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La Mostra    Le basiliche patriarcali    San Pietro in Vaticano

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Pianta del Vaticano antico

Nell’Ager Vaticanus, fuori le mura aureliane, fra i Monti Vaticani e la riva destra del Tevere, sorgeva in epoca romana un grande circo fatto costruire da Caligola e abbellito da Nerone con gradinate di marmo e il grande obelisco che oggi si erge al centro di Piazza San Pietro. In quest’area fu sepolto l’apostolo Pietro e fu innalzata, tre secoli dopo, la grande basilica voluta dall'imperatore Costantino in suo onore.

Carlo Fontana (draw.), Alessandro Specchi (engr.), Pianta del Vaticano antico, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Veduta del cerchio neroniano

Nell’Ager Vaticanus, fuori le mura aureliane, fra i Monti Vaticani e la riva destra del Tevere, sorgeva in epoca romana un grande circo fatto costruire da Caligola e abbellito da Nerone con gradinate di marmo e il grande obelisco che oggi si erge al centro di Piazza San Pietro. In quest’area fu sepolto l’apostolo Pietro e fu innalzata, tre secoli dopo, la grande basilica voluta dall'imperatore Costantino in suo onore.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Veduta del cerchio neroniano che mostra il di dentro el di fuori, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Prospetti e spaccati della Basilica costantiniana di San Pietro

Per preparare l’area vaticana ad accogliere la basilica in onore di Pietro, l'imperatore Costantino fece spianare l’intera zona e, con demolizioni e terreno di riporto, realizzò una grande platea, raccordata al piano originario con 35 gradini. La scala immetteva ad un quadriportico, che precedeva la basilica vera e propria, divisa in cinque navate raccordate da un transetto, all’interno della quale, in corrispondenza con l’antica sepoltura dell’apostolo, era collocato un altare con ciborio.

Giovanni Girolamo Frezza, [Basilica costantiniana], in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696

Pianta della "vecchia" e "nuova" basilica di San Pietro

Alfarano, canonico e chierico di San Pietro, tra il 1567 ed il 1582 descrisse minuziosamente la basilica in un’opera rimasta manoscritta fino al 1914. Tra i disegni che la illustravano, la pianta dell’antica e della nuova basilica e degli edifici annessi, incisa su rame da Natale Bonifacio e pubblicata a stampa nel 1590, rappresenta una delle fonti principali per la conoscenza dell’antica fisionomia della chiesa che andava scomparendo per i lavori della nuova fabbrica. All’epoca, era già stata demolita la prima abside mentre era ancora in piedi parte della navata, che continuò ad essere utilizzata fino al 1609, mentre di là del “muro farnesiano", costruito durante il pontificato di Paolo III Farnese, procedevano i lavori del cantiere.

Tiberio Alfarano (draw.), Natale Bonifacio (engr.), Almae Urbis divi Petri veteris novique templi descriptio, Roma 1590

Pianta della chiesa antica di San Pietro

Pianta della chiesa antica di San Pietro, in: Giovanni Severano, Memorie sacre delle sette chiese di Roma e di altri luoghi, che si trovano per le strade di esse, vol. I (Parte prima in cui si tratta dell'antichità di dette chiese, di quello ch'era già ne i siti loro, delle fabriche...), Roma 1630

Pianta della Basilica Costantiniana con il contorno del circo di Nerone

Carlo Fontana (draw.), Alessandro Specchi (engr.), Pianta della Basilica Costantiniana e situatione del novo tempio con il contorno e loco dove fu il circo di Nerone, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Descrizione del Tempio vaticano

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Ercolani Giuseppe Maria, Descrizione del Colosseo romano, del Panteo e del Tempio vaticano, Ancona 1763

Piante della Basilica Vaticana e dei relativi progetti (1450-1582; 1506-1694)

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Hugo Brandenburg, Antonella Ballardini, Christof Thoenes, San Pietro: storia di un monumento, Città del Vaticano 2015

La storia edilizia di San Pietro nelle medaglie pontificie coniate per celebrare le varie fasi costruttive della basilica

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Giovanni Girolamo Frezza, Pontificum romanorum numismata templi vaticani fabricam chronologicam indicantia, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696

Cupola della Basilica Vaticana secondo il progetto di Bramante

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Alessandro Specchi, Delineatio tholi basilicae vaticanae iuxta typum Bramantis, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696

