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La Mostra    Le basiliche patriarcali    San Paolo fuori le mura

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L'aspetto di San Paolo fuori le mura prima dell'incendio del 1823

Lunga oltre centotrenta metri e larga più di sessanta, con una struttura a cinque navate, la Basilica di San Paolo era la più grande delle basiliche romane costruite in epoca costantiniana, di cui mantenne l'impianto fino alla ricostruzione ottocentesca, successiva al terribile incendio del 1823.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della basilica di San Paolo fuor delle mura,in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836

L'aspetto di San Paolo fuori le mura prima dell'incendio del 1823

Lunga oltre centotrenta metri e larga più di sessanta, con una struttura a cinque navate, la Basilica di San Paolo era la più grande delle basiliche romane costruite in epoca costantiniana, di cui mantenne l'impianto fino alla ricostruzione ottocentesca, successiva al terribile incendio del 1823. L'incisione seicentesca di Giacomo Lauro mostra l'esterno della Basilica con l'ampio quadriportico antistante la facciata anteriore.

Giacomo Lauro, Ecclesia S. Pauli in via Ostiensi, in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1612

Interno della Basilica di San Paolo fuori le mura

Interno della Basilica di S. Paolo. Intérieur de la Basilique de S.t Paul, in: Carlo Fea, Angelo Bonelli, Descrizione di Roma antica e moderna e i suoi contorni..., vol. II, Roma 1834

Interno della Basilica di San Paolo fuori le mura nel 1749

Giovanni Battista Piranesi, Spaccato interno della basilica di San Paolo fuori delle mura, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836

San Paolo fuori la mura nella descrizione di Ridolfino Venuti

Ridolfino Venuti, Accurata e succinta descrizione topografica e istorica di Roma moderna..., vol. II, Roma 1766

Riti di apertura e chiusura della porta santa di San Paolo per il giubileo del 1675

San Paolo fu basilica giubilare fin dal 1300, come prescritto dalla bolla di Bonifacio VIII. A partire dall'anno 1500, quando Alessandro VI istituì il cerimoniale dell'anno santo, con il rituale di apertura delle porte sante nelle quattro basiliche, la porta santa di San Paolo fu sempre aperta da un cardinale legato. Secondo il Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica di Gaetano Moroni, i pontefici vollero che la porta santa di San Paolo fosse aperta e chiusa, con rapida cerimonia, anche negli anni in cui la basilica fu sostituita da Santa Maria in Trastevere perché inagibile. Nel 2000 papa Giovanni Paolo II volle, primo nella storia degli anni santi, aprire personalmente anche la porta santa della Basilica di San Paolo.

Claude Boizot, Ad astra reclusa ostendit per mella viam, in: Casimir Freschot, Series eorum quae in aperitione et obseratione portae sanctae Basilicae divi Pauli ab... Francisco cardinali Barberino... ritu sacro peracta sunt anno iubilaei M.DC.LXXV..., Roma 1676

Pianta del portico di San Paolo con la disposizione dei palchi per l'apertura e la chiusura della porta santa nell'anno santo 1750

Come per l’apertura e la chiusura nelle altre tre basiliche giubilari, la cerimonia della porta santa alla Basilica di San Paolo comportava un rituale preciso ed una rigorosa organizzazione protocollare. La pianta esposta mostra l’esatta disposizione di palchi, palchetti, sedie, gradoni, con indicazione delle opportune decorazioni e paratie nel portico di San Paolo, per l’anno santo 1750. Ne è autore Mauro Fontana, membro della famiglia di architetti che aveva dato i natali ai più noti Domenico, artefice dei progetti urbanistici di Sisto V, e Carlo, allievo e collaboratore di Bernini, autore di importanti realizzazioni architettoniche della Roma barocca.

