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La Mostra    Le basiliche patriarcali    San Giovanni in Laterano

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Francesco Petrarca a papa Urbano V (Seniles, VII 1)

Francesco Petrarca, Lettere senili... volgarizzate e dichiarate con note da Giusepe Fracassetti, vol. I, Firenze 1869
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San Giovanni in Laterano nel 1575

L'incisione di Natale Bonifacio mostra la Basilica e il Patriarchio nel 1575, prima dei lavori sistini nell'area laterana. La facciata della Basilica ha ancora l'aspetto orignario, tardoantico. L'incisione è tratta da un'opera sulla vita di papa Gregorio XIII, che per primo, anticipando i corposi interventi che avrebbe realizzato Sisto V, aveva messo mano, dopo due secoli di abbandono, alla riqualificazione dell'area, avviando la costruzione dell'attuale via Merulana, asse di collegamento tra Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano.

Natale Bonifacio (inc.), Anno Iubilei 1575 Lateranensis Basylica S. Ioannis in Urbe, in: Principio Fabrizi, Delle allusioni, imprese, et emblemi del sig. Principio Fabricii da Teramo sopra la vita, opere et attioni di Gregorio XIII..., Roma 1588
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Pianta della chiesa e del palazzo lateranense prima degli interventi di Sisto V nell'area

La pianta illustra la disposizione dell'area del Laterano prima dei grandi interventi sistini che, alla fine del Cinquecento, ne trasformarono l'assetto. Con il numero di riferimento 41 è indicata la "Loggia e Pulpito di Bonifatio [VIII] per la Beneditione", mentre con il numero 37 è contrassegnata l'aula dei Concili affrescata da Giotto, che andarono perdute con i lavori sistini e la demolizione del grande Patriarchio.

Francesco Contini, Pianta della chiesa e palazzo lateranense, in: Giovanni Severano, Memorie sacre delle sette chiese di Roma e di altri luoghi, che si trovano per le strade di esse, vol. I (Parte prima in cui si tratta dell'antichità di dette chiese, di quello ch'era già ne i siti loro, delle fabriche...), Roma 1630
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Pianta della chiesa e del palazzo lateranense prima deglli interventi di Sisto V nell'area

Ichnographia antiqui aedificii Basilicae et Patriarchii Lateranensis, in: Cesare Rasponi, De Basilica et patriarchio lateranensi libri quattuor..., Roma 1656
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Veduta del Palazzo lateranense prima degli interventi di Sisto V nell'area

Louis Rouhier (inc.), Orthographia Patriarchii Lateranensis, in: Cesare Rasponi, De Basilica et patriarchio lateranensi libri quattuor..., Roma 1656
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Le trasformazioni all'area lateranense volute da Sisto V e realizzate da Domenico Fontana

Demolito l'antico Patriarchio, Sisto V fece edificare un palazzo di dimensioni più ridotte, a pianta quadrata, modellato su Palazzo Farnese. Incaricò poi Domenico Fontana di costruire un apposito edificio nel quale collocare la Scala Santa e il Sancta Sanctorum, con le preziose reliquie che vi erano custodite.

Domenico Fontana, Della trasportatione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetta di sua santità..., Roma 1590 [ma 1604]
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Storia delle trasformazioni dell'area lateranense volute da Sisto V e realizzate da Domenico Fontana

Demolito l'antico Patriarchio, Sisto V fece edificare un palazzo di dimensioni più ridotte, a pianta quadrata, modellato su Palazzo Farnese. Incaricò poi Domenico Fontana di costruire un apposito edificio nel quale collocare la Scala Santa e il Sancta Sanctorum, con le preziose reliquie che vi erano custodite.

Gregorio Leti, Vita di Sisto V pontefice romano..., vol. II, Losanna [ma Ginevra], 1669
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Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Giovanni Maggi che mostra anche il grande obelisco egizio che Sisto V fece elevare sulla piazza a suggello della propria opera, e prima situato al Circo Massimo. La veduta è compresa in un volume pubblicato in occasione dell'anno santo 1600 che descrive le "deliciae divinae” (le chiese) e “humanae" della città di Roma.

