe al di sotto dell’altare della cappella Sistina.

Sacratissimi Christi corporis ara in medio Sixti V sacello posita... sub eadem sacrum Christi domini Praesepe, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta dell'Ospedale di Santo Spirito in Sassia

Gaetano Cottafavi, Veduta dell'Archiospedale di S. Spirito, in: Jeremiah Donovan, Rome ancient and modern and its environs, vol. III, Roma 1843
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

I ministri Volpi e Fedele, accompagnati dall'abate Schuster, inaugurano il quadriportico costruito dinanzi alla facciata principale della chiesa, 29 giugno 1928

Dopo la consacrazione dell'altare e della Basilica nel 1854, i lavori per la ricostruzione di San Paolo proseguirono ancora per diversi decenni. Si continuò a lavorare sull'interno della basilica, con la decorazione pittorica delle navate, la serie dei medaglioni in mosaico con i ritratti dei pontefici, e gli affreschi raffiguranti scene della vita di San Paolo. Proseguirono anche i lavori all'esterno, con i mosaici della nuova facciata e la costruzione del quadriportico, iniziata nel 1890 e conclusa negli anni Venti del secolo scorso.

Armando Bruni (fotog.), Il completamento della Basilica di San Paolo: i ministri Volpi e Fedele, accompagnati dall'abate Schuster, inaugurano il quadriportico costruito dinanzi alla facciata principale della Chiesa - 29 giugno, in: L'illustrazione italiana, a. LV, n. 28, 8 luglio 1928
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Piazza San Pietro, fotografia all'albumina 1870 ca

Piazza di S. Pietro, fotografia all'albumina, 1870 ca
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Interno di San Pietro, fotografia all'albumina, 1870 ca

Interno di S. Pietro, fotografia all'albumina, 1870 ca
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta di San Pietro da Castel Sant'Angelo con la spina di Borgo

Félix Benoist (dis.), Eugène Cicéri (lit.), Basilique de St. Pierre et palais du Vatican, avec quartier du Borgo: vue prise du Château Saint-Ange. Basilica di S. Pietro, Palazzo del Vaticano e Rione del Borgo: veduta presa dal Castello Sant'Angelo, tratta da: Rome dans sa grandeur. Vues, monuments anciens et modernes: description, histoire, institutions, dessins d'après nature par Philippe Benoist et Felix Benoist...,Paris 1870
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La porta bizantina di San Paolo restaurata per il Giubileo del 2000

Sergio Rinaldi Tufi, San Paolo, restaurata la porta Bizantina, in: Il messaggero,21 dicembre 1999
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La Colonna della pace

Nel 1614 Paolo V Borghese fece collocare sulla piazza davanti alla facciata di Santa Maria Maggiore una colonna corinzia di oltre 14 metri proveniente dalla Basilica di Massenzio. Carlo Maderno, incaricato dei lavori, la innalzò su una base in marmo e travertino, ai cui piedi collocò una fontana alimentata dall’Acquedotto Felice. Aquile e draghi alati, simboli araldici dei Borghese, ornano il basamento e la fontana. In cima alla colonna fu collocata una statua di bronzo della Vergine con il bambino, opera di Guillaume Berthélot, e fusa da Orazio Censore. La colonna, detta "della Pace" dal nome del Tempio allora erroneamente identificato con la Basilica di Massenzio, è l'unica sopravvissuta delle otto che sorregevano la volta centrale della Basilica.

Paulus V pont. max. columnam veteris magnificentiae monumentum informi situ obductam, neglectamque ex immanibus templi ruinis quod Vespesianus Augustus... paci dicaverat..., in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

San Luigi dei Francesi

Tra tardo medioevo e prima età moderna la presenza di comunità straniere a Roma assunse una dimensione più stabile e strutturata, traducendosi anche in "zone di influenza" nel tessuto cittadino, spesso intorno alle sedi di ambasciate, in particolare per i paesi con maggiore peso politico, come la Spagna e la Francia. Fin dal tardo medioevo le diverse comunità straniere avevano fondato ospizi e confraternite nazionali, che negli anni giubilari furono molto attive nell'ospitare i propri connazionali in pellegrinaggio ai luoghi santi. Tra le più importanti fondazioni d'oltralpe San Luigi dei Francesi.

