L'assetto urbanistico di Roma subì tra Quattro e Seicento consistenti modifiche, con interventi sulla cinta muraria, sulla trama stradale, sui ponti, sugli acquedotti. Già nel primo progetto organico, concepito da Niccolò V per il giubileo del 1450, emerse l'esigenza di sistemare l'area Vaticana, presente anche nel grande programma di rinnovamento di Sisto IV per il 1475. Accanto al restauro di chiese e palazzi e ai grandi interventi edilizi, Sisto IV curò la viabilità cittadina e i percorsi dei pellegrini. Il suo progetto più imponente fu la costruzione di Ponte Sisto per alleggerire il traffico su Ponte Sant’Angelo, l’unico che allora collegava le due sponde del Tevere in prossimità del Vaticano. Per agevolare il percorso da Castel Sant’Angelo a San Pietro creò Borgo Sant'Angelo, mentre Alessandro VI realizzò per il 1500 la Via Alessandrina, poi scomparsa con l’apertura di Via della Conciliazione. A metà '500, nella Roma della Controriforma, delle confraternite e delle grandi processioni, il collegamento tra i luoghi sacri divenne prioritario. Per il 1575 Gregorio XIII realizzò l'attuale via Merulana, tra Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano, una zona trascurata dopo lo spostamento della sede papale, e riqualificata con Sisto V (1585-1590) nell'ambito del suo vasto progetto urbanistico. Con lunghe strade rettilinee che congiungevano chiese e basiliche maggiori, il disegno sistino ha caratterizzato la pianta di Roma fino ai piani regolatori tardo ottocenteschi e del primo Novecento.
La Mostra La città si rinnova
I giubilei hanno rappresentato, per i pontefici e per le grandi famiglie romane, una periodica e significativa occasione per “decorare” Roma, curare l’estetica delle strade, dei palazzi e dei luoghi di culto. Spesso non si trattava solo di operazioni di ripulitura o restauro, ma di vere e proprie ricostruzioni dalle fondamenta per assecondare un'accresciuta funzione delle diverse chiese nel quadro liturgico-devozionale della città. Le Basiliche maggiori, come le piccole chiese e cappelle, vennero anche arricchite al loro interno, con arredi sacri e opere scultoree o pittoriche, in taluni casi di assoluto prim'ordine e importanza, come le tele commissionate a Caravaggio nel luglio del 1599, per la Cappella Contarelli a San Luigi dei Francesi: la Vocazione e il Martirio di San Matteo, già pronte nel 1600, e San Matteo e l'angelo, realizzata per il 1602. Anche per i palazzi nobiliari, in particolare quelli appartenenti alle famiglie dei pontefici di origine romana, gli anni santi rappresentarono l'occasione per modifiche e ristrutturazioni che spesso inclusero la risistemazione di piazze e la realizzazione di fontane e giochi d’acqua, come la Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini a Piazza Navona. Le fontane furono un elemento caratteristico dei fasti della Roma barocca e rappresentarono l'esito monumentale della sistemazione degli acquedotti romani che tanta parte ebbe nei progetti dei pontefici per la miglioria dei servizi urbani e il buon funzionamento della città.