Mauro Fontana (dis.), Pianta del portico di S. Paolo nella maniera che fu disposto tanto per l'apertura della porta santa nell'anno 1750 fatta dall'e.mo, e r.mo s.r car.e Tomasso Ruffo decano, quanto nella clausura fatta dall'e.mo, e e.mo s.r car.e Luiggi Carafa, attesa l'infermità sopragiunta all'e.mo s.r car.e decano sudetto, Roma post 1750 ante 1767

Pianta della Basilica di San Paolo nel 1815

Il numero 10 indica la porta santa

Andrea Alippi (dis.), Pietro Ruga (inc.), Pianta della Basilica di S. Paolo sulla via Ostiense, in: Nicola Maria Nicolai, Della Basilica di S. Paolo..., Roma 1815

Prospetto della Basilica di San Paolo sulla via Ostiense, nel 1815, prima dell'incendio

Andrea Alippi (dis.), Pietro Ruga (inc.), Prospetto della Basilica di S. Paolo sulla via Ostiense, in: Nicola Maria Nicolai, Della Basilica di S. Paolo..., Roma 1815

L'incendio della basilica di San Paolo nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1823

La notte del 15 luglio 1823, in seguito a un incidente procurato durante i lavori di consolidamento del tetto, la Basilica di San Paolo fu colpita da un violentissimo incendio che in gran parte la distrusse.

Edoardo Matania, L'incendio della Basilica di San Paolo, in: Francesco Bertolini, Storia del Risorgimento italiano, Milano 1889

Notizia dell'incendio della basilica di San Paolo dal giornale romano "Diario di Roma"

Il terribile incendio sprigionatosi nella notte del 15 luglio 1823 dal tetto della Basilica di San Paolo ebbe grande risonanza su gazzette e giornali dell'epoca. Il primo a riportare la notizia, poi ripresa anche da testate estere, fu il Diario di Roma, detto comunemente Chracas, dal nome della famiglia degli stampatori. Il giornale dei Chracas comparve nel 1716 con lo scopo specifico di dare notizia degli avvenimenti della guerra d'Ungheria (Diario d'Ungheria). Cambiò nel tempo nome (Diario ordinario, Diario di Roma), formato (tascabile, di pochi fogli, di numerose pagine), e orientamento, passando di mano in mano tra i diversi membri della famiglia. Fino a Ottocento inoltrato pubblicò, in forma breve o per esteso, notizie sui principali avvenimenti politici, religiosi e militari italiani ed esteri, rappresentando una fonte di notizie di cronaca di inestimabile ricchezza.

Diario di Roma, n. 56, 16 luglio 1823

Il 26 luglio 1823, anche la Gazzetta piemontese riporta la notizia dell'incendio sprigionatosi a San Paolo, citando il Diario di Roma del 16 luglio

Gazzetta piemontese: giornale ufficiale del Regno, 26 luglio 1827

Relazione dell'incendio della Basilica di San Paolo nel Diario di Roma del 26 luglio 1823

Dieci giorni dopo aver dato la notizia dell'incendio propagatosi nella notte tra il 15 e il 16 luglio 1823 dal tetto della Basilica di San Paolo, il Diario di Roma ne ricostruisce nel dettaglio le circostanze e dà conto dei danni subìti.

Relazione esatta e veridica delle circostanze che precedettero il fatale incendio della Basilica di S. Paolo fuori le mura, con alcune notizie intorno alla sua fondazione e ai danni che ora ha sofferti, in: Diario di Roma, n. 59, 26 luglio 1823

Stendhal testimone della devastazione di San Paolo dopo l'incendio

Il 4 luglio 1828, Stendhal, a Roma, descrive la Basilica e ricorda il tragico spettacolo che gli si mostrò alcuni anni prima quando, visitandola il giorno dopo l'incendio, ebbe "una impressione di severa beltà, triste quanto la musica di Mozart".

Stendhal (Henry Beyle), Passeggiate romane, vol. II, Firenze 1956

Il tabernacolo o ciborio di San Paolo, opera di Arnolfo di Cambio

Dal grande incendio si salvarono solo il ciborio di Arnolfo di Cambio (1285) e, in parte, il grande portone di bronzo fatto costruire a Costantinopoli nell'XI secolo, che chiudeva l'ingresso centrale della Basilica.

Luigi Moreschi, Descrizione del tabernacolo che orna la confessione della Basilica di San Paolo sulla via Ostiense salvato dall’incendio dell’anno 1823 e riposto sopra la confessione medesima per decreto dellla santità di nostro signore Gregorio XVI..., Roma 1840

Il tabernacolo o ciborio di San Paolo, opera di Arnolfo di Cambio

Dal grande incendio si salvarono solo il ciborio di Arnolfo di Cambio (1285) e, in parte, il grande portone di bronzo fatto costruire a Costantinopoli nell'XI secolo, che chiudeva l'ingresso centrale della Basilica.

