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La Mostra    Piazza Navona

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Notificazione del 28 luglio 1749, firmata dal cardinale vicario Giovanni Antonio Guadagni, che annuncia la "seconda missione" di Leonardo da Porto Maurizio

Il 13 luglio 1749 padre Leonardo da Porto Maurizio, chiamato a Roma da Benedetto XIV per "meglio disporre gli abitatori di Roma all'acquisto del giubileo", aveva iniziato a Piazza Navona un ciclo di "sagre missioni", quattordici giorni di funzioni articolate, che prevedevano momenti di predicazione, catechesi, liturgia e penitenza. Il 28 luglio, al termine della "prima missione", il cardinale vicario Guadagni annunciava l'avvio di una "seconda missione" per il 3 agosto successivo, da tenersi di là del fiume, in piazza di Santa Maria in Trastevere.

Vicariate of Rome, Seconda notificazione per le sante missioni (28 luglio 1749), Roma 1749

Il lago di piazza Navona

Piazza Navona fu dal XV secolo una delle aree più vitali del centro urbano. Vi fu trasferito il mercato cittadino e divenne luogo di scambio e di intrattenimento, per la presenza di molte botteghe di negozianti e artigiani. Nel Seicento, grazie alle magnifiche creazioni di Borromini e Bernini, e alla committenza di papa Innocenzo X Pamphilj, si trasformò in una delle più belle piazze barocche di Roma. Divenne luogo privilegiato per la predicazione, come per la festa, per le pratiche devote come per le occasioni di svago. La veduta di Cipriani mostra la Piazza durante una "festa dell'acqua": a partire da metà Seicento, nei fine settimana d'agosto, la piazza veniva trasformata in un "lago", grazie alla chiusura delle condotte che raccoglievano l'acqua di esubero delle fontane. La finalità era lo svago, oltre che il procurare sollievo dall'aria torrida dell'agosto romano. Come testimonia la veduta, il "lago" era attraversato da persone a piedi, gondole, carrozze, che a volte davano luogo a veri e propri giochi e gare sfarzose.

Giovanni Battista Cipriani, Piazza Navona, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799

Il lago di piazza Navona

Piazza Navona fu dal XV secolo una delle aree più vitali del centro urbano. Vi fu trasferito il mercato cittadino e divenne luogo di scambio e di intrattenimento, per la presenza di molte botteghe di negozianti e artigiani. Nel Seicento, grazie alle magnifiche creazioni di Borromini e Bernini, e alla committenza di papa Innocenzo X Pamphilj, si trasformò in una delle più belle piazze barocche di Roma. Divenne luogo privilegiato per la predicazione, come per la festa, per le pratiche devote come per le occasioni di svago. La veduta di Cipriani mostra la Piazza durante una "festa dell'acqua": a partire da metà Seicento, nei fine settimana d'agosto, la piazza veniva trasformata in un "lago", grazie alla chiusura delle condotte che raccoglievano l'acqua di esubero delle fontane. La finalità era lo svago, oltre che il procurare sollievo dall'aria torrida dell'agosto romano. Come testimonia la veduta, il "lago" era attraversato da persone a piedi, gondole, carrozze, che a volte davano luogo a veri e propri giochi e gare sfarzose.

Giovanni Battista Cipriani, Obelisco egizio in piazza Navona, in: Id., Degli edificj antichi e moderni di Roma: vedute in contorno disegnate e incise da Gio. Batt. Cipriani, vol. II, Roma 1817

Il lago di piazza Navona

Piazza Navona fu dal XV secolo una delle aree più vitali del centro urbano. Vi fu trasferito il mercato cittadino e divenne luogo di scambio e di intrattenimento, per la presenza di molte botteghe di negozianti e artigiani. Nel Seicento, grazie alle magnifiche creazioni di Borromini e Bernini, e alla committenza di papa Innocenzo X Pamphilj, si trasformò in una delle più belle piazze barocche di Roma. Divenne luogo privilegiato per la predicazione, come per la festa, per le pratiche devote come per le occasioni di svago. La veduta di Cottafavi mostra la Piazza durante una "festa dell'acqua": a partire da metà Seicento, nei fine settimana d'agosto, la piazza veniva trasformata in un "lago", grazie alla chiusura delle condotte che raccoglievano l'acqua di esubero delle fontane. La finalità era lo svago, oltre che il procurare sollievo dall'aria torrida dell'agosto romano. Come testimonia la veduta, il "lago" era attraversato da persone a piedi, gondole, carrozze, che a volte davano luogo a veri e propri giochi e gare sfarzose.

