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La Mostra    Santa Maria in Trastevere

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Riti di apertura e chiusura della porta santa di San Paolo per il giubileo del 1675

San Paolo fu basilica giubilare fin dal 1300, come prescritto dalla bolla di Bonifacio VIII. A partire dall'anno 1500, quando Alessandro VI istituì il cerimoniale dell'anno santo, con il rituale di apertura delle porte sante nelle quattro basiliche, la porta santa di San Paolo fu sempre aperta da un cardinale legato. Secondo il Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica di Gaetano Moroni, i pontefici vollero che la porta santa di San Paolo fosse aperta e chiusa, con rapida cerimonia, anche negli anni in cui la basilica fu sostituita da Santa Maria in Trastevere perché inagibile. Nel 2000 papa Giovanni Paolo II volle, primo nella storia degli anni santi, aprire personalmente anche la porta santa della Basilica di San Paolo.

Claude Boizot, Ad astra reclusa ostendit per mella viam, in: Casimir Freschot, Series eorum quae in aperitione et obseratione portae sanctae Basilicae divi Pauli ab... Francisco cardinali Barberino... ritu sacro peracta sunt anno iubilaei M.DC.LXXV..., Roma 1676

Santa Maria in Trastevere

La bolla di indizione del giubileo del 1825 (Leone XII, Quod hoc ineunte saeculo, 24 maggio 1824), di poco successiva al grande incendio, stabilì che a causa dell'inagibilità di San Paolo fosse Santa Maria in Trastevere a sostituirla come meta di pellegrinaggio nella visita delle quattro basiliche. La basilica trasteverina aveva svolto questa funzione di "basilica surrogata" già in passato: nel 1625, quando il contagio di peste aveva reso preferibile evitare un passaggio continuo di pellegrini fuori e dentro le mura cittadine; e nel 1700, per un'inondazione del Tevere.

Giovanni Battista Falda (dis.), Piazza di S. M. in Trastevere ampliata da n.s. papa Alesandro [sic] VII, in: Il nuovo splendore delle fabbriche in prospettiva di Roma moderna, vol. I, Roma 1773

Notificazione del 28 luglio 1749, firmata dal cardinale vicario Giovanni Antonio Guadagni, che annuncia la "seconda missione" di Leonardo da Porto Maurizio

Il 13 luglio 1749 padre Leonardo da Porto Maurizio, chiamato a Roma da Benedetto XIV per "meglio disporre gli abitatori di Roma all'acquisto del giubileo", aveva iniziato a Piazza Navona un ciclo di "sagre missioni", quattordici giorni di funzioni articolate, che prevedevano momenti di predicazione, catechesi, liturgia e penitenza. Il 28 luglio, al termine della "prima missione", il cardinale vicario Guadagni annunciava l'avvio di una "seconda missione" per il 3 agosto successivo, da tenersi di là del fiume, in piazza di Santa Maria in Trastevere.

Vicariate of Rome, Seconda notificazione per le sante missioni (28 luglio 1749), Roma 1749

Avviso ai parroci del 28 luglio 1749, firmato dal cardinale vicario Giovanni Antonio Guadagni, relativo alla "seconda missione" di Leonardo da Porto Maurizio

Il 28 luglio 1749, al termine della "prima missione" di Leonardo da Porto Maurizio a Piazza Navona, il cardinale vicario Guadagni annunciava con una seconda notificazione l'avvio di un nuovo ciclo di missioni di là dal Tevere, per il 3 agosto successivo. Con l'avviso ai parroci dello stesso giorno, li invitava a rendere pubblico il contenuto della seconda notificazione esortando i fedeli alla frequenza delle funzioni, e regolandone la partecipazione.

Vicariate of Rome, Avviso a' parochi (28 luglio 1749), Roma 1749

Veduta della città di Roma nel 1493

L'incisione, uno degli oltre 600 legni che illustrano l'incunabolo del Liber chronicarum di Hartmann Schedel (Norimberga, 1493), ci presenta una veduta della città di Roma alla fine del XV secolo. Sono ben visibili, nella metà destra del foglio, la Basilica di San Pietro prima delle trasformazioni cinque-seicentesche, il Palazzo Pontificio e il Borgo vecchio, il Castello e il Ponte Sant'Angelo, l'Ospedale Santo Spirito, Porta Pinciana, Porta Flaminia e la Chiesa di Santa Maria del Popolo. L'obelisco vaticano ("la guia"), ancora sito sul fianco della Basilica, è stato rappresentato come una torre dall'incisore, che evidentemente non era stato a Roma e che non conosceva l'italiano. Nella parte sinistra del foglio, il Colosseo, il Pantheon, le statue dei Dioscuri (oggi a Piazza del Quirinale), e del fiume Nilo (ora in Campidoglio), Ponte Sisto (costruito da pochi anni) e, di là del fiume, Santa Maria in Trastevere. Al centro, la colonna coclide allora identificata erroneamente con l'Antonina, ma in realtà dedicata a Marco Aurelio, è ancora priva della statua di San Paolo, fattavi collocare in cima da Sisto V.

Michael Wolgemut, Wilhelm Pleydenwurff, Roma, tratta da: Hartmann Schedel, Liber Chronicarum, Nuremberg 1493
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