Progetto di Antonio da Sangallo per la nuova basilica vaticana

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Alessandro Specchi, Frons basilicae vaticanae ab Antonio Sangallo delineata, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696

Progetto di Michelangelo Buonarroti per la nuova basilica vaticana

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Giovanni Girolamo Frezza, Forma eiusdem novae basilicae Michaele Angelo Bonarota delineata, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696

Progetto di Domenico Fontana per la nuova basilica vaticana

Tra XV e XVI secolo, considerata l’importanza assunta durante il medioevo dall’area vaticana e dalla Basilica di San Pietro, i pontefici concepirono l’idea di trasformarla radicalmente per farne, non solo simbolicamente, la più grande chiesa della Cristianità. Alla direzione della Fabbrica di San Pietro si alternarono nei secoli i più grandi architetti del tempo, in un susseguirsi di progetti, di cui resta traccia nei disegni, nelle incisioni e nei modelli lignei, oltre che nelle medaglie fatte coniare dai pontefici in carica che, di volta in volta, davano conto del progredire dei lavori.

Giovanni Girolamo Frezza, Forma basilicae quam cum porticu itidem aperta excogitavit eques Dominicus Fontana sub Sixto V, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696

La vecchia e la nuova San Pietro durante la seconda metà del Cinquecento

Per gran parte del XVI secolo la “vecchia” e la “nuova” San Pietro coesistettero, divise dal “muro farnesiano”, costruito durante il pontificato di Paolo III per separare il cantiere della fabbrica dalla chiesa costantiniana, dove si continuavano a radunare fedeli e pellegrini e a celebrare riti e cerimonie, come evidente nella incisione di Antoine Lafréry, che si riferisce ad una benedizione del papa in Piazza San Pietro durante il pontificato di Pio V (1566-1572), di cui è visibile lo stemma sulla facciata e sugli stendardi dei trombettieri.

Antoine Lafréry (inc.), Pietro de' Nobili (ed.), Benedizione del papa in Piazza San Pietro, Roma 1581-1585Biblioteca Apostolica Vaticana, Cicognara.XII.541 f. 111v (©2016 Biblioteca Apostolica Vaticana)

La vecchia e la nuova San Pietro durante la seconda metà del Cinquecento

Per gran parte del XVI secolo la “vecchia” e la “nuova” San Pietro coesistettero, divise dal “muro farnesiano”, costruito durante il pontificato di Paolo III per separare il cantiere della fabbrica dalla chiesa costantiniana, dove si continuavano a radunare fedeli e pellegrini e a celebrare riti e cerimonie. L'incisione di Natale Bonifacio attesta lo stato di avanzamento dei lavori nel 1575, durante il pontificato di Gregorio XIII.

Natale Bonifacio (inc.), D. Petri Basilica in Vaticano Ann. Iubilei 1575, in: Principio Fabrizi, Delle allusioni, imprese, et emblemi del sig. Principio Fabricii da Teramo sopra la vita, opere et attioni di Gregorio XIII..., Roma 1588

La vecchia e la nuova San Pietro durante la seconda metà del Cinquecento

Per gran parte del XVI secolo la “vecchia” e la “nuova” San Pietro coesistettero, divise dal “muro farnesiano”, costruito durante il pontificato di Paolo III per separare il cantiere della fabbrica dalla chiesa costantiniana, dove si continuavano a radunare fedeli e pellegrini e a celebrare riti e cerimonie. L'incisione di Alessandro Specchi mostra l'avanzamento dei lavori sotto il pontificato di Sisto V.

Alessandro Specchi, Frons templi et palatii Vaticani sub Sixto V delineata, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696

L'obelisco vaticano proveniente dal circo di Nerone e sito, fino al 1586, sul fianco della basilica di San Pietro

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Fianco della basilica vechia [sic] e parte del tempio novo e fabriche [sic] annesse, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

L'obelisco vaticano proveniente dal circo di Nerone e sito, fino al 1586, sul fianco della basilica di San Pietro

Bernardo Gamucci, Le antichità della città di Roma..., 2 ed., Venezia 1580

Il progetto di Camillo Agrippa per lo spostamento dell'obelisco vaticano

Fin dagli anni Trenta del Cinquecento gli architetti della fabbrica di San Pietro discutevano della possibilità del trasporto in piazza San Pietro del grande obelisco sito lateralmente alla basilica. Quando nel 1535 l'ingegnere e matematico milanese Camillo Agrippa giunse a Roma, presentò un ampio progetto che prevedeva lo spostamento in verticale dell'obelisco così da evitare le lunghe operazioni di atterramento e successivo reinnalzamento.