Giovanni Maggi, Ecclesia S. Ioannis in Laterano, tratta da: Dominicus Custos, Deliciae urbis Romae divinae et humanae anno sacro Jubilaei MDC, Augsburg 1600
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Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Giacomo Lauro, che mostra anche il grande obelisco egizio che Sisto V fece elevare sulla piazza a suggello della propria opera, prima situato al Circo Massimo.

Giacomo Lauro, Ecclesia S. Ioannis Laterani, in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1641
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Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni, della scala santa e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Giovanni Battista Piranesi, che mostra anche il grande obelisco egizio che Sisto V fece elevare sulla piazza a suggello della propria opera, prima situato al Circo Massimo.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Piazza, e Basilica di S. Giovanni in Laterano [1775], in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
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Il nuovo aspetto del Palazzo lateranense, della loggia delle benedizioni, della scala santa e della piazza antistante dopo gli interventi sistini

Il nuovo aspetto del palazzo è visibile nell'incisione di Pierre Mortier, nella quale sono riconoscibili anche l'imbocco di Via Merulana, sulla destra la strada che portava al Colosseo incentivando i collegamenti della zona del Laterano con il cuore dell'Urbe e, sulla sinistra, l'edificio al cui interno si trova la Scala Santa.

Pierre Mortier, Veue de la Piazza della sacrosanta Basilica Lateranense madre e capo di tutte le chiese di Roma, tratta da: Nouveau theatre de l'Italie, vol. IV, Den Haag 1724
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La Basilica lateranense prima degli interventi di Borromini voluti da Innocenzo X per il giubileo 1650

Giacomo Fontana, Basilica lateranense prima della riedificazione fattana da Innocenzo X, in: Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
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La Basilica lateranense prima degli interventi di Borromini voluti da Innocenzo X per il giubileo 1650

Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
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La Basilica lateranense prima degli interventi di Borromini voluti da Innocenzo X per il giubileo 1650

Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
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La Basilica lateranense prima degli interventi di Borromini voluti da Innocenzo X per il giubileo 1650

Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
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La storia della basilica e del palazzo lateranense scritta da Cesare Rasponi nel XVII secolo

Dopo i lavori sistini sul lato del Palazzo lateranense, fu la volta, nei due secoli successivi, dei lavori di ristrutturazione della Basilica, sia all'interno che per il ripristino della facciata. Clemente VIII, a inizio Seicento, fece ridecorare il transetto e costruire dal perugino Luca Blasi un grande organo, considerato un capolavoro dell'arte organaria, che fu collocato nella Basilica per il giubileo del 1600. In vista dell'anno santo 1650, Innocenzo X incaricò Francesco Borromini della decorazione dell'interno della basilica. Fu una sfida di grandi proporzioni, dal momento che Borromini ricevette l'incarico nel 1644, a soli sei anni dall'apertura del giubileo. Borromini ricevette peraltro stringenti indicazioni dal pontefice sulla necessità di rispettare l'impianto paleocristiano della basilica, che l'architetto poté conservare solo in parte, dato il pessimo stato di conservazione dell'edificio. I lavori terminarono per tempo e l'inaugurazione poté avere luogo nel corso dell'anno santo.