Giovanni Battista Falda, Chiesa di San' Luigi de francesi et hospedale della natione, nel rione di S. Eustachio, architettura di Giacomo della Porta, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. II (Il secondo libro del novo teatro delle fabriche, et edificii, fatte fare in Roma, e fuori di Roma dalla santità di nostro signore papa Alessandro VII), Roma 1665
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La riscoperta delle grotte vaticane

Una sorpresa per i pellegrini dell'anno santo: le basiliche di San Pietro sono due, in: La Domenica del Corriere, a. LI, n. 50, 11 dicembre 1949
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Giovanni Paolo II, durante il giubileo del 2000, apre la porta santa della Basilica di San Paolo fuori le mura insieme ai rappresentanti delle varie Chiese cristiane

A partire dall'anno 1500, quando Alessandro VI istituì il cerimoniale dell'anno santo, con il rituale di apertura delle porte sante nelle quattro basiliche, la porta santa di San Paolo fu sempre aperta da un cardinale legato. Nel 2000 papa Giovanni Paolo II volle, primo nella storia degli anni santi, aprire personalmente anche la porta santa della Basilica di San Paolo.

Da questa Basilica io spingo avanti lo sguardo verso il nuovo millennio: in un futuro non lontano i cristiani, finalmente riconciliati, possano tornare a camminare insieme come unico popolo,in: L'osservatore romano, a. CXL, n. 14, 19 January 2000
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

La colonna nella sua collocazione originale nella Basilica di Massenzio, già detta tempio della pace

La colonna fatta collocare da Paolo V di fronte a Santa Maria Maggiore è l’unica sopravvissuta delle otto che sorreggevano la volta centrale della Basilica di Massenzio

Étienne Dupérac, Vestigij del tempio della pace edificato da Vespasiano imperatore... in questo tempio si vede... una colonna di marmoro in opera d'ordine corintio... Oggi questa colonna fu fatta trasportare da Paolo V avanti la Chiesa di S. M.a Maggiore dedicata alla Ss.ma Concetione..., in: Id., I vestigi dell’antichità di Roma raccolti et ritratti in prospettiva con ogni diligentia..., Roma 1773
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

San Giovanni dei Fiorentini

Tra tardo medioevo e prima età moderna la presenza di comunità straniere a Roma assunse una dimensione più stabile e strutturata, traducendosi anche in "zone di influenza" nel tessuto cittadino, spesso intorno alle sedi di ambasciate, in particolare per i paesi con maggiore peso politico, come la Spagna e la Francia. Fin dal tardo medioevo le diverse comunità straniere avevano fondato ospizi e confraternite nazionali, che negli anni giubilari furono molto attive nell'ospitare i propri connazionali in pellegrinaggio ai luoghi santi. Oltre alle "nazioni" d'oltralpe, numerose furono le fondazioni di Stati della penisola italica, come quella di San Giovanni dei Fiorentini.

Antonio Carbonati, Roma. La basilica di San Giovanni dei Fiorentini (Disegno di Antonio Carbonati), Roma 1950
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Veduta aerea di San Pietro

Hugo Brandenburg, Antonella Ballardini, Christof Thoenes, San Pietro: storia di un monumento, Città del Vaticano 2015
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

Come gli antichi Romei non pochi hanno compiuto il viaggio a piedi, altri in bicicletta...

L'anno santo 1950. Cronistoria del grande giubileo a cura del Comitato centrale Anno Santo, vol. I, Città del Vaticano 1952
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

...ma i grandi pellegrinaggi si sono serviti di treni speciali

L'anno santo 1950. Cronistoria del grande giubileo a cura del Comitato centrale Anno Santo, vol. I, Città del Vaticano 1952
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra) Invia via mail

I primi pellegrini cinesi, festosamente accolti all'aeroporto

L'anno santo 1950. Cronistoria del grande giubileo a cura del Comitato centrale Anno Santo, vol. II, Città del Vaticano 1952
Condividi su Facebook (Apre una nuova finestra) Condividi su Twitter (Apre una nuova finestra) Condividi su G+ (Apre una nuova finestra)