Camillo Agrippa, Trattato di Camillo Agrippa milanese di trasportar la guglia in su la piazza di San Pietro, Roma 1583

Della trasportatione dell'obelisco vaticano di Domenico Fontana

Fin dagli anni Trenta del Cinquecento gli architetti della fabbrica di San Pietro discutevano della possibilità del trasporto in piazza San Pietro del grande obelisco sito lateralmente alla basilica. Se ne occuparono Antonio da Sangallo, Camillo Agrippa e lo stesso Michelangelo. Fu solo dopo la elezione al soglio pontificio di Sisto V che, grazie alla volontà del papa e all’ingegno di Domenico Fontana, si giunse alla rapida realizzazione del progetto, compiuto tra l’aprile e il settembre 1586. Fontana, rifacendosi alle tecniche romano-imperiali, abbatté, spostò e rialzò l’obelisco al centro della piazza, facendo uso di un complesso sistema di leve e argani e di un grande numero di operai specializzati (fabbri, muratori, carpentieri). Lo stesso Fontana fa un resoconto dettagliato di tutta l’operazione nel libro Della trasportatione dell'obelisco Vaticano e delle fabriche di nostro signore papa Sisto V, stampato a Roma nel 1590 e illustrato da Natale Bonifacio.

Domenico Fontana, Della trasportatione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetta di sua santità..., Roma 1590 [ma 1604]

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la struttura lignea appositamente costruita da Domenico Fontana per il trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Castello composto di legnami che servì per levare d'opera l'obelisco, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la prima fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), L'obelisco piegato mentre calava, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la seconda fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Scurcio del castello con l'obelisco stratato, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la terza fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Strada pensile con l'obelisco sopra, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la quinta fase del trasporto dell'obelisco vaticano dal fianco della Basilica costantiniana al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Piazza pensile con il prospetto del castello per l'erettione dell'obelisco, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Le varie fasi del trasporto dell'obelisco vaticano nelle incisioni di Carlo Fontana e Alessandro Specchi

Un secolo dopo il trasporto dell'obelisco in Piazza San Pietro, Carlo Fontana viene incaricato da Innocenzo XI di scrivere, con il sostegno economico della Fabbrica di San Pietro, una vasta monografia sulla basilica Vaticana e la sua fabbrica. Tra gli episodi narrati nella sua opera, con disegni dello stesso Fontana incisi da Alessandro Specchi, non poteva mancare il racconto del trasporto dell’obelisco. L'immagine mostra la fase conclusiva del trasporto dell'obelisco vaticano e l'erezione al centro della Piazza di San Pietro.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Dispositione e veduta generale delle machine che servirono per alzare l’obelisco vaticano, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Cerimonie di consacrazione dell'obelisco vaticano dopo la collocazione sulla piazza

Il 26 settembre 1586, le operazioni di trasporto dell'obelisco vaticano sulla Piazza di San Pietro si concludono con la benedizione dell’obelisco e la consacrazione della croce in bronzo dorato fatta collocare sulla sua sommità.

Giovanni Guerra (dis.), Natale Bonifacio (inc.), Ordine che si tenne nel far le ceremonie della consecratione della croce e benedittione della guglia, Roma 1587

Discorso sopra il nuovo ornato della guglia di S. Pietro

Ludovico Sergardi, Discorso sopra il nuovo ornato della guglia di S. Pietro..., Roma 1723

Veduta di San Pietro nel 1600 circa

Acquaforte realizzata intorno al 1686 da Jacob Enderlin sulla base dell'incisione di Giovanni Maggi, edita nell'opera di Domenico Custos, Deliciae Urbis Romae, pubblicata ad Asburgo nel 1600

Jacob Enderlin, Ecclesia S. Petri, 1686 ca

Vita del cavaliere Gian Lorenzo Bernini

Gian Lorenzo Bernini lavorò per oltre trent'anni a San Pietro, realizzando alcuni capolavori assoluti come il baldacchino e il colonnato e dirigendone la Fabbrica.

