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La Mostra    La città si rinnova    Trasformazioni urbanistiche

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Veduta della città di Roma nel 1493

L'incisione, uno degli oltre 600 legni che illustrano l'incunabolo del Liber chronicarum di Hartmann Schedel (Norimberga, 1493), ci presenta una veduta della città di Roma alla fine del XV secolo. Sono ben visibili, nella metà destra del foglio, la Basilica di San Pietro prima delle trasformazioni cinque-seicentesche, il Palazzo Pontificio e il Borgo vecchio, il Castello e il Ponte Sant'Angelo, l'Ospedale Santo Spirito, Porta Pinciana, Porta Flaminia e la Chiesa di Santa Maria del Popolo. L'obelisco vaticano ("la guia"), ancora sito sul fianco della Basilica, è stato rappresentato come una torre dall'incisore, che evidentemente non era stato a Roma e che non conosceva l'italiano. Nella parte sinistra del foglio, il Colosseo, il Pantheon, le statue dei Dioscuri (oggi a Piazza del Quirinale), e del fiume Nilo (ora in Campidoglio), Ponte Sisto (costruito da pochi anni) e, di là del fiume, Santa Maria in Trastevere. Al centro, la colonna coclide allora identificata erroneamente con l'Antonina, ma in realtà dedicata a Marco Aurelio, è ancora priva della statua di San Paolo, fattavi collocare in cima da Sisto V.

Michael Wolgemut, Wilhelm Pleydenwurff, Roma, tratta da: Hartmann Schedel, Liber Chronicarum, Nuremberg 1493

Pianta della città di Roma nel 1593

Questa bellissima rappresentazione della città di Roma, vista dal monte Gianicolo, e incisa in pieno Seicento da Mattheus Merian, riproduce la pianta prospettica realizzata "dal vivo" da Antonio Tempesta nel 1593. Mostra dunque la Roma di fine Cinquecento, con le grandi trasformazioni urbanistiche realizzate sotto i pontificati di Gregorio XIII e Sisto V, e permette, nello stesso tempo, di notare l'assenza di alcuni monumenti simbolo della città, che saranno realizzati nel corso dei secoli successivi, quali il colonnato del Bernini in Piazza San Pietro, la Fontana dei fiumi di Piazza Navona, la Fontana di Trevi, o la Scalinata di Trinità dei Monti.

Antonio Tempesta (dis.), Mattheus Merian (inc.), Roma, in: Martin Zeiller, Itinerarium Italiae nov-antiquae..., Frankfurt am Main 1640

I rinnovamenti urbanistici di Nicolò V nel racconto di Stefano Infessura

Il Diario della città di Roma del cronista romano Stefano Infessura va annoverato tra le principali fonti narrative sulla Roma del secondo Quattrocento. Questo passo del Diario, oltre a raccontare di un grande afflusso di pellegrini nel 1450 e del noto episodio dell’incidente sul ponte S. Angelo, accenna ai rinnovamenti urbanistici avviati da Nicolò V in vista del giubileo e negli anni immediatamente successivi. Il Papa, che muore pochi anni dopo (1455), si serve, per la sua revisione dell’assetto urbanistico di Roma, anche della consulenza di Leon Battista Alberti.

Stefano Infessura, Diario della città di Roma di Stefano Infessura scribasenato, nuova edizione a cura di Oreste Tommasini, Roma 1890

Nicolò V amplia e rifonda la Biblioteca Vaticana

A Nicolò V, papa umanista, protettore delle lettere e delle arti, si deve l’avvio della storia moderna della Biblioteca Vaticana: il Papa ne incrementa notevolmente il patrimonio di codici latini, greci ed ebraici (dai 350 raggiungono con lui il numero di circa 1200) e decide che la consultazione sia aperta agli eruditi. Questa iniziativa fa parte a pieno titolo del progetto di rinnovamento della grandezza e del prestigio di Roma voluto dal papa. Il suo successore, Sisto IV, completa l’opera, nomina un bibliotecario e assicura alla Biblioteca il necessario sostegno economico.

