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La Mostra    Le basiliche patriarcali    Santa Maria Maggiore

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La facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore all'inizio del Seicento

Nella veduta di Giacomo Lauro, datata 1618, i mosaici dell'antica facciata, opera di Filippo Rusuti (1290), convivono con le recenti realizzazioni del pontificato di Paolo V: il palazzo laterale destro, opera di Flaminio Ponzio, e la colonna corinzia proveniente dalla Basilica di Massenzio, collocata sulla piazza antistante la Basilica nel 1614.

Giacomo Lauro, Ecclesia S. Mariae Maioris, in: Id., Antiquae Urbis splendor...,Roma 1641

L'area absidale della Basilica di Santa Maria Maggiore nel 1600

Così si presentava l'area absidale di Santa Maria Maggiore prima degli interventi secenteschi: sono visibili l’abside tardo duecentesca e gli interventi d'epoca sistina (1585-1590) ovvero la cupola della Cappella del Santissimo Sacramento o del Presepe e l’obelisco esquilino, proveniente dal Mausoleo di Augusto. La veduta, opera di Giovanni Maggi, è compresa in un volume pubblicato in occasione dell'anno santo 1600 che descrive le "deliciae divinae” (le chiese) e “humanae" della città di Roma.

Giovanni Maggi, Ecclesia S. Mariae Maioris in Esquilino colle, tratta da: Dominicus Custos, Deliciae urbis Romae divinae et humanae anno sacro Jubilaei MDC, Augsburg 1600

Pianta della antica Basilica di Santa Maria Maggiore

La pianta mostra l'aspetto della Basilica prima dei grandi interventi cinque-seicenteschi.

Veteris liberianae Basilicae adiunctorumque aedificiorum vestigium cum antiquo pavimento, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

La facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore nel 1621, con la proiezione degli interventi sul lato sinistro

Il prospetto architettonico della facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore tratto dall’opera di De Angeli mostra, accanto ai mosaici tardo duecenteschi di Filippo Rusuti, la recente realizzazione del palazzo laterale destro, opera di Flaminio Ponzio sotto il pontificato di Paolo V e il palazzo da costruire, specularmente all’esistente, sul lato sinistro della facciata anteriore, il cui completamento avrebbe dovuto attendere il Settecento.

Orientalis facies Liberianae Basilicae cum orthographia tum nobilis sacelli aediumque perelegantium ad dexteram porticus canonicorum usibus a Paulo V pont. max. adiunctarum tum quae ad laevam construendae eiusdem sanctiss. domini erga deiperam eximia pietate ut spes est respondebunt, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

L'area absidale della Basilica di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi cinque-secenteschi voluti da Sisto V e Paolo V

Così si mostra l'area absidale di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi cinque-secenteschi. Si vedono la cupola della cappella del Santissimo Sacramento e l’obelisco esquilino fatti erigere da Sisto V, e la cupola della Cappella Borghese che Paolo V fece realizzare da Flaminio Ponzio specularmente alla Cappella sistina, conclusa pochi anni prima che De Angeli ne desse conto nella sua opera.

Facies occidentalis liberianae Basilicae addita utrinque orthographia lateris item occidentalis sacellorum qua maximi pontifices Sixtus V ad dexteram s.mo dni nostri praesepi Paulus V ad laevam ipsi deiparae magnifico opere extruxerunt, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Pianta della Basilica di Santa Maria Maggiore dopo gli interventi realizzati sotto i pontificati di Sisto V e Paolo V

La pianta mostra con evidenza i grandi interventi cinque-secenteschi in cui emergono in particolare le due cappelle laterali destra e sinistra realizzate da Domenico Fontana per papa Sisto V e Flaminio Ponzio per Paolo V.

Vestigium totius Basilicae liberianae et appositorum aedificiorum ea forma in quam Paulus V pont. max. magnifice exculta atque aucta redegit, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Facciata posteriore della Basilica di Santa Maria Maggiore

Questa immagine mostra l’aspetto definitivo dell’esterno della Basilica su Piazza dell’Esquilino, dopo gli interventi secenteschi voluti da Clemente X e realizzati da Carlo Rainaldi, il cui progetto per il restauro della facciata posteriore ed il raccordo tra le due cappelle e l’abside fu preferito a quello, più dispendioso, presentato da Bernini.