Cesare Rasponi, De Basilica et patriarchio lateranensi libri quattuor..., Roma 1656
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Gli interventi di Innocenzo X e Borromini (1650) e Clemente XII e Alessandro Galilei per la Basilica di San Giovanni in Laterano (1735)

In vista dell'anno santo 1650, Innocenzo X incaricò Francesco Borromini della decorazione dell'interno della basilica. Fu una sfida di grandi proporzioni, dal momento che Borromini ricevette l'incarico nel 1644, a soli sei anni dall'apertura del giubileo. Borromini ricevette peraltro stringenti indicazioni dal pontefice sulla necessità di rispettare l'impianto paleocristiano della basilica, che l'architetto poté conservare solo in parte, dato il pessimo stato di conservazione dell'edificio. I lavori terminarono per tempo e l'inaugurazione poté avere luogo nel corso dell'anno santo. A due anni dall'elezione al soglio pontificio, papa Clemente XII (1730-1740) bandì un concorso per il rifacimento della facciata, a cui parteciparono numerosi architetti. Il progetto che vinse la gara fu quello del fiorentino Alessandro Galilei, architetto al servizio del Granduca di Toscana, che, in soli tre anni (1732-1735) portò a termine i lavori e dette alla facciata l'aspetto solenne che ancora oggi la caratterizza, con un grande portico con cinque aperture in corrispondenza delle navate della chiesa e un ampio loggiato ad arcate sovrastante. Sulla sommità sono collocate quindici statue che rappresentano il Cristo benedicente, i Santi Giovanni Battista ed Evangelista, e i dottori della Chiesa.

Giovanni Battista Gaddi, Roma nobilitata nelle sue fabbriche dalla santità di nostro signore Clemente XII..., Roma 1736
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La nuova facciata fatta edificare da papa Clemente XII all'architetto Alessandro Galilei

A due anni dall'elezione al soglio pontificio, papa Clemente XII (1730-1740) bandì un concorso per il rifacimento della facciata della basilica di San Giovanni, a cui parteciparono numerosi architetti. Il progetto che vinse la gara fu quello del fiorentino Alessandro Galilei, architetto al servizio del Granduca di Toscana, che, in soli tre anni (1732-1735) portò a termine i lavori e dette alla facciata l'aspetto solenne che ancora oggi la caratterizza, con un grande portico con cinque aperture in corrispondenza delle navate della chiesa e un ampio loggiato ad arcate sovrastante. Sulla sommità sono collocate quindici statue che rappresentano il Cristo benedicente, i Santi Giovanni Battista ed Evangelista, e i dottori della Chiesa.

Pio Bertoni, Del nuovo prospetto fatto edificare da papa Clemente XII, in: Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
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La nuova facciata fatta edificare da papa Clemente XII all'architetto Alessandro Galilei

Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
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La nuova facciata fatta edificare da papa Clemente XII all'architetto Alessandro Galilei

Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
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La nuova facciata fatta edificare da papa Clemente XII all'architetto Alessandro Galilei

Agostino Valentini, Filippo Gerardi, La patriarcale Basilica lateranense, vol. I, Roma 1833
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Il nuovo aspetto della Basilica di San Giovanni dopo gli interventi di Borromini e Galilei

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della Facciata della Basilica di S. Giovanni Laterano, architettura di Alessandro Gallilei [1775], in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
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Il nuovo aspetto dell'interno della Basilica di San Giovanni dopo gli interventi di Borromini e Galilei

Giovanni Battista Piranesi, Veduta interna della Basilica di S. Giovanni Laterano[1768], in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836
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Il nuovo aspetto della Basilica di San Giovanni dopo gli interventi di Borromini e Galilei

Giovanni Battista Cipriani, Basilica di S. Giovanni in Laterano, in: Id., Vedute principali e più interessanti di Roma, Roma 1799
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Il nuovo aspetto della Basilica di San Giovanni dopo gli interventi di Borromini e Galilei

Gaetano Cottafavi, Basilica Lateranense, in: Jeremiah Donovan, Rome ancient and modern and its environs, vol. I, Roma 1842
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Cavalcata per il possesso di Pio VI eletto pontefice nel corso dell'anno santo 1775