Vespasiano da Bisticci, Virorum illustrium CIII qui saeculo XV extiterunt vitae..., in: Angelo Mai, Spicilegium romanum, vol. I, Roma 1839

Ponte Sant'Angelo

Sul Ponte di Castel Sant'Angelo si verificò l'incidente narrato da Infessura a seguito del quale Sisto IV fece costruire un nuovo ponte in vista del giubileo del 1475

Castel S. Angelo, in: Fioravanti Martinelli, Roma di nuovo ricercata nel suo sito... Di nuovo con ogni diligenza corretta & accresciuta con belle figure, Roma 1702

Il Ponte Sisto

Ponte Sisto fu fatto costruire da papa Sisto IV in vista del giubileo del 1475, a seguito dell'incidente verificatosi su Ponte Sant'Angelo durante il giubileo del 1450. La costruzione del Ponte iniziò il 29 aprile 1473, ad essa furono destinati anche i proventi di una legge suntuaria del medesimo anno. Il nuovo ponte facilitava il transito dei pellegrini verso il cuore commerciale e turistico della città, situato tra Campo de' Fiori, piazza Navona e Via dell'Orso.

Aegidius Sadeler, Vestigi delle antichità di Roma, Tivoli, Pozzuolo et altri luoghi, Praha 1601

Gli interventi sistini in città per il giubileo del 1475 nel racconto di Sigismondo dei Conti

Nella descrizione del giubileo del 1475 dell'umanista Sigismondo dei Conti si narra dei numerosi interventi voluti da Sisto IV per preparare la città ad accogliere i pellegrini. Fra questi il rifacimento dell'Ospedale di S. Spirito in Sassia, iniziato nel 1471 e conclusosi solo nel 1478.

Sigismondo dei Conti, Le storie de' suoi tempi dal 1475 al 1510..., vol. I, Roma 1883

Gli interventi sistini in città per il giubileo del 1475 nel racconto del Platina

Battista Platina, Historia delle vite de i sommi pontefici dal salvator nostro sino a Clemente VIII..., Venezia 1594

La bolla "Etsi de cunctarum civitatum" del 30 giugno 1480

L'attenzione rivolta al decoro cittadino da parte di Sisto IV non termina con l'anno santo. Così dopo gli interventi "d'urgenza" pre-giubilari, con la bolla Etsi de cunctarum civitatum del 30 giugno 1480, il pontefice riorganizza l'attività edilizia cittadina e introduce di fatto l'esproprio della proprietà privata per motivi di pubblico interesse, favorendo la possibilità di acquistare edifici adiacenti e di demolire case fatiscenti o dall'aspetto medievale, dando spazio a successivi ampliamenti e alla costruzione di unità immobiliari più ampie e decorose.

Sisto IV, Etsi de cunctarum civitatum (30 giugno 1480),in: Statuta almae Urbis Romae auctoritate s.d.n. d. Gregorii papae XIII pont. max. a senatu, populoq. rom. reformata et edita, Roma 1580

Bolla di Alessandro VI per l'apertura della via Alexandrina a Borgo

La strada fatta aprire da Alessandro VI tra Borgo vecchio e Borgo Sant'Angelo, chiamata via Alexandrina o via Recta, poi Borgo Nuovo, fu solennemente inaugurata il 24 dicembre 1499, al momento dell'apertura della porta santa di San Pietro, rituale attuato per la prima volta proprio da Alessandro VI.

Alessandro VI, Etsi universis (1500), in: Magnum bullarium romanum... opus absolutissimum Laertii Cherubini..., editio novissima quinque tomis distributa..., vol. I,Lyon 1692

Vista della strada di Borgo nuovo fatta aprire da Alessandro VI in occasione del giubileo del 1500

Vista de Borgo à S. Pedro, in: Compendio de las cosas mas particulares de la Santa ciudad de Roma con la noticia de sus iglesias, estaciones, reliquias, cuerpos de santos, i dotes para donzellas pobres que ai en ella. Guia puntual para que los forasteros hallen con facilidad sus mas notables maravillas... De nuevo corregido, i aumentado de laminas, i los dias de las postas de Roma para Espana, Roma 1769

