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La Mostra    1350

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Bolla di indizione del giubileo del 1350

Clemente VI riduce a 50 anni l’intervallo temporale tra le celebrazioni giubilari e include San Giovanni in Laterano tra le basiliche da visitare.

Clemente VI, Unigenitus Dei filius (27 gennaio 1343), in: Collectionis bullarum sacrosanctae Basilicae vaticanae..., vol. I, Roma 1747

Il grande afflusso di pellegrini per il giubileo del 1350 nel racconto di Matteo Villani

Il cronista fiorentino Matteo Villani continuò la Cronica del fratello maggiore Giovanni, che morì nel 1348. Matteo fu pellegrino e testimone diretto degli eventi del giubileo del 1350. Qui racconta del grande afflusso di romei, delle difficoltà e dei pericoli del viaggio, dell'affollamento per le strade di Roma e nelle visite alle chiese, dell'organizzazione di vitto e alloggio

Matteo Villani, Cronica di Matteo Villani a miglior lezione ridotta coll'aiuto de' testi a penna, vol. I, Firenze 1825

L'epistola di Petrarca a Clemente VI

Nel 1342 Petrarca rivolge a Clemente VI, che risiede ad Avignone, un'epistola metrica nella quale lamenta il degrado in cui versa la città di Roma e gli chiede di indire un perdono generale abbreviando a 50 anni l'intervallo trai i giubilei.

Francesco Petrarca, Poesie minori del Petrarca sul testo latino ora corretto, volgarizzate da poeti viventi o da poco defunti, vol. III, Milano 1834

Francesco Petrarca a Guglielmo da Pastrengo

Petrarca fu pellegrino nel giubileo del 1350. Qui rivolge un'epistola all'amico Guglielmo da Pastrengo esortandolo ad accompagnarlo a Roma, dove, gli dice, si reca gente da tanti paesi europei. Guglielmo non accoglie l'invito e Petrarca compie il viaggio da solo.

Francesco Petrarca, Poesie minori del Petrarca sul testo latino ora corretto, volgarizzate da poeti viventi o da poco defunti, vol. II, Milano 1831

La chiesa di Santa Maria d'Ara Coeli

Gli anni immediatamente precedenti il giubileo del 1350, concesso, preparato e celebrato in assenza del pontefice, sono segnati dalla cattività avignonese, dall'epidemia di peste che affligge l'Europa e dal disastroso terremoto romano del 1349. In questo clima assume un significato particolare la costruzione della grande scalinata della chiesa di Santa Maria in Ara Coeli, unico intervento urbano di rilievo di tutto il Trecento. Realizzata grazie alle elemosine dei romani, in una sorta di ex-voto collettivo alla Madonna che aveva liberato la città dalla peste, rappresenta la prima di una lunga serie di operazioni di appropriazione, da parte della Chiesa, dei simboli e dei luoghi della Roma antica e del potere laico e cittadino, che caratterizzeranno poi la politica urbanistica dei grandi papi nei secoli successivi.

S.te Marie d'Ara-Coeli, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, premiére ville de l’Europe, avec toutes ses magnificences et ses delices..., vol. II, Leiden 1713

Anno santo 1350. Senato romano, ducato in oro imitazione dello zecchino veneto emesso per il Giubileo del 1350, con S. Pietro che porge le chiavi a un senatore sul dritto

Collocazione Mt. Pont. Senatus Romanus. 385

Il Campidoglio

Giovanni Battista Cipriani, Campidoglio,in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799

San Giovanni in Laterano è una delle tre basiliche da visitare per il giubileo del 1350

Nel 1350 Clemente VI include la Basilica di San Giovanni in Laterano tra quelle da visitare durante il giubileo per ottenere l'indulgenza.

