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La Mostra    1625

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Il Pantheon prima degli interventi seicenteschi

Il Pantheon, fondato nel 27 a.C. e fatto ricostruire dall'imperatore Adriano nel I secolo d.C., è il solo edificio dell'antica Roma ad essere stato ininterrottamente utilizzato per ragioni religiose. All'inizio del VII secolo, il grande tempio dedicato dai romani a tutti gli dei fu donato dall'imperatore bizantino Foca a papa Bonifacio IV, che lo consacrò a Sancta Maria ad martyres. L'incisione di Aegidius Sadeler, mostra ancora il campanile medievale, distrutto in occasione degli interventi seicenteschi voluti da Urbano VIII e realizzati da Gian Lorenzo Bernini.

Aegidius Sadeler, Vestigij del Pantheon..., in: Id., Vestigi delle antichità di Roma, Tivoli, Pozzuolo et altri luoghi, Praha 1601

Piazza della Rotonda prima degli interventi settecenteschi

Per il giubileo del 1575 papa Gregorio XIII commissionò a Giacomo della Porta una fontana da collocare al centro della piazza. L'aspetto della fontana rimase lo stesso fino al 1711 quando papa Clemente XI volle far riposizionare di fronte al Pantheon l'obelisco egizio allora collocato a San Macuto. Con l'occasione fu realizzato un restauro radicale della fontana, il cui catino venne sostituito da un gruppo di rocce e delfini a sostenere l'obelisco. Nella veduta di Cruyl sono visibili anche i due campanili laterali costruiti nella prima metà del Seicento da Gian Lorenzo Bernini per papa Urbano VIII, e poi eliminati nel 1883.

Levin Cruyl, stampa del 1667, in: Cento vedute di Roma antica raccolte e illustrate da Alfonso Bartoli, Firenze 1911

Notizia delle cerimonie di lettura della Bolla di indizione del Giubileo del 1825 (Leone XII, Quod hoc ineunte saeculo, 24 maggio 1824), presso le quattro basiliche patriarcali tra cui la Basilica di Santa Maria in Trastevere surrogata a San Paolo

Già in passato, la Basilica trasteverina aveva rappresentato una valida alternativa a San Paolo che, più distante dall’abitato di Roma, collocata fuori dalle mura e vicinissima al Tevere, era stata esclusa dalle visite dei pellegrini durante il giubileo del 1625, per il propagarsi di una epidemia di peste nel sud d'Italia, e del 1700, per soli 8 giorni a causa di una inondazione del Tevere.

Diario di Roma, n. 102, 22 dicembre 1824

Santa Maria in Trastevere

La bolla di indizione del giubileo del 1825 (Leone XII, Quod hoc ineunte saeculo, 24 maggio 1824), di poco successiva al grande incendio, stabilì che a causa dell'inagibilità di San Paolo fosse Santa Maria in Trastevere a sostituirla come meta di pellegrinaggio nella visita delle quattro basiliche. La basilica trasteverina aveva svolto questa funzione di "basilica surrogata" già in passato: nel 1625, quando il contagio di peste aveva reso preferibile evitare un passaggio continuo di pellegrini fuori e dentro le mura cittadine; e nel 1700, per un'inondazione del Tevere.

Giovanni Battista Falda (dis.), Piazza di S. M. in Trastevere ampliata da n.s. papa Alesandro [sic] VII, in: Il nuovo splendore delle fabbriche in prospettiva di Roma moderna, vol. I, Roma 1773

Urbano VIII (1623-1644), medaglia in bronzo dell'Anno Santo 1625 con al rovescio la Porta Santa di San Giovanni in Laterano chiusa; sopra, il Volto Santo (riconiazione ottocentesca da originale di Gaspare Mola)

Mazio 186 (fig. Medaglie Mazio 20-186A)
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