Vista della strada di Borgo nuovo fatta aprire da Alessandro VI in occasione del giubileo del 1500

Vista de Borgo à S. Pedro, in: Compendio de las cosas mas particulares de la Santa ciudad de Roma con la noticia de sus iglesias, estaciones, reliquias, cuerpos de santos, i dotes para donzellas pobres que ai en ella. Guia puntual para que los forasteros hallen con facilidad sus mas notables maravillas... De nuevo corregido, i aumentado de laminas, i los dias de las postas de Roma para Espana, Roma 1769

Pianta del Rione XIV di Borgo

Il borgo sviluppatosi attorno alla tomba di Pietro nel corso dell'alto medioevo costituì, dopo la costruzione delle mura di Leone IV nel IX secolo, la "civitas leonina", separata dal resto dell'Urbe e governata da magistrature proprie. La Città leonina ebbe un notevole sviluppo con la fine dello Scisma d'Occidente, quando i Pontefici di ritorno da Avignone spostarono la propria sede dal Laterano al Vaticano, e con l'avvio della fabbrica di San Pietro. Se già Niccolò V aveva immaginato di riorganizzare la viabilità della zona, fu papa Sisto IV a risistemare la via Sancta (o Borgo vecchio) e ad aprire la via Sistina (oggi chiamata Borgo Sant'Angelo) che costeggia il Passetto di Borgo dal Castello al Palazzo Vaticano. In occasione del giubileo del 1500 Alessandro VI fece aprire tra Borgo vecchio e Borgo Sant'Angelo una nuova strada, la via Alexandrina o via Recta, poi chiamata Borgo Nuovo.

Rione XIV di Borgo, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero succinta descrizione di questa superba città con due piante generali di essa e de' XIV rioni... riveduta ed aumentata da Stefano Piale, vol. II, Roma 1826

Veduta aerea di San Pietro e dell'area della "spina" di Borgo

L'apertura, nel 1500, di Borgo nuovo aveva causato la formazione della cosiddetta "spina" di Borgo. Un gruppo di edifici, interrotto a metà da piazza Scossacavalli, era rimasto chiuso tra Borgo vecchio e la via Alessandrina, occupando l'area della odierna via della Conciliazione e creando una sorta di spina, che fin dal progetto seicentesco di Carlo Fontana si pensò più volte di demolire.

La Basilica di San Pietro e il Vaticano da un dirigibile, in: L'illustrazione italiana, a. XLIX, n. 11, 12 March 1922

Si completa via della Conciliazione (1950). Che ne dite?

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 72, n. 82, 23 marzo 1950

Si completa via della Conciliazione (1950)

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 72, n. 79, 20 marzo 1950

Via della Conciliazione

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Antonio Carbonati, Roma. La chiesa della Traspontina in via della Conciliazione (Disegno di Antonio Carbonati), Roma 1950

Un altro secolare problema risolto. L'accesso a San Pietro

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Un altro secolare problema risolto. L'accesso a San Pietro, in: La Domenica del Corriere, a. XXXIX, n. 46, 14 novembre 1937

Per la sistemazione di San Pietro. La prospettiva della Basilica dalla fontana di Scossacavalli

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950. La fontana di Scossacavalli si trova oggi a piazza Sant'Andrea della Valle dove fu trasferita dalla scomparsa piazza Scossacavalli per la realizzazione di via della Conciliazione.

Il messaggero, a. 59, n. 262, 3 novembre 1937

La sistemazione dei Borghi. Il problema della spaziosità

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 59, n. 255, 26 ottobre 1937

La spina dei Borghi è caduta. Dal ponte Sant'Angelo la cupola e la facciata di San Pietro appaiono ora visibili in tutta la loro grandiosa imponenza

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 59, n. 240, 8 ottobre 1937

La sistemazione dei Borghi. Mentre cadono gli ultimi muri del Palazzo dei Convertendi sorge l'ossatura per la prova del "nobile interrompimento"

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 59, n. 235, 2 ottobre 1937

La sistemazione dei Borghi. Sorgono le palizzate per la prova del "nobile interrompimento"

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 59, n. 224, 19 settembre 1937