Gaetano Cottafavi (inc.), [Veduta di Piazza Navona],in: Antonio Nibby, Roma nell’anno MDCCCXXXVIII..., vol. IV (Parte seconda moderna), Roma 1841

Piazza Navona prima del 1650

Nel corso del Medioevo, le strutture murarie delle gradinate dello stadio di Domiziano furono utilizzate come base per abitazioni, botteghe, ma anche per chiese e istituzioni religiose. Nel XIII secolo la Nazione spagnola a Roma la scelse per la propria sede, e vi costruì una chiesa e l’ospedale. Nel XV secolo, con il trasferimento del grande mercato cittadino, la piazza assunse sempre maggiore importanza, per la sua collocazione nel cuore turistico e commerciale della città. Per tale ragione si procedette, nel Cinquecento ad una prima sistemazione della piazza, con la costruzione di due fontane laterali e un semplice abbeveratoio per i cavalli al centro. Piazza Navona divenne luogo privilegiato per incontrarsi, passeggiare, godere di spettacoli improvvisati di giocolieri e saltimbanchi, ma anche assistere a feste organizzate, sacre e profane. Nel XVII secolo, con l’elezione al soglio pontificio di Innocenzo X, membro della famiglia Pamphilj, il cui palazzo affacciava sulla piazza, si giunse alla definitiva sistemazione dell’area.

Platea Agonalis, in: Pompilio Totti, Ritratto di Roma moderna..., Roma 1638

Dell'obelisco e fontana nuova di Piazza Navona

La Fontana dei Fiumi di Piazza Navona fu commissionata a Gian Lorenzo Bernini da papa Pamphilj, Innocenzo X, in vista del Giubileo del 1650. La fontana, che fa da straordinario supporto alla copia romana di un obelisco egizio rinvenuto nel 1647 presso il Circo di Massenzio, rappresenta, nei quattro giganti in marmo bianco che siedono appoggiati sullo scoglio centrale, quattro grandi fiumi: il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata. La guida di Roma moderna di Pompilio Totti, pubblicata per la prima volta nel 1638, colse immediatamente l’importanza del nuovo ornato di Piazza Navona ed inserì già nell'edizione del 1652 una rappresentazione della Fontana dei Fiumi e il racconto della sua realizzazione.

Pompilio Totti, Ritratto di Roma moderna... in questa nuova editione accresciuto, e migliorato in molti luoghi, Roma 1652

Bernini, Athanasius Kircher, la Fontana dei Fiumi e l'obelisco Pamphilj

Nella progettazione della Fontana dei fiumi, Bernini volle conoscere e tener presente il significato dei geroglifici dell'obelisco, per decifrare i quali si avvalse della collaborazione dell'erudito gesuita Athanasius Kircher. Secondo alcuni interpreti, sarebbe da leggere come simbolo della collaborazione tra i due la raffigurazione, nella fontana, di un armadillo, collocato tra la flora e la fauna del Rio de la Plata. Un esemplare essiccato di questo animale, giunto dalle Americhe grazie ai rapporti di Kircher con i gesuiti d'Oltreoceano, era conservato presso il Museo Kircheriano al Collegio romano, ed è probabilmente attraverso di lui che Bernini potè conoscerne l'aspetto. Nell'anno del giubileo 1650, Kircher pubblicò in un volume il risultato dei suoi studi sull'obelisco di Piazza Navona.