Roma antica e moderna o sia nuova descrizione della moderna città di Roma, e di tutti gli edifizi notabili, che sono in essa, e delle cose più celebri, che erano nella antica Roma... Abbellita con duecento e più figure in rame, con curiose notizie istoriche, e con la cronologia di tutti li sommi pontefici, re, consoli e imperadori romani. Accresciuta in questa nuova edizione di un tomo terzo..., vol. II, Roma 1745

Facciata posteriore della Basilica di Santa Maria Maggiore nel 1749

La veduta di Piranesi mostra l’aspetto definitivo dell’esterno di Santa Maria Maggiore su Piazza dell’Esquilino, opera di Carlo Rainaldi, il cui progetto per il restauro della facciata posteriore ed il raccordo tra le due cappelle e l’abside fu preferito a quello, più dispendioso, presentato da Bernini.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della facciata di dietro della basilica di S. Maria Maggiore, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836

La "nuova" facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore

Nella veduta del 1749, Giovanni Battista Piranesi mostra la "nuova" facciata della Basilica, appena realizzata (1741-1743) da Ferdinando Fuga per Benedetto XIV, e caratterizzata da un portico e da una loggia superiore per le benedizioni, che si soprappose ai mosaici duecenteschi, incastonandoli senza distruggerli.

Giovanni Battista Piranesi, Veduta della basilica di S.ta Maria Maggiore con le due fabbriche laterali di detta basilica, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. II, Paris 1836

Veduta interna della basilica di Santa Maria Maggiore nel 1768

Giovanni Battista Piranesi, Veduta interna della basilica di S. Maria Maggiore, in: Id., Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto veneziano, vol. I, Paris 1836

La "nuova" facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore

La "nuova" facciata della Basilica fu realizzata da Ferdinando Fuga per Benedetto XIV. É caratterizzata da un portico e da una loggia superiore per le benedizioni, che si soprappone ai mosaici duecenteschi, incastonandoli senza distruggerli.

Basilicae Sanctae Mariae Maioris prospectus, in: Calcografia degli edifizj di Roma, ovvero vedute, piante, spaccati, ed elevazioni di belli edifizj antichi e moderni di questa superba città, vol. II, Roma 1779

La "nuova" facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore

La "nuova" facciata della Basilica fu realizzata da Ferdinando Fuga per Benedetto XIV. É caratterizzata da un portico e da una loggia superiore per le benedizioni, che si soprappone ai mosaici duecenteschi, incastonandoli senza distruggerli.

Philippe Benoist (dis.), Alphonse Bayot (lit.), Basilique de Sainte-Marie-Majeure: façade principale. Basilica di S.a Maria-Maggiore: veduta della facciata principale, tratta da: Rome dans sa grandeur. Vues, monuments anciens et modernes: description, histoire, institutions, dessins d'après nature par Philippe Benoist et Felix Benoist...,Paris 1870

Rito d'apertura e chiusura della porta santa di Santa Maria Maggiore

Giovanni Cristoforo Battelli, Brevis enarratio sacrorum rituum servatorum in aperiendo, & claudendo portam sanctam patriarchalis basilicae liberianae S. Mariae Majoris ab eminentissimo, & reverendissimo Petro card. Otthobono s. r. E. vice-cancellario, episcopo sebinensi, ejusdemque Basilicae archipresbytero & apostolico de latere legato, Roma 1726

Facciata di Santa Maria Maggiore, fotografia all'albumina 1870 ca

Facciata S. M. Maggiore,albumen photo, about 1870

Interno di Santa Maria Maggiore, fotografia all'albumina 1870 ca

Interno S. M.a Maggiore, fotografia all'albumina, 1870 ca

La visita di papa Pio XI alla Basilica di Santa Maria Maggiore in occasione dell'anno santo straordinario del 1933

Felici (fotog. Pontif.), Le cerimonie dell'anno santo. La visita del Pontefice alla Basilica di Santa Maria Maggiore, in: L'illustrazione italiana, a. LX, n. 42, 15 ottobre 1933