Il duce dà il colpo di piccone che inizia le demolizioni per la sistemazione dei borghi

Progettato e rinviato a più riprese dai pontefici già a partire dal XVII secolo, l'abbattimento della "spina di borgo" fu realizzato negli anni Trenta del Novecento, concordemente approvato dal governo italiano di Mussolini e da papa Pio XI. Il clima di conciliazione tra Stato italiano e Santa Sede, esito della firma di Patti lateranensi del febbraio 1929, dette il nome alla grande strada che risultò dallo sventramento progettato da Attilio Spaccarelli e Marcello Piacentini. L'intervento consistette non soltanto nell'abbattimento della "spina", ma anche in un sostanzioso rimaneggiamento di molti degli edifici dell'area. I lavori iniziarono nell'ottobre del 1936. Via della Conciliazione fu poi perfezionata nel secondo dopoguerra anche in vista dell'anno santo del 1950.

Il messaggero, a. 58, n. 259, 30 ottobre 1936

Pianta del Rione IV di Campo Marzio

Nella pianta del Rione Campo Marzio emerge con assoluta evidenza il complesso stradale conosciuto come Tridente, grazie al quale, dopo essere entrati in città da porta Flaminia, si potevano raggiungere le tre basiliche maggiori. L'arteria centrale, oggi nota con il nome di via del Corso, riportata da Paolo II, nella seconda metà del XV secolo, sull'antico tratto urbano di Via Flaminia, immetteva attraverso Campo Marzio e Piazza Venezia in direzione di San Giovanni in Laterano. Ad ovest, la via Leonina, dal nome di papa Leone X che la aprì nel 1517, accompagnava i pellegrini verso Ponte Sant'Angelo e San Pietro. La strada prese poi il nome di via di Ripetta dopo la costruzione del Porto nel 1704. Ad est, infine, una terza via già esistente nel XIV secolo, risistemata per il giubileo del 1525, da papa Clemente VII, attraverso Piazza di Spagna saliva verso Santa Maria Maggiore. La via, chiamata Clementina, in onore del suo artefice, cambiò nome dopo la collocazione sulla strada di una fontana con la statua di un sileno, divenuta oggetto di scherzo da parte dei romani, che per la sua bruttezza la paragonavano ad un babbuino.

Campii Martii regio IV romana qualis erat anno 1777, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero breve descrizione di questa superba città con due piante generali, e quelle de' suoi quattordici rioni incisi in rame per comodo de' forestieri, vol. I, Roma 1779

Gli interventi di Alessandro VII per Piazza del Popolo

La veduta di Giovani Battista Falda mostra le "fabbriche" di Alessandro VII per le chiese gemelle di Piazza del Popolo, prima ancora della loro concreta realizzazione. La costruzione di Santa Maria in Montesanto iniziò infatti nel 1662, ma si interruppe alla morte del Pontefice nel 1667 per riprendere nel 1673, sotto la supervisione di Bernini con la collaborazione di Carlo Fontana. I lavori per la chiesa gemella di Santa Maria dei Miracoli, invece, iniziarono solo nel 1675, dieci anni dopo l'anno d'edizione dell'incisione di Falda che rappresenta dunque una proiezione del progetto di Alessandro VII.

Giovanni Battista Falda, Altra veduta della Piazza del Popolo entrandosi nella città, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665

Veduta di Piazza del Popolo nel Settecento

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza del Popolo [1750], in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836

Veduta di Piazza del Popolo nel Settecento

Giuseppe Vasi, Piazza del Popolo,tratta da: Id., Delle magnificenze di Roma antica e moderna,vol. II (Le piazze principali di Roma), Roma 1752

Veduta di Piazza del Popolo nel Settecento

Giovanni Battista Cipriani, Piazza del Popolo, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799

Gli interventi di Gregorio XIII, Sisto V e Alessandro VII per Piazza del Popolo

La veduta di Giovanni Battista Falda mostra Piazza del Popolo dopo gli interventi cinque-secenteschi dovuti a Gregorio XIII, Sisto V e Alessandro VII. Si vedono infatti la fontana di Giacomo Della Porta, fatta collocare al centro della piazza nel 1573, in vista del giubileo del 1575, da papa Gregorio XIII; l'obelisco egizio proveniente dal Circo Massimo, innalzato nel 1589 da Sisto V; la facciata interna di Porta del Popolo restaurata da Gian Lorenzo Bernini su incarico di Alessandro VII, che gli affidò anche il compito di intervenire sulla basilica di Santa Maria del Popolo, eretta nell'XI secolo da Pasquale II, e ricostruita da papa Sisto IV per il giubileo del 1475.