Dopo l'elezione al soglio pontificio, i papi, vescovi di Roma, devono "prendere possesso" della propria sede episcopale, la Basilica di San Giovanni in Laterano, Cattedrale di Roma. Lo hanno fatto nel corso dell'età moderna con lunghe cavalcate in corteo, così chiamate anche quando il pontefice, che di norma procedeva a cavallo, si muoveva a dorso di mulo, in lettiga, o in carrozza. La cavalcata si snodava per le vie di Roma, partendo dal Vaticano, passando per Borgo e ponte Sant'Angelo, proseguendo verso il Campidoglio, il Foro romano, dove attraversava gli archi di Tito e Costantino e il Colosseo, fino a raggiungere il Laterano attraverso l'odierna Via Merulana. Giunto a destinazione, il papa riceveva l'omaggio del Capitolo e impartiva la benedizione dalla loggia. Facevano parte del corteo un grandissimo numero di figure in rappresentanza della curia papale, del potere comunale di Roma, delle potenze straniere, del popolo: cavalieri, camerieri pontifici, personale di curia con le più diverse funzioni, nobili, ufficiali capitolini, cardinali, cappellani, ambasciatori, rappresentanti del popolo, medici del papa, guardie svizzere, e così via, secondo un ordine rigorosamente prestabilito. Nell'anno santo del 1775 i pellegrini ebbero l'occasione di assistere al ciclo di cerimonie legato alla morte di un pontefice e all'elezione del successivo, Pio VI, che compì il 30 novembre la sfarzosa cavalcata per la presa di possesso del Laterano. La stampa di Girolamo Frezza ne illustra i dettagli, secondo un modulo iconografico ricorrente e ripetibile anche grazie alla sostanziale stabilità del rituale. Dopo la firma dei Patti Lateranensi, nel 1929, la tradizionale presa di possesso, sospesa nel 1870, è stata ripristinata seppur, come naturale, in forme diverse. Nel 1939 Pio XII ha per la prima volta effettuato la presa di possesso a bordo di un'automobile.

Giovanni Girolamo Frezza, Solenne cavalcata fatta nel felicissimo possesso preso da n. signore papa Pio VI. pont. mas. nella Basilica di S. Gio. Laterano il di 30 novembre l'anno 1775. Nuovamente data in luce dalle stampe originali..., Roma 1775
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Le sacre teste dei santi apostoli Pietro e Paolo nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Nella Basilica di San Giovanni è conservata, tra le altre, la preziosissima reliquia delle sacre teste degli apostoli Pietro e Paolo, originariamente conservate nell'oratorio di San Lorenzo. Trasferite nella Basilica nel XIV secolo, furono collocate in due pregiati reliquiari in argento, opera dell'orafo senese Francesco di Bartolo, di cui quelli attuali, posti nel ciborio, sono una copia ottocentesca opera di Giuseppe Valadier.

Giuseppe Maria Soresino, De capitibus sanctorum apostolorum Petri, et Pauli in Sacrosancta Lateranensi ecclesia asservatis..., Roma 1673
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Le sacre teste dei santi apostoli Pietro e Paolo nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Nella Basilica di San Giovanni è conservata, tra le altre, la preziosissima reliquia delle sacre teste degli apostoli Pietro e Paolo, originariamente conservate nell'oratorio di San Lorenzo. Trasferite nella Basilica nel XIV secolo, furono collocate in due pregiati reliquiari in argento, opera dell'orafo senese Francesco di Bartolo, di cui quelli attuali, posti nel ciborio, sono una copia ottocentesca opera di Giuseppe Valadier.

Giuseppe Maria Soresino, De capitibus sanctorum apostolorum Petri, et Pauli in Sacrosancta Lateranensi ecclesia asservatis..., Roma 1673
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Le sacre teste dei santi apostoli Pietro e Paolo nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Nella Basilica di San Giovanni è conservata, tra le altre, la preziosissima reliquia delle sacre teste degli apostoli Pietro e Paolo, originariamente conservate nell'oratorio di San Lorenzo. Trasferite nella Basilica nel XIV secolo, furono collocate in due pregiati reliquiari in argento, opera dell'orafo senese Francesco di Bartolo, di cui quelli attuali, posti nel ciborio, sono una copia ottocentesca opera di Giuseppe Valadier.