La Basilica di Santa Maria Maggiore e l'icona della Salus Populi Romani

L’elaborato frontespizio architettonico inciso in rame, che apre l’imponente monografia scritta nel Seicento dall’abate Paolo De Angeli su Santa Maria Maggiore, rappresenta nelle numerose vignette i momenti salienti della storia della Basilica e delle reliquie qui conservate. Il racconto per immagini si apre con l’icona della Salus Populi Romani, dipinta, secondo la tradizione, da San Luca; prosegue con l’apparizione in sogno della Madonna a papa Liberio e la successiva fondazione della chiesa con il contributo del patrizio Giovanni; ne illustra i numerosi miracoli. Posto d’onore, al centro del frontespizio, spetta al racconto di San Gregorio Magno che nel 590 porta l’icona in processione, pregando per la liberazione della città dalla pestilenza, finché sotto Castel Sant’Angelo, per intercessione della Madonna, si compie il miracolo: l’arcangelo Michele appare rinfoderando la spada ad indicare la fine dell’ira divina e, quindi, del contagio. Al centro del margine inferiore, infine, l’urna d’argento donata da Margherita d’Austria nel 1606 per custodire i frammenti lignei della mangiatoia su cui fu deposto il bambino Gesù.

Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

L'icona della Salus Populi Romani

L’immagine miracolosa della Madonna col bambino protettrice del popolo romano, Salus Populi Romani, dipinta secondo la tradizione dall’apostolo Luca, non è stata sinora datata con certezza, a causa dei numerosi ritocchi d’epoca medievale, e i più recenti studi la attribuiscono genericamente all’epoca tardo antica.

La basilica romana di Santa Maria Maggiore, a cura di Carlo Pietrangeli, Firenze 1987

Dell'antica immagine di Maria Santissima nella basilica liberiana e del suo culto

Francesco Fabi Montani, Dell'antica immagine di Maria Santissima nella basilica liberiana e del suo culto. Memorie storiche,2 ed., Roma 1861

Pianta della Cappella Paolina o Borghese in cui è conservata la Salus Populi Romani

A lungo collocata sopra la porta del battistero della Basilica, la Salus Populi Romani fu in seguito spostata nella navata, finché Paolo V Borghese non fece costruire per essa, da Flaminio Ponzio, la Cappella della Madonna (detta anche Paolina o Borghese), consacrata il 27 gennaio 1613.

Sacelli Sanctae Mariae Maioris a Paulo pp. V conditi adiunctarumq. ad varios usus aedium vestigium cum sacelli eiusdem pavimento, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Altare della Cappella Paolina o Borghese in cui è conservata la Salus Populi Romani

Nella Cappella della Madonna (detta anche Paolina o Borghese), fatta costruire appositamente da Paolo V per accogliere la Salus Populi Romani, l’icona fu collocata su un altare in metallo dorato alla cui realizzazione parteciparono numerosi artisti (Girolamo Rainaldi, Pompeo Targoni, Camillo Mariani) e il cui timpano è ornato da un bassorilievo, opera dello scultore Stefano Maderno, che raffigura Papa Liborio che traccia il perimetro della Basilica di Santa Maria Maggiore sulla neve. L’altare, da poco terminato, fu rappresentato nell’opera di De Angeli, stampata a Roma nel 1621.

Insigne altare a Paulo V pont. max. in magnificentissimo suo Basilicae liberianae Sacello ex inaurato duntaxat aere pulcherrimaq. varietate pretiosorum lapidum atque gemmarum ad ornatum augustae imaginis Sanctae Mariae a B. Luca pictae constructum, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Descrizione della Cappella Paolina o Borghese in cui è conservata la Salus Populi Romani

Luigi Portelli, Descrizione storico-artistico-morale della perinsigne borghesiana cappella eretta sul monte Esquilino dal sommo ponteficie Paolo V, ad onore della b. Vergine nella patriarcale Basilica liberiana..., Roma 1849

Racconto della traslazione del corpo di papa Paolo V alla Basilica di Santa Maria Maggiore

Lelio Guidiccioni, Breve racconto della trasportatione del corpo di papa Paolo V dalla Basilica di S. Pietro a' quella di S. Maria Maggiore, con l'oratione recitata nelle sue esequie et alcuni versi posti nell'apparato, Roma 1623