Giovanni Battista Falda, Piazza del Popolo abbellita da n.s. papa Alessandro VII, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665

Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La Piazza assunse la forma attuale nell'800. Nel 1793 l'architetto Giuseppe Valadier aveva presentato a papa Pio VI un progetto secondo il quale due caserme di cavalleria avrebbero dovuto essere disposte ai lati della piazza stessa. Con l'arrivo dei francesi a Roma si impose un progetto di "pubblica villa e passeggiata", affidato ad un architetto francese Louis Martin Berthault. Ma, con il ritorno del Pontefice, fu poi Valadier a realizzarlo: la piazza assunse l'attuale forma, fu rimossa la fontana di Giacomo Della Porta sostituita da una nuova architettura, furono realizzate due fontane quasi gemelle al centro delle pareti curve che delimitano l'ellisse della piazza, si costruirono le ampie rampe di raccordo, adornate da alberi e carrozzabili, che permettevano di raggiungere la terrazza del Pincio.

Giovanni Battista Cipriani, Progetto del sig. Giuseppe Valadier architetto presentato a papa Pio VI nel 1794 per decorare la Piazza del Popolo con due caserme per cavalleria ed infanteri, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799

Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La Piazza assunse la forma attuale nell'800. Nel 1793 l'architetto Giuseppe Valadier aveva presentato a papa Pio VI un progetto secondo il quale due caserme di cavalleria avrebbero dovuto essere disposte ai lati della piazza stessa. Con l'arrivo dei francesi a Roma si impose un progetto di "pubblica villa e passeggiata", affidato ad un architetto francese Louis Martin Berthault. Ma, con il ritorno del Pontefice, fu poi Valadier a realizzarlo: la piazza assunse l'attuale forma, fu rimossa la fontana di Giacomo Della Porta sostituita da una nuova architettura, furono realizzate due fontane quasi gemelle al centro delle pareti curve che delimitano l'ellisse della piazza, si costruirono le ampie rampe di raccordo, adornate da alberi e carrozzabili, che permettevano di raggiungere la terrazza del Pincio.

Giovanni Battista Cipriani, Pianta della Piazza del Popolo e delle caserme secondo il progetto del sig. Giuseppe Valadier, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799

Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La Piazza assunse la forma attuale nell'800. Nel 1793 l'architetto Giuseppe Valadier aveva presentato a papa Pio VI un progetto secondo il quale due caserme di cavalleria avrebbero dovuto essere disposte ai lati della piazza stessa. Con l'arrivo dei francesi a Roma si impose un progetto di "pubblica villa e passeggiata", affidato ad un architetto francese Louis Martin Berthault. Ma, con il ritorno del Pontefice, fu poi Valadier a realizzarlo: la piazza assunse l'attuale forma, fu rimossa la fontana di Giacomo Della Porta sostituita da una nuova architettura, furono realizzate due fontane quasi gemelle al centro delle pareti curve che delimitano l'ellisse della piazza, si costruirono le ampie rampe di raccordo, adornate da alberi e carrozzabili, che permettevano di raggiungere la terrazza del Pincio.