Filippo Trojani, [Prospetto della confessione nella Basilica di S. Paolo], in: Prospetto, spaccato e dettagli della confessione nella Basilica di S. Paolo, Roma 1838

La porta di bronzo

Dal grande incendio si salvarono solo il ciborio di Arnolfo di Cambio e, in parte, il grande portone di bronzo fatto costruire a Costantinopoli nell'XI secolo, che chiudeva l'ingresso centrale della Basilica. Il portone è composto di cinquantaquattro pannelli che narrano la vita di Cristo, con forti richiami all'iconografia bizantina. Restaurato negli anni sessanta del secolo scorso, è stato poi collocato sul lato interno della porta santa della Basilica. Ha subito ulteriori interventi di recupero in occasione dell'anno santo del 2000.

Andrea Alippi (dis.), Carlo Ruspi (dis.), Francesco Giangiacomo (inc.), Porta di bronzo disegno generale, in: Nicola Maria Nicolai, Della Basilica di S. Paolo..., Roma 1815

Bolla "Ad plurimas" per la riedificazione dopo l'incendio della Basilica di S. Paolo

Leone XII, Ad plurimas (15 gennaio 1825), in: Enchiridion delle encicliche, vol. I, Bologna 1984

Notizia delle cerimonie di lettura della Bolla di indizione del Giubileo del 1825 (Leone XII, Quod hoc ineunte saeculo, 24 maggio 1824), presso le quattro basiliche patriarcali tra cui la Basilica di Santa Maria in Trastevere surrogata a San Paolo

Già in passato, la Basilica trasteverina aveva rappresentato una valida alternativa a San Paolo che, più distante dall’abitato di Roma, collocata fuori dalle mura e vicinissima al Tevere, era stata esclusa dalle visite dei pellegrini durante il giubileo del 1625, per il propagarsi di una epidemia di peste nel sud d'Italia, e del 1700, per soli 8 giorni a causa di una inondazione del Tevere.

Diario di Roma, n. 102, 22 dicembre 1824

Santa Maria in Trastevere

La bolla di indizione del giubileo del 1825 (Leone XII, Quod hoc ineunte saeculo, 24 maggio 1824), di poco successiva al grande incendio, stabilì che a causa dell'inagibilità di San Paolo fosse Santa Maria in Trastevere a sostituirla come meta di pellegrinaggio nella visita delle quattro basiliche. La basilica trasteverina aveva svolto questa funzione di "basilica surrogata" già in passato: nel 1625, quando il contagio di peste aveva reso preferibile evitare un passaggio continuo di pellegrini fuori e dentro le mura cittadine; e nel 1700, per un'inondazione del Tevere.

Giovanni Battista Falda (dis.), Piazza di S. M. in Trastevere ampliata da n.s. papa Alesandro [sic] VII, in: Il nuovo splendore delle fabbriche in prospettiva di Roma moderna, vol. I, Roma 1773

La Congregazione speciale per la riedificazione della Basilica di San Paolo

Per sovrintendere alla ricostruzione in seguito all'incendio, venne istituita da parte di Leone XII una Congregazione speciale per la riedificazione della Basilica di San Paolo di cui fu nominato segretario l'abate Angelo Uggeri. Il Diario di Roma del 26 marzo 1825 ne riporta la notizia, elencandone i membri.

Diario di Roma, n. 24, 26 marzo 1825

Le posizioni di Angelo Uggeri nel dibattito sulla ricostruzione della Basilica ostiense

Dopo l'incendio, nacque tra archeologi e architetti un acceso dibattito sulla ricostruzione della Basilica. Si contrapponevano essenzialmente due scuole di pensiero, la prima favorevole a un restauro fedele della Basilica pre-incendio, la seconda che propendeva per un rifacimento completo, secondo gli stilemi neoclassici.

