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La Mostra    Spazio urbano e devozione    Il Colosseo luogo di devozione

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L'Arciconfraternita del Confalone e la cristianizzazione del Colosseo

L'Arciconfraternita del Confalone, fondata nel 1246, era la più antica e tra le più grandi di Roma. Tra il 1490 e il 1539, durante la settimana santa, organizzava al Colosseo, con spesa non piccola (oltre 227 scudi nel 1539), una rappresentazione sacra di grande suggestione, alla quale assistevano fino a centomila persone. Sul palco, al centro della platea, veniva raffigurata a fresco la città di Gerusalemme e il monte del Calvario. Gli attori, vestiti di costumi romani, mettevano in scena la passione di Gesù, ricostruita con grande solennità, in tutti i suoi passaggi, dalla flagellazione alla morte. La rappresentazione si eseguì "con somma onorificenza", durante l'anno santo 1525, ma dopo il 1539 fu abolita. Le ragioni dell'abolizione "furono i gravi inconvenienti che in ciascun'anno più o meno vi accadevano, imperocché... uscendo la romana plebe commossa e indignata per la barbara e ingiusta morte del Salvatore, all'imbattersi co' giudei e co' birri scagliavano contro di essi ingiurie e sassi, ed appiccatesi lite, finiva assai spesso colla morte di alcun di loro".

Privilegia, facultates et indulgentiae ven. Archiconfraternitatis Confalonis, in: Statuti della venerabile Archiconfraternita del Confalone, Roma 1735

La Cappella dell'Arciconfraternita del Gonfalone dentro il Colosseo

L'Arciconfraternita del Gonfalone aveva, dentro il Colosseo, una cappella sotto l'invocazione della beata Vergine della Pietà, la cui cura veniva affidata ad un religioso, e che doveva essere tenuta aperta nelle feste solenni

Francesco Rovira Bonet, Metodo pratico di venerare le sette pene principali di Maria vergine il quale può servire per ossequiare i di lei sette dolori nella piccola chiesa che è dentro il Colosseo..., in: Id., Breve e divota notizia della vita, martirio, virtù e miracoli di alcuni santi dell'anfiteatro Flavio volgarmente detto il Colosseo..., 2 ed., Roma 1759

La Cappella dell'Arciconfraternita del Gonfalone dentro il Colosseo negli statuti settecenteschi

L'Arciconfraternita del Gonfalone aveva, dentro il Colosseo, una cappella chiamata della Pietà, la cui cura veniva affidata ad un religioso, e che doveva essere tenuta aperta nelle feste solenni

Statuti della venerabile Archiconfraternita del Confalone, Roma 1735

La cristianizzazione del Colosseo nel progetto di Carlo Fontana

I primi tentativi pontifici di riconversione e cristianizzazione del Colosseo risalgono a Sisto V. In occasione del giubileo del 1675, papa Clemente X vi fece apporre due iscrizioni, con le quali esortava i pellegrini ad entrare, non per ammirare la grandiosità dell'opera romana ma per "risvegliare nei fedeli la memoria della santità del luogo e della fortezza de' martiri" e per pregare per loro. Tra il 1675 e il 1679, Carlo Fontana progettò la costruzione di una chiesa, un vero e proprio santuario dei martiri, da erigersi all'interno dell'arena. Il progetto presentato al nuovo pontefice Innocenzo X, non si realizzò e gli studi di Fontana sul Colosseo furono stampati postumi a L'Aia soltanto nel 1725.

Carlo Fontana (dis.), Domenico Franceschino (inc.), Pianta dell'Anfiteatro come di presente si trova, con ledifitio [sic] templare che si propone da ergersi, in: Carlo Fontana, L'anfiteatro Flavio descritto e delineato..., Den Haag 1725

Il Colosseo da anfiteatro pagano a luogo di culto dei santi ivi martirizzati

I primi tentativi pontifici di riconversione e cristianizzazione del Colosseo risalgono a Sisto V. In occasione del giubileo del 1675, papa Clemente X vi fece apporre due iscrizioni, con le quali esortava i pellegrini ad entrare, non per ammirare la grandiosità dell'opera romana ma per "risvegliare nei fedeli la memoria della santità del luogo e della fortezza de' martiri" e per pregare per loro.