Giuseppe Valadier (inv.), Luigi Maria Valadier (dis.), Giovanni Battista Cipriani (inc.), Pianta topografica della Piazza del Popolo in Roma con nuova publica passeggiata sul Monte Pincio, in: Giuseppe Antonio Guattani, Memorie enciclopediche sulle antichità e belle arti di Roma per il 1816, Roma 1817

Le trasformazioni ottocentesche di Piazza del Popolo

La sistemazione ottocentesca di piazza del Popolo e della passeggiata del Pincio è particolarmente chiara in questa veduta delle città “a volo d’uccello” tratta dalla serie di litografie “L’Italie à vol d’oiseau”, opera di Alfred Guesdon. Dalla fine del Settecento, grazie all’invenzione della mongolfiera prima e della fotografia poi, questo tipo di raffigurazioni dall'alto ebbero grande sviluppo, garantendo finalmente una riproduzione esatta della realtà e non più basata soltanto sulla proiezione di calcoli geometrici.

Alfred Guesdon (dis.), Jules Arnout (lit.), Rome. Vue prise au dessus de la Porte du Peuple, tratta da: Hippolyte Étiennez, L'Italie à vol d'oiseau, ou histoire et description sommaires des principales villes de cette contrée ... accompagnées de quarante grandes vues générales dessinées d'après nature par A. Guesdon, Paris 1849

La bolla di Gregorio XIII del 1 ottobre 1574, nota anche come costituzione "De aedificiis"

Fondamentale strumento urbanistico, rimasto in vigore fin quasi alle soglie del XIX secolo, la costituzione "De aedificiis", regolava l'attività edilizia cittadina in vista dell'anno santo del 1575. Affermando la preminenza del bene pubblico sugli interessi dei privati, regolava la facoltà di espropriazione degli edifici privati coinvolti dall'apertura di nuove strade e obbligava i proprietari al mantenimento del decoro degli stessi, sottoponendoli al rigoroso controllo pubblico.

Gregorio XIII, Quae publice utilia et decora(1 ottobre 1574), in: Magnum bullarium romanum... opus absolutissimum Laertii Cherubini..., editio novissima quinque tomis distributa..., vol. II (A Pio quarto usque ad Innocentium IX), Lyon 1692

Via Gregoriana oggi via Merulana

Una iscrizione conservata a Santa Maria Maggiore attesta che Gregorio XIII fece costruire per il giubileo del 1575 la strada che mette in comunicazione le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni. La strada, qui indicata col nome di Gregoriana, è oggi chiamata via Merulana.

Nicola Ratti, Su la Basilica Liberiana, dissertazione letta all’Accademia Romana di archeologia li 9 marzo 1825..., Roma 1825

Via Gregoriana oggi via Merulana

Una iscrizione conservata a Santa Maria Maggiore attesta che Gregorio XIII fece costruire per il giubileo del 1575 la strada che mette in comunicazione le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni. La strada, qui indicata col nome di Gregoriana, è oggi chiamata via Merulana.

Angelo Uggeri, Via Merulana, in: Id., Journées pittoresques des édifices de Rome ancienne, suppl. voll. XXIII-XXV (Vues. Édifices de la Renaissance), Roma 1827

Via Gregoriana oggi via Merulana

Una iscrizione conservata a Santa Maria Maggiore attesta che Gregorio XIII fece costruire per il giubileo del 1575 la strada che mette in comunicazione le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni. La strada, qui indicata col nome di Gregoriana, è oggi chiamata via Merulana.

Nicola Ratti, Su la Basilica Liberiana, dissertazione letta all’Accademia Romana di archeologia li 9 marzo 1825..., Roma 1825

Via Gregoriana oggi via Merulana

Una iscrizione conservata a Santa Maria Maggiore attesta che Gregorio XIII fece costruire per il giubileo del 1575 la strada che mette in comunicazione le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni. La strada, qui indicata col nome di Gregoriana, è oggi chiamata via Merulana.

Nicola Ratti, Su la Basilica Liberiana, dissertazione letta all’Accademia Romana di archeologia li 9 marzo 1825..., Roma 1825

Via Gregoriana oggi via Merulana

Una iscrizione conservata a Santa Maria Maggiore attesta che Gregorio XIII fece costruire per il giubileo del 1575 la strada che mette in comunicazione le basiliche di Santa Maria Maggiore e San Giovanni. La strada, qui indicata col nome di Gregoriana, è oggi chiamata via Merulana.