Filippo Baldinucci, Vita del cavaliere Gio. Lorenzo Bernino scultore, architetto e pittore..., Firenze 1682

Il Baldacchino di San Pietro opera di Gian Lorenzo Bernini

Nel 1623 il neo eletto papa Urbano VIII Barberini incarica Gian Lorenzo Bernini di realizzare un baldacchino da collocarsi sotto la maestosa cupola michelangiolesca, per segnare il luogo del sepolcro di Pietro. Bernini concepisce un’opera imponente, dall’impianto architettonico (alto oltre 28 m., supera in altezza un palazzo signorile) ma eseguita con quella abilità scultorea che conferisce ai materiali forme morbide, leggere e dinamiche. L’esecuzione dell’opera si protrae per quasi dieci anni, e il baldacchino è inaugurato da Urbano VIII nel 1633.

François Spierre, [Baldacchino di San Pietro opera di Gian Lorenzo Bernini], in: Raphael Sindone, Altarium, et reliquiarum sacrosanctae Basilicae Vaticanae Deo Optimo Maximo in honorem beati Petri principis Apostolorum erectae descriptio historica scriptoribus, & monumentis Archivi Capitularis illustrata, Roma 1744, p. 19

Il Baldacchino di San Pietro opera di Gian Lorenzo Bernini

Nel 1623 il neo eletto papa Urbano VIII Barberini incarica Gian Lorenzo Bernini di realizzare un baldacchino da collocarsi sotto la maestosa cupola michelangiolesca, per segnare il luogo del sepolcro di Pietro. Bernini concepisce un’opera imponente, dall’impianto architettonico (alto oltre 28 m., supera in altezza un palazzo signorile) ma eseguita con quella abilità scultorea che conferisce ai materiali forme morbide, leggere e dinamiche. L’esecuzione dell’opera si protrae per quasi dieci anni, e il baldacchino è inaugurato da Urbano VIII nel 1633.

Jean Baptiste Nolin, Descriptio historica altarium Basilicae, in: Raphael Sindone, Altarium, et reliquiarum sacrosanctae Basilicae Vaticanae Deo Optimo Maximo in honorem beati Petri principis Apostolorum erectae descriptio historica scriptoribus, & monumentis Archivi Capitularis illustrata, Roma 1744

Il Baldacchino di San Pietro opera di Gian Lorenzo Bernini

Nel 1623 il neo eletto papa Urbano VIII Barberini incarica Gian Lorenzo Bernini di realizzare un baldacchino da collocarsi sotto la maestosa cupola michelangiolesca, per segnare il luogo del sepolcro di Pietro. Bernini concepisce un’opera imponente, dall’impianto architettonico (alto oltre 28 m., supera in altezza un palazzo signorile) ma eseguita con quella abilità scultorea che conferisce ai materiali forme morbide, leggere e dinamiche. L’esecuzione dell’opera si protrae per quasi dieci anni, e il baldacchino è inaugurato da Urbano VIII nel 1633.

Alessandro Specchi, Aenea moles qua d. Petri aram Urbanus VIII exornavit, in: Filippo Buonanni, Numismata summorum Pontificum templi Vaticani fabricam indicantia, chronologica ejusdem fabricae narratione, ac multiplici eruditione explicata..., Roma 1696

Veduta della facciata di San Pietro col campanile di Bernini poi abbattuto

Nel 1629 era morto Carlo Maderno, architetto della Fabbrica di San Pietro dal 1603. Bernini, che in quel tempo stava lavorando alla costruzione del baldacchino, gli successe alla direzione della Fabbrica. Maderno, a lavori praticamente ultimati, aveva previsto, per desiderio di Paolo V, l’aggiunta alla facciata di due campanili laterali, la cui realizzazione, tuttavia, aveva mostrato immediatamente importanti problemi di staticità. Per questa ragione, il progetto era stato interrotto nel 1622 alla quota terminale della facciata e fu ripreso solo dopo la nomina di Bernini ad architetto della Fabbrica. Il campanile meridionale della basilica, innalzato da Bernini nel 1639-1641, tra mille difficoltà dovute alla presenza di forti discontinuità e falde freatiche nel terreno di fondazione, rappresentò l'unico spettacolare insuccesso della sua straordinaria attività artistica e fu demolito nel 1646 a causa della comparsa di fratture nella muratura.