Veri ritratti delle statue d'argento nelle quali si conservano le ss.me teste delli gloriosi prencipi degl'apostoli Pietro, e Paolo nella sacro santa Chiesa Lateranense, in: Giuseppe Maria Soresino, De capitibus sanctorum apostolorum Petri, et Pauli in Sacrosancta Lateranensi ecclesia asservatis..., Roma 1673
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Le sacre teste dei santi apostoli Pietro e Paolo nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Nella Basilica di San Giovanni è conservata, tra le altre, la preziosissima reliquia delle sacre teste degli apostoli Pietro e Paolo, originariamente conservate nell'oratorio di San Lorenzo. Trasferite nella Basilica nel XIV secolo, furono collocate in due pregiati reliquiari in argento, opera dell'orafo senese Francesco di Bartolo, di cui quelli attuali, posti nel ciborio, sono una copia ottocentesca opera di Giuseppe Valadier.

Francesco Cancellieri, Memorie storiche delle sacre teste dei santi apostoli Pietro e Paolo e delle loro solenne ricognizione nella basilica lateranense, con un'appendice di documenti, 2a ed., Roma 1852
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La Scala Santa e il Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranse realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Scala Santa, in: Fioravanti Martinelli, Roma di nuovo ricercata nel suo sito... Di nuovo con ogni diligenza corretta & accresciuta con belle figure, Roma 1702
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Storia della Scala Santa e del Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranse realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Benedetto Millino, Dell'oratorio di San Lorenzo nel Laterano hoggi detto Sancta Sanctorum..., Roma 1666
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Storia della Scala Santa e del Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranse realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Giuseppe Maria Soresino, De Scala sancta ante Sancta Sanctorum in Laterano culta opusculum..., Roma 1672
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Storia della Scala Santa e del Sancta Sanctorum

I lavori di ristrutturazione dell'area lateranse realizzati da Sisto V alla fine del Cinquecento comportarono la necessità di trovare adeguata collocazione a due preziose reliquie cristiane: la Scala Santa con i suoi 28 gradini, ovvero la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma, secondo la tradizione, da Elena, madre di Costantino; e la cappella privata dei papi, prima situata nell'antico Patriarchio, dove si venera l'immagine acheropita (non dipinta da mano umana) di Cristo. Il santuario, in orgine dedicato a San Lorenzo, è tra i più venerati luoghi sacri della cristianità fin dal medioevo. Domenico Fontana ideò come soluzione la costruzione di un apposito edificio con cinque arcate frontali, nel quale collocare entrambe le reliquie.

Giuseppe Maria Soresino, De Scala sancta ante Sancta Sanctorum in Laterano culta opusculum..., Roma 1672
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I fedeli salgono in ginocchio la Scala Santa

La Scala Santa è, secondo la tradizione, la scala del pretorio di Ponzio Pilato a Gerusalemme, salita da Gesù nel giorno della condanna a morte e trasportata a Roma da Elena, madre di Costantino. Nessun piede può toccare i 28 gradini di marmo bianco di cui è formata, ed i fedeli possono salirla solo in ginocchio.

Crépon, Penitents montant l'Escalier saint, dessin de Crépon d'après Picart,in: Le Tour du monde. Nouveau journal des voyages publié sous la direction de m. Édouard Charton et illustré par nos plus célèbres artistes, vol. XV, 1867
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L'icona del Sancta Sanctorum detta Acheropìta

La tavola acheropita (non fatta da mano umana) del Redentore, conservata nella cappella del Sancta Sanctorum al Laterano e che si vuole portata a Roma dall’Oriente, riproduce l’immagine del Salvatore, a grandezza quasi naturale. Innocenzo III fece coprire con un rivestimento d’argento tutta la figura ad eccezione del volto. Tra il IX e il XVI secolo, la vigilia di Ferragosto, festa dell'Assunzione della Vergine, l'icona veniva portata in processione fino a Santa Maria Maggiore, dove "incontrava" la Salus Populi Romani, in una rappresentazione dell'incontro tra Cristo e la Madre al momento della sua morte.