Roma prima di Sisto V: la pianta di Roma Du Perac-Lafréry del 1577 riprodotta dall'esemplare esistente nel museo britannico, per cura e con introduzione di Francesco Ehrle, Roma 1908, particolare

Ritratto di Sisto V circondato dalle vedute degli interventi urbanistici e delle opere da lui realizzate a Roma durante il suo pontificato

L'originale riprodotto da Frutaz è compreso nel volume di Giovanni Pinadello, Invicti quinarii numeri series. Quae summatim a superioribus pontificibus et maxime a Sixto quinto res praeclare quadrienno gesta adnumerat ad eundem Sixtum quintum pont. opt. max., stampato a Roma nel 1589.

1589 - Sisto V e vedutine delle opere edilizie da lui ideate e costruite, incisione edita da Giovanni Pinadelli, in: Le piante di Roma, a cura di Amato Pietro Frutaz, vol. II (Tavole dal secolo III d.C. all'anno 1625), Roma 1962

Gli interventi urbanistici e le opere realizzate da Sisto V per la città di Roma

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. III, Amsterdam 1698

Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Sisto V fece della Basilica di Santa Maria Maggiore il fulcro degli interventi urbanistici del suo pontificato. Papa Peretti completò l'attuale via Merulana, aperta da Gregorio XIII per il giubileo del 1575; fece costruire l'attuale via Panisperna che da Santa Maria Maggiore scendeva in direzione della colonna di Traiano; realizzò il lunghissimo rettifilo della strada Felice che da Trinità dei Monti tagliava Quirinale ed Esquilino mettendo in comunicazione Santa Maria Maggiore con Santa Croce in Gerusalemme, il cui tracciato coincide con le odierne attuali via Sistina, via delle Quattro Fontane, via Agostino Depretis, via Carlo Alberto, via Conte Verde e via di S. Croce in Gerusalemme.

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. III, Amsterdam 1698

Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Sisto V fece della Basilica di Santa Maria Maggiore il fulcro degli interventi urbanistici del suo pontificato. Papa Peretti completò l'attuale via Merulana, aperta da Gregorio XIII per il giubileo del 1575; fece costruire l'attuale via Panisperna che da Santa Maria Maggiore scendeva in direzione della colonna di Traiano; realizzò il lunghissimo rettifilo della strada Felice che da Trinità dei Monti tagliava Quirinale ed Esquilino mettendo in comunicazione Santa Maria Maggiore con Santa Croce in Gerusalemme, il cui tracciato coincide con le odierne attuali via Sistina, via delle Quattro Fontane, via Agostino Depretis, via Carlo Alberto, via Conte Verde e via di S. Croce in Gerusalemme.

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. III, Amsterdam 1698

Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Nella pianta del Rione Monti emerge con assoluta evidenza l'assetto viario realizzato negli ultimi venticinque anni del 1500 attorno a Santa Maria Maggiore da Gregorio XIII con il tracciato di via Merulana, e soprattutto da Sisto V con il lunghissimo rettifilo della strada Felice e con via Panisperna

Rione I de' Monti, in: Dominique Magnan, La città di Roma ovvero succinta descrizione di questa superba città con due piante generali di essa e de' XIV rioni... riveduta ed aumentata da Stefano Piale, vol. I, Roma 1826

Santa Maria Maggiore fulcro del programma di sviluppo viario di Sisto V

Il primo tratto della strada Felice da Trinità dei Monti verso Piazza Barberini, oggi via Sistina.

Angelo Uggeri, Voie Sixtine,in: Id., Journées pittoresques des édifices de Rome ancienne,vol XXIX (Vues du tours des murs de Rome),Roma 1800

La nuova stazione ed il piazzale di Termini

Nello Ciampi, La nuova stazione ed il piazzale di Termini, in: Roma nell'anno santo MCML (Dalla rassegna "Capitolium"), Roma 1950

Roma. I lavori per la nuova stazione Termini

La Settimana Incom 00360, 2/11/1949
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Percorso della mostra

  • Origine, tempi, forme del rito
  • Il viaggio, la visita, il racconto
  • Accoglienza e assistenza al pellegrino
  • La città si rinnova
  • Spazio urbano e devozione
  • Le basiliche patriarcali

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