Athanasius Kircher, Athanasii Kircheri e Soc. Iesu Obeliscus Pamphilius, hoc est interpretatio nova..., Roma 1650

Piazza Navona

Place Navonne, bâtie sur les ruines du Cirque Agonalis de l'empereur Alexandre Severe, avec la vue de ses magnifiques edifices et fontaines, embellie de la sainte memoire du pape Innocent X, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, première ville de l'Europe, avec toutes ses magnificences et ses délices..., vol. II, Leiden 1713

Piazza Navona nel 1773

Giovanni Battista Piranesi, Veduta di Piazza Navona sopra le rovine del Circo Agonale, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836

Il "Ritratto di Roma moderna" di Pompilio Totti

La guida romana di Pompilio Totti presenta rispetto ai precedenti due evidenti novità: si articola in due diversi volumi, redatti e editi in momenti separati, ma che si completano l'un l'altro: il "Ritratto di Roma antica" (1627) e quello di Roma moderna (1638); e, per la realizzazione dell'apparato illustrativo, si utilizza per la prima volta in maniera sistematica il più raffinato strumento calcografico. Il volume dedicato alla Roma moderna abbandona lo schema classico della guida, a favore di un itinerario organizzato per giornate e rioni, nel quale la descrizione delle chiese, pur avendo come ovvio riferimento l'opera di Panciroli, fonde gli aspetti architettonici e artistici con quelli relativi alla origine, alla storia e alla amministrazione delle chiese, nonché alle Compagnie e Confraternite alle quali esse appartenevano. I due volumi del Ritratto continuarono ad essere pubblicati, anonimi, per sessant'anni a cura degli editori de’ Rossi ed ebbero anche traduzioni in tedesco e olandese. L’esemplare esposto appartiene all'edizione del 1652, aggiornata con le notizie e le immagini delle opere promosse da Innocenzo X: la Fontana dei Fiumi a piazza Navona, il Laterano rinnovato per il giubileo del 1650, gli affreschi di Pietro da Cortona per la Chiesa Nuova, appena compiuti. La lastra utilizzata per incidere il frontespizio calcografico della prima edizione viene riutilizzata nel 1652 in funzione di antiporta, eliminando i dati tipografici originali presente nel margine inferiore della lastra.

Pompilio Totti, Ritratto di Roma moderna... in questa nuova editione accresciuto, e migliorato in molti luoghi, Roma 1652

"Roma ricercata nel suo sito" di Fioravante Martinelli, pubblicata in occasione del giubileo del 1650

La "Roma ricercata nel suo sito" di Fioravante Martinelli rappresenta un vero e proprio best seller nel panorama editoriale del Sei-Settecento. Si tratta di una guida di divulgazione, breve, agile anche nel formato (minuscolo), scritta per un pubblico di "forestieri" colti, con poco tempo da dedicare alla visita della città, da un autore dotto e ben informato (poligrafo, protetto del cardinale bibliotecario della Vaticana, amico di Borromini), che "offre in poche pagine una comoda visione d’insieme delle cose più interessanti della Città eterna". Martinelli propone dieci itinerari che partono e si concludono giornalmente da via dell'Orso e via Tor di Nona, dove sorgevano il maggior numero di alberghi e locande della città. Edita per la prima volta nel 1644, in occasione del giubileo del 1650 se ne stampò a Roma una nuova edizione arricchita da un breve racconto dell'anno santo e due incisioni. La prima riproduce il verso della medaglia fatta coniare l'anno precedente da Innocenzo X, che riproduceva l'obelisco di Piazza Navona. La seconda, già nella "princeps", rappresenta una curiosità e raffigura un’antica sedia in porfido, forata al centro, tuttora esistente nel chiostro di S. Giovanni in Laterano, un tempo falsamente collegata alla leggenda della papessa Giovanna, che Martinelli confuta in alcune pagine di dotte citazioni.

Fioravante Martinelli, Roma ricercata nel suo sito, et nella scuola di tutti gli antiquarii, e descritta con breve, e facil modo per visitare li luoghi antichi e moderni della città... Seconda impressione revista, corretta, & aggiunta dall’autore in molti luoghi, accresciuta dal modo di acquistare il giubileo dell’anno santo M. DC. L, Roma 1650
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