Bolla di Sisto V per la cappella del presepe

Uno dei nomi con cui Santa Maria Maggiore è conosciuta ancora oggi è Santa Maria ad praesepe. Fin dal V secolo, infatti, la Basilica accolse per volere di Sisto III un ambiente dedicato al culto della Natività di Betlemme. Nella cappella del presepe, a partire dal VII secolo, erano conservati i preziosi frammenti del legno della mangiatoia e delle fasce del bambinello, portati dai pellegrini in Terra Santa e nel 1288, Nicolò IV commissionò per essa una raffigurazione in pietra della Natività, realizzata da Arnolfo di Cambio nel 1291. Alla fine del XVI secolo, Sisto V volle erigere nella navata destra della Basilica una grande cappella, poi detta Sistina o del Santissimo Sacramento, che avrebbe dovuto accogliere la sua sepoltura e quelle dei suoi famigliari e di papa Pio V. Si sarebbe trattato di un’opera classica, se non fosse che il pontefice stabilì che, per la sacralità del luogo, la cappella medievale fosse interamente trasferita, senza demolizioni, dalla sua posizione originaria ad una cripta sotto il nuovo altare del Santissimo Sacramento.

Sisto V, Gloriosae et semper virginis (9 giugno 1587), in: Pietro Marcellino Di Luccia, L'Abbadia di S. Giovanni a Piro unita dalla sa. mem. di Sisto V alla sua insigne cappella del Santissimo Presepe eretta dentro la Sacro-Santa Basilica di S. Maria Maggiore..., Roma 1700

Trasporto della cappella medievale del presepe nella nuova cappella fatta erigere da Sisto V a Domenico Fontana

Alla fine del XVI secolo, Sisto V volle erigere nella navata destra della Basilica di Santa Maria Maggiore una grande cappella, poi detta Sistina o del Santissimo Sacramento, che avrebbe dovuto accogliere la sua sepoltura e quelle dei suoi famigliari e di papa Pio V. Si sarebbe trattato di un’opera classica, se non fosse che il pontefice stabilì che, per la sacralità del luogo, la cappella medievale del presepe fosse interamente trasferita, senza demolizioni, dalla sua posizione originaria ad una cripta sotto il nuovo altare del Santissimo Sacramento. La complessa operazione fu eseguita dall’architetto Domenico Fontana, che progettò un’armatura di legno all’interno della quale la cappella fu ingabbiata per essere poi spostata con un complesso sistema di argani e carrucole, ben rappresentato nel volume illustrato da Natale Bonifacio in cui Fontana stesso descrisse tutte le “fabbriche” di Sisto V da lui realizzate.

Domenico Fontana, Narratione del modo tenuto in trasportare la capella [sic] vecchia del presepio tutta intiera, in: Id., Della trasportatione dell'obelisco vaticano et delle fabriche di nostro signore papa Sisto V fatte dal cavallier Domenico Fontana architetta di sua santità..., Roma 1590 [ma 1604]

Pianta della Cappella Sistina o del Presepe

Sacelli D. N. Iesu Christi praesepi a Sixto papa V conditi vestigium et pavimentum, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Cappella Sistina o del Presepe

Sacelli Christi D. Salvatoris n. Praesepi in Liberiana Basilica a Sixto papa V opere magnifico extructi quatuor interiores partes..., in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Altare nella Cappella Sistina o del Presepe

L'incisione mostra la nuova collocazione del presepe al di sotto dell’altare della cappella Sistina.

Sacratissimi Christi corporis ara in medio Sixti V sacello posita... sub eadem sacrum Christi domini Praesepe, in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

Storia delle reliquie conservate nella cappella del presepe e funzioni che vi si svolgono

Attualmente la culla è conservata in un reliquiario eseguito in argento e oro da Giuseppe Valadier in occasione del giubileo del 1825

Porzione del Presepio, trasferita in Roma nel VII secolo alla Bas. Liberiana, che d'allora in poi incominciò a chiamarsi S. M. ad Praesepe, e funzioni, che ivi si fanno la notte di Natale per onorarla, in: Francesco Cancellieri, Notizie intorno alla novena vigilia notte e festa di Natale con una biblioteca d’autori che trattano delle questioni spettanti alla nascita del Redentore, Roma 1788