Carlo Fontana (dis.), Alessandro Specchi (inc.), Prospetto del tempio vaticano con il campanile nel termine che mostrò la rovina e modo del riparo, in: Carlo Fontana, Il tempio Vaticano e sua origine con gl'edifitii più cospicui antichi e moderni fatti dentro e fuori di esso..., Roma 1694

Veduta della facciata di San Pietro col campanile di Bernini poi abbattuto

Nel 1629, era morto Carlo Maderno, architetto della Fabbrica di San Pietro dal 1603. Bernini, che in quel tempo stava lavorando alla costruzione del baldacchino, gli successe alla direzione della Fabbrica. Maderno, a lavori praticamente ultimati, aveva previsto, per desiderio di Paolo V, l’aggiunta alla facciata di due campanili laterali, la cui realizzazione, tuttavia, aveva mostrato immediatamente importanti problemi di staticità. Per questa ragione, il progetto era stato interrotto nel 1622 alla quota terminale della facciata e fu ripreso solo dopo la nomina di Bernini ad architetto della Fabbrica. Il campanile meridionale della basilica, innalzato da Bernini nel 1639-1641, tra mille difficoltà dovute alla presenza di forti discontinuità e falde freatiche nel terreno di fondazione, rappresentò l'unico spettacolare insuccesso della sua straordinaria attività artistica e fu demolito nel 1646 a causa della comparsa di fratture nella muratura. La veduta tratta dall'opera di Deseine è "incisa in controparte", ovvero prodotta da una seconda matrice sulla quale è riportato il disegno di una matrice primaria che serve da modello di partenza. Per tale ragione l'immagine risulta "rovesciata", speculare rispetto all'originale.

Eglise S. Pierre au Vatican, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, premiére ville de l’Europe, avec toutes ses magnificences & ses delices..., vol. III, Leiden 1713

Piazza San Pietro col terzo braccio del colonnato progettato da Gian Lorenzo Bernini

Dopo la morte di Innocenzo X, che gli aveva a lungo preferito Francesco Borromini, e l’elezione al soglio pontificio di Alessandro VII, a Bernini fu affidata nel 1656 la sistemazione di piazza San Pietro. Non si trattava di un’impresa facile poiché bisognava rendere l’accesso alla basilica spettacolare, solenne ed elegante, riducendo al minimo gli interventi sugli edifici preesistenti, garantendo la giusta visibilità alla cupola di Michelangelo, ai Palazzi apostolici e alla Loggia delle benedizioni, e mitigando l’eccessiva larghezza della facciata di Maderno. Nello stesso tempo era necessario trovare una soluzione funzionale ad accogliere grandi quantità di fedeli, cui andavano garantite la sicurezza prima, durante e dopo le funzioni. Bernini fece un capolavoro, realizzando una piazza unica al mondo, divenuta il simbolo del barocco italiano. Dalla facciata della chiesa, due bracci porticati rettilinei si spingono in avanti in maniera divergente per poi aprirsi in due emicicli che, con una selva di colonne, abbracciano tutta la vasta piazza in cui si raccolgono i fedeli, come le braccia della Chiesa accolgono l’intera umanità. Un “terzo braccio”, rappresentato nella incisione di Giovanni Battista Falda e mai realizzato per la morte di Alessandro VII, avrebbe dovuto continuare la curva dei due emicicli sul lato della “spina di borgo”, saldando la nuova piazza con il paesaggio urbano preesistente.

Giovanni Battista Falda, Piazza e portici della Basilica Vaticana fatti da n.s. papa Alesandro settimo, in: Id., Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna..., vol. I, Roma 1665

Sezione longitudinale della Basilica di San Pietro

Vue du dedans de la grande Basilique de S. Pierre au Vatican, in: François Jacques Deseine, Rome moderne, premiére ville de l’Europe, avec toutes ses magnificences & ses delices..., vol. IV, Leiden 1713

Privilegi della Fabbrica di San Pietro

La lunga serie di lavori cui la Basilica Vaticana è andata incontro nel corso dell'età moderna è stata condotta sotto la direzione della Fabbrica di San Pietro. L'organo collegiale, creato nel Cinquecento per sovraintendere ai lavori della Basilica e trasformato in Sacra Congregazione a inizio Seicento, era dotato di autonomia finanziaria e gestionale, di potestà legislativa e di una strutturata organizzazione amministrativa. Aveva privilegi, diritti e doveri, riuniti e pubblicati dalla stamperia camerale vaticana in specifiche raccolte ufficiali.