Francesco Rovira Bonet, Breve e divota notizia della vita, martirio, virtù e miracoli di alcuni santi dell'anfiteatro Flavio volgarmente detto il Colosseo..., 2 ed., Roma 1759

Il Colosseo da anfiteatro pagano a luogo di culto dei santi ivi martirizzati

I primi tentativi pontifici di riconversione e cristianizzazione del Colosseo risalgono a Sisto V. In occasione del giubileo del 1675, papa Clemente X vi fece apporre due iscrizioni, con le quali esortava i pellegrini ad entrare, non per ammirare la grandiosità dell'opera romana ma per "risvegliare nei fedeli la memoria della santità del luogo e della fortezza de' martiri" e per pregare per loro.

Francesco Rovira Bonet, Novenario de' santi dell'anfiteatro Flavio volgarmente detto il Colosseo, o vero nove orazioni in onore de' santi del Colosseo..., in: Id., Breve e divota notizia della vita, martirio, virtù e miracoli di alcuni santi dell'anfiteatro Flavio volgarmente detto il Colosseo..., 2 ed., Roma 1759

Ritratto di Leonardo da Porto Maurizio

Leonardo da Porto Maurizio, chiamato a Roma da Benedetto XIV nel 1749 per preparare spiritualmente i fedeli romani al prossimo giubileo, il 25 gennaio 1750 supplica il pontefice di concedere alla neonata Congregazione degli Amanti di Gesù e di Maria la licenza a poter fare all'interno del Colosseo le quattordici stazioni della Via Crucis, ottenendo l'immediato rescritto dal Papa.

Fossi (fot.), S. Leonardo da Porto Maurizio. Quadro del Sordino (1804) esistente nella cappella della sacrestia all'Incontro (Firenze), in: Leonardo da Porto Maurizio, Prediche delle missioni con aggiunte di necrologie, lettere e documenti inediti..., Arezzo 1929

Supplica di Leonardo da Porto Maurizio a papa Benedetto XIV per la Via Crucis nel Colosseo

Leonardo da Porto Maurizio, chiamato a Roma da Benedetto XIV nel 1749 per preparare spiritualmente i fedeli romani al prossimo giubileo, il 25 gennaio 1750 supplica il pontefice di concedere alla neonata Arciconfraternita degli Amanti di Gesù e di Maria la licenza a poter fare all'interno del Colosseo le quattordici stazioni della Via Crucis, ottenendo l'immediato rescritto dal papa.

Leonardo da Porto Maurizio, Prediche delle missioni con aggiunte di necrologie, lettere e documenti inediti..., Arezzo 1929

L'Arciconfraternita degli amanti di Gesù e Maria

L'Arciconfraternita degli amanti di Gesù e Maria, istituita nel 1750 da padre Leonardo da Porto Maurizio, ebbe licenza dal pontefice di celebrare all'interno del Colosseo le quattordici stazioni della Via Crucis.

Statuti della ven. Archiconfraternita degli amanti di Gesù e di Maria eretta in Roma nell'anno del giubileo MDCCL ed approvati di proprio carattere dalla s. m. di Benedetto XIV, colle annotazioni ai capitoli e coi chirografi in fine che ne formano le parti essenziali, Velletri 1846

Veduta del Colosseo nel 1776

Nella veduta a volo d'uccello del Colosseo, incisa da Giovanni Battista Piranesi nel 1776, si vedono attorno alla platea le 14 cappelle delle stazioni della Via Crucis e al centro la grande croce

Giovanni Battista Piranesi, Veduta dell'anfiteatro Flavio detto il Colosseo, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836

Veduta del Colosseo

Angelo Uggeri, Le Colisée, in: Id., Journées pittoresques des édifices de Rome ancienne, vol. IV (Vues des édifices de Rome antique dans l'interieur, dessinés et publiès de l'an. 1793 au 1810), Roma 1810

Interno del Colosseo, fotografia all'albumina 1870 ca

La fotografia, databile al 1870 ca, mostra ancora la croce di San Leonardo e le piccole cappelle della Via Crucis, che sarebbero state demolite nel 1874, pochi anni dopo la presa di Roma. La croce, che in quell'occasione fu soltanto spostata in altra sede, vi fu ripristinata nel 1925, quando riprese anche la pratica della Via Crucis al Colosseo.

Interno del Colosseo, fotografia all'albumina, 1870 ca
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