Descrizione delle Cappelle e reliquie di Santa Maria Maggiore

Le cose meravigliose dell'alma città di Roma, dove si veggono il movimento delle guglie & gli acquedutti per condurre l'acqua felice; le ample & commode strade fatte a beneficio publico dal santissimo Sisto V... et si tratta delle Chiese, rappresentate in disegno da Gieronimo Francino, con le stationi & reliquie de' corpi santi che vi sono; et un trattato del modo d'acquistare l'indulgenze; la Guida romana cge insegna facilmente à i forestieri à ritrovare le più notabili cose di Roma..., Venezia 1588

La Colonna della pace

Nel 1614 Paolo V Borghese fece collocare sulla piazza davanti alla facciata di Santa Maria Maggiore una colonna corinzia di oltre 14 metri proveniente dalla Basilica di Massenzio. Carlo Maderno, incaricato dei lavori, la innalzò su una base in marmo e travertino, ai cui piedi collocò una fontana alimentata dall’Acquedotto Felice. Aquile e draghi alati, simboli araldici dei Borghese, ornano il basamento e la fontana. In cima alla colonna fu collocata una statua di bronzo della Vergine con il bambino, opera di Guillaume Berthélot, e fusa da Orazio Censore. La colonna, detta "della Pace" dal nome del Tempio allora erroneamente identificato con la Basilica di Massenzio, è l'unica sopravvissuta delle otto che sorregevano la volta centrale della Basilica.

Paulus V pont. max. columnam veteris magnificentiae monumentum informi situ obductam, neglectamque ex immanibus templi ruinis quod Vespesianus Augustus... paci dicaverat..., in: Paolo de Angeli, Basilicae S. Mariae Maioris de Urbe a Liberio papa I usque ad Paulum V pont. max. descriptio et delineatio..., Roma 1621

La colonna nella sua collocazione originale nella Basilica di Massenzio, già detta tempio della pace

La colonna fatta collocare da Paolo V di fronte a Santa Maria Maggiore è l’unica sopravvissuta delle otto che sorreggevano la volta centrale della Basilica di Massenzio

Étienne Dupérac, Vestigij del tempio della pace edificato da Vespasiano imperatore... in questo tempio si vede... una colonna di marmoro in opera d'ordine corintio... Oggi questa colonna fu fatta trasportare da Paolo V avanti la Chiesa di S. M.a Maggiore dedicata alla Ss.ma Concetione..., in: Id., I vestigi dell’antichità di Roma raccolti et ritratti in prospettiva con ogni diligentia..., Roma 1773

La campana della "sperduta"

Ogni sera i cittadini romani possono ascoltare il rintocco della “sperduta”, la campana di Santa Maria Maggiore che deve il suo nome ad una leggenda del XVI secolo, raccontata in versi dal poeta romanesco Giggi Zanazzo. Una pellegrina diretta verso Roma fu colta dal buio quando era ancora in mezzo alla campagna e perse la strada. Disperata, invocò la Vergine e all’improvviso la campana di Santa Maria Maggiore cominciò a suonare indicandole la direzione da seguire. La donna, per ringraziare la Madonna d’averla condotta in salvo, lasciò una rendita alla chiesa affinché ogni sera fosse suonata la campana, "e mmó, quanno le sere d’inverno, se sente sona’ la campana de Santa Maria Maggiore, tutti quelli che abbiteno da quelle parte dicheno: ecco la Sperduta!"

Giggi Zanazzo, La sperduta, in: Id., Tradizioni popolari romane, vol. II (Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma), Torino 1908

La consacrazione dell'altare della confessione di Santa Maria Maggiore realizzato per il giubileo del 1750

Benedetto XIV, Sanctissimi domini nostri Benedicti papae XIV, allocutio habita pridie kalendas octobris anno jubilaei MDCCL in festo S. Hieronymi confessoris & Ecclesiae doctoris ante consacrationem altaris pontificii Sanctae Mariae Majoris, Roma 1750
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Percorso della mostra

  • Origine, tempi, forme del rito
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