Girolamo Franzini, Templ. S. Ioannis lateranen., in: Le cose maravigliose dell’alma città di Roma..., Roma 1595

Anno Santo 1350. Senato Romano, ducato in oro imitazione dello zecchino veneto emesso per il Giubileo del 1350, con sul rovescio Cristo nella mandorla e in alto Volto Santo

Collocazione Mt. Pont. Senatus Romanus. 385

La decisione di Clemente VI di accorciare la cadenza giubilare a cinquant'anni, nel racconto della Cronica di Giovanni Villani

Giovanni Villani, Cronica di Giovanni Villani a miglior lezione ridotta coll'aiuto de' testi a penna, vol. VII, Firenze 1823

La voce "anno giubilare" nel dizionario giuridico di Alberico da Rosate

Il dizionario di diritto civile e canonico di Alberico da Rosate, giurista bergamasco nato sul finire del XIII secolo e morto nel 1360, rappresenta il primo grande tentativo lessicografico in campo giuridico, sebbene il rigore scientifico dell'opera sia spesso allentato da divagazioni di tipo autobiografico. E' il caso, tra le altre, della voce dedicata al "Iubileus annus", l'anno giubilare, in cui Alberico, dopo averne citato i riferimenti biblici, e riportato le bolle di indizione del 1300 e del 1350, ricorda come lui stesso, insieme alla moglie e ai tre figli, avesse partecipato alla grande indulgenza di Clemente VI

Iubileus annus, in: Alberico da Rosate, Dictionarium iuris tam civilis, quam canonici..., Venezia 1581

Il giubileo del 1350 nella Cronica dei Matteo Villani

Matteo Villani, fratello minore di Giovanni, ne continuò l'opera dopo la morte di questi nel 1348. In questo passo (L. I, cap. XXIX) racconta come Clemente VI giunse alla decisione di indire un giubileo per il 1350.

Matteo Villani, Cronica, in: Croniche di Giovanni, Matteo e Filippo Villani..., vol. II, Trieste 1858

Venuta a Roma del cardinale di Ceccano, legato apostolico per il giubileo del 1350

Il giubileo del 1350, indetto durante la cosiddetta "cattività avignonese", fu celebrato in assenza del papa. Clemente VI infatti lo indisse ma non si recò a Roma per celebrarlo. In sua vece inviò come legato il cardinale Annibaldo Caetani da Ceccano.

Vita di Cola di Rienzo tribuno del popolo romano..., Bracciano 1631

La cronaca Aquilana trecentesca di Buccio di Ranallo descrive la grande quantità di merci che arrivavano ai porti di Ripa e Ripetta durante il giubileo del 1350

Buccio di Ranallo, Cronica Aquilana, in: Cronisti del Trecento, a cura di Roberto Palmarocchi, Milano-Roma 1935

Le basiliche giubilari: San Giovanni in Laterano; San Paolo fuori le Mura

San Paolo è basilica giubilare dal 1300, San Giovanni dal 1343, e il primo giubileo in cui viene visitata è quello del 1350.

Giacomo Brogi (phot.), Le basiliche del giubileo, in: L'illustrazione italiana, a. XXVI, n. 52, 24 December 1899

L'epistola di Petrarca a Giovanni Boccaccio, Roma 2 novembre 1350 (Familiares, XI.1)

Tra i pellegrini del 1350 ci fu Francesco Petrarca. Partito probabilmente da Padova, si diresse a Roma per lucrare l'indulgenza dell'anno giubilare, che lui stesso aveva richiesto alcuni anni prima a Clemente VI in una accorata epistola metrica. Durante il tragitto si fermò a Firenze dove conobbe personalmente un suo grande ammiratore: Giovanni Boccaccio. Giunto a Roma, il 2 novembre 1350, Petrarca scrisse a Boccaccio raccontandogli la conclusione del suo viaggio.

Francesco Petrarca, Lettere di Francesco Petrarca... ora la prima volta raccolte, volgarizzate e dichiarate con note da Giuseppe Fracassetti, vol. III, Firenze 1865
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