La Basilica di Santa Maria Maggiore e l'icona della Salus Populi Romani
L’elaborato frontespizio architettonico inciso in rame, che apre l’imponente monografia scritta nel Seicento dall’abate Paolo De Angeli su Santa Maria Maggiore, rappresenta nelle numerose vignette i momenti salienti della storia della Basilica e delle reliquie qui conservate. Il racconto per immagini si apre con l’icona della Salus Populi Romani, dipinta, secondo la tradizione, da San Luca; prosegue con l’apparizione in sogno della Madonna a papa Liberio e la successiva fondazione della chiesa con il contributo del patrizio Giovanni; ne illustra i numerosi miracoli. Posto d’onore, al centro del frontespizio, spetta al racconto di San Gregorio Magno che nel 590 porta l’icona in processione, pregando per la liberazione della città dalla pestilenza, finché sotto Castel Sant’Angelo, per intercessione della Madonna, si compie il miracolo: l’arcangelo Michele appare rinfoderando la spada ad indicare la fine dell’ira divina e, quindi, del contagio. Al centro del margine inferiore, infine, l’urna d’argento donata da Margherita d’Austria nel 1606 per custodire i frammenti lignei della mangiatoia su cui fu deposto il bambino Gesù.
Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621