Angelo Uggeri, Della basilica di S. Paolo sulla via Ostiense nota dell’abbate Angelo Uggeri, Roma 1823

Le posizioni di Carlo Fea nel dibattito sulla ricostruzione della Basilica ostiense

Dopo l'incendio, nacque tra archeologi e architetti un acceso dibattito sulla ricostruzione della Basilica. Si contrapponevano essenzialmente due scuole di pensiero, la prima favorevole a un restauro fedele della Basilica pre-incendio, la seconda che propendeva per un rifacimento completo, secondo gli stilemi neoclassici.

Carlo Fea, Aneddoti sulla Basilica Ostiense di S. Paolo riuniti nel 1823, dopo l'incendio e recitati nell'Accademia archeologica il dì 27 gennaro 1825..., Roma 1825

Le posizioni di Stefano Piale nel dibattito sulla ricostruzione della Basilica ostiense

Dopo l'incendio, nacque tra archeologi e architetti un acceso dibattito sulla ricostruzione della Basilica. Si contrapponevano essenzialmente due scuole di pensiero, la prima favorevole a un restauro fedele della Basilica pre-incendio, la seconda che propendeva per un rifacimento completo, secondo gli stilemi neoclassici.

Stefano Piale, Esame di un qualche aneddoto sulla venerabile Basilica di S. Paolo letto nell'adunanza della Pontificia Accademia di archeologia nel dì 30 giugno 1825, Roma 1833

Il dibattito tra Carlo Fea e un "sedicente scarpellino" per la ricostruzione della Basilica di San Paolo

Dopo l'incendio, nacque tra archeologi e architetti un acceso dibattito sulla ricostruzione della Basilica. Si contrapponevano essenzialmente due scuole di pensiero, la prima favorevole a un restauro fedele della Basilica pre-incendio, la seconda che propendeva per un rifacimento completo, secondo gli stilemi neoclassici.

Carlo Fea, Rivista di varie opinioni riprodotte in stampa da uno sedicente scarpellino sulle colonne da farsi nella Basilica Ostiense di S. Paolo, Roma 1826

Veduta della Basilica di San Paolo dopo l'incendio, durante i lavori di ricostruzione

In primo piano il campanile medievale non ancora demolito e la facciata con i mosaici del Cavallini protetti dai teli.

Antonio Nibby, Roma nell’anno MDCCCXXXVIII..., vol. III (Parte prima moderna), Roma 1839

L'innalzamento del pavimento della Basilica Ostiense

Tra gli elementi di discussione nel dibattito sulla ricostruzione della Basilica di San Paolo vi fu anche l'opportunità o meno di innalzarne il pavimento per prevenire le inondazioni del vicino fiume Tevere, e la possibilità di ovviare a questo pericolo con soluzioni alternative.

Carlo Fea, La Basilica Ostiense liberata dalle innondazioni [sic] del Tevere senza bisogno d'innalzarne il pavimento, Roma 1833

L’innalzamento del pavimento della Basilica Ostiense

Tra gli elementi di discussione nel dibattito sulla ricostruzione della Basilica di San Paolo vi fu anche l'opportunità o meno di innalzarne il pavimento per prevenire le inondazioni del vicino fiume Tevere, e la possibilità di ovviare a questo pericolo con soluzioni alternative.

Carlo Fea, Riflessioni sopra l’innalzamento che si è progettato del pavimento della basilica di S. Paolo, in: Id., Opuscoli tre idraulici e architettonici, op. III, Roma 1832

San Paolo fuori le mura vicina al Tevere

Tra gli elementi di discussione nel dibattito sulla ricostruzione della Basilica di San Paolo vi fu anche l'opportunità o meno di innalzarne il pavimento per prevenire le inondazioni del vicino fiume Tevere, e la possibilità di ovviare a questo pericolo con soluzioni alternative.

Basilica e convento di S. Paolo fuori delle mura, in: Il nuovo splendore delle fabbriche in prospettiva di Roma moderna, vol. II (Il secondo libro del nuovo splendore delle chiese di Roma moderna in prospettiva), Roma 1773

La solenne consacrazione della Basilica di San Paolo il 10 dicembre 1854

La prima fase dei lavori, finanziati anche con le donazioni raccolte in seguito all'appello che Leone XII lanciò con apposita enciclica, si concluse nel 1854, quando la basilica fu consacrata da Pio IX.