Giovanni Carlo Vespignani, Compendium privilegiorum rev. Fabricae S. Petri, iunctis declarationibus eorundem, ac decretis super frequentioribus dubii per Sac. Congregationem factis pro faciliori illorum notitia, & usu industria & labore, Roma 1676

Ordini e provisioni per i Commissari della Fabbrica di San Pietro

La lunga serie di lavori cui la Basilica Vaticana è andata incontro nel corso dell'età moderna è stata condotta sotto la direzione della Fabbrica di San Pietro. L'organo collegiale, creato nel Cinquecento per sovraintendere ai lavori della Basilica e trasformato in Sacra Congregazione a inizio Seicento, era dotato di autonomia finanziaria e gestionale, di potestà legislativa e di una strutturata organizzazione amministrativa. Aveva privilegi, diritti e doveri, riuniti e pubblicati dalla stamperia camerale vaticana in specifiche raccolte ufficiali.

Ordini e provisioni da osservarsi dalli Commissarj della Rev. Fabbrica nello Stato Ecclesiastico, Roma 1735

Editto che non si scarichino calcinacci, terra, immondezze ne altre materie attorno alla Basilica di San Pietro

Editto che non si scarichino calcinacci, terra, immondezze ne altre materie attorno la Chiesa di S. Pietro, e suoi siti adiacenti, piazza e portici, ne si atturino ferrate ò chiaviche vicino alle fontane, ne si facciano fosse ò cava alcuna per fermare l'acqua di quelle per lavarvi robba ò altro, ne si tiri con archibugi, balestre ò sassi verso la medesima chiesa... Dato in Roma il dì 27 giugno 1709, Roma 1709

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

Veduta della cupola con i sei cerchioni fissati fra il 1743 ed il 1748, grazie all'opera di Giovanni Poleni

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Le varie fasi dei lavori di consolidamento della cupola furono descritte dallo stesso Poleni nelle sue Memorie istoriche della Gran Cupola del Tempio Vaticano, illustrate da alcune tavole incise opera di Antonio Visentini.

Antonio Visentini, [La cupola con i sei cerchioni fissati fra il 1743 ed il 1748], in: Giovanni Poleni, Memorie istoriche della gran cupola del tempio vaticano, e de’ danni di essa, e de’ ristoramenti loro, divise in libri cinque. Alla santità di nostro signore papa Benedetto XIV,Padova 1748

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Le varie fasi dei lavori di consolidamento della cupola furono descritte dallo stesso Poleni nelle sue Memorie istoriche della Gran Cupola del Tempio Vaticano, illustrate da alcune tavole incise opera di Antonio Visentini.

Giovanni Poleni, Memorie istoriche della gran cupola del tempio vaticano, e de’ danni di essa, e de’ ristoramenti loro, divise in libri cinque. Alla santità di nostro signore papa Benedetto XIV, Padova 1748

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

La cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Alessandro Francesco Rostagni (dis.), Francesco Mazzoni (inc.), [Ponti per accomodare gli angoli della gran cupola di San Pietro], in: Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

Tra il 1743 ed il 1748, Vanvitelli e Poleni, procedettero al rafforzamento della cupola con l'inserimento nel tamburo e nella calotta di sei cerchioni di ferro, il più grande dei quali misurava 60 m. di diametro. Un grande contributo all’opera di restauro della cupola diede anche Nicola Zabaglia, un semplice sampietrino analfabeta che grazie alle sue straordinarie conoscenze empiriche della meccanica, realizzò le impalcature necessarie alla messa in opera dei cerchioni. In quegli anni giunse alla pubblicazione anche un’opera magnifica, riccamente illustrata, voluta da Clemente XI e portata a compimento da Benedetto XIV a spese della Fabbrica di San Pietro, che con il testo di Lelio Cosatti e un ricchissimo apparato iconografico rendeva il giusto omaggio a Nicola Zabaglia, l’umile carpentiere che tanto aveva dato alla costruzione della Chiesa più grande del mondo.