Vera effigies ss.mi Salvatoris ad Sancta Sanctorum de Urbe, in: Giovanni Marangoni, Istoria dell’antichissimo oratorio, o cappella di San Lorenzo nel Patriarchio Lateranense comunemente appellato Sancta Sanctorum e della celebre immagine del SS. Salvatore detta Acheropita, che ivi conservasi; colle notizie del culto e varj riti praticati anticamente verso la medesima..., Roma 1747
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Statuti della Compagnia della ss.mo Salvatore ad Sancta Sanctorum

La Compagnia del Salvatore ad Sancta Sanctorum si occupava della custodia dell'immagine acheropita del Salvatore e della gestione dell'Ospedale del Salvatore (oggi Ospedale San Giovanni in Laterano), fondato probabilmente nel 1348, quando la Compagnia dei Raccomandati del ss. Salvatore ad Sancta Santorum unì e ampliò i pre-esistenti ospedali di Sant'Andrea e di San Michele Arcangelo.

Statuti della venerabile Compagnia della sacratiss. immagine del s.mo Salvatore ad Sancta Sanctorum di Roma, Roma 1608
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Statuti della Compagnia della ss.mo Salvatore ad Sancta Sanctorum

La Compagnia del Salvatore ad Sancta Sanctorum si occupava della custodia dell'immagine acheropita del Salvatore e della gestione dell'Ospedale del Salvatore (oggi Ospedale San Giovanni in Laterano), fondato probabilmente nel 1348, quando la Compagnia dei Raccomandati del ss. Salvatore ad Sancta Santorum unì e ampliò i pre-esistenti ospedali di Sant'Andrea e di San Michele Arcangelo.

Statuti della venerabile Compagnia della sacratiss. immagine del s.mo Salvatore ad Sancta Sanctorum di Roma, Roma 1676
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Il trasporto dell'Acheropita del ss. Salvatore dal Sancta Sanctorum all'Arcibasilica Lateranense durante l'anno santo straordinario del 1933

Nel corso dell'anno santo straordinario del 1933, la reliquia della santa Croce e l'immagine acheropita del Salvatore furono esposte nella Basilica di San Giovanni in Laterano per un triduo di preparazione alla festa dell'Ascensione, e riportate in trionfo alla Cappella del Sancta Sanctorum al termine delle celebrazioni.

Felici (fotog. Pontif.), Il trasporto dell'Acheropita del SS. Salvatore dal "Sancta Sanctorum" all'Arcibasilica Lateranense, in: L'osservatore romano, a. LXXIII, n. 121, 22-23 maggio 1933
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Le celebrazioni dell'Ascensione al Laterano durante l'anno santo straordinario del 1933 e la processione dell'Acheropìta

Nel corso dell'anno santo straordinario del 1933, la reliquia della santa Croce e l'immagine acheropita del Salvatore furono esposte nella Basilica di San Giovanni in Laterano per un triduo di preparazione alla festa dell'Ascensione, e riportate in trionfo alla Cappella del Sancta Sanctorum al termine delle celebrazioni.

Dalla cattedrale di Roma sua santità benedice una moltitudine immensa di fedeli. La "Cappella papale" all'Arcibasilica lateranense. La solennissima processione dell'Acheropìta, in: L'osservatore romano, a. LXXIII, n. 124, 26-27 maggio 1933
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I lavori al Laterano per l'anno santo straordinario del 1933-1934

Lavori e restauri nel Laterano glorioso, in: L'osservatore romano, a. LXXIV, n. 34, 11 febbraio 1934
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Facciata di San Giovanni, fotografia all'albumina 1870 ca

S. Giovanni,albumen photo, about 1870
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Interno di San Giovanni, fotografia all'albumina 1870 ca

Interno S. Giov. in Laterano,albumen photo, about 1870
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