La solenne consacrazione della Basilica di S. Paolo il 10 dicembre 1854, in: Giornale di Roma, 30 dicembre 1854

Interno di San Paolo, fotografia all'albumina 1870 ca

Interno di S. Paolo, fotografia all'albumina, 1870 ca

Prima pietra per la costruzione del quadriportico di San Paolo

Dopo la consacrazione dell'altare e della Basilica nel 1854, i lavori per la ricostruzione di San Paolo proseguirono ancora per diversi decenni. Si continuò a lavorare sull'interno della basilica, con la decorazione pittorica delle navate, la serie dei medaglioni in mosaico con i ritratti dei pontefici, e gli affreschi raffiguranti scene della vita di San Paolo. Proseguirono anche i lavori all'esterno, con i mosaici della nuova facciata e la costruzione del quadriportico, iniziata nel 1890 e conclusa negli anni Venti del secolo scorso.

Guglielmo Calderini, A sua eccellenza Paolo Boselli ministro della Pubblica Istruzione nella occasione del collocamento della prima pietra per la costruzione del quadriportico dinanzi la Basilica di San Paolo fuori le mura di Roma 14 marzo 1890, Roma 1890

L'inaugurazione del quadriportico della Basilica di San Paolo fuori le mura

Dopo la consacrazione dell'altare e della Basilica nel 1854, i lavori per la ricostruzione di San Paolo proseguirono ancora per diversi decenni. Si continuò a lavorare sull'interno della basilica, con la decorazione pittorica delle navate, la serie dei medaglioni in mosaico con i ritratti dei pontefici, e gli affreschi raffiguranti scene della vita di San Paolo. Proseguirono anche i lavori all'esterno, con i mosaici della nuova facciata e la costruzione del quadriportico, iniziata nel 1890 e conclusa negli anni Venti del secolo scorso.

L'inaugurazione del quadriportico della Basilica di S. Paolo, in: Il messaggero, a. 50, n. 30 giugno 1928

I ministri Volpi e Fedele, accompagnati dall'abate Schuster, inaugurano il quadriportico costruito dinanzi alla facciata principale della chiesa, 29 giugno 1928

Dopo la consacrazione dell'altare e della Basilica nel 1854, i lavori per la ricostruzione di San Paolo proseguirono ancora per diversi decenni. Si continuò a lavorare sull'interno della basilica, con la decorazione pittorica delle navate, la serie dei medaglioni in mosaico con i ritratti dei pontefici, e gli affreschi raffiguranti scene della vita di San Paolo. Proseguirono anche i lavori all'esterno, con i mosaici della nuova facciata e la costruzione del quadriportico, iniziata nel 1890 e conclusa negli anni Venti del secolo scorso.

Armando Bruni (fotog.), Il completamento della Basilica di San Paolo: i ministri Volpi e Fedele, accompagnati dall'abate Schuster, inaugurano il quadriportico costruito dinanzi alla facciata principale della Chiesa - 29 giugno, in: L'illustrazione italiana, a. LV, n. 28, 8 luglio 1928

Veduta aerea del portico di San Paolo fuori le mura

San Paolo fuori le mura a Roma, a cura di Carlo Pietrangeli, presentazione di Antonio Mauro, Firenze 1988

La porta bizantina di San Paolo restaurata per il Giubileo del 2000

Sergio Rinaldi Tufi, San Paolo, restaurata la porta Bizantina, in: Il messaggero,21 dicembre 1999

Giovanni Paolo II, durante il giubileo del 2000, apre la porta santa della Basilica di San Paolo fuori le mura insieme ai rappresentanti delle varie Chiese cristiane

A partire dall'anno 1500, quando Alessandro VI istituì il cerimoniale dell'anno santo, con il rituale di apertura delle porte sante nelle quattro basiliche, la porta santa di San Paolo fu sempre aperta da un cardinale legato. Nel 2000 papa Giovanni Paolo II volle, primo nella storia degli anni santi, aprire personalmente anche la porta santa della Basilica di San Paolo.

Da questa Basilica io spingo avanti lo sguardo verso il nuovo millennio: in un futuro non lontano i cristiani, finalmente riconciliati, possano tornare a camminare insieme come unico popolo,in: L'osservatore romano, a. CXL, n. 14, 19 January 2000
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Percorso della mostra

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