Alessandro Francesco Rostagni (dis.), Paolo Pilaia (inc.), [Ponti per accomodare gli ornati della gran cupola di San Pietro e la croce in cima all'obelisco Vaticano], in: Nicola Zabaglia, Castelli e ponti di maestro Niccola Zabaglia con alcune ingegnose pratiche...,Roma 1744

La cupola di San Pietro

Figure della scrittura de mattematici, in: Breve discorso in difesa della cupola di S. Pietro di N. N. capomastro muratore, regolato circa i danni secondo la prima scrittura de’ rr. pp. mattematici, Roma 1744

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

Breve discorso in difesa della cupola di S. Pietro di N. N. capomastro muratore, regolato circa i danni secondo la prima scrittura de’ rr. pp. mattematici, Roma 1744

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

Lelio Cosatti, Riflessioni di Lelio Cosatti, patrizio sanese, sopra il sistema dei tre RR. PP. mattematici e suo parere circa il patimento, e risarcimento della gran cupola di S. Pietro, Roma 1743

Gli interventi settecenteschi di consolidamento della cupola di San Pietro

La costruzione della cupola di San Pietro fu iniziata da Michelangelo Buonarroti nel 1546 quando, già settantenne, subentrò ad Antonio da Sangallo il giovane nella direzione dei lavori della Fabbrica. Il progetto, per certi versi ispirato a quello di Brunelleschi per Santa Maria del Fiore, subì numerose modifiche in corso d'opera, e quando Michelangelo morì, nel 1564, la costruzione era giunta all’altezza del tamburo. Dopo una pausa di oltre vent’anni, i lavori furono ripresi durante il pontificato di Sisto V, e conclusi da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana in soli ventidue mesi, grazie a un grande dispiegamento di uomini e mezzi. Nella prima metà del XVIII secolo, il manifestarsi sulla cupola di alcune crepe, conseguenza di interventi seicenteschi, e un clamoroso rapporto di Luigi Vanvitelli, architetto della Fabbrica, avevano diffuso il timore che la cupola fosse in procinto di crollare. Così Benedetto XIV chiese prima il parere di tre matematici, che redassero una perizia considerata per certi versi il primo testo della moderna ingegneria civile, e nel 1743 diede incarico all'ingegnere Giovanni Poleni di studiare la struttura e verificare la necessità di interventi di consolidamento.

Cupola di S. Pietro, in: Thomas Le Seur, François Jacquier, Ruggero Giuseppe Boscovich, Parere di tre mattematici sopra i danni che si sono trovati nella cupola di S. Pietro sul fine dell'anno MDCCXLII. Dato per ordine di nostro signore papa Benedetto XIV, Roma 1742

La cupola di San Pietro

La costruzione della cupola di San Pietro fu iniziata da Michelangelo Buonarroti nel 1546 quando, già settantenne, subentrò ad Antonio da Sangallo il giovane nella direzione dei lavori della Fabbrica. Il progetto, per certi versi ispirato a quello di Brunelleschi per Santa Maria del Fiore, subì numerose modifiche in corso d'opera, e quando Michelangelo morì, nel 1564, la costruzione era giunta all’altezza del tamburo. Dopo una pausa di oltre vent’anni, i lavori furono ripresi durante il pontificato di Sisto V, e conclusi da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana in soli ventidue mesi, grazie a un grande dispiegamento di uomini e mezzi. Nella prima metà del XVIII secolo, il manifestarsi sulla cupola di alcune crepe, conseguenza di interventi seicenteschi, e un clamoroso rapporto di Luigi Vanvitelli, architetto della Fabbrica, avevano diffuso il timore che la cupola fosse in procinto di crollare. Così Benedetto XIV chiese prima il parere di tre matematici, che redassero una perizia considerata per certi versi il primo testo della moderna ingegneria civile, e nel 1743 diede incarico all'ingegnere Giovanni Poleni di studiare la struttura e verificare la necessità di interventi di consolidamento.

Thomas Le Seur, François Jacquier, Ruggero Giuseppe Boscovich, Parere di tre mattematici sopra i danni che si sono trovati nella cupola di S. Pietro sul fine dell'anno MDCCXLII. Dato per ordine di nostro signore papa Benedetto XIV, Roma 1742

La cupola di San Pietro

Pianta del vivo dell'ordine attico e piantato de' costoloni sopra de' pilastri del med.mo e vanno à formare l'occhio della gran Cupola, ò sia collo della lanterna, in: Breve discorso in difesa della cupola di S. Pietro di N. N. capomastro muratore, regolato circa i danni secondo la prima scrittura de’ rr. pp. mattematici, Roma 1744

Veduta della basilica e della piazza di San Pietro nel 1773

Giovanni Battista Piranesi, Veduta dell'insigne basilica vaticana coll'ampio portico e piazza adjacente,in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836

Veduta laterale esterna della basilica di S. Pietro in Vaticano (1748)

Giovanni Battista Piranesi, Veduta dell'esterno della gran basilica di S. Pietro in Vaticano, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836

Veduta interna della basilica di San Pietro nel 1748

Giovanni Battista Piranesi, Veduta interna della basilica di S. Pietro in Vaticano,in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836

Misure della basilica di San Pietro

Giuseppe Valadier, Misure del tempio Vaticano, sue parti ed annessi, nuovamente prese dal signor Giuseppe Valadier, architetto della fabbrica di S. Pietro in Vaticano l’anno 1812,tratto da: Martino Ferraboschi, Filippo Gilii, Architettura della basilica di S. Pietro in Vaticano opera di Bramante Lazzari, Michel Angelo Bonaroti ed altri celebri architetti espressa in 32 tavole da Martino Ferraboschi con una succinta dichiarazione compilata da monsignor Filippo Gilii beneficiato della stessa basilica, Roma 1812

Piazza San Pietro, fotografia all'albumina 1870 ca

Piazza di S. Pietro, fotografia all'albumina, 1870 ca

Interno di San Pietro, fotografia all'albumina, 1870 ca

Interno di S. Pietro, fotografia all'albumina, 1870 ca

Veduta di San Pietro da Castel Sant'Angelo con la spina di Borgo

Félix Benoist (dis.), Eugène Cicéri (lit.), Basilique de St. Pierre et palais du Vatican, avec quartier du Borgo: vue prise du Château Saint-Ange. Basilica di S. Pietro, Palazzo del Vaticano e Rione del Borgo: veduta presa dal Castello Sant'Angelo, tratta da: Rome dans sa grandeur. Vues, monuments anciens et modernes: description, histoire, institutions, dessins d'après nature par Philippe Benoist et Felix Benoist...,Paris 1870

Storia delle grotte vaticane

Nel tardo Cinquecento, durante i lavori per la costruzione del nuovo San Pietro, fu realizzato un vasto ambiente sotterraneo compreso tra il pavimento della basilica costantiniana e quello della nuova costruzione, rialzato di circa due metri. Nel vasto ambiente, le grotte vaticane, furono collocati monumenti sepolcrali, sculture e mosaici dell'antica basilica. Negli anni Quaranta del XX secolo papa Pio XII fece effettuare degli scavi nelle grotte, alla ricerca della tomba di Pietro. Venne rinvenuto un piccolo ossario che gli esami archeologici ritennero compatibili con la sua sepoltura. Nell’anno santo del 1950, il pontefice diede via radio l’annuncio del suo ritrovamento.

Francesco Maria Torrigio, Le sacre grotte vaticane, cioè narratione delle cose più notabili, che sono sotto il pavimento della basilica di S. Pietro in Vaticano in Roma, come corpi santi, sepolcri de' sommi pontefici... a consolatione de' pellegrini e forestieri, Viterbo 1618

La riscoperta delle grotte vaticane

Una sorpresa per i pellegrini dell'anno santo: le basiliche di San Pietro sono due, in: La Domenica del Corriere, a. LI, n. 50, 11 dicembre 1949

Veduta della Piazza dall'ingresso al Vaticano dall'Arco delle campane

Arturo Faccioli (fotog.), Ingressi: all'arco delle campane, in: Pio XI: monumenti e opere, Città del Vaticano 1936

Veduta aerea di San Pietro

Hugo Brandenburg, Antonella Ballardini, Christof Thoenes, San Pietro: storia di un monumento, Città del Vaticano 2015
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Percorso della mostra

  • Origine, tempi, forme del rito
  • Il viaggio, la visita, il racconto
  • Accoglienza e assistenza al pellegrino
  • La città si rinnova
  • Spazio urbano e devozione
  • Le basiliche patriarcali

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